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Autore: FairLady    04/12/2014    5 recensioni
[Skye/Ward]
"Lei lo stava colpendo con l’unica arma che sapeva lo avrebbe ferito di più: la sua rabbia, la sua delusione. Il suo dolore."
Quarta Classificata al contest "My Fictional Crush" indetto da Giuns sul forum di EFP
Premio OTP al contest "My Fictional Crush" indetto da Giuns sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Phil Coulson, Skye
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto tempo era passato da quando Coulson lo aveva rinchiuso lì dentro?
Un giorno? Una settimana? Una vita?
Aveva completamente perso la percezione di ogni cosa, persino di se stesso, ma il seme dell’HYDRA, così ben radicato – quello stesso seme che si era impegnato a coltivare e che aveva visto crescere rigoglioso nel corso degli anni – era l’unica cosa che ancora lo teneva insieme. Nonostante tutto, quel piccolo germoglio ormai diventato quercia lo aveva salvato da una vita di dolore e solitudine.
E dove era finito? Da solo, in una fortezza inespugnabile – o quasi – e l’unica persona della quale gli fosse mai davvero importato lo odiava a morte.
Chissà se Coulson mi darebbe l’opportunità di…
Non aveva nemmeno lasciato che il pensiero si completasse. Scosse la testa e si lasciò cadere pesantemente sul piccolo letto che gli era stato concesso.
Perché avesse lasciato che quella ragazza gli entrasse così nel cuore – con il rischio, poi avveratosi, di rovinare in qualche modo i piani del suo pigmalione – era rimasto un mistero nel quale non desiderava nemmeno addentrarsi. Avrebbe voluto dire analizzare i propri sentimenti, affrontare tutto ciò che da anni ormai aveva lasciato fuori dalla porta. Avrebbe voluto dire ammettere di riuscire ancora a provare qualcosa che non fosse lealtà verso l’HYDRA – qualsiasi cosa essa significasse.
Era pronto?
La porta della sua prigione si aprì e per l’ennesima volta sentì il cuore battere in quel modo fastidioso – tanto nuovo quanto doloroso. Ogni volta si faceva largo dentro sé la speranza di veder comparire quel viso delicato, quegli occhi piccoli che incredibilmente riuscivano a contenere un intero mondo tutto da scoprire.
Ma che razza di pensieri melensi e nauseanti…
«È inutile che fissi la porta con quello sguardo da cerbiatto indifeso, non permetterò mai che Skye scenda qui sotto, nemmeno tra un milione di anni.»
Era ancora lui, il Direttore.
«Quante volto dovrò ancora ripeterti che non parlerò? Non aprirò bocca se non con lei, per cui puoi anche risparmiarti la fatica di fare quelle scale.»
«Mi piace tenermi in movimento.» Coulson si avvicinò e con l’ausilio del pannello elettronico tolse lo scudo invisibile che li divideva. «Tieni – gli disse, porgendogli un vassoio – ti ho portato la cena.»
«Grazie.»
Grant alzò il braccio per prendere quello che Coulson gli stava porgendo; gli ci volle poco meno di un secondo per calcolare le misure, la forza e le distanze che gli avrebbero permesso di mettere al tappeto il Direttore e annientare i restanti abitanti del bus per poter fuggire indisturbato.
E Skye? Quando fosse arrivato il momento avrebbe avuto il coraggio di andare fino in fondo anche con lei? Forse avrebbe provato a convincerla di partire insieme? Di aggregarsi a lui, magari promettendole di riunirla a suo padre…  – perché Skye non immaginava nemmeno la mole di informazioni di cui era a conoscenza al riguardo.
Sospirò impercettibilmente, rassegnandosi al fatto che, qualunque stratagemma avesse ideato, lei non si sarebbe lasciata abbindolare: l’aveva combinata troppo grossa e lei non si sarebbe mai più fidata di lui, non in quel momento.
Cocciuta, intrepida, adorabile ragazzina.
«Almeno non mi state lasciando morire di fame…» soffiò alzando il coperchio che rivelò un paio di sandwich dal dubbio contenuto. «Certo, magari un po’ più di qualità farebbe piacere.»
«Sei già stato abbastanza fortunato. Non mi fare pentire di usarti ancora gentilezza.»
Grant fissò l’uomo di fronte a lui con quel tipico sguardo da… Hydra – non avrebbe potuto chiamarlo diversamente – e gli sorrise.
«Se la tua gentilezza ha come unico scopo quello di farmi parlare puoi anche risparmiartela: o parlo con Skye, o puoi pure lasciarmi qui sotto a morire di fame; oppure, se può farti stare meglio, torturami.»
 
***
 
Quella notte – o quel mattino, ormai non avrebbe saputo capire la differenza chiuso in quella scatola di ferro – aveva sudato più del normale. Aprì gli occhi di scatto, disturbato da un rumore insolito, appena percettibile. Volse appena il corpo verso destra, sentendo una per una nella schiena le odiose molle di quell’odioso letto, e con le palpebre semi aperte – lo sguardo semi cosciente – si accorse di due piccoli piedi appena al di là di quel limite invisibile e invalicabile.
«Skye…» Grant si alzò, restando però seduto. Non sapeva se essere più incredulo o più preoccupato. La ragazza – bellissima come sempre – aveva le mani dietro la schiena: forse nascondeva una pistola con cui vendicare il tradimento.
Lentamente la vide muovere le braccia e un secondo più tardi spuntò il pannello elettronico. Skye lo studiò un attimo, pensierosa, poi premette un tasto e la rete di protezione cadde.
Niente era più presente a dividerli.
«Ti ha mandata Coulson?» le chiese, non sapendo cos’altro dire. Per la prima volta si sentì impaurito e insicuro. Per la prima volta, specchiandosi in quegli occhi veri, si sentì in colpa.
«Non è a bordo… – rispose lei con un filo di voce – Non c’è nessuno a bordo.»
E l’istante successivo la stringeva tra le braccia, sentendo sulle proprie labbra quelle di lei.
Non era un bacio gentile, nemmeno appassionato.
Quel semplice, inaspettato contatto fu per Grant come un pugno in pieno stomaco.
Lei lo stava colpendo con l’unica arma che sapeva lo avrebbe ferito di più: la sua rabbia, la sua delusione. Il suo dolore.
Era l’unica in grado di renderlo vulnerabile e quella consapevolezza lo terrorizzò.
 
***
 
«Stavi sognando?»
Grant aprì gli occhi di soprassalto, trovandosi di fronte l’espressione interessata di Coulson.
«Mi incuriosisce che un uomo come te riesca ancora a sognare, sembravi quasi felice, anche se sul finale…»
«Fammi parlare con lei.»
«Perché? Hai mentito a tutti, Skye compresa. Cosa cambierebbe ora?»
«A lei ho sempre detto la verità. Con lei sarò sincero.»
Perché ne sono innamorato.
   
 
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