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Autore: martaminervino    07/12/2014    0 recensioni
... Sonia non voleva morire, l'arebbe assecondato, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvarsi.
L'uomo roteò gli occhi estasiato. Agli angoli delle labbra colava come rubinetti una bava densa e lasciva...
Genere: Angst, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sonia batté gli stivaletti infangati sul bordo del marciapiede e chiamò il barboncino per infilargli il guinzaglio. Billy accorse scrollandosi, schizzando melma tutto intorno e al suo strillo andò a nascondersi.

Ha bisogno d'aiuto, signora? – domandò una voce, mentre lei si scuoteva l'impermeabile.

No graz… – si bloccò, vedendo l'uomo nudo sotto il trench che teneva spalancato. L'uomo la gettò per terra e la immobilizzò premendole un piede sul petto: tra le cosce penzolava un pene enorme che si agitava come un batacchio di campana ad ogni movimento.

Mio Dio… pregò Sonia, rabbrividendo per l'orrore.

Una moto si arrestò al semaforo. – Prova a fiatare – la sfidò l'uomo spostando il piede sul collo – e ti schiaccio come un insetto. – Il membro ciondolò fra le ginocchia e lei soffocò un gemito.

Un boato squassò il cielo. Billy, terrorizzato, si precipitò dalla sua padrona e vedendola in pericolo s'avventò sull'uomo mordendolo.

Approfittando della situazione Sonia lo prese in braccio e fuggì, ma scivolò sulla superficie viscida e fu riafferrata e scaraventata in una pozzanghera e il cane scagliato contro un albero.

Ehi, tu – tuonò una voce alle sue spalle – lascia quella donna! – L'uomo vide il gigante e se la diede a gambe levate, lasciando dietro di sé una scia di sangue.

Il gigante tese la mano a Sonia e la sollevò dalla pozza. – Grazie – mormorò lei sgranando gli occhi. Quell'uomo portava il clergyman.

Dov'è il mio cane? – piagnucolò battendo i denti.

Nell'oscurità il prete intravide un mucchietto limaccioso e lo raccolse. – Mmm… – scosse la testa – temo che sia morto, mi dispiace. Venga a darsi una ripulita – disse indicando la canonica poco distante.

***

Non la lascio andare a casa con questo tempo da lupi, è troppo sconvolta per restare sola – obiettò il sant'uomo offrendole una tazza di tè fumante, quando seppe che era vedova. Un lampo schiarì la stanza scarsamente illuminata e il tuono che seguì la fece trasalire, convincendola a restare.

Prego – fece precedendola nella camera degli ospiti. – Nell'armadio troverà qualcosa da mettersi addosso e lì c'è il bagno – disse indicandolo – buona notte.

I vetri della finestra vibrarono, Sonia si chiuse la porta alle spalle e andò a fare la doccia. Indossò l'unico indumento che trovò nel mobile e spiò fuori. Nel buio il campanile si accendeva e si spegneva sotto la furia del temporale e la sua ombra si mosse, tremante, nell'anta a specchio. Tirò la tenda e si gettò sul letto reprimendo una nuova ondata di lacrime. Ora desiderava soltanto addormentarsi profondamente.

***

Reverendo… – farfugliò Sonia proteggendosi gli occhi. – Cosa c'è? – la luce improvvisa la feriva.

Ho dimenticato di raccontarle una storia.

Sono le tre – protestò lei sbirciando l'orologio sul comodino.

Lo so. – Avvicinò la poltroncina al letto e si mise comodo.

Perché non me la racconta domani la storia? – chiese turbata, sostenendosi sul gomito. – Sono ancora intontita dal sonnifero. – Non se la sentiva di ribattere, in fondo quell'uomo le aveva salvato la vita e gli era grata.

Una volta avevo un gemello prete – continuò lui in tutta risposta. – Eravamo due gocce d'acqua e un giorno decisi di indossare il suo clergyman... – La osservò: era una donna attraente sui trentacinque anni, facilmente impressionabile. Sghignazzò e i denti scintillarono folli.

Un fulmine incendiò le tenebre e Sonia urlò in preda al panico rifugiandosi tra le sue braccia, mentre la tunica le si attorcigliava intorno alle gambe.

Il gigante ne respirò il profumo e l'eccitazione gli riempì la bocca di saliva. Le carezzò il volto fradicio di lacrime… il collo… il seno…

Sonia non voleva morire, l'avrebbe assecondato. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvarsi. L'uomo roteò gli occhi, estasiato. Agli angoli delle labbra colava come rubinetti una bava densa e lasciva.

Sonia fece scivolare il camice sul pavimento, reprimendo l'impulso violento dei conati. – La prego – sussurrò offrendosi – non mi faccia del male.

Il gigante scalciò la nuvola di stoffa e la guardò completamente nuda e vulnerabile: era un altro tipo di libidine la sua. L'avvolse in un bozzolo di bava vischiosa, lasciando libero il viso, e Sonia gridò quando due enormi chele gli sbucarono dalla gola e s'avventarono su di lei... E come un gigantesco ragno iniziò a divorarla, cominciando da una guancia.

   
 
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