Cara
Jen...
E’ già passato un anno, da quel triste giorno che ti ha strappata a noi.
Un lungo anno, Jen, ed ecco che adesso sono di nuovo qui, davanti a te.
Ti ho portato dei fiori, i girasoli.
Se non ricordo male, sono i tuoi preferiti.
Mi trovo qui, davanti alla tua lapide e non cosa dire, o pensare.
La verità è che tutto questo non ha senso.
E’ ingiusto, capisci?
E’ ingiusto che tu non ci sia più.
E’ profondamente ingiusto che tua figlia non abbia più la sua dolce e tenera madre ad accudirla.
Ed è ingiusto che io stia qui, davanti alla tomba della mia amica che è morta così giovane.
Che cosa si deve fare in questi casi, Jen?
Cioè... Io sono qui, davanti a te, ma...
Cosa dovrei fare?
Dovrei parlarti?
Dovrei ripensare in silenzio ai bei momenti passati insieme?
O forse dovrei semplicemente stare qui, in piedi, per qualche minuto e poi andarmene?
Com’è difficile...
Jennifer Lindley, quanto ti devo!
E’ grazie a te, se mi sono riscosso dalle mie nebbie infantili.
Ricordo come se fosse ieri il giorno che ti ho visto per la prima volta.
Con quel vestitino a fiorellini...
Eri appena scesa dal taxi, con i capelli tagliati alle spalle...
Mi ricordo che rimasi senza parole.
Eri bellissima.
E lo sei stata fino all’ultimo giorno.
Non ti scorderò mai, Jen.
Ti prometto che andrò a trovare molto spesso la piccola Amy e tua nonna.
A proposito, ci sono stato ieri e ti devo dire che ti somiglia in modo incredibile.
Ti vorrò bene per sempre, amica mia.
E porterò con me un ricordo splendido di te, nel mio cuore.