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Autore: Artemide5775    08/12/2014    0 recensioni
Loro credevano di essere normali adolescenti, ma non lo erano , non lo erano mai stati e non lo saranno mai, anche se ci proveranno.
Cinque ragazze con un destino già segnato.
***
Victoria - novizia vampira che è dovuta crescere troppo in fretta.
Crystal - la solitaria a cui piace leggere nel parco e disegnare tutto quello che prova.
Diamond - ragazza solare e pimpante con tutti, oltre che ingenua.
Alexandra - una studentessa modello dal cuore di ghiaccio e cinica in amore.
Deborah - capo cheerleader, amante degli sport, stronza e menefreghista.
***
Tratto dal Prologo:
Mentre ignare le cinque ragazze si dirigevano a scuola e a lavorare, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi del medesimo colore era appena arrivato a New Orleans con l'intento di rovinare la vita delle giovani e delle loro anime gemelle.
***
Il Prologo presenta solo le protagoniste femminili.
Trailer : https://www.youtube.com/watch?v=ft0TqxGWrdg
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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"Stefan
voleva stringerla per sempre, proteggerla da ogni sofferenza. Voleva difenderla da qualunque male la minacciasse. Voleva unire la propria vita alla sua."

-The vampire diaries  


 

ChapterXXV

New life




 

Crystal si svegliò di nuovo da uno dei suoi incubi, che ormai erano diventati riccorenti. Come sempre aveva sognato quel ragazzo castano, ma al contrario dei primi sogni, sembrava ancora meno gentile, se non perfino furioso.

 

Si scostò la frangetta dagli occhi e si sedette portandosi la testa indietro, esasperata. Odiava quei incubi. Le sembrava, ogni volta, che fossero sempre più reali.

 

Scosse la testa togliendosi le coperte  e alzandosi, era impossibile che fossero veri, quelle cose non erano mai successe e non sarebbero neanche mai successe, era impossibile.

 

Guardò l'orologio sul comodino accanto a lei e notò che erano quasi le sette. Sospirò e come che non aveva sonno prese alcuni vestiti dall'armadio (un pantalone e una maglietta a maniche lunghe fucsia) e si andò a fare una doccia come che era tutta sudata.

 

Si lavò e si asciugò velocemente per poi vestirsi. Per sua fortuna la scuola quel giorno era chiusa, perciò si andò a sedere sulla sua scrivania e prendendo alcune matite cominciò a disegnare.

 

Disegnare era una cosa che l'aveva sempre rilassata, sin da bambina. Tracciando varie linee sul foglio bianco le venne in mente, stranamente, la sua vita.

 

Era cambiata tante volte, si era adattata tante volte alle persone che la circondavano, fino a non farcela più e rinchiudersi in se stessa e nella sua corazza.

 

Quando aveva, circa, cinque anni era stata una bambina che avrebbe sempre difeso le persone a lei care, cosa strana per una bambina di quell'età, ma era così, avrebbe sempre fatto di tutto per chi ama.

 

Poi era cresciuta diventando una studentessa delle elementari molto studiosa, ingenua e con inculcate in testa un sacco di regole di comportamento che le facevano temere di sbagliare in qualunque momento.

 

Poi, ingenuamente, era cambiata per farsi accettare degli altri suoi compagni, cominciò a studiare di meno e a impegnarsi in più in amicizie che finirono senza motivo.
 

Da allora, Crystal, divenne diffidente verso le altre persone e cominciò a differenziarsi e ad avere amicizie, senza buttarcisi completamente, impaurita dall'idea di soffrire in qualche modo.

 

Sorride cercando di nascondere il dolore che si porta dentro, un dolore che non riesce a spiegare, ma che l'assale ogni volta che é sola.

 

Nessuno la conosce veramente, o ha visto tutte le sue facce, tutti la vedono come un'asociale, altri come la sorridente Crystal e altri in altri modi che non sa nemmeno lei.

 

Lei non é solo un tipo di persona, ma ha diverse sfaccettature, c'é la parte sorridente (che é raramente sincera), quella solitaria (che da anni le fa compagnia), quella giusta(quella che non riesce a accettare le ingiustizie e che vuole proteggere e aiutare le persone a cui tiene), quella pervertita (una piccola parte a cui piace fare insinuazioni a doppio senso, ma che molto raramente dice agli altri) e quella dark (affascinata dagli urban fantasy e dalle cose che non sa spiegare).

 

Crystal smise di disegnare e si fermò a pensare. Spero di incontrare una persona che mi accetti completamente, in ogni mia parte.



 

*



 

Victoria sia alzò lentamente sbattendo gli occhi, si sentiva strana e la sua vista non l'aiutava, alcune volte le sembrava di star usando una lente d'ingrandimento e altre, invece,  che la sua vista fosse normale.

 

Il nodo alla gola che teneva la stava per far  cadere a terra,ma prima che ciò succedesse, Louis la prese per fianchi, mantenendola. Non riusciva a capire da dove provenisse quel bruciore, ma era come se non mangiasse da anni.

 

Cercando di rialzarsi, guardò un attimo lo specchio che le stava affianco  e allora vide il marchio completo e quelle che sembravano onde circondarlo. In quel momento capì, era un vampiro, l'essere che aveva sempre odiato.

 

Louis la fece alzare e l'abbracciò in modo da confortarla e mantenerla in piedi. Era feliccissimo che fosse “viva” ma gli dispiaceva che in quel momento fosse un vampiro. Sapeva benissimo come sono i primi giorni da vampiro, molti li avevano descritti come sanguinari, altri ancora confortanti e alcuni perfino devastanti, ma lui li ricordava solo come inreali,  perché gli sembrava di stare in un incubo.

 

-sono un vampiro- disse Victoria in un sussurro, mentre posava la testa nell'incavo del collo di Louis.

 

-c'é la farai- la rassicurò -ti starò vicino- disse distinto, non la conosceva neanche, ma era sicuro che avesse bisogno d'aiuto e lui voleva esserci per lei. Non capiva perché, ma sapeva che ci sarebbe sempre stato se lei ne avesse avuto bisogno.


 

*****
 

 

Deborah fu svegliata dalla suoneria del suo telefono e si ritrovò a tastare con gli occhi chiusi sul comodino alla ricerca del piccolo aggeggio.

 

Non guardò neanche il nome sul display e accettò la chiamata. Aveva lasciato le tappanelle aperte e ora il sole le stava arrivando in faccia, infastidendola.

 

-DEB!- la voce squillante della sua migliore amica, Abbie, le fece allontanare il telefono dall'orecchio.

 

-Abbie! Cazzo! Mi hai svegliata!- la sgridò alzandosi per chiudere le tappanelle,  aveva dormito troppo poco tempo e adesso era distrutta.

 

-l'avevo capito- ridacchió Abbie. Deborah era sicura che la sua migliore amica l'aveva fatta apposta, ma come non era dell'umore, lasciò correre, una cosa che faceva di rado.

 

- perché rompi a quest'ora?- chiese strofinandosi gli occhi.

 

- ho saputo di George, dobbiamo parlare.- disse seria Abbie.

 

Deborah ci mise un minuto buono ad elaborare le parole dell'amica, era troppo stanca. Aveva lasciato George il giorno prima, dopo gli allenamenti di football, non voleva più uscire con un tipo così.

 

- Ma anche no. L'ho lasciato, tutto normale- disse semplicemente.

 

-no, non é normale. Vengo a  casa tua fra un'ora. Ne parleremo.- disse per poi attaccare prima che Deborah potesse dire qualcosa al contrario.

 

-stronza- borbottò per poi posare il telefono sul comodino,  voleva dormire ancora un po'.

 

Però era curiosa di sapere che cosa doveva dirle Abbie.



 

 

Spazio autrice



Grazie mille per le due recenzioni, risponderò al più presto.

 

Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate!

 

Chiara,

   
 
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