Fissai fuori dal finestrino guardando i paesaggi londinesi mentre mio padre cantava le canzoni che trasmettevano alla radio.
Eravamo in macchina da più di 3 ore diretti verso l’accademia delle arti di New York, ero stata ammessa pochi mesi prima e non ci avevo pensato due volte a fare la valigia e trasferirmi anche se avrei dovuto lasciare i miei amici.

Arrivammo davanti al cancello e osservai l’imponente struttura circondata da centinaia di studenti.
“eccoci qui.” Dissi rivolta a mio padre.
“eccoci qui.” Sospirò. “ti sei ricordata tutto?”
“Si, almeno credo.” Guardai con dolcezza il suo sguardo da duro sapendo che, nonostante non fossi una figlia modello, gli dispiaceva almeno un po.
“Ho tante cose da sistemare, credo di dover andare.” Gli dissi.
“oh certo.” Abbassò lo sguardo. “ti serve un aiuto?”
“Credo di farcela, grazie comunque. Ti chiamo più tardi.” L’abbracciai forte. E scesi dalla macchina avviandomi verso l’entrata dell’istituto.

Mi diressi verso la segreteria per prendere le chiavi della mia nuova camera e gli orari delle lezioni.
Appena varcai la porta della mia nuova stanza mi trovai davanti una sorridente ragazza, aveva in mano una sigaretta o meglio, sembrava una sigaretta, quell’odore lo conoscevo fin troppo bene. Tirai un sospiro di sollievo, almeno non si sarebbe lamentata delle mie non molto salutari abitudini di tutti i giorni.
“Ciao, io sono Sam.” Allungai la mano per presentarmi.
“Piacere Nina.” Mi strinse la mano, sorridendomi.
“Posso?” indicai lo spinello che teneva tra le dita.
“Certo.” Mi guardò e disse “devo ammettere che ho avuto paura fossi una di quelle persone che ti assillano elencandoti gli effetti della cannabis e che fa estremamente male.” Rise di gusto.
“Credimi ho avuto paura anche io.” Risi insieme a lei.
Passammo diverse ore a conoscerci, fin quando sentimmo la porta aprirsi. Non feci in tempo ad assimilare la cosa che sentì una voce.
“Nina alza quel bel culo che ti ritrovi e andiamo che siamo in ritardo. Harry questa volta ci ammazza.” si precipitò in camera arrivando davanti al letto della ragazza.
“ Ciao Niall, anche io sto bene, grazie per l’interessamento.” Mi guardò “Comunque lei è Sam.”
“Hey, piacere.” Mi tese la mano e la strinsi.
“Scusa ma te la devo portare via per qualche ora, siamo in ritardo.”
“ci ritroviamo al parco dell’accademia con i nostri amici, vuoi venire Sam?” mi chiese Nina.
“Grazie per l’invito, mi piacerebbe molto venire, ma per momento preferisco rimare qui a sistemare le mie cose?” le sorrisi.
“Sei sicura?”
“Certo, tranquilla.”
“va bene, ci vediamo più tardi.”
Mi guardai in giro e cominciai a svuotare la mia valigia.
 
Usci dalla camera e mi diressi al di fuori dell’istituto notando un posto isolato qualche metro più avanti. Camminai osservando la strana gente che mi circondava, non che io fossi poi così normale ma di sicuro l’aria di New York era decisamente molto più diversa di quella del North Carolina.

Mi fermai vicino ad un albero sedendomi con la schiena appoggiata al tronco. Presi la borsa per cercare il necessario per rollarmi uno spinello.

Mentre fumavo mi sentì chiamare. D’un tratto vidi i capelli celesti di Nina sbucare da dietro l’albero.

“hey che ci fai qui?”
La guardai ae le indicai lo spinello. “Avevo bisogno di una distrazione.” Le sorrisi. “Vuoi unirti a me?”
“No, Niall mi sta aspettando, ci vediamo tra mezzora in camera.” Annui e la vidi andarsene.
Presi la borsa e mi avviai in camera.