Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: SafeAndSound_    06/12/2014    1 recensioni
Temeva che, una volta tornato il buio, sarebbero tornate anche le ombre e le urla.
E così fu.
Ripresero le urla, le ombre, le sue corse. Come una giostra dell'orrore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Mh, beh, che dire.
Sperate di non piacere mai a qualcuno che scrive, perché potrebbe scrivere di voi in qualsiasi modo. Oppure lo faccio solo io

Questa storia ha un senso, lo giuro. E, nel caso voi non ci capiste niente, vorrà dire che ho fatto un buon lavoro!
Non ho molto altro da dire. Spero che vi piaccia, come sempre, e mi scuso per gli eventuali errori.

 








Wonderland - or not?







Didn't they tell us don't rush into things,
didn't you flash your green eyes on me?
Haven't you heard what becomes of curious minds?
Didn't it all seem new and exciting?
I felt your arms twisting around me.
I should've slept with one eye opened at night.
Wonderland - Taylor Swift.










Non sapeva da quanto tempo stava correndo. Continuava a farlo senza una meta, e alla fine decise che in quel labirinto non poteva esserci una meta, un punto di arrivo. Si sentì in gabbia e si fermò per prendere aria. Socchiuse gli occhi. Stava per accasciarsi a terra, ma gli strilli ricominciarono, le ombre ripresero a girarle intorno.
Calò il buio, per l'ennesima volta in quella che le parve solo un'ora. Com'era possibile?
Riprese a correre, cercando di urlare più forte di... di cosa? Cosa c'era? Chi era?
Corse e urlò per un tempo che le parve infinito, poi, quando credeva di star per morire – e di certo sarebbe stato solo più piacevole – la luce tornò.
Una luce calda, nonostante non vedesse il sole.
Si fermò, aspettò un po', in ansia, di sentire di nuovo gli strilli, ma il silenzio regnava.
Silenzio e luce. Andava più che bene.
Si sedette per terra, guardandosi intorno per la prima volta: era in quello che sembrava un bosco. Tutto intorno a lei c'erano solo alberi e cespugli.
Si passò una mano sul viso, gli occhi che le bruciavano, secchi per le lacrime che aveva versato.
Mi chiamo Adele. Adele Roberts. Mi trovo qua perché... perché...
Altre lacrime solcarono il suo viso. Non lo sapeva. Non sapeva niente.
Si guardò: indossava una canottiera nera dentro una gonna larga e blu lunga fino alle ginocchia. Doveva essere a qualche festa. Come ci era finita lì?
Si rialzò a fatica, aveva la nausea. Si sentiva soffocare, e prendere aria non bastava.
Temeva che, una volta tornato il buio, sarebbero tornate anche le ombre e le urla.
E così fu.
Ripresero le urla, le ombre, le sue corse. Come una giostra dell'orrore.
Più correva, più le sembrava di allontanarsi dall'uscita.
Le ombre sembravano finirle addosso, ma non era così; le grida era strazianti, quasi le impedivano di respirare.
Poi, il pensiero, la paura che un'uscita non ci fosse si fece strada tra i suoi pensieri, facendola fermare e cadere, senza smettere di urlare.

Doveva aver fatto qualcosa. Forse era un girone dell'inferno riservato solo a lei.
C'era di nuovo la luce.
Era arrivata a pensare che l'unica via d'uscita fosse la morte, ma non c'è niente di più crudele e sadico della speranza.
Senza realmente volerlo, vinta dalla stanchezza, si addormentò appoggiata a un albero.
Sognò occhi verdi brillanti, che l'accecarono. Non vedeva un colore così da quando era caduta in quel posto. Sebbene fosse una vista dolorosa riconobbe quegli occhi, e una sensazione piacevole la avvolse. Familiarità.
Se in quel posto, in quell'inferno, ci fosse stato qualcuno, l'avrebbe vista accennare un sorriso nel sonno.
Poi le grida la svegliarono e le ombre ricominciarono.
Fu come essere buttata giù dalla cima di una montagna: un attimo prima era con quegli occhi brillanti e dolci, e un attimo dopo doveva ricominciare a correre.
Si fermò quasi subito, stavolta. Non era quella la cosa giusta da fare. Forse doveva rimanere ferma, non scappare dalle ombre, diventare loro amica.
Ma le grida non erano certo amichevoli, le bucavano le orecchie, si insinuavano nei suoi nervi; le ombre, al contrario, sembravano inseguirla, ma allo stesso tempo era come se fossero loro a scappare. Non poteva rimanere ferma a lasciare che quelle grida la spezzassero. Si sarebbe trasformata in un'ombra, se lo avesse fatto.
Era quello il suo destino?
Riprese a correre.
Corse, corse come non aveva mai corso prima. La notte sembrò durare ancora di più, non finiva mai.
La disperazione era parte di lei. Respirava, prendeva aria, ma era come non farlo.
Urlò anche lei, ancora più forte, e mai come allora desiderò di morire.
Il destino, o comunque un essere superiore, la accontentò.
Finì contro qualcosa. Non se ne rese conto subito, perciò a continuò a urlare e a cercare di continuare a correre, e solo dopo un po' si accorse di non potersi muovere perché tenuta ferma da due braccia. Smise di urlare solo in quel momento.
Guardò la persona che la teneva tra le braccia per la prima volta. Era ancora buio, ma notò subito gli occhi verdi acceso, caldi, luminosi, familiari.
Lentamente cominciò a ricordare.
Erano ad una festa insieme, qualcuno li aveva indicati, qualcun altro aveva sussurrato al loro passaggio. Poi si erano allontanati.
Fu consapevole di essersi persa in quegli occhi più volte, e avrebbe continuato volentieri a farlo, se non fosse che la consapevolezza del posto in cui si trovavano tornò insieme al panico.
Nick, - pronunciare il suo nome le venne spontaneo, - Nick, non so dove siamo, ma è orribile. Ci sono le ombre, le urla, e... - proprio mentre parlava singhiozzando tornò, bruscamente, la luce. Non c'erano crepuscoli, in quel posto. Tutto accadeva all'improvviso. Nick la guardava in modo serio, attento, ma non sembrava preoccupato. La strinse ancora più forte.
Sssh, andrà tutto bene.
Le posò un bacio sulla fronte, trasmettendole un po' di calma, ma ancora non riusciva a respirare normalmente.
Restarono abbracciati, uno stretto all'altra, per molto tempo. Ad Adele sembrarono giorni. Giorni di luce.
Cercarono insieme una via d'uscita approfittando dell'assenza del buio e delle urla.
In quel modo, pensò Adele, sarebbe anche potuta andare avanti per sempre.
Ma il tempo passò e non trovarono niente.
Così, dopo aver percorso di nuovo quel che pareva tutto il bosco per l'ennesima volta, Adele si appoggiò a un albero, sentendosi di nuovo mancare l'aria. Era stata calma per tutto quel tempo, con Nick accanto e con la speranza di trovare un'uscita, e il peso della delusione le cadde addosso.
Adele... - Nicolas si interruppe, sentendo un rumore che però sembrò lontano.
Lui sorrideva, i capelli ricci e neri che gli coprivano la fronte.
C'era lui, lui era lì con lei, le sorrideva e la accarezzava; non aveva bisogno di altro, si ritrovò pensare, sebbene consapevole che fosse una follia.
Improvvisamente la prese per le spalle, facendola cadere a terra e lui sopra di lei, tenendosi sollevato solo con i gomiti. Continuava a sorridere.
Ti amo - ,  le sussurrò.
E calò il buio.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: SafeAndSound_