Questa è la storia di Biancaneve, una dolce fanciulla
che fu sfortunata dal giorno della prima culla.
La mamma a pochi giorni dalla sua nascita morì
e il padre trovò una donna dopo due anni o giù di lì.
La matrigna era bella, ma una perfida strega
e alla bimba triste portò più di una bega.
Uccise il re padre per diventare regina,
e divenne invidiosa della dolce bambina.
«Toglila di mezzo!» ordinò al cacciatore,
«Sono la più bella del reame, e desidero il suo cuore!»
Il cacciatore provò a cacciarla nel bosco,
ma aveva un animo buono nonostante fosse losco
avvertì Biancaneve del pericolo imminente
e la lasciò in una radura a schiarirsi la mente.
La ragazza sola e spaventata per un sentiero andò,
finché una bella casetta con un giardino trovò.
Vide sette nanetti che andavano in miniera,
gridavano “ehi oh!”, e tornarono solo alla sera.
La trovarono disperata che chiedeva un aiuto,
fece simpatia al più piccino, che purtroppo era muto.
La tennero con loro in cambio di una mano a pulire,
lei accettò, augurandosi un felice divenire.
Ma la matrigna fece in fretta a trovarla, rosa dalla vendetta,
e avvelenando una mela si trasformò in una vecchietta.
Si avvicinò alla porta, iniziando col piano
e Biancaneve impietosita le tese la mano.
Due volte la ingannò, due volte rischiando,
e due volte i sette nani la salvaron dall’inganno.
Ma nella mia fiaba la ragazza non è certo una cretina,
e la terza volta pensò a come ricambiare la rovina.
Al momento di mordere la mela avvelenata
Biancaneve morse la parte buona, da lei individuata.
La strega morì per sua stessa sventura,
e la ragazza regnò nel suo regno, forte e sicura.
Trovò un principe quando volle, senza impegno per i pretendenti,
e come regina e re vissero per sempre felici e contenti.