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Autore: Fonissa    05/12/2014    3 recensioni
Stavo faticosamente salendo la collina. Ormai lo zaino mi pesava sulle spalle e il mio corpo chiedeva pietà. Ma il mio cuore, quello batteva a mille al sol pensiero di quello che ci poteva essere dietro quella collina. Arrivata in cima, la prima cosa che vidi fu il pino al mio fianco sul cui ramo brillava il vello d’oro. Guardai davanti a me e lo vidi: il Campo Mezzosangue.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò puntuale alle cinque del mattino. La buttai nello zaino insieme al sacco a pelo e estrassi uno specchietto. Mi sistemai i capelli neri a boccoli in una coda alta e traccia una linea nera con la matita sui miei occhi verdi. Il sole stava sorgendo, quindi mi avviai verso la spiaggia con lo zaino in spalla. Il Campo Mezzosangue era silenzioso, diversamente dal solito, e nell’aria c’era un odore di frutti e erba. Arrivai sulla spiaggia e mi stesi sulla sabbia osservando il sole che sembrava emergere dal mare. Avevo sempre desiderato vedere l’alba dalla spiaggia del Campo. In quel momento mio fratello stava tornando a casa da una gita di quattro giorni con gli amici. Probabilmente avrà avvertito la polizia della mia scomparsa e si starà fingendo preoccupato. Ma la mia fuga per lui è stata solo una liberazione. Chiusi gli occhi e sospirai. Ormai non ero più a casa.
Forse sarebbe stata ora di avvertire Chirone della mia presenza, ormai erano le cinque e mezza. Ma avevo un sonno incredibile. Ero andata a dormire tardi e mi ero svegliata alle cinque. Decisi che un riposino non mi avrebbe fatto male e chiusi gli occhi. Mi risvegliai ben riposata e piena di energie. Guardai l’orologio: erano già le sette. Subito scattai in piedi e corsi verso la Casa Grande senza nemmeno togliermi la sabbia di dosso. Avevo dormito troppo! Tra poco tutti sarebbero andati a fare colazione. E avevo portato anche una sveglia per evitare situazioni simili, stupida che sono! Arrivai alla Casa Grande con il fiatone e mi appoggiai alla parete per riprendere fiato. Dopo essermi ripresa, restai ferma davanti alla porta. Non so perché, ma avevo paura. Iniziai a farmi mille pensieri: E se mi avessero buttato fuori? E se non mi avessero accettata? Presi un bel respiro e entrai. Trovai Chirone seduto sulla sua sedia a rotelle che giocava a carte con il Signor D. Solo allora mi resi conto di trovarmi di fronte a una divinità. Certo, con quella camicia tigrata somigliava a tutto tranne che a una divinità, ma era pur sempre una potenza divina. Dopo circa tre minuti, finalmente si accorsero della mia presenza.
“Ehy, mai sentito, la parola ‘bussare’?” mi rimproverò il Signor D.
“Mi scusi…” dissi a bassa voce. Non avevo idea di cosa mi predesse, non ero mai stata così timida, anzi, ero molto schietta di solito.
Chirone mi osservò da capo a piedi con fare curioso.
“Non ti ho mai vista al Campo –disse con aria pensosa- sei venuta con qualche satiro? Eppure non mi sembra che qualcuno dei satiri fosse in missione…”
“No, infatti –risposi- sono arrivata da sola. Non sono una semidea, soo solo una semplice mortale”
Il centauro e Dionisio assunsero un’espressione stupita, quindi mi affrettai a spiegare la mia storia: la voce che avevo sentito di notte, il dono della vista, il mio viaggio. Naturalmente tralasciai la parte dei libri. Non so perché, ma non volevo che si sapesse una cosa del genere. Non sapevo neppure perché me li ero portati con me. Quando finii di raccontare, abbassai lo sguardo.
“Molto strano…” disse Chirone, per poi rivolgersi al Signor D.
“Credo che gli Dei debbano consultarsi su questa vicenda. Siete d’accordo?”
“Assolutamente si. Manderò subito loro un messaggio” rispose Dionisio sparendo in un’altra stanza. Addirittura, una riunione degli Dei?! Solo perché ero arrivata io?!
“Se volete, posso andarmene…” azzardai.
“No, assolutamente – rispose Chirone- solo, sono molto stupito che qualcuno sia riuscito a trovare il Campo e a entrarci senza l’aiuto di nessuno. Sicuramente è stato per volere di qualche Dio o Dea. Alloggerai qui per ora. Credo che farai amicizia col nostro oracolo… sai cosa è un oracolo?”
Annuii. Ovviamente lo sapevo. E sapevo anche chi era l’oracolo del campo Mezzosangue. Proprio in quel momento scese le scale una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, con il viso spruzzato di lentiggini. Aveva i vestiti sporchi di pittura.
“Chirone, ho sentito che parlavi con qualcuno. E’ arrivato qualche nuovo semidio?” chiese Rachel. In quel momento avrei voluto saltare addosso alla ragazza e abbracciarla. Rachel era sempre stato uno dei miei personaggi preferiti, e vederla davanti a me, in carne e ossa, era davvero una cosa stupenda.
“Oh, Rachel –esclamò il centauro- ti presento Nayra, una mortale col dono della vista. E’ una storia complicata, ci stiamo lavorando. Nayra, questo è il nostro oracolo, Rachel”
Rachel mi tese la mano in segno di saluto “Piacere, sono Rachel Elizabeth Dare”
“Io sono Nayra Coopert” risposi stringendole la mano.
“Nayra alloggerà qua per un po’. Spero non ti dispiaccia” disse Chirone.
“Oh, assolutamente no! Mi sentivo un po’ sola, in questa casa…” rispose felice la rossa. Mi fece segno di seguirla e salimmo di sopra. La stanza dell’oracolo era addobbata come una normale stanza di una ragazza, a parte per il fatto che c’erano molte tele e diverse pitture. L’oracolo mi fece spazio su una mensola.
“Qui puoi metterci le tue cose, se vuoi, e presto arriverà  un letto. Spero che non ti diano fastidio i miei quadri” Feci segno di no con la testa, ma non misi ancora le mie cose a posto. C’erano ben dieci libri nel mio zaino (ancora mi chiedevo come avevo fatto a farci entrare tutte quelle cose, nonostante lo zaino fosse molto largo) e non volevo rischiare. Mi sedetti sul letto e Rachel si mise vicino a me.
“Spero che diventeremo amiche…” mi disse sorridendomi. Conoscevo bene il carattere di Rachel, quindi ero più che sicura che saremmo diventate ottime amiche.
“Certo!” risposi entusiasta. Era il mio primo giorno al Campo Mezzosangue e già mi ero trovata un’amica. Poteva andare meglio di così?
 
*ANGOLO AUTRICE*
SAAAALVE! E bentornati a questa…cosa. Spero che questo aborto di FF non vi dia troppo il voltastomaco, altrimenti, il cesto con i pomodori è li nell’angolo.
Detto questo, io vi saluto, e alla prossima! :D
 

 
  
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