Ilaria
correva a perdifiato in mezzo alla strada, era in ritardo di nuovo! Ma stavolta
era tutto diverso, era il primo giorno di scuola alle superiori, non poteva
arrivare in ritardo!
Arrivò
che la campanella stava suonando: -Accidenti, spero che Erika mi tenga il
posto!-. Erika era l’unica ragazza che Ilaria conosceva della sua nuova classe,
le altre amiche avevano scelto scuole diverse o erano state messe in altre
sezioni.
Ilaria
corse a perdifiato su per le scale fino a sbattere, quasi, contro la porta della
1°D. Visto che era proprio la sua classe si fece coraggio ed entrò. Notò subito
che i posti migliori erano tutti occupati e che Erika, quella traditrice, si
era messa in banco con una sconosciuta. Allo sguardo furibondo di Ilaria alzò
le spalle: -mi dispiace dovevi arrivare prima, Ila ormai non c’erano più posti
liberi tranne questo e quello lì davanti-. Ed era vero. Suo malgrado Ilaria
dovette sedersi davanti. Da sola.
Perché
la nuvola aspetta. Aspetta il vento che la porterà via con sé.
Il
prof entrò e iniziò subito a fare l’appello. All’improvviso si sentì un
trambusto fuori, Ilaria non fece neanche in tempo a voltarsi che era entrato un
ragazzo in fretta e furia. -La lezione è già iniziata sa? E poi non si dovrebbe
bussare prima di entrare!?- disse il professore. Il ragazzo alzò le spalle ma
comunque disse -Mi scusi prof-. -Va bene, per questa volta, visto che siete in
prima e siete nuovi lascio stare ma sappiate che io non tollero ritardi io! Si
sieda in quel banco vuoto-.
Il
destino è un filo invisibile che unisce
e separa le persone con una logica a lui solo nota; e fu così che Lui si
sedette vicino ad Ilaria. Il ragazzo era un tipo niente male e tutte le ragazze
della classe gli misero gli occhi addosso, Ilaria compresa, anche se era sicura
che fosse un tipo troppo borioso e sicuro di sé. I tipi da evitare, quelli che
non sarebbero mai usciti con una come lei.
Ilaria
infatti si autoetichettava come “brutta”; in realtà era una bella ragazza,
bionda, tendente al rosso con gli occhi grigi. Avrebbe potuto fare perdere la
testa ad un sacco di ragazzi se solo non fosse così ingenua e dolce. Il suo
carattere era ciò che più detestava di sé, odiava essere troppo timida ma non
poteva fare a meno di esserlo in fondo. Invidiava le ragazze facili e disinvolte.
Guardò
il suo nuovo vicino di banco: era altissimo, molto più di lei, con i capelli
marroni e gli occhi verdi, era davvero molto bello. Un tipo inavvicinabile per
una come lei. Il professore iniziò a fare l’appello e fu così che lei apprese
il suo nome: MATTEO.
Il
vento non ha nome, arriva quando meno te lo aspetti e ti sconvolge.
Il
professore, finita la prima ora di lezione lasciò agli studenti alcuni minuti
di pausa; Ilaria non sapeva cosa fare, tutti parlavano con i suoi vicini di
banco, lei non sapeva assolutamente cosa dire. Lo guardò per un attimo: aveva
decisamente dei bei lineamenti e i capelli neri erano in perfetto ordine.
Sentendosi osservato Matteo si voltò e sfoderò un sorriso disarmante alla
povera Ilaria. -e adesso cosa faccio?! Cosa gli dico?- lei non sapeva proprio
cosa fare, si sentiva persa a guardare quegli occhi scuri che le sorridevano.
All’improvviso le venne un’idea: poteva girarsi e far finta di voler conoscere
le nuove ragazze del banco dietro al suo così almeno Matteo avrebbe smesso di
continuare a guardarla. Tutta imbarazzata si voltò indietro e cominciò un
dialogo con Erika, la quale le presentò la sua compagna di banco Nicole.
-Piacere
Ilaria-
-Piacere
Nicole, puoi chiamarmi Nichi-
Nichi
era abbastanza carina, aveva i capelli lunghissimi e drittissimi color nero e
gli occhi azzurri.
Ila
e Nichi scoprirono di avere moltissime cose in comune e alla fine della
giornata erano già buone amiche. Purtroppo Ila non era riuscita a parlare con
Matteo, un po’ perché non voleva e un po’ perché non sapeva che dire. Al suono
della campanella lui salutò con un ciao in generale, ma sicuramente indirizzato
a lei, e sparì immediatamente fuori dalla porta.
Fuori
da scuola Ilaria notò che stava parlando con i suoi amici mentre si infilava il
casco, probabilmente quella doveva essere la sua moto…
-Ma mi stai ascoltando?! Ila!!!- era Nichi
che continuava a parlare mentre la sua amica era intenta a pensare ad “altro”.
-Si
scusa Nichi, ripeti-
-Ho detto, non è mica carino quello seduto a
fianco a te? Com’è che si chiama? Matteo?-
-Boh
forse… non mi ricordo, non è che mi interessi particolarmente…- rispose Ila
evasiva. Non voleva che Nichi parlasse di lui! Uffa!
Perché
il vento ti travolge all’improvviso. Forse non lo sai ma lui è già li.
I
giorni passarono e fra loro c’era sempre lo stesso rapporto freddo, anche se
iniziavano a parlarsi, all’inizio solo di scuola poi anche di altri argomenti.
Ila aveva sbagliato sul suo conto, in fondo non era così male di carattere. Era
molto fiero, determinato e combattivo. Rideva e scherzava, a volte esagerava
anche, tanto che era già stato etichettato come il “monello” della classe, come
dicevano tutti i prof. Lui si divertiva a girarsi e spaccare le matite e le
penne di Erika e Nichi che però non si arrabbiavano mai, forse perché anche
loro due erano innamorate di lui. Ila ne era certa, si vedeva lontano un miglio
che a Nichi piaceva tantissimo, in classe lo sapevano tutti, lui compreso anche
se faceva finta di non accorgersene. Ma in fondo chi non si sarebbe innamorata
di lui????? Ilaria però provava solo amicizia per lui. O almeno così credeva. O
si convinceva di crederci.
Lei
li avrebbe visti bene insieme, Matteo e Nichi. In fondo si assomigliavano un
po’ caratterialmente.
A
quel tempo Ilaria doveva ancora capire cosa provava per lui.
La
nuvola non sa del passaggio del vento ma lo desidera. Aspetta… aspetta da sola
colui che forse non verrà.
Ormai
Illy, come la chiamava lui, si era aperta completamente e lei e Matteo
continuavano a ridere e scherzare durante le lezioni, spesso con Nichi, che lo
guardava con aria sognante. Matteo dal canto suo però scherzava e rideva con
tutte le ragazze della classe per cui nessuno sapeva bene cosa provasse
veramente…
Un
giorno stavano facendo D’Annunzio: si parlava del suo romanzo in cui c’era una
donna timida e pura. Matteo ad un certo punto disse a Illy: - a me non
piacciono quelle che stanno sempre zitte!
Illy
non rispose.
-
No a dire la verità mi
piacciono invece, disse in un sussurro, tanto anche.
Ilaria gli sorrise. Era
riferito a lei?
Questa fic è ispirata a una storia realmente successa ad una mia cara amica. È la mia prima fic per cui siate clementi!