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Autore: Lady_Wolf_91    04/12/2014    3 recensioni
Tratto dalla storia perchè con le trame faccio pena e ne sono consapevole:
“Mi sento morire, è come se qualcuno mi rubasse il respiro o mi strappasse il cuore, e non lo so perché mi succede, vorrei solo che smettesse ma non so come fare, beh, non sapevo come fare. Perché ogni volta che non sono con te io mi sento morire. Ma quando ti vedo… Dio quando ti vedo mi sembra di rinascere, quando sono con te potrei raggiungere l’altra parte del mondo a piedi nudi e dannazione, non sono il tipo che…non parlo di sentimenti ok? Non mi piace, non ne sono capace ma con te, ho una dannata voglia di abbracciarti ogni volta che ti vedo, di accarezzare i tuoi dannati capelli troppo corti e lasciarmi cullare dal tuo cuore senza nessun altro intorno. E odio, io odio quando ti toccano, vorrei prendere le loro mani e allontanarle da te perché tu sei mio, cazzo ho detto una cosa stupida vero? Non sono bravo con le parole e io ho solo, questa dannata voglia di baciarti da più di un mese ormai e non so più che cazzo fare, e non avrei dovuto dirtelo vero?”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi sono innamorato di te una mattina di ottobre.
Una di quelle mattine talmente fredde da farti gelare il respiro in gola.
Non avevi niente di particolare: una semplice maglietta bianca con disegnata una tazza di caffè e degli anonimi jeans scuri, te ne stavi in disparte appoggiato ad un muro e chiacchieravi con una ragazza dai lunghi boccoli dorati, non te l’ho mai rivelato ma ho subito odiato quella ragazza e le sue curve perfette, quella ragazza e i suoi vestiti succinti e le sue mani piccole e delicate che ti sfioravano con frivole scuse.
Volevo venire lì e spostarla via con forza, allontanarla da te e dirle che tu eri solo mio, di andare a cinguettare da qualche altra parte però, però tu non eri mio e anzi al tempo ero convinto che non lo saresti mai stato.
Insomma tu eri troppo perfetto, con i tuoi capelli neri e i tuoi grandi occhi verdi, con quell’adorabile naso leggermente incurvato a sinistra e un accenno di barba ad incorniciarti il volto.
Mi sono innamorato di te quando ancora non ti conoscevo.
Mi sono innamorato di te quando ancora tu ignoravi la mia esistenza.
Mi sono innamorato di te e della semplicità dei tuoi gesti: il modo in cui aprivi una semplice bottiglietta d’acqua o delle rughe che si formavano intorno ai tuoi occhi mentre sorridevi, mi sono innamorato del tuo volto quando ancora tu non conoscevi il mio.
Ma l’amore è strano sai? Ci convinciamo di non volerlo, di non cercarlo e lui ci coglie completamente impreparati: siamo felici, soddisfatti della nostra vita e all’improvviso ecco che veniamo colti da questo improvviso brivido, ecco che le famose farfalle iniziano a popolare i nostri stomaci, le nostre teste si riempiono di una pesante leggerezza e le gambe ci diventano di gelatina.
Mi è successo così sai? Mi sono innamorato di te e il mio mondo è cambiato, il mio blu si è tinto di giallo e il verde ha conosciuto le sfumature del rosso.
Mi sono innamorato di te e ho avuto paura, paura che mai avresti potuto ricambiare quel mio sentimento così forte, paura che non mi avresti mai guardato, paura che mi avresti lasciato lì, con quel cuore sanguinante e una voragine nel petto.
Innamorarsi di te è stato così facile, così bello, e come può una cosa tanto immediata e semplice essere sbagliata? Come può una cosa così bella come l’amore essere uno sbaglio? Per me non lo era, per me amarti era la cosa più giusta e sensata da fare. Ma tu? Come la pensavi tu?
Ed è orribile sai? Innamorarsi di qualcuno e temere di non essere alla sua altezza, avere la convinzione di non essere abbastanza per lui è orribile. D’altronde non avevo certo lunghi capelli biondi, le mie non erano morbide curve ma fianchi spigolosi e le mie mani erano grandi come le tue. Cosa potevi mai vederci tu in me? Nulla, era chiaro che tu non mi avresti mai amato, era così no? Era stupido credere anche solo per un secondo che il mio amore potesse essere ricambiato.
E quindi cosa fare? Cancellarlo forse? Ma è difficile sai? Come si fa a cancellare qualcosa di invisibile e pure dannatamente reale? Come si può soffocare un’emozione tanto forte come l’amore e fingere di essere completamente indifferenti?
Ci ho provato sì, ma continuo a pensare sia una cosa impossibile da fare perché quando ami una persona così tanto te lo si legge in faccia, se ne accorgono tutti quindi come puoi nasconderlo?
Come puoi nascondere la gelosia che ti prende appena qualcuno le si avvicina? E davvero ci ho provato, ma credo di essere stato solo fortunato: non sono stato io bravo a nascondere il mio amore, sono stati gli altri non abbastanza bravi o forse troppo impegnati a leggere il mio volto.
Ma mi ero davvero rassegnato, ti guardavo, sognavo di avvicinarmi a te, immaginavo il sapore delle tue labbra ma rimanevo sempre in disparte, mi accontentavo delle briciole e mi andava bene così.
Fino a che non mi hai parlato, quel giorno di dicembre.
“Come stai?” mi hai chiesto dopo che la palla con cui giocavate mi aveva colpito in pieno volto, patetico no? Uno grande e grosso come me che non riesce nemmeno a bloccare una semplice palla? La verità è che non sono mai stato un tipo sportivo e a scuola inventavo scuse su scuse per evitare la misera ora di ginnastica.
Ma in quel momento il dolore al naso non era nulla perché avevo i tuoi occhi verdi ad un palmo dal mio naso, il tuo respiro mi sfiorava il volto e la tua mano era poggiata sulla mia spalla. Dio ma sentimi, sembro davvero una ragazzina innamorata.
Perché l’amore ci rende così stupidi? Perché l’amore ci costringe quasi a dipendere totalmente da un’altra persona? Perché lasciamo che l’amore ci renda così succubi, incapaci di essere felici se la nostra metà non lo è?
“Gesù, ti fai davvero un sacco di domande tu!”
La prima volta me l’hai detto a novembre dell’anno dopo, ricordi?
Un anno che stavamo insieme, perché sì, tu non eri più così irraggiungibile come credevo, ci siamo avvicinati piano e sicuramente non ti sei innamorato subito di me, siamo diventati amici, dopo l’incidente del pallone siamo andai a prenderci una birra, poi il giorno dopo era un panino e il giorno dopo ancora una pizza. Racimolavamo ore dai nostri giorni frenetici per vederci anche solo per un paio di minuti, per ridere di qualche battuta stupida o mangiare un nuovo tipo di schifezza ipercalorica.
E siamo passati velocemente dal vederci una volta a settimana a vederci tutti i giorni, era diventata una routine, fino a quando, verso aprile mi hai detto che non stavi bene. Mi hai bloccato sotto un albero di non ricordo quale dannato frutto, mentre i nostri amici andavano al lago, mi hai preso in disparte e mi hai detto “Mi sento morire.” E io mi sentivo morire perché avevo paura di perderti, pensavo mi stessi confessando di avere una qualche misteriosa malattia, e invece…e invece…
“Mi sento morire, è come se qualcuno mi rubasse il respiro o mi strappasse il cuore, e non lo so perché mi succede, vorrei solo che smettesse ma non so come fare, beh, non sapevo come fare. Perché ogni volta che non sono con te io mi sento morire. Ma quando ti vedo… Dio quando ti vedo mi sembra di rinascere, quando sono con te potrei raggiungere l’altra parte del mondo a piedi nudi e dannazione, non sono il tipo che…non parlo di sentimenti ok? Non mi piace, non ne sono capace ma con te, ho una dannata voglia di abbracciarti ogni volta che ti vedo, di accarezzare i tuoi dannati capelli troppo corti e lasciarmi cullare dal tuo cuore senza nessun altro intorno. E odio, io odio quando ti toccano, vorrei prendere le loro mani e allontanarle da te perché tu sei mio, cazzo ho detto una cosa stupida vero? Non sono bravo con le parole e io ho solo, questa dannata voglia di baciarti da più di un mese ormai e non so più che cazzo fare, e non avrei dovuto dirtelo vero?”
E non lo puoi sapere perché non te l’ho mai detto, ma mi hai fatto davvero morire per un lungo e interminabile minuto, non è così che si fanno le dichiarazioni ok?
Ma “Fallo.” Ti ho detto, e tu mi hai fissato come se avessi sputato fuoco da una terza testa e allora l’ho ripetuto ancora e ancora fino a che non ti sei deciso e hai appoggiato le tue labbra sulle mie e sai? E stato molto meglio di come lo immaginavo, impacciato certo ma è stato come se i nostri respiri si fondessero e le nostre labbra imparassero subito i movimenti dell’altro. È stato così strano e fantastico e incredibile che siamo caduti a terra perché le gambe non ci hanno più retto e abbiamo riso, come bambini che scoprono qualcosa di fantastico e siamo rimasti sdraiati sull’erba in silenzio, le nostre mani intrecciate e i grilli che cantavano in sottofondo.
E il nostro primo ti amo? Lo ricordi?
È stato orribile vero? Vivevamo insieme da un paio di mesi, tu avevi trovato un nuovo lavoro e io ero stato appena licenziato, la giornata era iniziata male, mi ero alzato mentre tu ancora dormivi e avevo cercato di fare il caffè finendo col rompere uno degli odiosi piatti che tua madre ci aveva obbligato a prendere.
Tu ti sei alzato borbottando di quanto fossi scoordinato di prima mattina e io ti ho dato dello stronzo. Ero arrabbiato perché il tuo nuovo lavoro doveva essere in un bar pieno di belle ragazze che ti avrebbero fatto la corte e di bei ragazzi che non avrebbero di certo perso tempo a chiederti se eri impegnato e…ero stupido ok? Ma ero arrabbiato. Tu mi hai spinto contro il muro della cucina con forza ma con estrema dolcezza “Cos’hai detto?”
“Che sei uno stronzo, e quei piatti erano orribili.”
Mi hai fissato serio per un intero minuto e ho avuto paura di aver rovinato tutto, ma poi hai sorriso come se avessi detto qualcosa di sciocco e mi hai baciato in modo diverso, un modo rude e più intenso del solito “Sei tutto matto lo sai? Ti amo.”
E davvero, dovremo rivedere questo tuo modo di aprirti prima o poi ma mi hai sciolto come un fottuto pupazzo di neve sotto il sole di agosto.
“Ti amo anche io… ma quei piatti erano davvero orribili.”
E allora hai riso ancora buttando il tuo volto sul mio collo, e al diavolo il caffè, al diavolo i piatti rotti e il tuo nuovo lavoro, ci siamo spinti in camera e ci siamo chiusi il resto del mondo fuori reclamandoci l’un l’altro, marchiando il nostro territorio, appartenendoci e amandoci senza pensare ad altro.
Ma l’amore a volte non basta sai? E capitava di litigare, a volte per cose futili, altre per ragioni economiche, per gelosia, per differenza di carattere, perché tu a volte ti intestardivi sulle cose e perché io spesso facevo ciò che tu odiavi.
E allora litigavamo, sbattevamo le porte con forza e ci urlavamo contro, erano litigi numerosi i nostri ma li ho sempre preferiti sai? Sì, li ho sempre preferiti a quei litigi silenziosi, quelli che iniziano e finiscono senza che nessuno se ne accorga, perché quei litigi secondo me sono i più pericolosi, sono i litigi fatti senza amore senza voglia, in quei litigi ci si costringe a comprimere le emozioni a soffocare i propri bisogni e a lungo andare si finisce con lo scoppiare.
Ma come già detto i nostri non erano litigi silenziosi e i nostri vicini sapevano il momento in cui iniziavamo a litigare e l’esatto momento in cui ci riappacificavamo quasi sempre in camera da letto, perché come i litigi anche il nostro amore non era affatto silenzioso, era quasi un bisogno il nostro quello di urlare al mondo intero quanto ci amavamo e quanto ci appartenevamo.
E a volte tornavi ubriaco e ti facevo dormire sul divano perché non ho mai sopportato gli ubriachi ma bastavano un paio di minuti e ti raggiungevo, non riuscivo ad addormentarmi senza stringerti a me, senza sentire il calore del tuo corpo accanto al mio o senza i tuoi capelli che mi carezzavano il collo.
E allora tu dicevi “Torniamo a letto” ma io ti rispingevo sul divano “Quando sei ubriaco dormi qui” e tu ridevi stancamente perché, dicevi, non era una vera punizione se io rimanevo con te e io rispondevo che se non lo sapeva nessuno potevamo fare finta che era una vera punizione e tu ridevi ancora e mi baciavi, sprofondando tra le braccia di Morpheo subito dopo.
A volte pensavo fossimo diventati una di quelle vecchie coppie che fanno le stesse cose tutti i giorni fino a diventare monotoni.
Ma sai? Ora mi mancano anche quei dannati stupidi gesti, come tu che mi sistemavi il lenzuolo addosso prima di andartene, o la tua colazione a letto la domenica mattina, mi manca ripeterti che se esci senza sciarpa ti prenderai il raffreddore e mi manca il tuo sbuffo divertito mentre mi dicevi che credevi fossi il tuo compagno, non tua madre.
Mi manca uscire di casa e chiudere la porta con le mani intrecciate senza separarle mai, mi manca raccontarti la mia stupida giornata e sentire del nuovo disegno che hai imparato a fare sul caffè.
Mi manca svegliarmi e trovarti lì a fissarmi perché quando dormo sono dannatamente bello ed è impossibile perché a tuo dire le persone non possono essere belle quando dormono, mi manca fare la doccia senza di te e sentire le tue mani su di me.
Mi manchi tu.
Mi manca la nostra vita e la rivoglio indietro.
E non so se davvero puoi sentirmi, loro dicono di sì ma, chi lo sa no?
Però, se sentire la mia voce può davvero farti bene allora non smetterò mai più di parlare, verrò ogni giorno e ogni giorno ti racconterò la nostra storia, ogni giorno più forte, ogni giorno più vicino e magari, magari se mi impegno e ci metto tutto me stesso tu mi sentirai no?
Perché mi sono innamorato di te appena ho visto i tuoi occhi verdi e ti amo anche adesso che continui a tenerli chiusi, anche adesso che questa macchina si ostina a voler coprire il suono del tuo cuore con questo fastidiosissimo bip. Ti amo anche se la tua mano rimane inerme mentre io la stringo forte, ti amo anche se rimani immobile in questo dannato letto senza dare segni di volerti risvegliare.
Però ti prego, ti prego, lasciati amare di nuovo come prima, lascia che io ami di nuovo i tuoi occhi verdi e i tuoi sorrisi, lasciami innamorare di nuovo dei tuoi piccoli gesti e dei tuoi sospiri.
Perché mi sono innamorato di te e se tu dovessi morire in questo letto io mi sentirei perso, la mia vita sarebbe vuota e non saprei più respirare, non riuscirei più a distinguere la destra dalla sinistra, mi sentirei morire e il mio cuore si romperebbe in mille pezzi come quei dannati piatti rotti ormai una vita fa.
Perché mi sono innamorato di te una mattina di ottobre e non ho mai smesso.
E quindi ti prego svegliati.
Svegliati e torniamo a vivere.









Buonasera a tutti, qui è la vostra Lady Wolf che vi parla(?)
E niente, io non lo so come mi sia uscita questa Os, come spesso accade è semplicemente nata e GIURO che quando l'ho iniziata non pensavo sarebbe andata così, credevo di fare qualcosa di romantico e dolce e tutti vissero felici e contenti e boh, forse non ne sono in grado e quindi eccovi 2396 parole uscite dal mio piccolo cuoricino stanco. Spero che la os vi piaccia e non lo so, non so che dirvi davvero non so nemmeno se ho fatto bene a postarla o avrei dovuto lasciarla marcire nel mio pc, in questo periodo non so più niente e bon...la smetto, grazie a chiunque la letta e basta, grazie sì.
<3
   
 
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