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Autore: aboutamoonlight    07/12/2014    2 recensioni
- Harry, le fan parlano sempre di più della relazione tra te e Louis. E' successo qualcosa tra voi due? -
- Io non amo Louis Tomlinson. Non siamo mai stati insieme.-
--
- In questo caso permettetemi un' ultima domanda :la vostra canzone preferita tra tutte quelle cantate? -
--
- E' un addio, vero? - Lo sentiva anche lui? Sentiva anche lui qualcosa di forte strappargli il cuore? Lo sentiva anche lui il sangue avvelenato, le vene bruciare?
It's Larry bitches
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: Innanzitutto mi scuso se la storia non  un granchè. L'ho scritta di getto alla fine di una domenica noiosissima quindi mi scuserete se non è il massimo. Le parti in blu e in grassetto sono i pensieri di Louis, per il resto la storia è in terza persona. Vi avviso che è molto angst  quindi se non vi piace il genere meglio non continuare.Ovviamente è tutto frutto della mia fantasia. Non conosco i ragazzi (purtroppo) quindi è solo la trasposizione di ciò che ho nella mia testa. Spero vi piaccia è che leggiate con piacere. Vi aspetto per una recensione, accolte con piacere anche le critiche.



La parte migliore di me:


<< Harry, le fan parlano sempre di più della relazione tra te e Louis. E' successo qualcosa tra voi due? >>

Prese un bel respiro ma non dovette pensarci nemmeno la seconda volta prima di rispondere. Aveva ripetuto esattamente 32 volte quella scena quella mattina stessa allo specchio. Se l'aspettava. Buttò fuori quelle parole come se fossero state un colpo da scagliare senza esitazione, che se avesse aspettato un altro secondo il dolore l'avrebbe mangiato vivo e allora preferì divorare ogni sillaba. Quasi non ebbero il tempo di sostare più di pochi secondi sulle sue labbra.
<< Io non amo Louis Tomlinson. Non siamo mai stati insieme. >>

Il più grande credette di cadere dalla sedia o di scoppiare a piangere lì davanti ma doveva resistere. L'ultima domanda e poi sarebbe uscito di lì.
Un respiro profondo, un sorriso più falso degli altri alla telecamera che tanto non si sarebbe accorta dei suoi occhi rossi. Avrebbe semplicemente continuato a scorrere come il tempo che sembrava non passare tra una parola e l'altra, come se i minuti si dilatassero e le ore diventassero anni, i giorni secoli che avrebbe voluto passare tra braccia che ormai gli sembravano sbarrate.

<< In questo caso permettetemi un' ultima domanda :la vostra canzone preferita tra tutte quelle cantate? >>

A Louis sembrava fastidiosa perfino la voce calma e piatta dell'intervistatrice che parlava a tutti come se ne fosse costetta e rivolgeva il suo interesse soltanto a degli occhi verdi che un giorno erano stati suoi, solo suoi.

Non ascoltò Niall e Zayn, sentì Liam dire "midnight memories" e poi tentò di concentrarsi. Una canzone, una canzone qualsiasi. 
Non avrebbe fatto differenza.
<< Penso che little white lies sia la mia preferita. >>
Davvero Harry? E they don't know about us? E happily? E little things? Tutte le nostre canzoni dove le mettiamo?
Ah, giusto.
Noi non siamo mai stati insieme. Giusto, tu non mi ami
pensò Louis mentre fissava la luce rossa che gli indicava che la telecamera numero 3 era fissa sul suo volto.

<< E la tua Louis? >>

Una qualsiasi, doveva solo dire un titolo qualsiasi e poi se ne sarebbero potuti andare nella calma dei loro camerini dove tutto sarebbe stato semplice, dove avrebbe potuto far finta di stare bene e crollare nei freddi pavimenti di un cesso squallido.
Non gli veniva in mente niente.
Che canzoni avevano cantato?Quali erano i testi?
Non mi ricordo.

<< Penso... ahm, è difficile scegliere. Sono così tante. >>

Tante? Davvero erano tante? Non se lo ricordava più.

<< Una sola Louis. >> Disse l'intervistatrice, sorridente, gentile. Odiosa.

<strong.>>

Una qualsiasi, una qualsiasi e aveva scelto la loro canzone.
Aveva scelto quella che avevo scritto per lui, una notte come tante con Harry che  lo stringeva forte al petto e continuava a tenergli la mano mentre con l'altra gli accarezzava i capelli, gli diceva che era tutto a posto anche se era tutto un casino. Lo rassicurava il riccio, diceva che ce l'avrebbero fatta, ma quando mai? 
Gli diceva che aveva bisogno di lui, e poi dov'era?

Non siamo mai stati insieme.
Non siamo mai stati.


Così aveva detto, ed era vero. Cos'erano stati? Nessuno lo sapeva, neanche il più piccolo in quel preciso momento, mentre aveva abbassato la testa mangiucchiandosi le pellicine dal pollice, come se fosse un'attività interessante. 
Tutto era diventato più bello che guardare Louis, ma da quando non lo amava più?
Perchè lo aveva mai amato?
E l'avrei preferito Harry, l'avrei preferito. La vedi quella mano che sta stringendo quell'intervistatrice? Vorrei non averla mai stretta. E vorrei urlarle di starti lontano, che quella pelle è solo mia, ma noi non siamo mai stati e tu hai detto che non mi ami e di conseguenza non ho diritti, non li ho mai avuti.
Permetti a tutti di sfiorarti come ho fatto io? 
No, non come ho fatto io. L'amore che ci ho messo io, come ti ho amato io nessuno mai.
Però glielo permetti vero? A lei, a Niall, a Zayn, a Liam, Taylor, Nick, Kendall... quanti altri ti hanno toccato? Quanti altri accarezzato la tua pelle che sa di sale, sa d'aceto e una volta sapeva anche di me?
Ma noi non siamo mai stati, mai esistiti
e allora, continuò a pensare, non avrebbe fatto differenza se se ne sarebbe tornato in camerino senza salutare. 

Zayn lo prese per il polso. Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma cosa? Cosa c'era da dire? Come si riparava un cuore spezzato? Zayn non lo sapeva. Avrebbe voluto stargli vicino, ma lui non era chi Louis voleva e lo sapeva da quando, un giorno, andò a casa sua e lo trovò piangendo sull'isola della cucina, accucciato mentre gridava disperatamente ad Harry di ritornare. Ma il riccio dov'era? Non si sapeva, in tutto quel tempo non l'aveva mai capito, ma una cosa la imparò quando gli fu lanciato un bicchiere di vetro contro per intimargli di andarsene.Louis non voleva nessun altro se non un ventenne riccio con gli occhi verdi che non si sa in quale verso delle tante canzoni dedicate si era perso. 
Lo sfiorò e stette zitto.
<<  Ho bisogno di stare da solo >>  disse il più basso e l'amico non si oppose, allontanandosi e lasciandogli una pacca sulle spalle. 

Louis si rifugiò in bagno ed il suo cellulare cominciò a squillare. Il nome di Eleanor lampeggiava sullo schermo ma non rispose.
Sembrava tanto una presa in giro, come in quelle commedie d'amore di bassa categorie, quelle che comprava sempre Harry e a cui scrivevano loro il lieto fine, felici sul divano facendosi beffe di chi piangeva dietro ad uno schermo. Ma Louis adesso capiva , e non l' avrebbe mai voluto.
 Si sciacquò il viso cercando di non pensarci.
Non lo amo.
Non mi ama, non mi ama più
Non siamo mai stati insieme
E allora non mi ha mai amato.
Si Harry, non mi hai mai amato? Nemmeno quando ti ho dato le chiavi di casa mia? Nemmeno quando me l'hai detto sul tetto di xfactor? 
Non mi hai mai amato? Nemmeno quando mi hai visto distutto e mi hai consolato tutto il giorno, tutta la notte?
Nemmeno quando mi scopavi Harry? 
E allora perchè?
Perchè hai finto per così tanto tempo? 

Si sedette sul divanetto cercando di rilassarsi, ma stava col capo tra le mani, con le spalle curve, il petto a toccare le ginocchia e i piedi puntati a terra.
Entrò Niall, vide in che stato era e non fece niente. Cos'avrebbe potuto fare? Niente.
Una pacca sulla spalla, un abbraccio, prese la sua roba ed andò via.
Anche lui doveva andar via ma come avrebbe fatto? Non riusciva nemmeno a reggersi in piedi.Si sentiva senza forza, distrutto. 
Avrebbe potuto chiamare Zayn, dirgli che stava male. Sarebbe venuto, lo avrebbe consolato, portato via. 
Eppure sperava, che idiota, che a salvarlo sarebbe stato qualcun altro, qualcuno che aveva sempre saputo come fare.
Ma non mi ama, non siamo mai esistiti.

<< Ti chiamerò, certo. >>

Poteva sentirlo sorridere anche da lì. 
Sapeva l'incrinarsi della sua voce a memoria, ne sapeva contare perfino i respiri, l'intonazione quand'era di cattivo umore e il sapore della felicità. Quando piangeva,il suo buon umore, quando, come adesso, sorrideva di cortesia.

Sentì il tonfo della porta, le chiavi girare nella toppa. 
Dentro, entrambi. Due mine vaganti, uno fermo sulle sue posizioni, l'altro un cavaliere su un cavallo bianco che aveva fermato la sua corsa al primo tronco ad ostacolare a strada.

Louis lo sapeva che avrebbe dovuto alzarsi, fingere che fosse tutto a posto e uscire, ma non aveva abbastanza forze, non era abbastanza coraggioso.

Avrebbe dovuto e non lo fece, non ci riuscì.

Il più piccolo d'altro canto, quasi a voler peggiorare la situazione, gli si sedette accanto. Quei ricci scuri, quel broncio da bambino, quei pezzi di prato che aveva al posto degli occhi. 

<< Louis io... >> Non sapeva che dire. 
Sperava l'altro lo fermasse ma non lo fece. Se ne stette lì, coi gomiti poggiati sulle ginocchia a guardare il vuoto davanti a sè, aspettando che parlasse, che dicesse qualcosa anche se le sue scuse, ne era certo, non gli sarebbero bastate. 
Stavolta come sempre e lui lo sapeva.

<< Non volevo dirlo >> affermò dopo quelle che a Louis parsero ore, che furono secondi, attimi che si ero perso a pensare. 

Cos'avrei dovuto dire?  Tante cose e invece me ne stetti zitto.

<< Cos'avrei dovuto fare? >> Chiese. 
Tante cose e non dissi nulla.

Le lacrime le scacciò, le rimandò indietro perchè non era il momento, come non lo era stato prima, non lo sarà mai.
Si inginocchiò e prese le mani del ragazzo, di cui non negava di aver sempre amato gli occhi azzurri, le  labbra sottili, allotanandole  dal viso, dove le aveva messe quando l'aveva visto alzarsi. Quest'ultimo prese un bel respiro. 
Le sue mani a stringere le mie. Quanto tempo che non succedeva? 
Tanto, troppo. 

Ma era finto stavolta? Come lo era stato anche prima? Era stato tutto un gioco? O non era mai stato?

<< Di' qualcosa >> arrivò perfino a pregare il riccio.

Louis avrebbe potuto fare tante cose e se ne stette semplicemente lì, a guardare i suoi occhi lucidi. 
Harry piangeva, se lo permetteva. 
Louis no. Se avesse cominciato si sarebbe reso fragile come lo era stato per troppo tempo tra le sue braccia. E amare non era questo? Rendersi fragili e sperare che non l'altro non ti distrugga?
<< Louis. >> Lo  implorò addirittura tra le stille silenziose che gli scorrevano sulle guance. Erano delicate loro, e lui lo era ancora?

<< Niente. Non avresti potuto fare niente. >> 
Mentì, come si mente al giorno d'oggi. Tutto di fretta, tutto senz'anima. 
Continuò a guardarlo e non si mosse in attesa di una sua parola che non tardò ad arrivare. 

<< Lo sapevi anche tu Louis. Le telecamere e l'intervistatrice, le fan. E poi per cos'avrei dovuto continuare a lottare? >>

Per noi ma non lo disse.

Siamo cambiati vero? Non è più noi. Adesso siamo io/te e questa sbarra in mezzo che non fa altro che dividerci e ricordarmi che tra me e te ci sarà sempre qualcosa di più grande.

<< L'avrei preferito. >> 

Senza un filo logico il liscio se ne uscii con quella risposta. Non capì, il ragazzo che gli stava tremando di fronte, ma per lui era finalmente tutto così fottutamente chiaro. Provò a spiegarsi stringendo più forte quelle mani grandi. 
Così belle, perfette, che tengono le mie così bene, fatte apposta.

<< Avrei preferito che non fossimo stati, che non t'avessi mai amato. Avrei preferito non stringerti tra le mie braccia. Avrei preferito che non fossi stato mai solo mio. Avrei preferito non averti per casa, non averti e basta. >>

Quelle parole gli fecero male e Louis lo sapeva che avrebbe fatto meglio a tenersele dentro dove avrebbe potuto lasciare che ferissero solo lui, ma c'è un limite al dolore che un uomo può sopportare e lui il confine l'aveva lasciato indietro quando l'aveva lasciato andare lui. 

Finchè eravamo insieme la sofferenza avrei potuto sopportarla ma da solo non ne avrei retto nemmeno un grammo. 

<< Perchè? >>  gli domandò quell'altro senza pensarci su nemmeno poi tanto.
La sua voce spezzata distrusse anche le più forti delle sue barriere e non potè fare a meno di alzarsi perchè a guardare i suoi occhi verdi, a tenere strette quelle mani, Louis non avrebbe retto un secondo in più.
Perchè? Ce ne sono tanti di perchè Harry.
Perchè mi hai lasciato solo?
Perchè ti sei arreso? 
Perchè non ti ho fermato?
Perchè non ci siamo stretti più forte?
Perchè ci siamo amati così tanto e ci siamo tenuti così poco?


<< Perchè se non avessi sfiorato la tua pelle non avrei mai saputo com'è fredda e allora non avrei provato a scaldarla, così tutte le notti che ho passato a renderti mio mi avrebbero reso di qualcun altro. Allora non starei male perchè è finita, forse un po' infastidito che non è iniziata, ma non avrei potuto sapere cosa si prova ad amarti e tutto questo dolore non l'avrei nemmeno immaginato. Non avrei sentito una fitta al petto, un dolore intercostale ogni volta che neghi. Con Kendall ci sei stato vero? Con Taylor pure. E con Caroline? Con lei certo. E con me? Quando mi hai detto che m'amavi cos'era? Finto. Non siamo mai stati insieme eh Harry? >>

Gli sputò in faccia il suo disprezzo, velenoso come le parole che gli aveva urlato. Tutte le sue ferite si erano aperte di fronte a quel viso, a quei ricci che avrebbe voluto intrecciare e non avrebbe potuto. 

Si era poggiato al muro nel frattempo,Harry, mentre aveva le mani premute sulle orecchie per non sentire, sfinito, smorto. 
Non ci vide più Louis. Si avvicinò e sferrò un pugno alla parete bianca.

<< Cos'eravamo Harry? Cosa? Cos'eravamo mentre uscivi da quella stanza e poi non ti ho più rivisto se non alle prove e ai concerti? Cos'eravamo quando mi hai lasciato andare, quando ti ho lasciato scappare via? >>
<< Eravamo distrutti Lou >> disse in un soffio.
<< Ma eravamo insieme Harry. Eravamo insieme e io avrei sopportato. Tu no. >>
<< Per te avrei lottato. >> 

Si arrese a quelle labbra sottili, violente su di lui perchè sincere. 

Il nostro amore era vero e lui avrebbe potuto negare quanto gli pareva, io lo sapevo cos'eravamo . Noi. Tra me e lui non c'era più quella sbarra mentre mi sollevava la maglietta, mentre con foga mi lasciava baci sul collo.

<< Non così. >> disse e  prese per mano il più basso che sembrava decisamente più grande mentre lo sovrastava, con il suo respiro forte a mozzargli il fiato.
Lasciarono lì valigie e borse, solo le chiavi dell'auto di Louis tra le dita che stringevano l'aria e non la sua mano.

Avrei fatto sesso con Harry Styles se non avessi preso quella macchina. Avremmo scopato e poi non ci saremmo rivolti la parola per giorni. Mi avrebbe fatto un pompino e non l'avrei più guardato negli occhi. 

Vicino a quell'auto invece c'era l'intervistatrice. 
Fece ad Harry un occhiolino e lui rispose con un mezzo sorriso e finalmente il ragazzo capì

Capì che Harry non sarebbe mai più stato completamente suo perchè tra loro c'era stato qualcosa.
 Qualcosa che si era rotto, incrinato, spezzato. 
Lui lo aveva abbandonato, se n'era andato senza un addio e Louis aveva continuato ad amarlo senza pregargli di tornare, senza dirgli che gli mancava. 

C'eravamo allontanati, lasciati stare, amati male. 

In quel momento si rese conto che qualcosa erano stati. 
Eravano stati l'amore, il ritratto perfetto della felicità.
Ma anche le cose più belle finiscono. 
Lo baciò prima che entrasse in auto. Fu dolce, a stampo. Sapeva di Harry.
<< Spero che tu possa essere felice. >> respirò sulle sue labbra.
<< E' un addio, vero? >> domandò il riccio già conoscendo la risposta.
Lo sentiva anche lui? Sentiva anche lui qualcosa di forte strappargli il cuore? Lo sentiva anche lui il sangue avvelenato, le vene bruciare?

Annuì Louis, come un'automa per impedire un crollo. Gli accarezzò la guancia e gli lasciò un bacio proprio lì, un po' al di sopra delle labbra per ricordargli che una volta erano scese più in basso di così, più dolci di così.

<< Ama qualcuno come hai amato me, bacia qualcuno come hai baciato me e fatti amare meglio di come ti ho amato io. Sarai felice Lou, senza di me.>>

Me/te e di nuovo quella sbarra che non avrei più sopportato. In quel parcheggio diventammo qualcosa di separato, di differente. 
Eravamo stati e non potevamo essere più, per questo lasciai che mi stringesse tra le sue braccia mentre singhiozzavo. Mi ero reso fragile e sapevo che lui non l'avrebbe usato contro di me. Mi amava ancora, lo amavo ancora ma non eravamo capaci di amarci più.

Salii in macchina e misi in moto dopo che lui salì sulla sua e prese un'altra strada. 
Il mio cuore era rotto, spezzato, distrutto, ma non era più tra le sue braccia.
Ero diventato mio dopo esser stato suo, dopo avergli donato tutto me stesso.
Era diventato suo dopo esser stato mio.
Ma non importava, non più, che avessi donato a lui la parte migliore di me.
   
 
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