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Autore: redpen    07/12/2014    6 recensioni
«Lui si inchinò e, guardandola con aria leggermente divertita, strizzò un occhio in segno d’intesa… Lei s’inchinò di rimando e, non capendo se si trattasse di uno scherzo o di un sogno, lo seguì senza bisogno di parole, mentre lui la conduceva, tenendola ancora delicatamente per mano, verso la pista da ballo…»
- La storia è ambientata prima del rimpicciolimento, non contiene perciò alcun tipo di spoiler -
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kogoro Mori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
L’indomani era domenica e Ran rimase sotto le coperte più del solito, un po’ per liberarsi della stanchezza di quella lunga notte, un po’ per indugiare ancora nella fiabesca atmosfera di quel ballo, che sapeva sarebbe svanita del tutto, una volta risvegliatasi da quello che sembrava già essere un lontano sogno.
Alzandosi dal letto, guardò sul comodino, dove giaceva l’unica perla rimasta della bella collana di sua madre… la strinse tra le dita e poté constatare che, a tutti gli effetti, era tornata alla disincantata realtà.
Sonoko sarebbe rientrata quella sera dalla crociera con i Suzuki: il giorno dopo, a scuola, finalmente avrebbe potuto raccontarle tutto ciò che era accaduto nel movimentato party di Villa Okamoto.
La mattina seguente Ran si alzò presto, una strana inquietudine l’agitava. Quel giorno avrebbe rivisto Shinichi. Come avrebbe reagito, vedendola, dopo tutto quello che era successo? Cercava di persuadersi che in fondo non era successo proprio nulla, che tutto sarebbe andato come al solito: lei sarebbe passata a prenderlo, lui l’avrebbe salutata con espressione ancora addormentata - e magari un toast ancora in bocca - e per tutta la strada non avrebbe fatto altro che parlarle di qualche giallo letto fino a tardi la sera prima.
Così Ran si preparò la colazione, lasciò una porzione di riso in caldo per suo padre, che dormiva ancora, prese la sua cartella e la sua divisa per il karate e si avviò, sospirando, verso casa di Shinichi.
Eppure qualcosa… – pensava Ran – qualcosa era rimasto in sospeso da quella serata, qualcosa che andava chiarito.
Ran suonò, Shinichi venne ad aprire il cancello sbadigliando e, indossando svogliatamente la giacca, finiva il suo toast. “Ciao, Ran!” salutò, strofinandosi gli occhi e richiudendo il cancello.
“Tutto come previsto…” pensò Ran mentre si avviavano verso la scuola. Ma quel giorno Shinichi, dopo quel breve saluto, si rifugiò in uno strano silenzio.
“Deve aver fatto parecchio tardi stavolta,” pensò Ran, “è più addormentato del solito…” si disse mentre imboccarono il vialetto che portava all’entrata della scuola. Ma di colpo i suoi pensieri furono interrotti.
“Ran, scusami e grazie di cuore!” disse Shinichi fermandosi bruscamente e porgendole davanti al viso una scatolina rossa, di forma allungata.
Ran si fermò a sua volta di scatto, udendo materializzarsi il suono di quelle parole che credeva di aver letto nello sguardo di Shinichi la sera del ballo, al momento dei saluti.
“Per…per me?” chiese imbarazzata, “ma come…?” farfugliò più che mai sorpresa da quel gesto.
“Ah, non preoccuparti di questo! La signorina Inoue ha insistito perché accettassi il mio onorario, perciò… questo è per te…”
A quelle parole, Ran ebbe come una visione… le sembrò di tornare indietro di dieci anni e rivivere il momento in cui il padre consegnava alla madre un astuccio di velluto grigio, dicendole che l’aveva acquistato con il compenso ricevuto da un cliente per un caso appena risolto. Impossibile dimenticare cosa c’era dentro…
Ran aprì la graziosa scatola rossa da bijoux e vide, con enorme sorpresa… la collana di Eri!
“Ma come…come hai fatto?” chiese Ran spalancando gli occhi, illuminati da un enorme sorriso, ricolmo di gioia.
“Beh non è stato facile recuperarle, ma ci sono tutte, puoi controllare! Tutte le perle tranne quella che hai tu, ovviamente. In fin dei conti, trovare qualcosa che si era smarrito è un lavoro da detective, no?” disse pavoneggiandosi per gioco e strizzando un occhio. “Al resto ha pensato il gioielliere di mia madre… anche se ho dovuto pagarlo il doppio per lavorare di domenica!” aggiunse ridendo.
“Non posso crederci… sono così felice… non so come ringraziarti!” disse Ran, guardando il ragazzo con commozione.
“Un modo ci sarebbe…” rispose Shinichi, lievemente imbarazzato, “risponderesti ad una domanda?”
“Certo” disse Ran, sorridendo.
“C’è qualcosa che vorrei chiederti sin dal giorno del ballo… C’è un motivo particolare per cui hai indossato quel vestito…quel vestito rosso che abbiamo comprato insieme ai magazzini Beika?”
Ran ebbe un sussulto, sapeva cosa c’era dietro quella domanda… ce n’erano infinite altre, ma soprattutto una… hai indossato quel vestito per me? Il colore, la storia che quel vestito aveva… tutto parlava di lui. Per un attimo Ran ripensò al momento in cui per la prima volta l’avevano visto in vetrina, accanto ad un vestito blu che non avrebbe mai potuto permettersi… “Che importa?” le aveva detto Shinichi, “il rosso comunque ti si addice di più.” Credendo che anche lui, come lei, preferisse quel raffinato e delicato abito all’altro più sfarzoso, e che con esso propendesse per il suo splendido colore scarlatto, Ran si convinse a comprarlo, risparmiando e attendendo quanto fosse necessario. Con trepidazione aveva aspettato il momento giusto per acquistarlo e l’occasione adatta per indossarlo davanti a lui
Improvvisamente si sentì estremamente sciocca per aver ideato quel piano… “E’ un detective, forse il più bravo di tutti, potevo dubitare che avrebbe capito?” si disse. Rispondere alla pericolosa domanda di Shinichi, in quel momento, significava rivelarsi e, in fondo, lei non aveva nessuna certezza che lui apprezzasse effettivamente quel colore, quell’abito e chi lo indossava… Mentre Ran si dibatteva sull’amletico dubbio, una voce da lontano richiamò la sua attenzione.
“Raaaaan! Sono tornata!” diceva Sonoko correndo incontro ai due sul vialetto della scuola.  “Guardate cos’ho qui? Una bella sorpresa!” disse brandendo un pacchetto. “Ho chiesto ad un amico di mio padre, con un gran talento per la fotografia, di farmi avere un servizio completo sul party degli Okamoto, visto che anche lui era fra gli invitati… così posso rimediare alla mia assenza! Geniale no?” disse ridacchiando e mostrando un intero ventaglio di immagini ai due. “Com’eravate carini, vestiti così eleganti… devo dire che stai proprio bene con quell’abito Ran!”
Ran arrossiva per l’imbarazzo, mentre  Shinichi sbuffava per la seccatura.
“Ah però, anche la Inoue non scherzava…” disse Sonoko, continuando a sfogliare le foto. “Uh, guarda, Ran, questa è senz’altro la più interessante!” e così dicendo estrasse dal mucchio una fotografia che ritraeva la raggiante Natsumi, accerchiata dagli ospiti e stretta al braccio di Shinichi.
Ran mutò colore in un violaceo molto meno naturale. Infuriata, aggrottò la fronte e diresse altrove lo sguardo. “Coraggio, andiamo, si è fatto tardi!” tuonò, dirigendosi in tutta fretta verso il cancello della scuola.
“Ma, aspetta Ran… non hai risposto alla mia domanda…” disse Shinichi tentando di fermarla.
“Vuoi proprio sapere perché ho scelto il rosso? Beh, perché tu preferisci il blu!” esclamò stizzita, con chiaro riferimento al vestito della signorina Inoue.
“Aspetta Ran, non è affatto vero che…” riprese Shinichi, confuso dall’esito imprevisto di quella così promettente iniziativa di riappacificazione, che si concludeva con un misero fallimento. Ma la ragazza era già lontana.
“Lasciala andare…” disse Sonoko. “Sarebbe inutile fermarla ora. Dovrai inventarti qualcosa di portentoso per farti perdonare…”
“Ci stavo riuscendo perfettamente, prima che arrivassi tu…” disse, contrariato, Shinichi.
“E va bene, va bene… Tra moglie e marito non mettere il dito, ma perché non imparo mai?” farfugliò Sonoko, ammonendo se stessa.
“Ma cosa vai blaterando?” chiese Shinichi.
“Tieni, prendi questo!” disse Sonoko allungando un foglietto davanti agli occhi del ragazzo. “E stavolta giocati bene il blu!”
Shinichi afferrò il pezzo di carta, mentre Sonoko si avviava verso l’entrata. Aveva tutta l’aria di essere una locandina promozionale. “Acquario di Beika – Nuova Apertura” lesse. “Uhm, perché no!” si disse. Meditando sul foglietto, Shinichi lo ripose in tasca e, affrettando il passo, varcò il cancello della scuola, mentre la campanella suonava il suo ultimo rintocco.


Brevissimo epilogo, com’è tradizione nel manga e nell’anime, per dare conclusione alla vicenda sentimentale. Si ritorna allo status quo… con uno sguardo… al futuro! ; )
Ovviamente, per sapere qual è il colore preferito di Shinichi, dovremo attendere il prossimo 4 maggio... :)

Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno accompagnato in questa bella avventura! ^_^
Spero che, nella lettura, questa storia vi abbia regalato un sorriso e qualche attimo lieto, proprio come ha fatto con me, nella scrittura.
A presto! ♥


- redpen
   
 
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