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Autore: BeWeird_El    04/12/2014    3 recensioni
Liam è distrutto.
Desidera che tutto ritorni come prima, perché non può vivere in una vita dove Zayn non è al suo fianco.
Se solo avesse saputo cosa sarebbe successo, probabilmente l'avrebbe baciato un'ultima volta, assaporando le sue labbra con più passione, cercando di fargli capire quanto il suo amore per lui fosse incondizionato.
Se solo avesse saputo, l'avrebbe stretto a sé più forte, giusto per sentire il suo profumo imprimersi su di sé.
Se solo avesse saputo...
Liam non è più lui.
I One Direction non esistono più.
Un inchino a quattro, lacrime amare, un 'a massive thank u' e i riflettori si spengono.
Le fans piangono, si disperano.
E' finita.
Lui non c'è più.
-One Shot Ziam, se non vi piace il genere non entrate.-
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One Shot.
Attenzione: Le coppie presenti nella storia non sono vere. I fatti che vengono trattati e accadono, nel testo in basso, non sono assolutamente veri, sono di mia immaginazione. Con questo mio scritto non intendo offendere nessuno. Buona lettura.

'Perdere te, è stato come smettere di vivere.'
Viviamo con la convinzione che niente possa cambiare, che al nostro risveglio, l’indomani sarà tutto come prima, come se gli imprevisti non potessero mai accadere.
E se non fosse così? Perché sinceramente, non è mai così.
Siamo così maledettamente attaccati alla vita e alle persone con cui la viviamo, che quando qualcosa cambia, noi diventiamo vittime di una dura realtà. Niente resta per sempre.
Liam ormai aveva toccato questa dura verità con mano, tant’è che ne era uscito bruciato. E forse per questo o altro, egli viveva nella paura, ma non una specificale, lui aveva paura di tutto e di niente.
Gli sguardi compassionevoli della gente lo facevano impazzire, proprio come i loro ‘so come ti senti’ che non facevano altro che farlo infuriare.
Liam Payne era cambiato, nessuno poteva negarlo, nemmeno i suoi migliori amici, che con grandi sforzi cercavano di abbattere le barriere che il ragazzo si era costruito intorno a sé.
E senza accorgersene, si stava uccidendo, si stava distruggendo, eppur trovava sollievo in questo dolore così acuto. Magari l’avrebbero creduto pazzo, ma lui non sapeva neanche se lo fosse diventato davvero.  
Sono pazzo o è il dolore a farmi impazzire?
 
 
Liam Payne era stato il centro del mirino di molti gossip e di giornalisti accaniti, proprio come lo erano stati i suoi migliori amici, membri della famosa boy band, i One Direction.
Eppur dalla fama e la felicità erano finiti nel buio più totale, erano finiti per chiedersi se fosse stata colpa loro o se tutto ciò era solo uno stupido scherzo del destino; e si sentivano così incolpa, come se tutto fosse dipeso da loro, ma in realtà non era mai stato così.
I One Direction non esistevano più e non sarebbero mai più esistiti.
Cosa è successo? Semplice, è finita la magia.
 
 
Nella grande automobile risuonavano le risate e le chiacchiere dei cinque ragazzi, che spensieratamente discutevano sul concerto che si era appena svolto in uno degli stadi più importanti d’America.
Stretti uno all’altro, ridevano felici, facendo stupide battutine su quanto i loro corpi emanassero del cattivo odore –o come preferiva dire Liam ‘odore mascolino’- per le loro pelli imperlate dal sudore.
“Zayn puzzi tantissimo.” Urlò disgustato Niall, avvicinandosi ancor di più al riccio seduto al suo fianco, che esplose in una delle sue sonori e goffe risate.
“Ma stai zitto, gnomo irlandese.” Brontolò fintamente offeso il moro, mettendo su un adorabile broncio, che intenerì Liam al punto da stringerselo gelosamente contro il petto.
Zayn di riflesso si accoccolò innocentemente contro di lui, incastrando il viso nel collo dell’altro, che prese ad accarezzargli dolcemente i capelli.
“Piccioncini, non amoreggiate davanti a noi!” Li derise Louis, ridacchiando quando ricevette in risposta un dito medio dal moro, che si girò per fargli una linguaccia e rintrufolare il viso dov’era.
“Smettila di infastidirli, Lou! Vogliono privacy.” Rise Harry, seguito a ruota dal biondo e dal castano, che scherzosamente prendevano in giro i due amorosi.
“Liaaam.” Cantilenò lagnoso il moro, sprofondando ancor di più sul corpo del suo ragazzo, che lo strinse maggiormente a sé.
“Sono solo invidiosi.” Li zittì Liam, sorridendo vittorioso.
Ed era vero, il mondo era invidioso di quei due ragazzi.
Due membri della stessa band, l’uno pazzamente innamorato dell’altro, costretti a nascondersi dagli occhi della gente per paura di non essere accettati. Nascondevano e proteggevano il loro amore, come una mamma farebbe con i suoi piccoli, lottando per rimanere uniti, lottando per loro.
L’autista dell’auto sorrise, osservandoli dallo specchietto, chiedendosi come dei ragazzi così giovani fossero riusciti a sfondare nel mondo con la loro innocenza da bambini. E con la solita velocità, sfrecciava per le strade buie e prive d’anima viva, per arrivare il più in fratta possibile all’albergo dove i ragazzi alloggiavano.
Nel buio della notte, i fari di un camion illuminarono la strada su cui l’auto sfrecciava e un sonoro clacson, fece capire all’autista che il veicolo opposto al suo aveva intralciato la sua stessa corsia e che a momenti gli sarebbe finito contro.
I ragazzi nei sedili posteriori si voltarono velocemente verso la strada, venendo accecati dalla luce vicina e potente dei fari, che sembravano avanzar sempre più veloce.
“Ragazzi!” Urlò Harry nel panico, stringendo fra le grandi mani il tessuto di pelle che ricopriva i sedili su cui erano seduti, lanciando un occhiata a Niall ormai pallido in viso.
Zayn spaventato afferrò la mano di Liam, che con gli occhi sgranati la stringeva il più forte possibile, come a volergli confidare che tutto sarebbe andato bene.
“Freni, freni.” La voce acuta e colma di terrore di Louis spezzò il silenzio estenuante, ma con scarsi risultati i tentativi dell’autista andarono in fumo.

Due fari.
Urla di terrore.
L’impatto.
Silenzio.
Due mani che si sciolgono lentamente.
Buio.

 
 
 
Liam urlò terrorizzato, mettendosi a sedere sul divano dove si era addormentato, stringendo a sé il grande cuscino, che serviva per colmare il vuoto nel suo petto. Le lacrime si affrettarono a scorrere sulle sue guance, mentre i suoi singhiozzi correvano per l’intera stanza, espandendosi come fievoli echi.
Sentì il petto fargli così male, che pensò di chiudere gli occhi e farla finita.
Ancora una volta aveva fatto lo stesso incubo che lo tormentava da un anno, da quanto tutto era successo e lui si era ritrovato più solo che mai a stringere un cuscino contro il petto, sognando che al suo posto vi fosse qualcun altro.
Chiuse gli occhi da cui affluivano lacrime salate, rannicchiandosi in posizione fetale, sperando che il suo pianto isterico si placasse almeno un po’.
Perché Liam non faceva altro che piangere per gran parte delle giornate, si aggrappava ai ricordi sapendo che sarebbero stati l’unica cosa che avrebbero condiviso assieme. Lui non dormiva esattamente da un anno, lo stesso tempo in cui non aveva più messo piede nella sua camera da letto, che un tempo era la loro, complice del loro amore.
I ragazzi lo venivano a trovare regolarmente, costringendolo a mangiare, a lavarsi, a radersi e a svagarsi un po’ con la mente. Più volte avevano tentato di farlo uscire, ma altre tante lui era stato categorico sul non volerlo fare, così Liam non vedeva la luce del sole da un anno.
E non gli importava, sapeva che se si fosse chiuso la porta di casa alle spalle, i ricordi che quella casa nascondeva, sarebbero spariti nel nulla.
Non voleva, non l’avrebbe mai cancellato il suo ricordo.
 
Cercò di rilassarsi e lentamente i suoi singhiozzi svanirono del tutto, mentre avvertì due magre braccia stringersi intorno alla sua vita e la schiena aderire a quel petto che lui stesso aveva baciato e ammirato più volte.
Il profumo di tabacco invase le sue narici, facendogli comparire un amaro sorriso sulle labbra screpolate e secche, avvertendo poi le sottili e affusolate dita di lui accarezzargli il viso.
“Dovresti raderti, Lì.” La sua voce profonda e calda, fu la goccia che fece traboccare il vaso, sul viso di Liam iniziarono a scendere lacrime salate e il suo labbro prese a tremare visibilmente.
Le magre dita che gli accarezzavano le guance ruvide per la barba trasandata e quel respiro caldo che si infrangeva sul suo viso, fecero crescere uno strato di pelle d’oca sul suo corpo.
“Zayn?” Sussurrò con voce tremante, udendo una sottile risatina in risposta.
“Hai paura, amore? Perché non apri gli occhi?”
Liam pianse ancor più forte, prendendo a singhiozzare brutalmente.
“Non piangere, Lì. Io ti amo così tanto.”
Sembrava tutto reale e con la convinzione di non star sognando, il castano aprì gli occhi, avvertendo tutte quelle piccole sensazioni sparire e senza veder l’ombra del moro.
“Ti amo anch’io, Zayn.” Sussurrò al nulla, lasciando uscire dalle sue labbra un urlo frustato.
Il campanello di casa suonò e con quel poco di forza che aveva, andò ad aprire la porta, ritrovandosi davanti il viso sorridente di Harry, che mutò velocemente.
“Liam?” Chiese preoccupato, osservando il ragazzo singhiozzare vergognosamente davanti a lui, tenendosi a stento in piedi. Di fatti quello gli cadde tra le braccia, soffocando i lamenti contro il suo petto, mentre il riccio si affrettava a prenderselo fra le braccia e a portarlo nuovamente sul divano del salotto.
“Sto impazzendo, Harry.” Blaterò contro il suo petto, mentre l’altro cercava di zittirlo e farlo calmare, visto lo stato pietoso in cui era ridotto.
“Io l’ho visto, Harry. Mi ha detto che mi ama.” Pianse più forte, singhiozzando ancora.
“Ssh, calmati Lì. Ci sono io, ora chiamo i ragazzi e li faccio venire qui.” Tentò il ragazzo dagli occhi verdi, stringendolo contro il suo petto, troppo muscoloso per somigliare a quello di Zayn. “Andrà tutto bene.” Continuò cullandolo, attendendo che ormai distrutto gli si addormentasse fra le braccia.
Perché non sei qui Zayn?
Perché tu, Zayn?
Abbiamo bisogno di te, ma tu non sei qui.
Lui ha bisogno di te.
Senza di te siamo il nulla, non riusciamo nemmeno a chiamarci ‘One Direction’.
Non abbiamo perso la battaglia, abbiamo perso l’intera guerra.
Mi manchi così tanto, amico.



 
 


I’M HERE!!!
Benissimo, una OS orribile, ma okay.
E’ un modo per farmi perdonare, visto che non aggiorno le mie fanfiction da un po’, ho trovato il tempo nel pullman di scrivere questa OS, cercando di colmare la mia assenza.
So che non è bellissima, ma l’ho scritta nel pullman tra le urla dei ragazzi e la paura che qualche scarafaggio mi assalisse… Quindi compatitemi.
PREMETTO: Non sono una Ziam, o qualunque cosa comporti un OTP che riguardi i ragazzi, visto che non shippo nessuno di loro con nessuno. Questione di principio, rimango nella mia neutralità e qualunque persona scelgano, a me sta bene (in certi limiti).
Detto questa, è venuta fori una Ziam, senza un vero motivo.
Pensavo a dei personaggi e mi sono saltati in mente quei due, quindi ho messo insieme qualche idea ed ecco qua…
Se non piace il genere, non voglio insulti o cose tipo ‘Ziam non esiste’ o stronzate varie, altrimenti vi beccate un grande VAFFANCULO.
Mi scuso per errori, ma non ho il tempo di ricontrollare, ho i compiti di latino da finire, ma potete farmeli presenti e io li aggiusterò. Scusate, questioni di scuola.
VI SUPPLICO, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE.
Ora scappo, ve se ama. x
-I am a little nerd_ok
Twitter: @_fakebadgirl
 
PS: Avete sentito i ragazzi saranno domenica a Roma, qualcuna di voi va? Io con la sfiga che mi ritrovo non ho vinto e beh, rimarrò a casa a consolarmi ingurgitando una quantità industriale di cookies.
PSS: Se avete qualche idea su delle possibili OS, fatemelo sapere, mi piacerebbe scriverne altre.
 
 
 

 
  
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