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Autore: Rosalie97    07/12/2014    1 recensioni
Si voltò, ma non vide nulla, era sola.
Eppure non si sentiva tale.
E non aveva torto: un'oscura presenza la stava seguendo, in attesa di prenderla.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[I’ve turned my head.
I was alone.
But there was something strange.
Something that I couldn’t catch.
I opened the door and entered in my house.
I wanted to leave out the bad.
But the evil didn’t want to do the same.
]
 
L’unico rumore che odo è lo scalpiccio dei miei passi veloci sulle pietre del vicolo.
L’oscurità è calata, ricopre ogni cosa.
Il cielo di questa notte è nero come ossidiana, manca completamente di qualsiasi corpo celeste. La luna è nascosta dalle nuvole inconsistenti, impalpabili come nebbia e scure come fatte di fumo.
Nell’aria non c’è alcun odore, si sente solo il freddo, che mi punge occhi e viso, mentre corro veloce verso casa.
Ad uno sguardo esterno si potrebbe dire io sia sola, in questi istanti, in cui la mia anima è inquietata come non mai, ma io non mi sento tale. C’è qualcosa, nell’atmosfera, nello stesso filo che tesse il velo tra i mondi.
C’è qualcosa.
Una presenza.
Mi segue.
Mi guarda.
Sorride.
Devo allontanarmene al più presto prima che riesca a raggiungermi ed afferrarmi, per portarmi con sé, tra il buio delle ombre, che paiono strisciare fuori dalle mura.
È tardi, la mezzanotte è vicinissima, e solo radi lampioni posti ai lati della stretta strada che sto percorrendo illuminano il luogo. Avrei dovuto andarmene prima dal pub.
Quando giungo finalmente davanti casa ho già le chiavi in mano. Le stringo talmente tanto che le nocche sono completamente bianche, le ossa scricchiolano.
Sento il sangue scorrermi nelle vene mentre quella creatura si avvicina lentamente a me, decisa a volermi.
Sapete quando accostate una conchiglia ad un orecchio ed udite il rumore delle onde? In realtà state udendo il vostro stesso sangue che scorre in voi. Ecco, questo è tutto ciò che riempie il mio mondo, ora che sono ferma davanti la porta.
Inserisco le chiavi, le giro ed entro.
Velocemente la richiudo dietro di me, a chiave, e ci poggio contro la schiena.
Sospiro di sollievo, sorridendo, e scivolo fino a terra.
Eppure, c’è qualcosa di strano. Le luci. Sono accese.
Un improvviso senso di inquietudine mi colpisce, mentre mi zittisco.
Alzandomi in piedi, tremante, afferro un paio di forbici appuntite poggiate su un mobile, alla mia destra. << C’è… C’è nessuno? >> urlo, ma non mi torna indietro alcuna risposta, solo il silenzio.
“Ti prego, Signore, proteggimi” penso, rivolgendo uno sguardo verso l’alto mentre strofino i polpastrelli sul piccolo crocifisso d’oro che porto al collo.
Così, con l’arma in mano raggiungo il corridoio, accendendo ogni lampadina che trovo sulla mia via. Controllo la camera da letto, il bagno, ogni singolo armadio.
Non c’è nulla. Sono sola.
Così torno nella mia stanza e mi lascio cadere sul letto, sorridendo per il sollievo. Sono scampata a quella presenza e a qualsiasi altro pericolo, per quest’oggi.
Così in velocità mi spoglio, buttando gli abiti a terra, in un angolo, mi cambio e vado in bagno. Mi affaccio allo specchio, mi guardo nei miei grandi occhi marroni, contornati da una linea di eyeliner. Sorrido, passandomi una mano tra i corti capelli color carota che tengo tagliati a caschetto. Sono spettinati e così li sistemo.
Dopodiché sospiro, poggiandomi i palmi sulle spalle.
Lancio un urlo.
Una figura spaventosa è comparsa e scomparsa velocemente alle mie spalle, l’ho vista riflessa nello specchio.
Era completamente nera ed aveva le sembianze di un uomo.
“Oddio…”
Senza attendere esco dal bagno e chiudo la porta, ma la luce del corridoio è spenta. Me ne accorgo troppo tardi, sono già tra le sue braccia, ci sono andata a sbattere non appena ho tentato di allontanarmi.
Non sento alcuna voce, solo il suo respiro regolare, e nella mia mente ho solo un’immagine, quella del suo sorriso malizioso.
È più alto di me, le sue mani grandi poggiate sui miei fianchi, il fisico muscoloso.
Cerco di parlare, ma non ci riesco.
Cerco di divincolarmi dalla sua stretta, ma sono pietrificata.
Non posso far nulla per tirarmi fuori da questa situazione. Cosa diavolo sta succedendo?
<< Perché sei scappata? >> chiede, pur sapendo che non posso proferir parola. << Non volevo farti del male….. >> ride, come fosse la battuta più divertente al mondo.
La sua voce è suadente e profonda, mi circonda avvolgendomi dolcemente, facendomi venire voglia di chiudere gli occhi e riposare nel suo abbraccio.
<< Chi sei? >> riesco a dire, in un sussurro, con tono assonnato. Le palpebre mi si chiudono.
<< Sono quella presenza da cui fuggivi. >>
<< Cosa sei? >> chiedo allora, sempre più in difficoltà. Non riesco a tenere gli occhi aperti!
Lui sorride ancora, scostando la mano sinistra dal mio fianco, per portarla dietro di sé.
D’un tratto ci troviamo nella mia stanza, l’unica luce è quella che proviene da tre candele accese poggiate sul comodino di legno accanto al letto. Diffondono un forte odore di incenso.
Ed intanto io mi sto lasciando andare a questo improvviso sonno.
Non posso opporre resistenza.
Lui pronuncia le ultime parole che odo, ed esattamente un secondo prima che i miei occhi si chiudano vedo qualcosa: il luccichio della fiamma di una candela riflessa sulla lama di un coltello appuntito. << Sono una presenza, un’ombra, che si trova ovunque. E oggi ho fame. Sei stata fortunata, ho scelto te tra mille fanciulle, e ora ti porterò con me nel mio mondo. >> Accosta le labbra al mio orecchio << Io sono ciò che chiami Male. >> 
  
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