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Autore: Miss BloodyFangs    08/12/2014    1 recensioni
"Guardali, gli occhi del tuo boia, gira il collo e sistemati meglio sul ceppo scomodo sotto di te - Sbrigati, mi dolgono i polsi - tenti un'aria di sfida, uno sguardo temerario, ma ottieni solo una smorfia smarrita ed una voce tremante."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardali, gli occhi del tuo boia, gira il collo e sistemati meglio sul ceppo scomodo sotto di te - Sbrigati, mi dolgono i polsi - tenti un'aria di sfida, uno sguardo temerario, ma ottieni solo una smorfia smarrita ed una voce tremante.

L'uomo incappucciato si china e sfiora la tua fronte con un bacio che tenti di evitare con le tue poche forze, senti una fitta al collo mentre trasforma in un contatto rude quel macabro sfiorare della tua liscia pelle contro quella ruvida delle sue labbra screpolate.

Stai per rimettere il nulla che hai mangiato nell'ultimo giorno e stringi gli occhi, conscia che non ti risveglierai nella tua stanza accogliente. D'improvviso guardi la telecamera, che continua a registrare l'orrendo evento che sta per compiersi per l'ennesima volta.

- Hai qualcosa da dire? - ti chiede, rialzatosi rapidamente in piedi. Con enorme sforzo deglutisci un'ultima volta e scuoti la testa. A chi avresti parlato? Alla madre che ti ha disconosciuta? Al padre che non hai mai visto? No, non ti staresti mai abbassata a tanto pur di fingere di essere amata. Tutti ti hanno voltato le spalle, ecco come sei finita lì, in ginocchio su un pavimento di cemento tra le mani di un uomo che ha giocato con te per settimane, prima di condurti al patibolo.

Perché sei stata abbandonata.

Che triste ironia, aver studiato legge e finire processata e giustiziata da un folle.

Hai aspettato prima ore, poi giorni, infine hai perso il senso del tempo - hai sperato in vano che qualcuno ti venisse a salvare.

Dunque è giunto il tuo momento, di pentirti dei tuoi peccati, di smettere di credere nella tua filosofia di vita quale la Provvidenza ed esalare il tuo ultimo respiro.

Sola, come sei nata, ora morirai.

In un respiro profondo tenti di calmare il tuo cuore, ancora tenacemente in funzione e che temevi sarebbe scoppiato in poco tempo per via delle orride torture.

Di colpo viene sfondata una porta, il fracasso sopraggiunge e senti il tuo animo stillare un'ultima goccia di speranza; il tuo viso stanco si apre in un debole sorriso.

È troppo tardi, ma non lo sai. Forse è meglio così.

Qualcosa di estraneo incide il tuo corpo, proprio dove non lo puoi vedere: dietro la testa.

Dunque quello sarà il tuo aspetto eterno, quello di una donna capace di morire serenamente, anche se nelle grinfie di un assassino seriale. Una persona fiera e coraggiosa.

Per cui, ancora una volta, incompresa.

  
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