Questo Non E’ Un Sogno

19 Agosto

Quella mattina mi svegliai che il sole era già sorto, con le coperte accatastate in fondo al letto, probabilmente tolte grazie a i movimenti che avevo fatto quella notte, in cui avevo fatto i sogni peggiori della mia vita. Rivedevo tutte le persone morte: Beckendorf, Micheal, Luke… Tutte persone che si erano sacrificate per la battaglia, e poi la cosa peggiore. Vedevo Crono, con i suoi occhi dorati, che uccideva Annabeth davanti ai miei occhi, poi la sua attenzione andava su di me, e il sogno ricominciava, e ricominciava. Era straziante.
Era incredibile, alla fine la profezia si era avverata - non nel modo in cui tutti ci saremmo aspettati, cioè con me morto, ma sinceramente preferisco non essere morto-.
Nella mia mente si formò un'mmagine di me ed Annabeth, che mangiavamo il pasticcino blu, io che cercavo di esprimere i miei sentimenti ad Annabeth, Annabeth che mi baciava, il laghetto delle canoe, il baio subacqueo… Ero euforico, insomma, avevo baciato Annabeth. Due volte. Due volte, per gli Dèi! "Aspetta, e se me lo fossi sognato? Insomma, non sarebbe la prima volta che sogno una cosa del genere, anzi", pensai imbarazzato per i sogni che popolavano le mie noti da qualche mese.
Quando finalmente mi convinsi che era stato solo un sogno, mi tolsi la maglietta e partii alla ricerca della mia maglia del Campo, ma proprio in quel momento sento una voce familiare venire da fuori la porta.
"Okay, Annabeth, calmati. Stai solo andando dal ragazzo che hai baciato ieri sera…Aspetta e se me lo fossi sognato? Certo sarebbe stato un sogno molto realistico e meraviglioso, però..." Annabeth non disse altro, dato aprii la porta di scatto. Feci un mezzo sorriso, beandomi del rossore che pervadeva le sue guance.
"Allora…Così io sarei un meraviglioso sogno, eh?" chiesi divertito, mentre diventava più rossa dei capelli di Rachel.
"Beh, ecco, io…Ehm...Sì, sai com’è…" Per la prima volta io, Percy Jackson, avevo lasciato senza parole Annabeth Chase. Non la lasciai parlare oltre, l’afferrai per la vita e l’avvicinai a me, baciandola dolcemente.
"Sicuro che non sia un sogno, Testa D’Alghe?" sussurrò a due centimetri da me. Sorrisi, mettendole dietro l’orecchio una ciocca sfuggita alla sua solita coda.
"Questo non è un sogno, te lo posso assicurare" dissi, sorridendole con dolcezza (Lo ammetto, mi faccio venire il diabete da solo).
"Come me lo assicuri?" Alzai gli occhi al cielo con divertimento.
"Perché se lo fosse, ora saremmo in un una casetta tutta blu, fatta compleamente di cioccolata" risposi, accennando un sorriso. Ridacchiò, sussurrando qualcosa come “Sei sempre il solito”. Poi probabilmente si accorse nella posizione in cui eravamo – la sua mano sul mio petto nudo, la mia mano sul suo fianco, i nostri pochissimi centimetri di distanza, e i miei occhi che indugiavano sulle sua labbra.
"Ora sei la mia ragazza. Ufficialmente. Okay?" sussurrai, avvicinandomi a lei.
"Con piacere" rispose lasciandomi un veloce bacio sulle labbra, prima di allotanarsi.
"Ora mettiti la maglietta e andiamo a colazione" ordinò sorridendo come un'ebete, probabilmente già immaginandosi gli applausi che avrebbero popolato il padiglione una volta entrati.
"Sì, signora!" Esclamai, mettendo la mano sulla fronte, stile generale, ridacchiando.

Angolo_Autrice
Beh, salve salvino gente!
No c'è molto da dire su questa storia, l'ho scritta di getto. Non ho ben capito se ho messo tutti e due i personaggi perchè non ci capisco niente con questo PC. E' un po' cortina, ma penso abbia racchiuso tutto ciò che penso... E poi che sia corta è un miracolo, di solito scrivo dei poemi.
Ciao Ciao
Libro_Dipendente