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Autore: Sawyer93    08/12/2014    0 recensioni
Una mamma col suo figlio, una giornata come le altre, dopo mille e più giornate passate in un posto da dimenticare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aaron, Claire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Corse, corse, corse, sempre le corse devo fare” Claire sbuffò come era solita fare, mentre si muoveva per la stanza cercando di fare ordine come possibile: se qualcuno fosse entrato avrebbe potuto pensare che in quella camera da letto ci fosse stata una battaglia: vestiti per terra e sul letto, coperte messe alla rinfusa, mobili spostati.
 
“Ci rinuncio! Aaron sbrigati che mamma deve uscire!” la donna urlò ad alta voce verso un’altra parte delle casa, dove si trovava suo figlio. Quel figlio nato in modo così particolare, quel figlio che credeva perso e che invece ha ritrovato dopo le mille avventura e sciagure successe su quella dannata isola.
Appena tali pensieri tornarono nella mente di Claire, la donna fece una scossone col capo, come a cacciarli lontano, il più lontano possibile.
La ragazza si diresse verso la camera del figlio, per vedere se fosse pronto per la scuola
 
“Ma chi è questo principino così bello?” disse la donna sorridendo verso quel figlio di sei anni che le somigliava come non mai, stessi occhi, stessi capelli biondi. La donna lo prese in braccio, uscì dalla casa e, chiusa la porta, si diresse verso la macchina dove mise il figlioletto, legato per bene al sedile, per poi partire ed avviarsi verso la scuola.

***

Pochi minuti di guida nel traffico di Los Angeles per arrivare alla scuola di Aaron: era una scuola recente, molto grasiosa, con un prato molto curato all’entrata.

A.    Lincoln School

Questa era la scritta che campeggiava sul portone d’entrata. Claire slegò il figlio e lo fece scendere.
 
“Amore, mi raccomando, fa il bravo, non voglio che la Signora Rogers mi chiami un’altra volta per dirmi che hai fatto a botte con un compagno, capito?” disse la donna per poi passare una mano sulla fronte del figlio spettinandolo.
 
“Va bene mammina, tu fai buon lavoro” rispose il bambino con quella vocina così acuta, ma tenera.
La donna sorrise verso il figlio e, dopo aver stampato un bacio sulla guancia, tornò in macchina, diretta adesso verso il lavoro.

***

Aveva faticato un po’, ma al ritorno da quel luogo maledetto, quando tutta la situazione si era placata, Claire aveva trovato posto come segretaria di uno studio legale, un lavoro come un altro, non eccezionale, ma ben pagato e che permetteva ad una mamma single di vivera tranquillamente col suo bambino.
La donna scese dalla macchina e si diresse all’entrata a passo leggermente sostenuto, perché era quasi in ritardo “dannati vestiti” pensava riguardo al caos che aveva tentato di risolvere a casa.
Arrivata alla sua postazione, si sedette sulla sedia, una leggera controllata al suo look, e pronta per la solita giornata lavorativa.

***

La giornata trascorse al solito modo: “Al momento l’avvocato Johnson non può parlare, la farò richiamare il prima possibile, le auguro buona giornata” ormai questa frase era diventata un mantra.
Tra una cosa e l’altra si erano fatte le 6 del pomeriggio ed il sole cominciava a farsi basso all’orizzonte. La donna si poggiò allo schienale della sedia emettendo un verso di piacere per la bella sensazione che dava la schiena poggiata ad un sostegno.
Ad un certo punto, da una delle tante sale dello studio legale, uscì un ragazzo: era alto circa un metro e novanta, capelli castani come gli occhi e fisico atletico; era Jake, il figlio dell’avvocato Johnson e si avvicinò sorridendo verso la postazione di Claire.
 
“Stanca eh? Mio padre stressa, quando ci si mette” disse con un risata verso la donna, che guardava dritta negli occhi.
 
“Ma no dai, è solo che a casa devo fare sempre le cose di corsa ed arrivo qui che sono già stanca” rispose Claire sorridendo di rimando, sostenendo lo sguardo dell’uomo. Era da un po’ che si conoscevano e quando si faceva quest’ora erano soliti scambaire due chiachiera prima di tornare ai rispettivi compiti.
 
“Allora so io cosa ti ci vuole” disse l’uomo annuendo “dopo ci andiamo a prendere una bella cioccolata con panna! Ah, non sento storie eh, ti servono zuccheri” concluse il ragazzo facendo un’occhiolino verso Claire. La ragazza sorrise ed annuì sorridendo.
 
“Va bene, allora ci vediamo tra poco” disse prima che il ragazzo tornasse nella stanza da cui era uscito. Si poggiò nuovamente con la schiena, intrecciò le mani e le mise dietro la nuca, portando lo sguardo verso il soffitto. Sorrideva, e non sapeva neanche il motivo, ma dopo tutto quello che era successo, dopo tutte le tragedie a cui aveva dovuto assistere, adesso Claire si sentiva davvero felice. 
   
 
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