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Autore: AintAfraidToDie    03/11/2008    4 recensioni
Quattro Novembre. L'anno non me lo ricordo.
Oggi sono morto. Forse.
Buon compleanno a me
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Die, Kyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Sayonara no hate
Autore: AintAfraidToDie
Rating: Arancione
Personaggi: Dir en grey
Pairing: DaixKyo; Lievi Accenni KaoxKyo
Genere: Triste; Introspettivo; Malinconico
Avvisi: OneShot; Shonen-Ai; Death Character
Riassunto: Quattro Novembre. L’anno non me lo ricordo.
Oggi sono morto.
Forse.

Dedicata a tutte le persone che come me sono nate il quattro Novembre.
Buon compleanno a me.

“Sayonara no hate”

Non piove. Ed io che pensavo che almeno oggi il tempo sarebbe stato di mio gradimento.
Da troppo giorni c’è il sole. Mai nemmeno un piccolo sprazzo di nuvole, in questo cielo troppo celeste.
Eppure è il periodo delle piogge, no?
‘Fanculo. Dio deve proprio odiarmi. Ne sono più che sicuro.
Forse, così indaffarato nel compiacersi, avrà dimenticato completamente questo suo ignobile figlio.
L’avrà dimenticato quaggiù, nel regno dei vivi.

[Forse cadrò.
Cadrà tutto.
Spesso la gravità sfida l’impossibile e perde.
Mi ritroverò per terra.
E questa terrà si aprirà.
Dove cazzo finirò, allora?]

Anche se i miei occhi sono chiusi, tanti fastidiosi raggi solari riescono a trapassarmi le palpebre.
Che nervoso.

L’aria è pesante. Mi chiedo come io faccia a sentire tutto questo, ancora.

Il cinguettio di due uccelli. Il calore di una giornata umida. Il rumore di passi e macchine.

Mi sento più vivo che mai, adesso.
Ironia della sorte, forse?
Eppure quando il mio cuore batteva, la mente già si putrefaceva.

[Cosa cazzo ci faccio, ancora qui?]

Oggi. Che giorno è, oggi?
Se ci penso, forse me lo ricordo.
Poiché questa mia astratta voce permane ancora nella mia testa, anche la memoria non dovrebbe avermi abbandonato.
Il tre. Sì, ieri era il tre.
Riesco finalmente a rimembrarlo bene, quel fottuto numero stampato a caratteri cubitali sul calendario spoglio che mi si trovava davanti mentre fiotti di sangue uscivano dai miei polsi.
Oggi è il quattro Novembre, sì.
L’anno non me lo ricordo. Sto perdendo colpi, ne?

[Quanti anni ho?
Sono vecchio, oppure sono giovane?
La mia pelle è ancora liscia.
Ma il mio cuore non lo sento più.]

Chissà perché, proprio questa data. Giorno in più, giorno in meno. Che fottuta differenza poteva fare?
Non credo nel destino, o in un potere superiore.
Ho smesso di pregare quando avevo dieci anni e il mio cane morì schiacciato sotto una macchina.
Era l’unico, per me. L’unico che mi voleva bene.
Ed io assistetti alla sua atroce morte impotente.
Cazzo.

Ho sbagliato tante volte, nella mia vita.
Ho ucciso con le mie parole e ho sparso odio intorno a me.
Adesso ho pagato di tutte le mie colpe. Ho pagato soffrendo.
Ma è possibile che ciò sia puramente causale?

Ieri l’altro mi hai lasciato.

[Ancora il tuo ricordo non mi abbandona.]

In non so quanto tempo mi sono ucciso.

[Non riuscivo a vedere altra via d’uscita.
Il mio cuore era bucato.
L’hai perforato con uno spillo, sai?
Sarei morto lo stesso.]

Lentamente mi seppelliscono.

[Chissà che foto metteranno sulla mia tomba.
Spero di essere venuto male.
E che in poco tempo sbiadisca.]

E domani…

[Sono morto.
Domani un nuovo nato prenderà il mio posto.
Nessuno si accorgerà della mia scomparsa.
Verrò sostituito a dovere.
Il ciclo della vita, no?]

Vorrei morire. Ma questa volta morire veramente.
Cosa cambia nel soffrire dentro, o fuori una tomba?
Eppure mi avevano raccontato che la morte era migliore.

[Però il sorriso non c’è più.
Dentro questa cassa posso smettere di fingere?]

Ricordo, adesso. Per un attimo mi ero sentito meglio, ma di nuovo il tuo pensiero ricomincia ad apparire.
Mi chiedo realmente a cosa sia servito tutto questo.
Perché adesso riesco a rivedere il tuo sorriso triste, mentre lentamente mi parlavi?

“Lasciamoci, Kyo.”

Cazzo. Fottute corde vocali.
Se tu fossi stato muto, ti avrei costretto a rimanere con me.
Infondo per te la voce era una cosa superflua.

Non dovevi cantare. Non dovevi parlare. Non dovevi fiatare.  

Se tu non avessi mai scandito quella frase, sarebbe stato tutto più semplice.
Anche se certe cose si capiscono, si possono tranquillamente ignorare.
Non sono scemo, in realtà.
Però per me sarebbe stato facile.
Infondo stando con te non ho mai voluto realmente morire.

Invece l’hai detto. Penso di averti odiato, in quel preciso momento.
Il mio cuore è stato del tutto riempito dal disprezzo e si è colorato di nero.
Avrei voluto strapparmelo, per potertelo far vedere.
“È opera tua, Daisuke.”, ti avrei detto.
Sfortunatamente le lacrime e i singhiozzi erano troppi, per potermi lasciar parlare.
E la fuga sembrava l’unica via accessibile.
La fuga da tutto.

[Scappare è il mio mestiere.
Disprezzami, Daisuke.]


Per quanto bello, l’amore non è stato la mia salvezza.
Se tu non ci fossi stato, forse sarei ancora in vita.
Mi piacerebbe colpevolizzarti, adesso. Ne trarrei gusto, poiché sono un essere infinitamente debole e meschino.

Ma te lo sai questo, vero?

Avrei paura a chiederti se tu mi abbia mai capito.
Temerei un tuo no appena accennato con la testa; la prova di aver vissuto in un’illusione.
Adesso taccio. Infondo non potrei parlarti d’altro.
A dir la verità, i miei argomenti di conversazione sono sempre stati pochi.
Ora, si sono anche dimezzati. Non farei molta bella figura, penso.

[La bocca nemmeno mi si apre.
… infondo non respiro.]

Mi hai ammazzato senza tremori, soffocando tutto ciò che ero dentro a un fagotto di paglia.
Poi mi hai buttato in un fiume, lasciandomi affogare.

[Almeno l’hai scelto pulito quel fiume, Daisuke?
Così lo posso inquinare.
Lo posso inquinare con il mio sporco.]

Perché dovrei parlare bene di te, adesso?
Vorrei poterti disprezzare a dovere e dannarti a vita. Forse, a quel punto mi sentirei soddisfatto.
Però il mio amore per te continua ad oscurarmi la vista.
In realtà, non posso fare a meno di adorarti ancora.

Mi odi, Daisuke?

Eppure riesco a percepire vivamente le tue lacrime singhiozzanti, mentre me ne sto disteso e gessato in questa bara dalle medie dimensioni.
Tutto infagottato in uno smoking nero di cui non ho mai avuto possesso, impreco verso di voi.
Dio. Volevo essere cremato.
Perché sono qui dentro, me lo spiegate?

[Bruciare dentro un forno.
Diventare cenere.
Disperdermi nell’aria.
Forse mi sarei sentito veramente libero.]

Vorrei incazzarmi. Uscire da questo buco in maniera teatrale e farvi una bella sgridata.
Probabilmente una di quelle mie tipiche, piena di strilli isterici e ringhi.
“No, cazzo, certo che non sono morto!” urlerei, di fronte alle vostre facce stupite e terrorizzate.
Spaventarvi a morte, per poi farvi ridere. Sì, mi piacerebbe poterlo fare.

[Abitudine.
Ditemi, ma quanto era bella la nostra monotonia?
Adesso non c’è più nulla.
Adesso, non ci sono più io.]

Però mi dispiace, ragazzi. Le mie gambe sono intorbidite e non mi sento più le mani.
Non credo proprio che sarei in grado di tirarmi fuori da qui.
Ah, la testa. Ormai è come se non fosse nemmeno più attaccata al mio corpo.
Mi sa che sono morto veramente. Che cosa triste, non pensate?

Fa male, tutto questo. Fa più male del trincetto che avete trovato direttamente conficcato nelle mie vene.
Forse ho sbagliato. Ho mandato a puttane tutto, semplicemente per un mio capriccio.
Fare soffrire Daisuke. Fare soffrire tutti.

[Sono stato geloso di ogni vostro più piccolo sorriso.
Avrei voluto rubarvela, quella vostra felicità.
Non ne ho mai fatto parte, vero?]

Adesso non riesco nemmeno più a piangere, e non ho intenzione di farlo.
Per quanto ormai non ci sia più nulla da fare, non rimpiangerò nemmeno questa mia ultima scelta.
Te l’avevo promesso, vero Kao?
Che sarei diventato forte. Che ce l’avrei fatta.
Forse è solo una mia fantasia da moribondo già morto. Non so se fidarmi veramente delle informazioni che il mio cervello fuori uso mi dà.
C’è stata veramente, questa nostra silenziosa promessa?
Sai, ti volevo bene. Di un bene così grande, che una volta pensai anche di amarti.
Ma nel mio cuore c’è - c’era – solo Daisuke.
Forse, se mi fossi realmente innamorato di te, sarei stato meglio.
Lo pensai la stessa notte in cui ti dichiarasti dopo avermi portato a casa come tuo solito.
Il mio “no” fu secco, e forse anche un po’ bastardo.
In realtà, già come adesso, avevo questo mio insano impulso e desiderio di voler vedere soffrire le persone a me care.
Ma la tua voce fievole e calma che diceva “spero che non rimpiangerai mai la tua scelta. Vivi bene, Kyo.”, mi fece provare un forte brivido in tutta la schiena.
E mi fece pensare.
Ma non ho rimpianti. Te l’ho promesso, anche se non ne sono certo.

Il tuo Kyo non si piangerà mai più addosso. Ma Tooru lascialo ancora un po’ a disperarsi, okay?

Guarda, se continuo a cadere forse riuscirò a diventare un po’ felice
Non ho mai scordato cos’è l’amore
Ho riso, perché stavo torturando me stesso

Ero preoccupato di soffrire, di essere spaventato dall’essere solo
Adesso sta piovendo, ma ciò pulirà tutto
Addio
La mia voce ti ha trovato?

“Sayonara no hate”, Sadie



Din, don, dan.

Sta piovendo.

Il funerale è finito.

Posso smettere di soffrire, adesso?


Tooru Niimura
16-02-1976/04-11-2008
Rest In Peace


_OWARI_

Note:

Che tristezza. Mi viene da pensare di essere una persona alquanto patetica.
Però ne sentivo il bisogno.
Che dire, poi: l'argomento è un pò macabro, ma personalmente mi piace.
No, non vorrei che Kyo morisse il giorno del mio compleanno. No, non vorrei che Kyo morisse mai.
Esigenza di copione, si suol dire.
E lo so, oggi non è ancora il quattro Novembre. Ma necessitavo per vari problemi di pubblicarla prima.
Spero che apprezzerete, anche se io non ne sono del tutto soddisfatta.
Ringrazio chi continua sempre a seguirmi, con un piccolo appunto per nena93: mi daresti il tuo contatto, cara? Mi farebbe piacere sentirti**.

Baci a tutti,

AintAfraidToDie

_ ormai quasi quindicenne e già vecchia
  
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