.Moonlight Destiny.
2.
Pensieri…
- Era
una bella giornata di sole e l'arcangelo della luce,
Serenity, decise di approfittarne per andare all'estremità
del regno, un luogo
isolato, ricoperto da una distesa di foraggio dello stesso colore della
luna e,
in mezzo, a padroneggiare sull'intero paesaggio, un gigantesco albero
di
ciliegio.
- Serenity
si distese sotto la sua folta chioma, tra le
grandi radici che le facevano da giaciglio, cullata dalla fresca brezza
del
vento e dal fruscio delle foglie dell'albero.
- Assaporava
ogni singolo raggio di sole che filtrava tra i
rami del ciliegio; per lei erano una piacevole fonte di energia; di
solito le
bastava stare esposta al sole per qualche minuto per sentirsi subito
sazia e
soddisfatta, ma quel giorno la cosa fu ben diversa.
- Per
quanto Serenity stesse al sole, continuava a provare
una fastidiosa sensazione, non aveva mai provato niente di simile, era
come se
le mancasse qualcosa di importante, indispensabile, si sentiva
tremendamente
insoddisfatta.
- Serenity
però sapeva benissimo a cosa era dovuto, la sua
esperienza di angelo glielo aveva insegnato.
- Non
lo aveva mai provato sulla sua pelle ma sapeva bene
di cosa si trattava e, soprattutto da cosa, o meglio, da chi era
causato.
- «Eccoti
finalmente! »
- Sentendo
quella voce così familiare, l'angelo si voltò
incontrando due brillanti occhi blu zaffiro.
- «Ami,
che sorpresa! »
- «Scusa,
forse ti ho spaventata»
- Serenity
si limitò a fare semplicemente un segno di
dissenso.
- In
realtà la giovane Tenshi aveva avvertito la presenza
amica già molto tempo prima.
«Ami
come
mai sei venuta qui? »
- Ami
era l’Arcangelo dell’acqua, ed era anche la
più
saggia e riflessiva del gruppo. A differenza delle altre, i suoi
capelli erano
corti, di un meraviglioso azzurro oceano e suoi occhi sembravano due
brillanti
zaffiri.
- «Ero
preoccupata… per te, Serenity »
- «Preoccupata?»
- «Durante
l’ultima riunione non sembravi la solita,
sembravi… distratta, con la testa altrove.
C’è per caso qualcosa che ti
preoccupa? »
- “È
così evidente?”
- «Tranquilla
Ami, non è niente »
- I
due Arcangeli si scambiarono sguardi complici
- Serenity
non poteva mentire né ad Ami, né tantomeno a se
stessa, ma non poteva assolutamente rivelare il vero motivo del suo
stato
d’animo.
- Non
poteva rivelare le sensazioni provate dopo l’incontro
con quel misterioso Akuma. Erano completamente sbagliate.
- Inaccettabili.
- Per
questo si sentiva combattuta; non aveva mai provato
sentimenti così contrastanti in vita sua.
- «Non
ti costringerò, Serenity. Se adesso non te la senti
di parlare non fa niente. Sappi però che se un giorno vorrai
sfogarti con
qualcuno, io sarò al tuo fianco. Ti appoggerò
sempre, Serenity»
- Le
parole di Ami rincuorarono l’Arcangelo della luce, la
quale si commosse profondamente. Non si era liberata del peso
procuratole da
quel segreto, ma si sentiva molto più sollevata.
- Serenity
poteva contare sulla presenza e sull’appoggio
dell’Argangelo dell’acqua, una delle sue
più care amiche e questa era la cosa
più importante.
- «Serenity,
scusami ma ora devo andare, si sta facendo
tardi»
- «Vai
già via?»
- «Devo
occuparmi dello studio del codice di cui abbiamo
discusso l’altra volta alla riunione, devo trovare
un’alternativa che vada bene
anche per gli Akuma, ma non sarà una cosa facile»
- Ami
era incredibile, non si smentiva mai.
- Quando
c’era qualcosa da studiare, pianificare,
organizzare, lei era la creatura perfetta.
- «Chissà
se un giorno Akuma e Tenshi riusciranno a
raggiungere un equilibrio…»
- «Purtroppo
per arrivare a cose di questo genere bisogna
fare dei sacrifici, rinunciare a qualcosa, anche di estremamente
importante. Ma
gli Akuma non conoscono la parola sacrificio»
- Così
dicendo Ami si allontanò, lasciando Serenity sola
con i suoi pensieri.
- “Possibile
che non si possa giungere ad un accordo? Per
quanto dovrà durare il conflitto tra i nostri due
mondi?”
- I
suoi pensieri andarono involontariamente verso quel
breve incontro con quell’Akuma.
- L’Arcangelo
si strinse una mano al petto ricordando il
calore di quella mano…
- “Sento
ancora il suo calore”
- All'improvviso
un vortice di luce si formò attorno a lei
circondandola in una sorta di abbraccio.
Serenity
l’accolse con le braccia, aveva capito che il suo elemento
sentiva il suo stato d'animo e voleva consolarla.
- «Perdonami,
sei preoccupata anche tu per me»
- “Non
dovrei pensare a lui... so bene che è sbagliato...
ma è più forte di me”
- Sul
volto di Serenity, per la prima volta, comparve un
sorriso amaro.
- L'Arcangelo,
presa da quel misto di pensieri
contrastanti, iniziò ad intonare una dolcissima melodia, che
portata dal vento,
si diffuse in tutto il regno, arrivando anche alle orecchie degli altri
angeli
che, come al solito, erano incantati dalla dolcezza di quelle note.
- Non
era una melodia allegra, tutt'altro, trasmetteva
tanta tristezza e malinconia, gli stessi sentimenti provati da Serenity
in quel
momento.
- La
giovane era ignara che, oltre agli abitanti del regno
dei cieli, c'era qualcun altro ad ascoltarla, qualcuno proveniente da
un luogo
oscuro e lontano, irraggiungibile per qualsiasi creatura angelica.
- Il
principe del regno delle tenebre, grazie all'ausilio
dei suo poteri, aveva creato uno specchio magico che gli permetteva di
vedere
l'angelo tutte le volte che voleva.
- Era
chiuso nella sua stanza, steso sul grande letto a
baldacchino, con gli occhi chiusi, per godersi al meglio quella dolce
melodia.
- “Non
mi era mai capitata una cosa del genere in secoli e
secoli e vita...eppure non è il primo angelo che prendo di
mira...”
- I
suoi pensieri vennero interrotti da una voce alle sue
spalle.
- «Adesso
ti metti anche ad ascoltare le sdolcinate
canzoncine di quegli stupidi angioletti?»
- «Chi
ti ha dato il permesso di entrare qui dentro
Saphir?»
- Endymion
si mostrò notevolmente infastidito dalla
presenza del fratello, che non rispose e si sedette anche lui sul
morbido
letto.
- «Ero
a conoscenza dei tuoi strani gusti, ormai sei
diventato famoso come collezionista di angeli, ma non avevo idea che ti
piacessero anche le loro canzoni smielate»
- Dopo
qualche secondo di pausa, Saphir continuò.
- «Con
tutte le belle Akuma che ci sono nel regno...
potresti aspirare ad avere il meglio.
- Ma
in fondo è molto meglio così, varrà
dire che ce ne
saranno di più per il sottoscritto»
- «Falla
finita Saphir»
- Saphir
si avvicinò al fratello, gli mise le braccia
intorno al collo e con tono sussurrato e malizioso gli disse
«E pensare che una
volta ti divertivi a stuzzicare anche me... Quelli si che erano bei
tempi...»
- Con
un balzo felino Endymion si liberò dalla presa del
fratello che lo guardò, dapprima deluso e subito dopo in
modo severo. «Sei
cambiato fratello, non ti riconosco più»
- Si
può sapere che cosa ti è preso? E da quando
c'è stata
l'ultima riunione che sei strano, non sei più l'Endymion che
conoscevo” e detto
questo si chiuse la porta alle spalle lasciando il fratello da solo.
- "Che
cosa mi sta succedendo? Non mi riconosco più
neanche io... il volto di quell'angelo... non riesco a togliermelo
dalla testa,
avverto un forte desiderio nei suoi confronti. Desidero possedere
quell'angelo
"
- Con
questi pensieri, Endymion riprese lo specchio tra le
mani, continuando a tenere fisso lo sguardo sulla creatura riflessa al
suo
interno...
- Nel
momento in cui i miei occhi si sono posati su di lei
- ho
avvertito l'irrefrenabile desiderio di farla mia.
- Volevo
essere l'unico ad averla.
- Doveva
essere solo mia...