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Autore: Crystal25396    08/12/2014    6 recensioni
Avevo sei anni quando capii che ciò che provavo per Heiji non era semplice amicizia, ma qualcosa di più.
Accadde tutto sotto le feste Natalizie, mentre tornavamo a casa da scuola.

Terza classificata al Contest di Natale indetto dalla pagina FB "I 999 motivi Per Adorare Kaito Kuroba"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN DOLCE REGALO
 

Avevo sei anni quando capii che ciò che provavo per Heiji non era semplice amicizia, ma qualcosa di più.
Accadde tutto sotto le feste Natalizie, mentre tornavamo a casa da scuola.
 
La neve giaceva sui tetti e ai lati dei marciapiedi già da due giorni. Non ne era caduta moltissima, ma quella che c’era bastava a far divertire noi bambini e i ragazzi più grandi, dandoci la possibilità di divertirci come più preferivamo, che fosse organizzare una battaglia a palle di neve o realizzare un grosso pupazzo di neve. Nel giardino della scuola ne avevamo fatto uno enorme, e noi bambini l’avevamo chiamato Yuki. Era diventato la nostra mascotte.
 
Quel giorno io e Heiji avevamo fatto tardi perché un gatto aveva rovinato la pancia di Yuki, e noi ci eravamo offerti di rimanere qualche minuto in più a scuola per sistemarlo. Beh, a dire la verità fui io a farmi avanti per prima, Heiji mi seguì subito dopo, affermando con convinzione che mi avrebbe dato lui una mano.
 
«Perché sei rimasto anche tu?» gli chiesi lungo la via del ritorno.
 
«Per sistemare quel pupazzo di neve, ma che domande fai?» rispose lui con quel suo solito tono strafottente.
 
«Ma ieri hai detto che non ti piace Yuki, che fare pupazzi di neve è un passatempo per femmine.» gli feci notare. «Se di Yuki non ti interessa niente, perché sei rimasto?» insistetti curiosa.
 
Lo vidi abbassare lo sguardo, come se fosse indeciso su come rispondere, ma poi si voltò verso di me con convinzione.
 
«Perché siamo in inverno e quindi fa buio prima. E’ pericoloso per una bambina come te andare in giro da sola.» rispose.
 
«Ma anche tu sei un bambino…» riflettei a voce alta «Non è pericoloso anche per te?»
 
«No, perché io sono un maschio e i maschi sono persone forti e coraggiose che devono proteggere le femmine.» mi fece notare alzando il dito indice e parlando come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.
 
«Sei un macchinista» sbuffai gonfiando le guance ormai rosse per il freddo.
 
«Sono cosa?» domandò Heiji alzando un sopracciglio.
 
«Un macchinista, sei un macchinista» gli urlai in faccia; ma poi, vedendo la sua espressione dubbiosa, voltai la testa di lato e con aria da chi la sa lunga dissi:
 
«Una volta le nostre mamme mi hanno spiegato che i nostri papà sono dei macchinisti perché pensano che i maschi sono migliori delle femmine. Quindi anche tu sei un macchinista.»
 
Lo guardai in faccia pregustandomi la sua espressione piena di stupore. Per una volta ero io quella che doveva spiegare all’altro qualcosa. Rimasi però delusa quando ciò che vidi fu il suo sguardo divertito. Anzi, più che stupita, sarebbe più corretto dire che da sorpresa divenni furiosa, tanto che quando non ce la fece più a trattenersi e scoppiò a ridere, non ci pensai su due volte prima di dargli un pugno in testa.
 
«Ahia! Ma che ho fatto?» domandò massaggiandosi la nuca nel punto in cui l’avevo appena colpito.
 
«Macchinista! Sei un macchinista cattivo!»
 
«Io non sono cattivo! E poi si dice maschilista, non macchinista!»
 
«E’ quello che ho detto!»
 
«Non è vero!»
 
«E invece sì!»
 
Continuammo a battibeccare ancora a lungo, ignorando gli sguardi divertiti delle persone che ci vedevano litigare e urlarci contro un «Ho detto di no!» e un «E io ho detto di si!». Quando ci fummo stancati di urlarci contro, ci voltammo semplicemente uno da una parte e uno dall’altra, continuando a camminare.
 
«Beh, io sono arrivata.» dissi ad un certo punto con voce dura, ancora arrabbiata con Heiji.
«Ci vediamo domani a scuola allora. Ciao.» conclusi entrando in casa senza voltarmi nemmeno per salutarlo.
 
«Buonanotte Kazuha e sogni d’oro.» mi sentii rispondere. Chiusi la porta sbuffando e mi poggiai con la schiena contro di essa, lo sguardo fisso per terra. Accidenti a lui, quel bambino riusciva a farmi saltare i nervi per la minima sciocchezza.
 
Fu solo allora che mi resi conto di una cosa. Un piccolo particolare che avrei dovuto notare fin dall’inizio.
 
Uscii di corsa da casa, catapultandomi nuovamente in strada. Heiji era già lontano e stava tonando indietro, le mani in tasca e la faccia sprofondata in quell’enorme sciarpa blu che indossava.
 
Come avevo fatto a non notarlo prima? Heiji non abitava nella mia stessa via. Avremmo dovuto separarci più di due isolati prima. Perché l’aveva fatto? Perché mi aveva accompagnato fino a casa se poi avrebbe dovuto fare marcia indietro?
 
 
«Perché sei rimasto anche tu?»
«Per sistemare quel pupazzo di neve, ma che domande fai?»
«Ma ieri hai detto che non ti piace Yuki, che fare pupazzi di neve è un passatempo per femmine.»
 
«Io sono un maschio e i maschi sono persone forti e coraggiose che devono proteggere le femmine.»
 
 
Un sorriso dolce e spontaneo si dipinse sul mio volto. Che fosse preoccupato per… me? Possibile che avesse fatto davvero tutto questo per me? Arrossii a quell’idea e improvvisamente non sentii più il freddo pungente di metà dicembre, ma un tenero calore nascermi da dentro.
 
Il giorno dopo la signora Hattori telefonò a scuola dicendo che la sera prima Heiji era tornato a casa tardi, beccandosi un bel raffreddore e che quindi non sarebbe venuto a scuola.
 
Tre giorni dopo, a Natale, sotto l’albero trovai un pacchetto da parte di Heiji. Era un peluche a forma di pupazzo di neve.





***
Angolo dell'Autrice
Salve a tutti! E' la prima volta che scrivo in questa sezione e anche la prima che partecipo ad un contest con una fanfiction. Spero di aver fatto un buon lavoro ^_^
Ora credo sia arrivato il momento di rimettermi all'opera con la mia storia su Doremi. E' più di un mese che non aggiorno, mannaggia D:
Che altro dire... A prescindere dal contest, spero che la storia vi sia piaciuta: l'ho scritta al momento, di getto, quindi mi piacerebbe avere delle opinioni, anche negative se ce ne sono. Anzi, specialmente quelle, nel caso in cui abbia scritto qualcosa di orribile.
A presto!

-Crystal-
   
 
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