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Autore: BecauseOfMusic_    08/12/2014    1 recensioni
Elisa ha fatto domanda per un corso trimestrale di canto in una rinomata scuola americana durante l'estate, aspetta la telefonata che le confermi che è stata accettata, invece viene contatta dal manager di un famosissimo gruppo musicale, che le propone un lavoro da corista per il tour estivo.
Quando arriva in america con il suo ragazzo tutto sembra perfetto, fino all'incontro con le star, con Joe Jonas in particolare...
Può bastare un'estate per farle cambiare idea sull'amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve lettori!!
Lo so, ho saltato un appuntamento lunedì, ma le cose che devo fare sono tante, e ho un po' dimenticato questa ff ):
Anyway sono di nuovo qui e ho il nuovo capitolo!
So che rispetto ad altri pubblicati vi sembrerà un po' più breve, ma spero vi piacerà lo stesso.

           Ci vediamo in fondo, a fine capitolo: BUONA LETTURA!

                                        BecauseOfMusic_



Il mattino successivo chiamai il tour manager e gli dissi che mi sentivo male, quindi non sarei andata alle prove, poi mi infilai sotto il getto della doccia, misi una tuta da ginnastica e ordinai la colazione in camera.
Joe mi chiamò sul cellulare diverse volte, ma non volevo rispondergli: sapevo che se lo avessi lasciato parlare lui mi avrebbe convinto a restare.
Una parte di me sperava davvero che fosse solo un brutto sogno, che mi sarei svegliata e mi sarei accorta che Anne non era assolutamente incinta emi sarei data della stupida per averci anche solo pensato; d’altro canto sapevo che, invece, non era affatto un sogno, ed io non avevo alcun diritto di negare a quel bambino di avere una famiglia felice.
<< magari non l’amerà >> mi dissi pensando a Joe e Anne << ma è giusto che lui faccia il padre, non può lasciarla da sola >>
Passai la mattinata a fare zapping, continuando a pensare a come fare per salvare allo stesso tempo la futura famiglia di Joe e il mio cuore, già ridotto in mille piccoli pezzi.
Verso mezzogiorno Sophia venne a bussare alla mia porta:
-Elisa, lo so che non stai dormendo, ti prego apri, devo parlarti.-
Non le aprii, ma non si arrese.
-Mi dispiace non averti detto prima di Anne, ma Joe non era nemmeno sicuro che fosse vero: la stava lasciando per te, ha pensato che fosse una scusa per convincerlo a non andarsene, anche i suoi fratelli erano d’accordo con lui, nessuno di noi aveva idea che stesse dicendo la verità! Apri Elisa, andiamo!-
Rimase sulla soglia altri cinque minuti, poi se ne andò.
Nel primo pomeriggio, poi, chiamai Anne e le dissi che avevo parlato con Joe:
-Grazie, sei stata gentilissima. Ora però avrei un ultimo, grande favore da chiederti.-
-Dimmi.-
-Se tu rimanessi per me e Joe non ci sarebbe speranza di riavvicinarci. So che è brutto sentirselo dire, e non vorrei sembrare una carogna, ma dovresti andartene.- rimasi in silenzio, pietrificata.
-E’ il tuo modo carino per dirmi che devo levarmi dai piedi?- dissi, infastidita.
-No, è il mio modo per chiederti di dare la possibilità a mio figlio di crescere con un padre.-
Aveva ragione. Chiusi la chiamata e cominciai a fare le valigie.
 
Circa mezz’ora dopo, mentre ero in taxi il mio cellulare squillò.
-Dove sei? Alla reception c’era la tua lettera di dimissioni. Dove stai andando?-
-Torno a casa Joe, è l’unico modo in cui tu e Anne avrete una possibilità.-
-Ma Elisa io non voglio una possibilità con Anne! La voglio con te!- il mio cuore prese a battere all’impazzata.
-La vorrei anche io, ma sembra che il destino abbia altri piani. Non potrei vivere sapendo di averti portato via a quel bambino.-
-Fermati, ti prego, aspettami: possiamo trovare una soluzione insieme.-
Stavo cominciando a vacillare, lo sentivo: l’idea di fermarmi e di aspettarlo era allettante. Mi avrebbe convinta che restare era la cosa migliore, e non era la realtà.
-Non esiste un’altra soluzione.-
 
All’aeroporto comprai un biglietto per un volo last minute diretto a New York, da li sarei ripartita il mattino dopo per tornare a casa.
Dato che l’aereo partiva solo un’ora più tardi decisi di fare il check-in e aspettare l’imbarco in un piccolo bar vicino al gate.
Mentre sorseggiavo il caffè che avevo appena ordinato sentii una voce maschile alle mie spalle:
-Macchiato senza zucchero? E’ coraggioso da parte sua!-
Mi voltai: -Ci conosciamo?-
L’uomo che mi aveva rivolto la parola era di poco più alto di me, capelli castani e occhi chiari; aveva un accenno di barba sul volto ed era vestito in modo molto curato; scosse la testa:
-No, mi scusi, ma io detesto il caffè amaro, mi lascia un fastidioso saporaccio in bocca e mia moglie rifiuta di baciarmi.- concluse ridacchiando.
Lo osservai perplessa: non doveva avere più di trent’anni.
-Così giovane già sposato?-
Sorrise: -Lei era già l’amore della mia vita al liceo: che senso aveva aspettare? Dopo il college ci siamo sposati.-
-Beati voi.- risposi di rimando.
-Problemi di cuore?- domandò mentre gli facevo spazio al mio tavolino.
-Troppi a dire il vero.-
-Ha bisogno di un compagno di bevuta di caffè?-
Risi: -No, grazie, preferisco non parlarne affatto.- diedi uno sguardo all’orologio –e poi adesso devo imbarcarmi, mancano solo dieci minuti al decollo.-
-Aspetti sta partendo? Credevo che fosse appena arrivata, come me.-
Scossi la testa: -Mi spiace deluderla, ma sono in partenza per New York, anzi sto per perdere l’aereo.-
-Un momento solo per favore!- mi implorò afferrando il braccio –
Estrasse una foto dalla tasca del giubbotto, dicendo: -C’è stato un momento in cui io e mia moglie abbiamo scoperto che non avremmo potuto avere figli, ed abbiamo deciso di provare a cercare una madre in affitto.-
-Oh, mi spiace per voi ma..-
-Ancora un istante! Abbiamo incontrato questa ragazza a Detroit che si è detta disposta ad aiutarci, in cambio di denaro, ma al sesto mese di gravidanza è scomparsa con i nostri soldi e nostro figlio; ci aveva detto che era originaria di qui, che sarebbe venuta a trovare i genitori e sarebbe rientrata nel giro di una settimana, ma  non è più tornata.- Aveva uno sguardo disperato.
La mia valigia era già imbarcata, per me in America non restava più niente, ma se anche fossi rimasta qualche giorno in più per aiutarlo a ritrovare quella ragazza non sarebbe cambiato nulla della mia situazione: Joe avrebbe pensato che me ne fossi andata per sempre. Impedii ai miei pensieri di deviare in zona Joe e chiesi al mio interlocutore:
-Come si chiama?-
-Sally, ha detto di chiamarsi Sally, ma non ricordo il suo cognome…-
-Se sa solo il nome sarà quasi impossibile ritrovarla. Posso vedere la foto?-
Quando vidi la ragazza il mio cuore si fermò.
-Non è possibile!-
-La conosce?- mi chiese speranzoso.
-Sì, ma ora non ha più i capelli mori, è bionda.-
-Ha idea di dove possa essere?-
Sorrisi: -Ci conviene sbrigarci.-




*Ma chi c'è nella foto? Lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo! A presto e besitossss :*
  
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