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Autore: Juja    04/12/2014    2 recensioni
“Perché nessuno crede che i licantropi, le fate, le streghe , i fantasmi ed i vampiri esistano? Io ne sono testimone, sono stata a contatto con loro e rabbrividisco al solo pensiero che un licantropo mi sfiori la pelle o mi sussurri qualcosa all’orecchio. Ho conosciuto vampiri più dolci e sensibili di molti esseri umani e altrettanti spietati e meschini. Ho una strega per amica e tante fate pronte a proteggermi dalle insidie di questa mia vita folle e movimentata, ma ho paura, tanta paura. In un solo istante, tutta la mia vecchia vita noiosa e piatta diventa una burrascosa avventura! I miei amici, momentaneamente ancorati alla vita normale, sono scettici e scostanti di fronte alle vicende che accadono e si susseguono, ma saranno obbligati a ricredersi, questo è sicuro!”
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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-   “No, ma non è possibile! Ogni volta che devo uscire c’è sempre qualcosa che manca, come ad esempio, il mio lucidalabbra rosa!”
Sbottò Julia in preda ad una crisi di nervi rivolgendosi a sua madre che, come tutte le mamme, aveva il vizio di sistemare la sua camera senza il consenso della figlia, creando così il caos totale nella disposizione degli oggetti e nella sua memoria visiva.
-   “Tesoro, sarà sicuramente tra i tuoi trucchi! Prova vicino alla scrivania, dove prima avevi il computer!”, rispose pacatamente sua madre.
-   “Sì ho capito mamma, ma per cortesia, anche se non abito più in questa casa, la prossima volta che ti viene in mente di riordinare i miei effetti personali o di entrare, anche solo sporgendo la testa all’interno della mia stanza, fai sparire l’idea in un batter d’occhio, intesi?!?”.
Sua madre, Dana, non rispose nulla, ma poté comunque intendere un borbottio alle sue spalle, simile a un grugnito indispettito e si diresse verso la cucina per preparare la cena e occuparsi di faccende ben più importanti, lasciando così la figlia tra le sue ire.
Julia viveva a Los Angeles a causa degli studi in medicina e dei corsi di specializzazione in pediatria con due sue amiche/coinquiline, Romy specializzanda in psicologia infantile e Valentine studentessa in legge, ma per tre mesi doveva seguire un corso di aggiornamento nella sua città natale, New York.
Trovato il lucidalabbra, iniziò un giro di telefonate per informare i suoi amici più stretti del suo arrivo in città e Nancy, la sua amica ricca e un pochino snob, la invitò a una festa nel suo castello per commemorare questo grandioso momento.
Ovviamente Julia sapeva bene che la festa era stata organizzata già da tempo e che non era certo dedicata a lei, ma non rimbeccò, al contrario aderì e decise di chiamare Laure, la sua amica del cuore, completamente matta! 
-   “Ciao Laure, sono Julia! Sono arrivata ieri sera ed ero troppo stanca per chiamare o venire a trovarti, quindi ecco la sorpresa … resterò qui per ben tre mesi e stasera ci sarà una mega festa in maschera a casa di Nancy per Halloween. A mezzanotte ci sposteremo nel bosco per bere, ridere, danzare e scherzare, dimmi che ci sarai ti prego! Non ho voglia di andare sola e per di più sopportare quel bavoso di John che mi ronza intorno come un maniaco omicida!”
-   “Ciao amica mia! Quanto mi sei mancata! Mi sembra passata un’eternità dall’ultima volta in cui ci siamo viste! Io sto bene, un pochino annoiata in questo periodo ma tutto sommato sto bene! Ah, quindi c’è una festa? E dimmi un po’ e chi sarebbero gli invitati?”
-   “Mmmh, se devo essere sincera so solo di John, ho chiesto esplicitamente di lui per poterlo evitare, ma non ho avuto molta chance, come sempre del resto. Perché ti interessa conoscere gli invitati?”
-   “Così, giusto per sapere cosa devo aspettarmi dalla serata, ma accetto l’invito, confermo e vado avanti! Ahahahahah!” e sbottò in una fragorosa risata.
-   “Avevo quasi dimenticato quanto fossi folle, amica mia! Ahahah! Facciamo così, passo da te tra un’ora così sarai pronta e puntuale e poi ci dirigiamo insieme alla festa, ok?”
-   “Perfetto July, a dopo! Baci bacioni”
-   “Ok, baci tesoro!”.
Prima di uscire, decise di spizzicare qualcosa con la sua famiglia, non voleva rimpinzarsi perché era sicura di trovare una miriade di antipasti e di bibite alla festa e poi, le faceva piacere poter condividere del tempo con loro.
I suoi genitori erano troppo entusiasti di averla di nuovo tra loro e la riempirono di domande, la informarono degli ultimi sviluppi e furono soddisfatti dei progressi della loro figlia.
Finita la cena, si congedò per andare a prepararsi, scelse una bella gonna nera in voile semitrasparente, corta sul davanti e lunga dietro, scarpe di vernice nera con plateau e tacco da dodici e un bel bustino bianco rigido con dei fiori neri ricamati sul corpetto.
Scelse una sciarpa di seta nera e una maschera argentata per nascondere il viso; era superbamente elegante e i suoi bellissimi e grandi occhi marroni erano truccati in modo eccezionale, da risaltarle lo sguardo.
Salutò i suoi e salì in macchina per andare a prendere la sua amica che, come al solito, non era pronta.
-   “Tesoro! Fatti stringere tra le mie braccia! Wow, che meraviglia, ho anche paura di sgualcire il tuo abito e per di più non posso uscire vestita così, non credevo fosse una festa per l’elezione di Miss Mondo, mi avevi detto fosse una festa in maschera e tu non sei una maschera, ma una divinità!” disse in tono disperato.
-   “Mi fai troppo ridere! Ho scelto l’abito da vampira! Una volta arrivate da Nancy incollerò i lunghi canini che ho nella borsetta e disegnerò, con la matita per le labbra, due buchi rossi nel collo e voilà!” spiegò all’amica.
-   “Voilà?!? Voilà cosa? No, tu mi prendi in giro! Pensi che questo possa cambiare che sei raggiante? Voglio mettere il vestito aderente di satin viola da strega, i tacchi a spillo ed il cappello nero con le ragnatele, i ragni e pipistrelli vari e, per cortesia, per il maquillage aiutami tu, so che fai miracoli!” la implorò sbattendo rapidamente le palpebre.
Julia accettò sorridendo, si occupò del trucco ed entrambe furono pronte per la festa.
Arrivate da Nancy cercarono parcheggio perché, pur essendo in perfetto orario, gli invitati erano tantissimi e i posti auto quasi tutti pieni; infine, trovarono un posticino accanto ad una grossa quercia secolare.
Julia scorse, parcheggiata dietro la sua, una macchina nera, una station-wagon piuttosto antica con il cofano lasciato aperto e fece cenno all’amica di andare a dare un’occhiata ma Laure non ne aveva alcuna intenzione.
-   “Julia, lascia perdere per cortesia, è buio e non ho proprio voglia di curiosare nelle macchine altrui, ti supplico entriamo!” le disse in tono alquanto turbato.
-   “D’accordo, ho capito fifona, andrò da sola! Tu comincia a incamminarti! Sicuramente è una semplice dimenticanza, ma voglio verificare che tutto sia apposto, non si sa mai” e si diresse verso l’auto.
Laure, pur avendo una fifa nera e una gran voglia di imbucarsi alla festa, restò immobile e attese.
Julia gridò talmente forte che il sangue dell’amica si ghiacciò nelle vene e la sua reazione fu di scappare invece di correre in suo aiuto.
-   “Ma brava è così che mi aiuti in caso di pericolo? Bell’amica sei! Non c’è nulla di inquietante o pericoloso, solo una lunga e grande valigia marrone, molti libri e un beauty-case blu” le disse  sfottendo l’amica che ancora tremava come una foglia, ma che nel frattempo si avvicinava piano piano all’automobile.
Decisero di non toccare nulla, attraversarono il giardino e bussarono alla porta, sicure che nessuno le avrebbe sentite, considerato il caos bombardante della musica e delle voci degli invitati.
Attesero qualche istante e ad aprire la porta non fu Nancy, bensì un ragazzo mai visto prima, bello come il sole ma pallido come la luna che, educatamente, si presentò: “Salve ragazze, benvenute nell’umile dimora dei genitori di Nancy, io sono David!” e fece l’occhiolino sorridendo.
Le due amiche erano imbarazzatissime, non solo per la sua bellezza, ma soprattutto perché il suo sorriso smagliante nascondeva un non so che di misterioso; erano state completamente rapite da quello sguardo e lui, facendo finta di nulla le invitò a entrare, domandando loro il perché di quel silenzio.
Stranamente fu Laure a rispondere, nonostante la sua timidezza nei confronti dell’altro sesso, dicendo che non si aspettavano di essere accolte da un ragazzo e per questa ragione erano molto sorprese; ovviamente David sapeva benissimo che la ragazza mentiva, ma lasciò correre e le tese la mano per farla entrare, aiutandola a superare l’ultimo gradino.
Julia era compiaciuta che il ragazzo s’interessasse alla sua cara amica e che soprattutto, fosse così gentile e premuroso nei loro confronti.
L’immenso salone era stracolmo di persone tra cui amici, conoscenti e altri completamente sconosciuti e le ragazze si guardarono intorno nella speranza di scorgere Nancy o qualcun altro.
Purtroppo l’unica cosa che notarono fu una moltitudine di maschere, le più disparate, come scheletri, maghi, assassini, uomini decapitati che camminavano con la loro testa mozzata in mano, infermiere assassine e zombie, quando una mano toccò la spalla di Julia e disse: “Finalmente sei arrivata, sei bella da mozzare il fiato, se potessi ti mangerei”.
Julia riconobbe la voce, drizzò le spalle, lanciò uno sguardo disperato a Laure, deglutì e senza voltarsi disse: “John, grazie per il complimento, sei molto gentile ma per caso sai indicarmi dove posso trovare Nancy?”.
John sembrava non ascoltarla, si limitava a guardarle la scollatura e farle la “radiografia” con aria da maniaco sessuale, ma alla fine si decise e le indicò Nancy che si trovava in cima alle scale e parlava con un ragazzo, anch’egli mai visto prima di quel momento.
Julia apprezzò tantissimo l’abito rosso ciliegia dell’amica e il suo scialle nero che le cadeva delicatamente sulla schiena mostrandone un lato nudo e, incrociato il suo sguardo, agitò la mano per salutarla.
Nancy si rivolse al ragazzo con il quale parlava, entrambi si diressero verso le due nuove arrivate e, da buona padrona di casa, iniziò la presentazione dei suoi amici.
-   “Julia e Laure, che piacere vedervi! Sono contenta siate venute entrambe! Vi presento Alex! Lui e suo fratello maggiore, sono venuti a vivere qui qualche mese fa, abbandonando la stupenda Louisiana, per terminare gli studi e diventare così, dei chirurghi. Alex, lei è Julia studentessa in medicina, specializzanda in pediatria e lei è Laure cassiera in un grande magazzino, ultima di 5 fratelli; non ha continuato gli studi poiché i suoi genitori essendo dei pensionati non avevano i mezzi per poterla mandare all’università, povera” spiegò sospirando altezzosamente.
Julia era indispettita e allo stesso tempo imbarazzata per il comportamento di Nancy ma, fortunatamente, tutti la conoscevano e non fecero caso alle sue parole taglienti e la ignorarono, tranne Alex, il quale la riprese puntualizzando che almeno Laure si guadagnava da vivere senza dipendere in tutto e per tutto dai genitori e che, sicuramente, li aiutava con le spese quotidiane, senza sputtanare i loro soldi in sciocchezze e futili oggetti insignificanti.
Le ragazze furono piacevolmente sorprese dal suo intervento, John lo fissava come volesse sfidarlo e Nancy, che non si aspettava un simile comportamento, lo fulminò con lo sguardo, ma lui non sembrava per niente colpito o preoccupato, al contrario sorrise a Laure e lasciò il gruppo per andare a bere qualcosa.
Nancy, come se niente fosse successo, prese per mano le sue amiche e presentò un buon numero di invitati, finché non incontrarono il fratello di Alex.
-   “Lui è Adam!” disse la padrona di casa.
Julia, colpita dalla stravolgente bellezza del ragazzo, abbassò lo sguardo e arrossì.
Laure, invece, gli strinse la mano dandogli il benvenuto nella loro città e gli disse che suo fratello era stato un vero gentleman nei suoi confronti, salvandola da una situazione poco piacevole; sorrise asserendo fosse una caratteristica della sua famiglia e che si tramandavano di generazione in generazione, e scoppiarono a ridere.
Solo Julia abbozzò un mezzo sorriso, era incartapecorita e rigida come un tronco d’albero; credeva di essere in un’altra dimensione o in un’altra galassia e Adam, rivolgendole la parola, disse: “Non sembri molto loquace o mi sbaglio?”.
-   “Normalmente lo sono”, rispose Julia sempre più imbarazzata e con lo sguardo chino sul pavimento “ma oggi, stranamente, qualcosa mi trattiene dall’essere me stessa” concluse.
-   “Per caso il colore della mia pelle te lo impedisce? Ti disturba il fatto che io sia nero?”.
-   “No, ma che dici, no, assolutamente no!”, disse Julia ancora più imbarazzata e paonazza.
-   “Meno male, questo mi fa piacere! Sai, io sono il fratello maggiore di Alex, come ben saprai, ma siamo stati adottati entrambi; i nostri attuali genitori non potevano avere figli e quelli biologici sono passati a miglior vita. Mia madre biologica è morta dandomi alla luce e mio padre, qualche mese dopo, di crepacuore. I genitori di Alex, beh, sono deceduti anch’essi” tagliò corto Adam.
-   “Ti ringrazio per la spiegazione, non deve essere stato facile per voi, mi dispiace davvero tanto! So che l’hai fatto per rompere il ghiaccio e mettermi a mio agio, quindi il ‘grazie’ è doppio!” gli disse guardandolo, questa volta, negli occhi.
Il suo sguardo era penetrante, caldo e seducente.
Le sue labbra leggermente umide e carnose facevano risaltare quel viso davvero perfetto e pulito, tanto che un brivido attraversò la schiena di Julia facendola sobbalzare; lo desiderava, sognava di poterlo baciare ed essere stretta tra le sue braccia.
Adam era cosciente di cosa le stesse succedendo, sapeva di piacerle e per di più il suo atteggiamento era palese, così le propose di ballare.
In un primo momento lo fissò senza proferire parola, poi accettò e prendendogli la mano sentì la sua pelle gelida come il ghiaccio, ma soprassedette poiché anche lei, emozionatissima, credeva di non avere più una goccia di sangue nelle vene.
Non le toglieva gli occhi di dosso, la ammirava e la studiava attentamente in ogni minimo dettaglio e lei abbassava lo sguardo ogni qualvolta i loro occhi s’incrociavano.
-   “Cosa c’è che non va mia bella? Hai paura di me o sei solo molto timida e riservata?” le disse guardandola così intensamente da farla svenire.
-   “Paura di te? No! E per quale motivo? Solamente che mi sembra di conoscerti da sempre. Quando Nancy ci ha presentato, ti ho osservato a lungo per cerare di capire dove ci fossimo già visti prima di questa sera ma niente, vuoto totale”.
-   “Forse ci siamo incontrati in qualche tuo sogno e non lo rammenti!” concluse lui stringendola sempre più forte a sé.
Si sentiva al settimo cielo, desiderava restare incollata a lui per sempre e nel frattempo prese seriamente in considerazione la possibilità di averlo conosciuto in un sogno, ma accantonò l’idea e poggiò la testa sulla sua spalla lasciandosi trasportare da quel magnifico ballerino dal profumo inebriante.
Nancy distrusse l’idillio.
-   “ 3 … 2 … 1 … Halloween!!! Tutti nel bosco amici miei! Andiamo!”, gridò con un megafono strapieno di nastri colorati e strass, quello che utilizzava per addestrare le cheerleaders della Philadelphia Eagle School (P.E.S.).
Alcuni invitati salutarono e rientrarono a casa, il resto si trasferì nel bosco.
Adam sparì misteriosamente e al suo posto si presentò David che chiese a Julia dove si trovasse Laure, così si guardò intorno, la vide parlare con quel viscido di John e gliela indicò, ma prima gli chiese se avesse visto il suo amico.
-   “Sì, l’ho visto uscire con Alex, ma sono sicuro che lo troverai nel bosco, stai tranquilla” e le fece l’occhiolino.
Non riusciva a capire perché l’avesse piantata in asso, così senza dirle neanche una parola e si diresse tristemente nel bosco seguendo gli altri invitati.
Una volta arrivati, furono piacevolmente sorpresi di trovare un enorme gazebo, all’interno del quale vi erano numerosi tavolini stracolmi di bibite e stuzzichini vari e una gigantesca torta al cioccolato.
Julia si accorse che Laure parlava ancora con David, John importunava una povera biondina ossigenata ma, di Adam, nessuna traccia.
Bevette un bicchiere di succo di pompelmo e assaggiò un pezzetto di torta quando qualcuno le sussurrò all’orecchio: “Non mi offri nulla, principessa?”.
Julia non riconobbe affatto quella voce e si girò di scatto.
-   “Ci conosciamo?” disse in tono deluso.
-   “Sì, proprio in questo preciso istante! Io sono Earl, piacere di conoscerti Julia!” le disse abbozzando un sorriso mellifluo.
-   “Come fai a sapere il mio nome visto che è la prima volta che ci incontriamo?” gli rispose alquanto spazientita.
-   “Semplice, bellezza, ho sentito quel nero che ti chiamava così! Mi trovavo non molto lontano da voi alla festa e sono sicuro che tu non mi abbia notato per nulla, eri troppo ipnotizzata dal ragazzo misterioso con il quale ballavi, o mi sbaglio?” le parlò in tono molto stizzoso e strafottente.
Julia avrebbe voluto dargli un pugno in faccia, ma non era nel suo stile.
-   “Per prima cosa non sei autorizzato né a chiamarmi bellezza, né mia cara, dolcezza o qualsiasi altro temine ti venga in testa, seconda cosa credo che tu debba smettere di giudicare le persone dal colore della pelle e per finire non sei neanche autorizzato a ipotizzare su di me o sui miei atteggiamenti e/o comportamenti. La mia vita non ti riguarda assolutamente, intesi?” rispose Julia molto arrabbiata e rossa come un peperone.
Earl la fulminò con lo sguardo, fissò la sua giugulare gonfia e pulsante ed i suoi occhi neri come la pece, divennero gialli come quelli di una lince.
Julia rabbrividì ed emise un gemito stridulo di terrore poi, riguardando gli occhi di Earl vide che erano ancora una volta neri, pensò quindi di avere avuto un’allucinazione.
-   “Ho capito, dunque solo il nero può chiamarti come meglio crede, non sapevo fossero necessarie delle autorizzazioni ma comunque, ti ringrazio per aver scambiato due chiacchiere con me, è stato un vero piacere. Alla prossima” e se ne andò in cerca di qualche facile preda.
-   “Julia perdonami, sono mortificato … non volermene” disse una voce calda e rassicurante.
-   “Adam! Perché te ne sei andato senza dirmi nulla? Potevi almeno avvertirmi che dovevi assentarti invece di sparire. Ci sono rimasta male e per di più quello sbruffone di Earl mi stava dando fastidio” gli disse con il cuore in gola.
-   “Earl? Hai detto Earl? Lo conosci? Cosa voleva da te? Come ti ha trovato, cioè come si è avvicinato a te?” sembrava essere seriamente preoccupato.
-   “Ah, gli uomini! Sempre a cambiar discorso o a rispondere alla metà delle domande che vi si pone. Non lo conosco per niente, non l’avevo mai visto prima d’oggi, ma lui dice di avermi notato mentre ballavamo, per questo conosceva il mio nome” gli spiegò velocemente.
Oltre alla preoccupazione gli si aggiunse un certo nervosismo che Julia interpretò come gelosia, ma non appena lui prese il cellulare per chiamare Alex, comprese che il problema non era di carattere sentimentale, bensì molto più complesso.
-   “Alex, LUI è qui e suppongo non sia solo, vieni appena possibile” disse Adam al fratello guardando Julia negli occhi.
-   “Ma cosa sta succedendo? Volete azzuffarvi per una sciocchezza? Adam, potresti spiegarmi per cortesia, che diavolo state complottando?” ora si stava davvero innervosendo.
-   “Wow, che sorpresa! Hai un bel caratterino, ti avevo sottovalutato e mi piace questa ‘nuova’ versione di Julia! Sai, vorrei davvero poterti spiegare qualcosa, ma proprio non è possibile, ti chiedo scusa e per prima, beh, dovevo parlare con mio fratello, faccende di famiglia” le rispose sorridendo, ma non era per nulla soddisfatta, detestava troppo i misteri, le bugie e le scuse improvvisate.
-   “D’accordo ho capito, come preferisci. Immagino tu debba sparire di nuovo una volta che tuo fratello sarà qui, giusto?” gli domandò in tono decisamente deluso, ma nella speranza di ricevere una risposta affermativa.
-   “Non necessariamente, ma se dovessi spostarmi, questa volta, sarai la prima a saperlo” le rispose prendendole la mano e sfiorandola con le labbra.
Julia pensò a quanto fosse misterioso e galante allo stesso tempo e gli sorrise compiaciuta.
-   “Eccomi! Ho parlato con Yannick prima di venire da te poi ti spiegherò meglio” disse al fratello rivolgendo però lo sguardo verso Julia che pur facendo finta di niente, tendeva l’orecchio verso i due fratelli.
Alex se ne accorse e scuotendo la testa le disse: “Signorina la curiosona, tutto bene? Credevi che mio fratello fosse scappato senza salutarti?”.
-   “Sinceramente sì, è proprio quello che ho pensato, ma poi è tornato e mi sono ricreduta. Posso chiedervi una cosa che non riguarda i vostri misteri?” chiese ai ragazzi che sorrisero annuendo.
-   “Conoscete bene David, quel ragazzo che parla con la mia amica Laure?”.
-   “Sì” rispose Adam “è il mio migliore amico. E’ un ragazzo molto estroverso, affidabile e educato. Credo tu non debba preoccuparti per lei, piuttosto sono io a preoccuparmi per lui! Lo sta mangiando con gli occhi e stanno parlando ininterrottamente da almeno un’ora!” e scoppiò in una fragorosa risata.
-   “Non hai tutti i torti, credo che ormai abbia perso la mia amica d’infanzia, ma tutto sommato sono contenta, erano anni che non la vedevo così felice e spensierata. David le sta facendo bene! E poi guarda come ridono, mi fanno tenerezza” asserì accarezzandosi i lunghi capelli castani.
Adam nel frattempo scambiava quattro chiacchiere con suo fratello che non sembrava per niente tranquillo, soprattutto quando nominò un certo ‘Otis’ ed anche Adam cambiò espressione, incupendo il suo volto.
-   “Mia cara, dobbiamo assentarci per qualche minuto, ti dispiacerebbe aspettarmi qui? Intendo dire, se ti chiedessi di restare in mezzo a questa folla e di non spostarti per nessun motivo, tu lo faresti per me?” chiese Adam in tono molto dolce e premuroso.
-   “Immagino non possa saperne il motivo, giusto? Ad ogni modo te lo prometto, ma cerca di non tardare, è notte fonda e visto che Laure non mi degna di uno sguardo, non vorrei rimanere in compagnia di perfetti sconosciuti” rispose Julia facendo gli occhi dolci.
Le diede un bacio rassicurante sulla fronte e sparì di nuovo seguito dal fratello.
Julia non aveva nessuna intenzione di disturbare la sua amica, intenta a flirtare con David, così cercò qualche viso amico, ma notò solamente John e Nancy.
Scelse Nancy, per ovvie ragioni, la quale colse subito l’occasione per sfotterla riguardo il suo incontro con il misterioso Adam e Julia, sorridendo, la minacciò di morte.
La festa proseguiva ancora abbastanza bene, tutti ballavano e si divertivano come matti, quando Julia notò qualcosa d’inquietante tra gli alberi del bosco, proprio dietro le spalle di Laure e si accorse che anche David aveva avvertito quell’oscura presenza.
Degli occhi, rosso fuoco, fissavano gli invitati e guardavano freneticamente dappertutto in cerca di un qualcosa, ma cosa esattamente?
David prese il braccio di Laure e la tirò verso di sé come volesse proteggerla e si girò di scatto in cerca della sua amica.
Si accorse che non era l’unico ad aver rimarcato quegli occhi infuocati, anche lei ne era al corrente, così trascinò Laure da Julia e disse loro di restare unite.
Laure, ignara di quanto stesse accadendo, la riempì di domande e non voleva assolutamente separarsi da David, che molto pacatamente le disse di fidarsi di lui e di restare dove l’aveva condotta.
Quei fari rossi divennero sempre più intensi e a quel punto anche Laure li vide, prese la mano di Julia e la strinse forte.
-   “Cosa succede? Non vedo più David, dov’è andato? E quegli occhi così terrificanti, non capisco, santo cielo” le disse con un fil di voce, tremando come una foglia.
-   “Non saprei proprio cosa risponderti amica mia, anche io non so nulla a riguardo e mi sento confusa. Prima Adam che sparisce, poi un inquietante Earl che mi rivolge la parola e mi chiama “Julia” senza che ci si conosca, poi Alex che parla di un certo Yannick, di un Otis e sparisce a sua volta con il fratello e ora questi occhi infuocati che ci fissano” le rispose cercando di mantenere la calma.
-   “David era molto preoccupato, l’ho visto nel suo sguardo ed io non mi sento per niente a mio agio qui, ho paura. Quegli occhi rossi si sono dileguati nel nulla e anche David!” disse spalancando gli occhi.
Julia si sentiva colpevole, era lei quella che aveva convinto la sua amica a seguirla alla festa e ora si  trovavano immerse in mille misteri ed ambiguità e per di più, era spaventatissima.
A un tratto scorse in lontananza Adam e Alex che si dirigevano verso il bosco, non lontano dal luogo in cui gli occhi infuocati apparvero e, stranamente, si sentì più tranquilla.
-   “Julia, non ho ben capito una cosa, se volessimo rientrare a casa non ci è permesso perché Adam ti ha detto di restare qui immobile come un albero? Questa me la devi spiegare assolutamente perché se ci succedesse qualcosa in sua assenza non potrei mai perdonartelo. Ti fidi di qualcuno che conosci appena!” gridò in preda al panico.
-   “Ora stai delirando, calmati dannazione! Anche tu mi pare abbia conosciuto David da meno di 5 minuti, pertanto pendevi dalle sue labbra fino a poco fa e, se non mi sbaglio, ti fidi di lui tanto quanto io mi fido di Adam. Ci trasmettono sicurezza, tutto qui, e non è certo una cosa da sottovalutare! E mi pare, che anche David ti abbia detto di restare con me, esatto?” le rispose cercando di farla riflettere.
-   “Sì, sì, hai ragione, mi calmo d’accordo, ma ho il diritto di preoccuparmi, non credi?” continuò.
Julia le sorrise e annuì, ma non appena vide Earl avvicinarsi con fare inquietante, s’incupì all’istante.
-   “Noto, e devo ammetterlo con molta soddisfazione, che il tuo nero ti ha abbandonato ancora una volta! Ma non ti preoccupare dolcezza, ci sono qui io a farvi compagnia!” disse loro con un atteggiamento spavaldo e uno sguardo da maniaco.
Stava per rispondergli quando Laure disse: “E tu ora chi diavolo sei? No, non è possibile, oggi mi trovo in un incubo, svegliatemi immediatamente!”.
-   “Sfortunatamente non stai vivendo nessun incubo ed io sono Earl, un suo amico!” rispose sempre con fare disgustosamente orribile.
-   “Amico di chi? Mio? Non penso proprio. Sicuramente mi confondi con un’altra. Io, e puntualizzo l’io, non mi circonderei mai di amici come te. Cerca di fartelo entrare in quella tua zucca vuota!” Julia era furiosa e cominciava a stancarsi di quell’energumeno.
-   “Come vuoi, dolcezza, ma sai forse un giorno rimpiangerai di avermi rifiutato in questo modo, segna nella tua agenda ciò che ti ho appena detto, intesi?” terminò, alzò i tacchi e se ne andò.
Laure guardò la sua amica sempre più stranita e incredula che non disse mezza parola.
-   “Quello era Earl? L’hai nominato poco fa, giusto? Hai sentito come ti ha trattato, te ne rendi conto? Voglio rientrare a casa, per cortesia, andiamo. Non ho intenzione di restare qui un minuto di più e se tu non verrai con me, chiederò passaggio a qualcuno, hai capito? Mi stai sentendo?”, ma Julia era distratta, pregava che Adam arrivasse da lei per porre fine a quel delirio.
E fu proprio così. Le si avvicinò alle spalle, le sfiorò i capelli e sussurrò: “Sono tornato come promesso”.
Il suo viso era cupo, ma allo stesso tempo felice di rivederla.
Nel colletto della camicia vi era una macchiolina, come una goccia di sangue che Julia notò all’istante e gli chiese cosa fosse.
Le rispose che si trattava di succo di pomodoro ma non ne era del tutto convinta e gli domandò cosa avesse fatto con Alex.
-   “Mah, niente di importante. Un amico di famiglia aveva bisogno di parlare con me al telefono, poi abbiamo visto che David si addentrava nel bosco allontanandosi dalla festa e non volendo lasciarlo solo, lo abbiamo raggiunto per assicurarci che tutto fosse in ordine  e prima di venire da te ho mangiato un vol–au–vent e mi sono sporcato. Tutto qui!” le riassunse velocemente.
-   “No, non è tutto qui Adam. So che non sono affari miei e non ho alcun diritto di sapere, ma siamo spaventate. Ancora una volta Earl si è avvicinato per disturbarmi e quegli occhi infuocati che ci osservavano … dov’è Alex? E dov’è David? Esigo una risposta. Una vera risposta, basta essere vago, per piacere” gli disse quasi con le lacrime agli occhi.
-   “Julia, ascoltami bene, ora vi farò da scorta così potrete rientrare a casa in tutta tranquillità e domani, quando si saranno calmate le acque e, soprattutto lontano da occhi indiscreti, potrò spiegarti tutto, te lo prometto” asserì accarezzandole un braccio.
-   “Un cavolo! CI, spiegherai tutto, me compresa! Che cosa sono io, l’ultima ruota del carro? Ma guarda questo”.
-   “Perdonami Laure, hai perfettamente ragione, ti chiedo scusa ancora una volta. Ora andiamo a prendere i cappotti e rientriamo a casa, d’accordo?”.
Laure accettò, sia le scuse di Adam, sia la proposta di prendere le giacche e rientrare a casa scortate da quel gentiluomo, ma nel suo sguardo si leggeva la delusione di aver perso di vista David, che avrebbe voluto almeno salutare e magari dargli il suo numero di telefono.
I tre ringraziarono la padrona di casa e salutandola le dissero che sarebbero andati a recuperare i cappotti per poi rientrare a casa.
Nancy chiese loro di restare ancora un po’, ma considerata l’ora li accompagnò fino al guardaroba e poi ritornò dai suoi ospiti.
Una volta arrivati alla macchina di Julia, i tre si resero conto che Alex e David li aspettavano accanto all’albero vicino il quale qualcuno aveva parcheggiato l’automobile con il cofano aperto, che questa volta però, era chiuso.
Laure per poco non gridava di gioia vedendo David fermo lì ad aspettarle e Julia capì che uno dei ragazzi era il proprietario di quella misteriosa macchina.
-   “Bene, ora che siamo tutti qui riuniti, propongo di seguire le due fanciulle fino alle loro rispettive abitazioni e poi noi rientreremo a casa nostra, che ve ne pare come idea?” propose David rivolgendosi ai suoi amici.
Nessuno obiettò e così arrivarono a casa di Laure.
Julia la abbracciò e le augurò la buona notte ringraziandola per la serata, e David la attendeva poggiato alla portiera posteriore, in attesa di poterle parlare.
-   “Laure, ti chiedo scusa per il mio comportamento alquanto ambiguo e per essermi assentato così a lungo. Volevo dirti che sei una ragazza davvero speciale e mi piacerebbe poterti conoscere meglio, ovviamente se ti va”.
Laure si sentì mancare l’aria nei polmoni e con il poco fiato che aveva in gola, rispose: “Sì, sarebbe perfetto” e David si chinò per darle un dolcissimo e delicatissimo bacio sulle labbra.
Laure oramai non capiva più nulla, tant’è che lo guardò di sfuggita, superò il cancello del suo piccolo giardino, entrò in casa, salì le scale e li vide partire dalla finestra della sua stanza da letto.
Quella notte non chiuse occhio neanche per un istante, era troppo eccitata.
Il sapore delle labbra di David le fece perdere la testa e il suo sguardo così intenso la rapì per il resto dell’eternità.
Julia parcheggiò sotto casa, cercò le chiavi del portoncino nella borsetta che aveva nascosto sotto il sedile, chiuse la macchina attivando l’allarme e vide Adam che si avvicinava per salutarla.
Il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, la glicemia era ai livelli minimi e tremava, senza riuscire a fermarsi.
Nella sua testa c’erano le immagini dell’arrivederci romantico di David e si chiedeva come avrebbe reagito se Adam avesse fatto la stessa cosa con lei.
-   “Sei pensierosa vedo. Spero non sia troppo sconvolta, ma ti ripeto, domani rimedierò. Adesso ti lascio tranquilla, desidero che tu riposi e che non pensi a quello che è successo questa sera. Me lo prometti?” le parlò sottovoce.
-   “Credo che dopo un bel bagno caldo mi infilerò sotto le coperte e cercherò di riposare. Promesso” gli rispose fissandogli insistentemente le labbra e pregando tutti i santi del paradiso di accordarle anche solo un microscopico bacio da parte del suo gentile cavaliere, ma Adam le accarezzò il viso, le prese le mani e le diede un tenero bacio sulla fronte augurandole un dolce riposo.
Julia, nonostante le sue preghiere non fossero state esaudite, si sentiva al settimo cielo, le campane suonavano nella sua testa e gli angeli intonarono un coro celestiale.
Salutò gli altri due amici rimasti in macchina, entrò in casa e dopo un bel bagno rilassante si addormentò profondamente.
  
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