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Autore: Eli_99    07/12/2014    5 recensioni
//STORIA IN VIA DI REVISIONE//
Isabel sa farsi odiare fino alla morte ma anche farsi amare al primo sguardo. Perchè in fondo era questa la particolarità di Isabel o l’amavi incondizionatamente o la odiavi con tutto te stesso.
Questo i ragazzi del Dolce Amoris l’avrebbero scoperto tra poco.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Rosalya, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sorri I'm not perfect'
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5. Crecasi sfigata
 


Il giorno successivo, quando Isabel si alzò, sentì la zia uscire di casa. Si preparò lentamente, arrivata in cucina scorse un post-it sul tavolo.
–Oggi sono dovuta andare prima a lavoro, la colazione è sul tavolo. Torno stasera tardi, tuo cugino ti aspetta ai cancelli per tornare a casa.
Baci Reven –.
Suo cugino, da quello che si ricordava Dakota era ancora in California e C le aveva detto che qualche giorno prima il cugino aveva vinto “nuovamente” una gara di surf; era impossibile che in meno di quarantotto ore fosse volato a Liverpool.
Confusa dimenticò la colazione correndo alla fermata del bus che arrivò pochi minuti dopo, a Isabel  sembrò di vivere un dejavu; come il giorno prima tutti la guardavano in modo poco amichevole deridendola per l’abbigliamento e il libro che poco prima aveva preso dalla borsa.
Non guardò negli occhi nessuno andandosi a sedere in ultima fila iniziando a rileggere il suo libro, dopo pochi minuti il bus accostò; immersa nella lettura Isabel non ci badò più di tanto, il liceo era ancora lontano e lei doveva scendere alla penultima fermata.
“Che libro è?”
Isabel sollevò gli occhi dal libro rimanendo sorpresa vedendo Iris seduta al suo fianco.
“J.K.Rowling, I Doni della Morte, l’hai mai letto?”
“Stai meglio” replicò Iris ignorando la domanda.
Non capì il senso della domanda anche perché si conoscevano solo da poche ore e non poteva aver notato così facilmente il suo cambio d’umore, anche se dopo la giornata di ieri si sentiva decisamente più leggera.
“Non credo, comunque grazie” accennò un sorriso Isabel chiudendo il libro.
“Prima non stavamo parlando di Harry Potter?”
“Piuttosto per Letteratura quando iniziamo le ripetizioni”
 
Arrivarono insieme in corridoio, come svoltarono l’angolo il vociare generale si spense pian piano.
“Perché hanno smesso di parlare?” domandò Isabel, sperando che la rossa avesse una risposta.
Quando avanzavano per i corridoi gli studenti smettevano di chiacchierare fermandosi a guardarle con malcelato interesse.
“Ci stanno osservando, mi stanno dando sui nervi” bisbigliò Isabel.
“Guarda che stanno fissando te” volle precisare Iris, guardando insistentemente per terra.
Sconcertata e nervosa Isabel affrettò il passo per arrivare il più velocemente possibile al suo armadietto, mentre un alquanto imbarazzate Iris cercava di correrle dietro.
“Isabel, mi vuoi aspett…”
Iris si fermò sul posto, erano arrivate all’armadietto di Isabel. Affissa all’anta c’era una stampa di una foto tessera ingrandita, la stessa che Isabel aveva consegnato per il curriculum. Sotto scritto a caratteri cubitali recitava:
“CHI TI CREDI DÌ ESSERE SFIGATA”  
 Isabel non impiegò molto a ricordare la gallina starnazzante della mattina precedente.
“Scusami ma perché è attaccata sul tuo armadietto?” chiese ingenuamente Iris.
“Sono io” grugnì avvampando dalla vergogna.
“Però se ti si osserva bene un po’ vi assomigliate”
Con un gesto della mano Isabel strappò la foto dall’anta appallottolandola subito dopo. I presenti distolsero lo sguardo, fingendo di andarsene in classe.
Iris non fece commenti, iniziò a far vagare lo sguardo sentendosi a disagio.
“È stata quella bastarda di una stupida oca starnazzante” iniziò a sbottare Isabel assumendo diverse tonalità di rosso.
“Ambra?” capì subito Iris “Ma perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere infondo neanche vi conoscete. E poi scusami come ha fatto ad avere questa foto?”
“La maledetta l’ha rubata a Nathaniel quando ancora non mi conosceva e poi l’altra mattina l’ho ignorata quando ha iniziato a sparare un mucchio di cazzate” spiegò brevemente Isabel.
“È rimasta la solita bambina immatura. Cosa sperava di ottenere con questo dispetto?”
“La poverina si sentirà minacciata, voleva solo marcare il territorio ma questa volta a trovato pane per i suoi denti”
“Ahahahah e sentiamo di chi dovrei avere paura?”
Al suo di quella voce le due si voltarono trovandosi davanti Ambra, Lin e Charolotte. I sorrisetti trionfanti stampati suoi loro visi mandarono alle stelle la rabbia della loro vittima.
Vide il trio allontanarsi, dimenando i sederi in modo osceno.
“Stai tranquilla, non fare caso a loro. Non sei una sfigata sono loro delle bambine immature” provò a consolarla la rossa.
Isabel non ascoltò le parole di Iris, con uno scatto si portò dietro ad Ambra fermandola per un braccio.
“Hai ragione stupida oca, non dovresti avere paura di me infondo per te sono solo una stupida sfigata giusto? Peccato che non mi conosci, non sai chi sono io e cosa sono capace di fare; ti dico solo una cosa. Dopo questo stupido scherzetto idiota guardati le spalle perché sono una che non perdona molto facilmente ricordatelo”
Non le lasciò il tempo di ribattere, girò su se stessa mulinando i capelli sui visi del perfido trio tornando da Iris pronta per andare in classe.
 
“Vedo che in questa classe, il concetto di puntualità non è conosciuto” le rimproverò il prof di matematica appena varcarono la soglia.
“Per una volta chi i signori Rowe e Marsh sono in orario continuate voi la tradizione”
Dal fondo della classe partì un coro di proteste, Isabel si sorprese di vedere i due ragazzi in questione seppur seduti compostamente fare versi in segno di sdegno.
Castiel come promesso era già seduto nel banco da parte alla finestra.
In silenzio occupò il banco adiacente, tirando fuori il libro.
Quando aprì l’astuccio il compagno le passò una sua penna, che molto probabilmente aveva dimenticato il giorno prima.
“Però mi dico che vieni bene nelle foto”
Non si voltò nemmeno, l’unica cosa che fece fu alzare il dito medio concentrandosi sulla lezione appena iniziata.
 
All’ora di pranzo vide Iris avvicinarsi seguita da una ragazza dai tratti orientali.
“Ti va di pranzare con noi?” domandò appoggiandosi al banco di Isabel.
La biondina annuì prese il sacchetto del pranzo preparato la sera prima dalla zia con un espressione abbastanza scettica.
Segui le due ragazze arrivando in uno spiazzo a lei sconosciuto, abbastanza appartato poco distante dalla serra.
“Isabel lei è Priya frequenta con me il club di giardinaggio. Mentre Priya lei è Isabel, la nuova arrivata” Iris fece le presentazioni iniziando a mangiare il suo panino.
“È un piacere conoscere la ragazza che ha proposto delle ripetizioni a questa testa d’alghe” Priya tese la mano destra che subito Isabel strinse.
“Sono contenta di fare nuove conoscenze, sono arrivata da poco e per me è ancora tutto così nuovo” cercava di tenere un sorriso che risultasse più naturale possibile.
“Stai tranquilla io mi sono trasferita qui lo scorso anno e dopo due settimane ancora mi perdevo per andare in aula di scienze” scoppiarono tutte e tre a ridere, Pryia e Iris continuavano a raccontare aneddoti divertenti sul liceo mentre Isabel cercava di prestare più attenzione possibile.
“Dietro allo scherzo della foto c’è Ambra?” chiese Pryia confusa “ma perché dovrebbe fare una cosa del genere?”
Dopo essersi riprese dalle risate, mangiavano il loro pranzo.
“Non lo so, probabilmente voleva divertirsi con la nuova arrivata o più semplicemente voleva qualcuno da tormentare”
Fino a pochi mesi fa non credeva che potesse assomigliare ad una persona come Ambra. Nessuno soddisfatto della propria vita avrebbe mai gioito nel vedere una persona soffrire. Magari tipi come lei potevano essere giustificati dal loro passato, ma non Ambra che dalla vita aveva tutto: bellezza, ricchezza, popolarità e una famiglia integra. Aveva Nathaniel un fratello, un ragazzo così dolce che doveva per forza essere cresciuto nella stessa famiglia.
“Da qualche tempo sospetto che Ambra soffra di manie di protagonismo; insomma non è possibile che in una sola persona sia concentrato tutto quell’egocentrismo” la battuta di Iris scatenò subito la reazione delle sue interlocutrici: Isabel scoppiò a ridere mentre Prya tentava di spiegare a Iris che una cosa del genere non fosse umanamente possibile.
“Invece è solo gelosa di te Isa” Prya fece zittire le altre due.
“Non è possibile che sia gelosa di me, infondo sono arrivata solo da due giorni; e poi delle due è lei quella bella e piena di soldi”
“Non è per quello, se noti in soli due giorni hai già fatto amicizia con Iris, Castiel e Nathaniel” continuò piano Prya.
“Scusami ma non riesco seguirti e poi io e Castiel non siamo amici” brontolò Isabel.
“Però adesso che ci penso bene, Prya non ha tutti i torti insomma sono anni che conosco Ambra e l’ho vista frequentare solo Lyn e Charlotte”
“Infatti Iris, Ambra non ha amici ed è gelosa delle attenzioni che Castiel e Nathaniel rivolgono ad Isabel invece che a lei che ci prova da anni” il tono di voce non ammetteva repliche e mentre parlava la mora aveva iniziato a gesticolare velocemente.
“Anche se fosse come dici tu, io non ho nessuna colpa se loro mi parlano” Isabel si ricordò che quella non era la prima volta, in passato aveva già affrontato un discorso simile, soltanto che ora le parti si erano invertite; ora era lei la vittima.
 
Era ancora scossa per le parole di Prya, era arrivata solamente da due giorni e già aveva attirato l’attenzione di tutta la scuola; da quel momento in avanti avrebbe cercato di stare alla larga dalla biondina e dal suo rosso compare.
“Isabel, Isabel…Isa” qualcuno la prese per il braccio arrestando la sua camminata.
“Isabel è da cinque minuti che ti chiamo, devi seguirmi in aula delegati” Nathaniel per niente affannato dalla corsa appena fatta le si era parato davanti sorridendole in modo cordiale.
“Ok, scusami ma ero immersa nei miei pensieri; non volevo ignorarti”
“Non preoccuparti anche a me capita a volte”
Insieme si diressero verso l’aula mentre Nathaniel, cercava di scusarsi per l’episodio capitato la mattina stessa.
“Isabel, davvero mi dispiace non so cosa sia preso a mia sorella. Di solito non assume questi comportamenti, certo è un po’ impulsiva ma non ha mai creato problemi; ti chiedo di accettare le mie scuse anche a nome suo”
“Stai tranquillo Nath, posso chiamarti così? Nathaniel mi sembra troppo distaccato” le guance del ragazzo si tinsero leggermente di rosso mentre faceva un leggero cenno con il capo.
“Non mi devi porgere le tue scuse Nath anche perché non hai fatto proprio niente, piuttosto è Ambra quella che si deve scusare anche se suppongo non lo farà mai”  quella ragazza era troppo egoista e orgogliosa per poter anche solo pensare di chiederle scusa.
“Comunque mi dispiace, se solo a casa avessi fatto più attenzione questa mattina non ti saresti ritrovata in una situazione così imbarazzante”
Quel biondino era la dolcezza fatta a persona, quale persona non sarebbe arrossita davanti a tutta quella premura.
Isabel si sentì le guance in fiamme, istintivamente voltò il viso dall’altra parte iniziando a giocare con il bordo della felpa, cercando di mascherare il rossore.
“D-davvero non è successo niente, ma perché siamo qui?”
“Se intanto vuoi sederti io prendo i moduli, per prima cosa dobbiamo rifare la fototessera e poi devi scegliere un club a cui iscriverti” Nathaniel iniziò a cercare nei vari armadietti, tornando poi sorridente verso la ragazza.
Dietro le mani nascondeva qualcosa, che Isabel non riuscì ad identificare; gentilmente la fece sedere su uno sgabello davanti ad una parete completamente bianca.
Avvicinandosi le sistemò una ciocca di capelli che le era scivolata sul volto, portandola dietro l’orecchio.
“Quando ti ho parlato di rifare la foto non mi sembravi molto a tuo agio, così ho pensato che se te l’avessi fatta io magari la cosa sarebbe stata più piacevole – un leggero rossore si dipinse sulle sue guance mentre portava una mano dietro la testa – non perché faccio io la foto, ma insomma ci siamo solo noi due e non la vedrebbe nessun altro” ormai il volto del delegato era completamente in fiamme ma continuava a mantenere il contatto visivo.
Isabel rimase immobile sulla sedia, non riusciva a credere che il ragazzo davanti a lei si fosse interessato al suo stato d’animo; preoccupandosi del suo disagio, cercando di venirle in contro.
“Grazie, mi farebbe davvero piacere farmi fare la foto da te”
Nathaniel sorrise e di riflesso lo fece anche lei; era incredibile come quel ragazzo nel giro di due giorni l’avesse fatta già ridere così spesso.
Come la foto fu scattata tutti e due si diressero verso il tavolino posto al centro della spaziosa sala, tappezzata ovunque di fogli, volantini e qualche curriculum impilato qua e la.
“Prima ti stavo accennando alla scelta dei vari club; il liceo dispone di una varia lista di attività estra scolastiche ma arrivando ad anno già iniziato molti dei posti sono già stati esauriti. La preside ha imposto un solo obbligo, ogni alunno deve frequentare almeno due club uno di materia scolastica e l’altro di attività sportiva”.
Mentre spiegava il ragazzo assumeva un’aria seria e professionale, davanti a loro aveva posto la lista delle varie attività extra-curriculari e con una penna indicava quello che spiegava.
“In questo momento sono disponibili i club di letteratura/ scrittura, matematica e scienze; mentre per quanto riguarda l’attività sportiva ci sono il basket, l’hockey da prato e la pallavolo”
“Per le materie scolastiche opterei per il club di letteratura/scrittura anche perché io e le materie scientifiche non saremo mai compatibili, mentre per i club sportivi non potrei darti domani la risposta” anche se la scelta era evidente, voleva prendere in considerazione tutte le opzioni infondo non si sa mai la mattina seguente avrebbe potuto scoprire di essere una grande promessa dell’hockey su prato.
“Mi dispiace Isabel ma le iscrizioni sono in fase di chiusura e senza questo documento non posso spedire il tuo fascicolo alla preside, ormai chiede da giorni di poter vedere le schede della nuova iscritta al liceo” Nath sembrava dispiaciuto, dopo quello che aveva fatto per lei non poteva metterlo nei guai.
“Pallavolo”
 
Uscita dalla sala delegati, Nathaniel le aveva spiegato che doveva recarsi in palestra per presentarsi all’allenatore, da quello che aveva capito il Dolce Amoris prendeva con molta serietà sia le competizioni intellettuali che quelle sportive.
Passando per uno degli innumerevoli corridoi aveva  scorto uno spazio dedicato agli innumerevoli trofei vinti dal liceo nei vari ambiti negli anni passati; si chiese come sua zia avesse anche solo pensato di potersi permettere di farle frequentare una scuola così prestigiosa; sapendo dei loro problemi si sarebbe anche solo accontentata di una normale scuola pubblica.
Finalmente uscì in cortile dirigendosi verso la palestra, una grande struttura situata sul retro del liceo circondata dall’immenso parco che ospitava il club di giardinaggio viste le innumerevoli serre. Appoggiato allo stipite della porta d’ingresso un ragazzo alto, lievemente pallido; i capelli castano chiaro gli arrivavano a metà collottola, i particolari occhi d’orati vagavano per il cortile come alla ricerca di qualcuno fino a soffermarsi sulla goffa figura di Isabel che avanzava lentamente verso di lui.
“Finalmente ma quanto ci hai messo, tu devi essere Isabel giusto? Sai ti aspettavo qualcosa come tipo un’ora fa davanti al cancello”
Nel ragazzo non riconosceva la figura di qualcuno che conoscesse e poi come faceva a sapere come si chiamava e perché l’aspettava davanti ai cancelli.
“Ma guardati, quanto sei cresciuta; l’ultima volta che ci siamo visti eri una tappetta non mi arrivavi nemmeno alle spalle, anche adesso non è che la cosa sia cambiata ma mi mancavi piccola koala”.

 
  
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