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Autore: Symphoniies    06/12/2014    2 recensioni
Franci è una ragazza ordinaria di diciotto anni. Le piace stare a casa e rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri fantasy e telefilm. Le cose cambieranno radicalmente quando sarà obbligata ad andare a Mystic Falls, Virginia. Qui incontrerà Damon Salvatore e scoprirà un mondo fatto di creature magiche di cui aveva solo letto. Ma che storia sarebbe senza qualche complicazione?
E' la terza volta che pubblico questa fan fiction.
Questa volta la ripubblicherò tutta, lo prometto.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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IN VOLO VERSO UNA NUOVA AVVENTURA
- Capitolo due -
















Le due settimane passarono molto velocemente e la voglia di partire da parte della ragazza diminuiva sempre più. Non era pronta. Non era mai stata in un paese straniero senza la sua famiglia e per un tempo tanto lungo. E se le fosse venuto un attacco di nostalgia? E se si fosse sentita male durante il volo? E se non si fosse trovata bene a casa con il signor Salvatore? Inoltre, come avrebbe fatto senza la sua migliore amica?
Lei che ogni giorno le infondeva amore e fiducia in tutto quello che faceva. Come avrebbe fatto senza la sua razione di parolacce in tutte le lingue possibili e immaginabili? Oh, basta Fra, non fare la stupida. Chiunque al tuo posto sarebbe felicissimo di andare in America. Certo, non vedrai la tua famiglia o la tua migliore amica, ma, porchina puzzolina, cogli l’occasione! Insomma, non hai più dieci anni!, si rimproverò. Rivolse uno sguardo annoiato verso la sveglia e, vedendo che era abbastanza tardi, decise di andare a dormire. Le finestre della sua stanza spalancate e, anche se un venticello leggero le carezzava la pelle, sudava. Non ostante tutto, si addormentò velocemente. Poco dopo, la ragazza sentì il suono irritante e assordante della sveglia. Aprì leggermente gli occhi e, lentamente, allungò la mano sul comodino alla ricerca del oggetto dal suono irritante. La trovò e con una manata lo spense. Aprì gli occhi, per poi socchiuderli un po. Guardò i piccoli numeri illuminati di rosso. Le sette e quarantacinque. Aveva il volo fra tre ore. Si girò su l’altro fianco, cercando di riaddormentarsi.
«Francy, alzati o farai tardi!» la voce di sua madre le rimbombò nelle orecchie.
Doveva per forza alzarsi. Sbuffando si diresse in bagno, ancora un pò intontita. Accese la luce e si diresse verso il lavandino. Prese lo spazzolino, lo bagnò, poi prese il dentifricio e glielo mise sopra cercando di fare un’ondina perfetta come quella della pubblicità. Non ci riuscì, come al solito d’altronde. Si spazzolò per bene i denti e poi sciacquò. Dopo essersi lavata la faccia tornò in camera per decidere cosa indossare per il viaggio.
Bè, non aveva molta scelta visto che quasi tutti i suoi vestiti erano nelle tre valigie.  Sua mamma diceva che era pazza a portarsi con se tutti quei vestiti, ma non ci poteva farci niente, voleva sentirsi a casa in ogni modo possibile. Dopo svariate prove, Francy decise di indossare dei pantaloncini rosa corti e sopra di essi una maglietta larga fatta di pizzo da cui si poteva intravedere il reggiseno nero. Ai piedi dei sandali di cuoio chiaro. Poi tornò di nuovo in bagno per cercare di sistemare il caos che aveva in testa, chiamato comunemente 'capelli'. Fin da piccola aveva sempre avuto i capelli lisci come spaghetti e lunghi, ma, non sapeva ancora il perché, si creavano sempre dei nodi giganteschi. I suoi capelli erano sempre stati lunghi fino a metà schiena. Odiava quando da piccola sua madre la obbligava a tagliarli a caschetto. Sembravo un maschio! Bè, in effetti si sentiva così. Fin da quando era piccola era cresciuta in mezzo a cinque maschi, quindi…diciamo che fino a sette anni non sapeva cos’erano le barbie. La ragazza iniziò a pettinare i capelli.
Il loro color cioccolato con riflessi rossi e dorati risaltava sulla sua pelle candida. Era agosto e lei era ancora bianca come una candela. Senza pensarci due volte, prese un elastico e legò i capelli in una coda di cavallo alta, almeno durante il viaggio non si sarebbero scompigliati. Poi prese il beauty e con i pochi trucchi rimasti cercò di rendersi presentabile o almeno decente, tanto per non spaventare il signor Salvatore. Infine si spruzzò un pò di profumo. Lei e sua mamma andavamo pazze per i profumi, ne avevamo tantissimi. Quella passione era una delle poche cose che la accomunavano a lei. Loredana, infatti, era sicura, schietta e per niente timida. Socializzava con tutti senza problemi. Francesca, invece, era più chiusa, timida e non diceva mai quello che pensava in modo da non offendere nessuno. Le piaceva stare sulle sue. In effetti, il suo nome rispecchiava molto il suo carattere.
 
Francesca, colei che possiede la forza. Francesca ha un carattere un po' oscuro, severo e inquieto, ma anche molto introverso, attivo e mentale, nonostante la passionalità di fondo. Questo perché ha la tendenza a pensare troppo e assimilare poco. Nelle amicizie è molto sospettosa e riesce ad affezionarsi soltanto in tempi lunghi. Non si scoraggia davanti agli insuccessi, tuttavia dubita di sé stessa fino al momento dell'azione, che deve essere da lei compresa in tutti i dettagli prima di essere affrontata. In società è piacevole purché non si senta oppressa. Non ama la superficialità. Ha la tendenza a rinchiudersi, non tanto per timidezza, quanto per bisogno di riflessione. Si affatica rapidamente e ha un sistema nervoso molto fragile. In amore ha spesso difficoltà sia perché è suscettibile e teme sempre di essere presa in giro se corteggiata con troppa aggressività, sia perché la sua sensibilità è come bloccata da una forma autodistruttiva che può derivare da antichi retaggi familiari e religiosi. Del resto ha una percentuale molto elevata di mascolinità, che le è utile invece nei rapporti professionali con gli uomini: cosa che l'aiuta molto finché non interviene la suscettibilità.
Insomma, Francesca e tipi analoghi sono caratteri di grande valore ma molto difficili, che specie nell'adolescenza avrebbero bisogno di essere condotti per mano.
 
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Loredana che la chiamava. La ragazza si guardò per l’ultima volta allo specchio, poi scese velocemente le scale. Si avvicinò al divano dove Lea, il suo carlino, la stava aspettando per ricevere la sua razione giornaliera di coccole. Le accarezzò la parte posteriore delle orecchie poi le diede un bacino sulla testolina e la salutò promettendole che sarebbe tornata presto. Infine prese il cellulare, scese le scale e salì in macchina. Controllò se nel baule vi fossero tutte le sue cose, poi si sistemò sul sedile e allacciò la cintura di sicurezza. Anche sua madre salì e mise in moto la macchina. Mentre uscivano dal garage, salutò con la mano suo padre e suo fratello più piccolo, Davide. Lo aveva sempre odiato, ma sentiva che gli sarebbe mancato un po' pure lui. Il viaggio verso l’aeroporto durò circa due ore, per via del traffico. Appena arrivata, Francy vide il signor Salvatore che la stava aspettando e con lui un signore che appena scese dall’auto le prese le valigie.
«Ciao Francesca, pronta per partire?»
«Sì.» rispose semplicemente lei. Lentamente si girò verso sua madre per salutarla con la mano. Lei però le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia e poi l’abbracciò. Non era abituata a queste manifestazione d’affetto da parte di sua, quindi quando succedevano rimaneva senza fiato per qualche minuto. Subito la donna iniziò a raccomandarle le varie cose, mentre lei annuiva a ogni punto. Infondo erano sempre le solite cose:
Comportati bene.
Non essere scortese.
Non metterti nei guai.
Ascolta il signor Salvatore.
Non drogarti. Meglio incinta che drogata.
Ricordati di cambiare la biancheria ogni sera.
Lei ascoltava e annuiva, non riuscendo a proferire parola. Sentiva un nodo alla gola. Avrebbe voluto girarsi verso il signor Salvatore e dirgli che non partiva più, che se ne restava a casa e al diavolo i soldi, ma non lo fece. Sua madre si staccò da lei, salutò Giuseppe e si diresse verso la macchina. L'uomo le toccò la spalla, Francy si girò e lo seguì. Si stava muovendo come un automa. Si rese conto di essere sull’aereo solo quando la voce del comandante diede il benvenuto augurando buon viaggio ai passeggeri. La ragazza dormì per tutto il tragitto. I suoi sogni furono interrotti dalla voce del signor Salvatore che l’avvertiva che sarebbero atterrati a momenti.
«Non sei una persona che parla molto, vero?» chiese, gentile. Più che una domanda sembrava un’affermazione.
«Bè, io…»
«Non fa niente.» disse, scuotendo la testa, «Loredana me l’aveva detto che sei timida. Sono sicuro che quando mi conoscerai potremo diventare buoni amici.»
Francesca annuì, poi azzardò una domanda, «Signor Salvatore, dove stiamo andando precisante in Virginia?»
Lui le rivolse un sorriso che hai suoi tempi avrebbe fatto arrossire qualunque ragazza, compresa lei in quel momento. «Ti dico solo una cosa: Mystic Falls.»
 
 





Angolo autore
Buona sera a tutti. Ecco qui il secondo capitolo. Per Franci sta per iniziare una nuova avventura!
Grazie mille per aver letto anche questo capitolo.


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