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Autore: NeVeRgIVeUp_91    05/12/2014    1 recensioni
Questo era il momento in cui si sarebbe giocata tutto. Il suo futuro dipendeva dalle sue prossime parole, e ciò la spaventava da morire, ma nel suo piccolo era speranzosa che tutto sarebbe andato nel modo giusto per una volta. Era cosciente del fatto che le sue parole e, soprattutto, ciò che lui gli avrebbe potuto rispondere, avrebbero rovinato la vita di un’altra persona che probabilmente non meritava di soffrire.
Ma infondo anche lei aveva sofferto troppo per avere solo 25 anni e ora voleva sperare che tutto andasse per il verso giusto, nonostante sapesse di non doversi illudere.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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LITTLE DO YOU KNOW - PROLOGUE




Little do you know, all my mistakes are slowly drowning me. Little do you know, I’m trying to make it better piece by piece.


Elena fece un lungo sospiro e posò lo sguardo fuori dal finestrino. Le luci delle strade scorrevano veloci e, nonostante fosse ormai trascorsa la mezzanotte, Manhattan era ancora troppo affollata. Ma del resto non poteva essere altrimenti, nella città più popolata degli Stati Uniti.
Il silenzio che regnava all’interno della vettura la stava uccidendo, ma sapeva che se avesse aperto bocca, non si sarebbe più fermata ed avrebbe sicuramente rovinato tutto, o almeno quel poco che era rimasto di ciò che una volta per lei era davvero “tutto”.
La macchina si fermò pochi minuti dopo aver superato il ponte di Brooklyn, proprio davanti al palazzo dove lei abitava.

“Non hai detto una sola parola da quando siamo usciti da casa di Alaric. Che hai?” Damon la osservò per un istante. La ragazza seduta al suo fianco abbassò lo sguardo e distese le labbra in un piccolo sorriso.

“Ho sonno, tutto qui.” Ancora silenzio, un silenzio assordante. Damon passò una mano tra i capelli corvini, quasi in segno di disperazione, per poi girare le spalle e rivolgere la sua attenzione su di lei.

“Lena..”

“Sul serio. Ho solo sonno. Ora è meglio che vada.” Fece per uscire dalla macchina, ma il ragazzo premette il pulsante del blocco automatico per impedirle di uscire.
Panico. Elena chiuse gli occhi e trattenne per un attimo il respiro, intenta a non scoppiare a piangere.

“Damon, devo andare.”

“Guardami.” La sua mano si mosse fino a raggiungere il mento della ragazza, obbligandola con dolcezza a girarsi. “Ti prego Lena. Dimmi che succede.” I suoi occhi celesti la fissarono con tale fermezza da riuscire a pugnalarle l’anima. Succedeva ogni volta che lui la guardava, eppure non riusciva ad abituarsi a quella sensazione, nonostante la provasse ormai da anni. Si rassegnò all’idea di poter scendere dall’auto senza dirgli nulla e si decise finalmente a guardarlo negli occhi. Fece uno sforzo immane per rivolgergli il più vero dei sorrisi, nonostante fosse certa che lui sapesse che quella curva delle labbra era totalmente forzata. Infondo Damon la conosceva come nessuno al mondo. Lei per lui era un libro aperto, una canzone imparata a memoria e mai dimenticata. Come poteva pensare di tornare a casa quella sera, come se nulla dovesse succedere?

“Ti ricordi quando ci siamo conosciuti? Io non ti sopportavo e tu ti divertivi come un bamino nel farmi innervosire e non ci consideravamo nemmeno lontanamente amici. Poi al improvviso io sono entrata nel periodo più brutto della mia vita e tu hai deciso di entrarci senza permesso e di restarmi accanto. La verità è che ora non riesco nemmeno a immaginarla una vita nella quale tu non sei presente.” Fece una pausa e si rese conto che le loro mani erano intrecciate. Non si era nemmeno accorta di aver afferrato le sue mani. Quel gesto la fece sorridere sul serio questa volta. Conosceva così bene quelle mani, che per anni l’avevano stretta e consolata, l’avevano protetta quando si era sentita insicura e l’avevano allontanata quando pensavano di averla stretta troppo forte, troppo vicino a lui.

“Elena..”

“No fammi finire.” Di nuovo il panico, il terrore, la paura che lui la rifiutasse e scappasse senza pensarci due volte. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro e rimangiarsi tutto. Questo era il momento in cui si sarebbe giocata tutto. Il suo futuro dipendeva dalle sue prossime parole, e ciò la spaventava da morire, ma nel suo piccolo era speranzosa che tutto sarebbe andato nel modo giusto per una volta. Era cosciente del fatto che le sue parole e, soprattutto, ciò che lui gli avrebbe potuto rispondere, avrebbero rovinato la vita di un’altra persona che probabilmente non meritava di soffrire. Ma infondo anche lei aveva sofferto troppo per avere solo 25 anni e ora voleva sperare che tutto andasse per il verso giusto, nonostante sapesse di non doversi illudere. “Io ti amo, Damon.” E così, quel peso insopportabile che si portava dentro da troppo tempo, svanì non appena quelle quattro parole abbandonarono le sue labbra.
Damon non disse nulla. Continuava a fissarla, gli occhi leggermente sgranati, quasi fosse shoccato dalle parole di Elena. 
“So che domani sarà il giorno più bello della tua vita, e che in questo momento sono probabilmente l’amica più pessima ed egoista del pianeta, perché tu domani ti devi sposare e io ho scelto il giorno peggiore per dirti che sono innamorata di te, ma è così.”
Damon distolse lo sguardo da quello di Elena e separò le loro mani, portandone una sul capo. Corrugò la fronte e fissò un punto indefinito del volante, evidentemente arrabbiato e confuso.

“Perché?” Chiese di punto in bianco lui, con un filo di voce. Elena si irrigidì, e un senso di nausea la pervase improvvisamente, insieme alla consapevolezza che quel briciolo di speranza che l’aveva portata a parlare aveva già cominciato a evaporarsi.

“Dovrei avere una risposta sensata a questa domanda?” Cercò di ritrovare la calma, ma quella semplice parola l’aveva riportata al panico iniziale. “Non lo so Damon, forse perché sei stato il mio migliore amico per gli ultimi sette anni della mia vita e credevo valesse la pena innamorarmi di te. Forse perché nonostante il male che ci siamo fatti ultimamente, io non riesco a fare a meno della tua presenza nella mia vita! Come puoi chiedermi il perché?” Possibile che lui non lo avesse capito, che non ci avesse mai pensato? Era troppo evidente e chiunque aveva capito che tra di loro c’era tutto tranne che una semplice amicizia. Eppure lui sembrava essere sorpreso e shoccato dalla sua confessione.

“Domani mi devo sposare.”

“Lo so! Non fraintendermi ti prego. Non ti sto chiedendo di non sposarla.”

“E allora perché me lo dici proprio adesso!”

“Perché non ce la facevo più! Perché da quando sei tornato da Boston ero convinta che avrei potuto odiarti con estrema facilità per quello che mi avevi fatto, e invece non è cambiato nulla! Poi un mese fa è successo di nuovo, mi hai spezzato il cuore ancora una volta, ma non riesco a stare senza di te e mi odio per questo!” Le lacrime cominciarono a rigarle il volto. Fece un lungo sospiro e cercò di riprendersi.

“E tu credi di non avermi fatto male? Credi che per me sia stata una passeggiata ritornare da Boston e scoprire dopo un anno cosa era successo mentre ero via?” Elena si irrigidì. Se lui era riuscito a ridargli la vita quando lei aveva perso i suoi genitori poco dopo il compimento del suo diciottesimo compleanno, era anche riuscito a togliergliela quando una sera di fine ottobre aveva deciso di andarsene e lei lo aveva praticamente cancellato dalla sua vita, facendogli forse più male di quanto lui gliene aveva fatto a lei in precedenza.

“Non ti sto incolpando. Abbiamo sbagliato entrambi e ci siamo assunti le nostre responsabilità, o no?” I due rimasero ancora una volta in silenzio ed Elena asciugò le lacrime nere di mascara con la manica del maglioncino cremisi che indossava. “Non voglio litigare. Ultimamente non abbiamo fatto altro e sinceramente non ho più le forze per farlo. Credimi non è così che volevo dirti che ti amo, ma questa era la mia ultima occasione per farlo prima che fosse troppo tardi e l’ho colta. Chiamami egoista se vuoi, ma non ti sto chiedendo nulla. Non ti sto chiedendo di non sposarti e di scappare insieme a me. Ti sto solo dicendo cosa provo per te. E so che non vuoi sentirtelo dire, non da me almeno, ma ti amo, nonostante tutto quello che abbiamo passato.” Fece una pausa e allungo una mano verso il volto arrabbiato del uomo che le sedeva accanto. “Io voglio che tu sia felice. Non ho mai voluto altro. E se sposarti con lei è ciò che ti rende felice, va bene così. Ti amo abbastanza da lasciarti andare, Damon.”

L’espressione di Damon cambiò. La fronte corrugata si distese e i suoi occhi azzurri si fissarono su di lei, che faceva l’impossibile per sorridergli, nonostante dentro stesse morendo lentamente e dolorosamente.
Lui non aveva mai sopportato l’idea di vederla soffire e, la cosa peggiore, era che negli ultimi anni era stato proprio lui la causa principale della sua sofferenza. Non se lo sarebbe mai perdonato, ed era proprio per questo che la cosa migliore da fare era allontanarla da lui. Ma infondo non lo stava facendo solo per lei. Lui amava veramente la sua fidanzata e, nonostante lui ed Elena avessero una storia tormentata ma estremamente profonda alle spalle, ciò non bastava per far si che tutto funzionasse tra di loro.

“Non posso tirarmi indietro, Elena. Non voglio.” Un’ultima lacrima solitaria scivolò sulla guancia rosea della ragazza, che annuì con il capo ed infine premette il pulsante di blocco automatico per riaprire la portiera della macchina.

“Sii felice Damon.” Si avvicinò a lui e posò un bacio sulla sua guancia, respirando a pieni polmoni il suo profumo, nella speranza che si impregnasse dentro di lei, cosciente che quella era l’unica cosa che gli sarebbe rimasta di lui.

Elena si allontanò e si affretto a scendere dalla vettura, chiudendo la portiera alle sue spalle senza guardarsi indietro. Faceva già male salutarlo così, se si fosse voltata, sarebbe probabilmente crollata a terra e non avrebbe mai smesso di piangere. Entrò nel suo palazzo e sentì la macchina di Damon allontanarsi, ed insieme a lui vide sparire tutti i sogni che l’avevano fatta sperare in un futuro insieme, ad una famiglia felice e ad una vita quasi perfetta.
Era tutto finito e tra meno di ventiquattro ore, Damon si sarebbe sposato con un’altra, mentre lei avrebbe dovuto ricominciare da capo e ricomporre i pezzi del suo cuore che si era frantumato in migliaia di minuscoli frammenti per l’ennesima volta.



Buonasera a tutte!
Ammetto che questa fanfiction è stata praticamente una gravidanza, visto che sono almeno 8/9 mesi che cerco di scriverla e farla nascere ahaha quindi ecco qui il Prologo. Ovviamente non si capisce granchè della storia, ma partiremo da questo punto e intraprenderemo un viaggio nel passato di questi due testoni per scoprire come sono arrivati a questo punto. Quindi il primo capitolo partirà dal momento in cui Damon ed Elena sono diventati amici. Ci sono da ripercorrere sette anni delle loro vite per arrivare al presente, quindi la strada sarà lunga, ma spero vi piaccia. *-*
Le recensioni sono più che gradite, ma anche se leggete in silenzio, vi adorerò lo stesso *-* 

Un bacio a tutte!
Mary

 
  
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