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Autore: Andrina    05/11/2008    4 recensioni
Questa non è la classica storia dove uno dei Tokio Hotel trova la sua anima gemella.
È vero si : in questa storia Tom kaulitz prova le indescrivibili gioie dell’amore con una ragazza conosciuta grazie ad una vacanza studio. Ma Tom kaulitz più che gioie patirà le indescrivibili pene di quel bellissimo sentimento. Infatti Kimberly ( o Kim ) è in realtà … ma quando il chitarrista lo scoprirà sarà ormai troppo tardi per ..
Storia raccontata da due punti di vista , quindi introspettiva. Ho saltato tutte le prefazioni possibili e immaginabili per immergervi già nel racconto. Leggete , se volete.
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui , allora , alla resa dei conti.

Eccomi qui nel bagno di casa mia a stringere forte una lametta pigiata delicatamente sul mio polso sinistro.

Il viso rosso , rigato da ormai troppe lacrime che hanno reso i miei occhi perennemente lucidi , gonfi e stanchi.

Stanchi ormai di vedere solo bugie. Stanchi ormai di osservare una realtà , un illusione , che mi ero creato.

Eppure cazzo mi sento la rabbia ribollire nelle vene! Rabbia che si mescola poi al dolore, quel dolore ormai a me troppo familiare.

Quasi mi sento spoglio senza quella sofferenza diventata parte di me.

Ma io.. io sono Tom Kaulitz dannazione! E ora il mio orgoglio e la mia reputazione sono caduti troppo in basso e io stesso li ho calpestati , ho voluto calpestarli.

Sento che ormai non posso fidarmi più di nessuno , nemmeno di me stesso. Ecco perché forse la mia mano esita , esita ad affondare quella lametta nel mio polso, evita di porre fine a tutte queste bugie.

E come ho fatto a cadere così in basso? Come ho fatto a ridurmi così?

Mi guardai allo specchio “L’amore” quella parola uscì come un sibilo.

Già quel disgustoso sentimento dal quale , saggiamente , mi ero sempre tenuto alla larga.

E quel disgustoso sentimento nel quale mi aveva fatto cadere lei , quella stronza , quella puttana.

Sospirai e andai ad indietreggiare fino a poggiare la schiena sul muro freddo del bagno. Mi lasciai scivolare a terra , le ginocchia mollemente piegate al mio petto e ancora la lametta sul mio polso.

Non me ne fregava niente quanto in basso ero caduto. Non importava quanto tutti quanti avrebbero sofferto.

Io , io!, avevo passato le pene dell’inferno. Io mi sentivo morire ogni giorno che passava.

Chi ha detto che l’amore è una gioia? Uno stupido! Un vero e proprio stupido!

L’amore è sofferenza , è dolore , è morte.

Chinai il capo ed eccole ancora le lacrime familiari rigarmi il viso e andare a morire sulla mia felpa bianca.

Lei non era una stronza , no.

Era la ragazza più bella che avessi mai conosciuto. La più dolce , la più sensibile , la più delicata.

Perfetta in ogni dettaglio , nulla era sbagliato in lei.

La sua voce.

Sospirai.

La sua voce era di sicuro la musica più bella che avessi mai sentito. Nessuno strumento , nemmeno il più melodioso come l’arpa o il pianoforte , sarebbe riuscito ad imitarlo.

E quei suoi capelli ricci che sembravano essere d’oro. Avevo intrecciato più volte le dita in quella chioma mentre assaporavo quelle labbra , così carnose , così delicate , così dolci.

E poi la fissavo nei suoi occhi , profondi , penetranti , belli. E nocciola, nocciola come i miei.

Strinsi i pugni , la rabbia ancora mi invase.

Dannatamente nocciola come i miei! E il suo sorriso dannatamente uguale il mio!

Sentii bussare “Chi cazzo è?” sbottai pieno di rabbia , in quel momento non volevo vedere nemmeno mio fratello.

“Tom..”

Ancora lei. Non mi aveva lacerato abbastanza? Non aveva umiliato Tom Kaulitz , in chitarrista dei Tokio Hotel , troppo? Voleva ancora farmi male!

No , non questa volta.

Sentii un dolore lancinante al polso destro : avevo affondato la lametta.

“Vattene Kim!Sparisci!” dissi rabbioso reprimendo un gemito di dolore.

“Ti prego Tom.. sono.. bhè.. sono preoccupata per te”

Fu quasi l’ira a farmi alzare , a far aprire bruscamente la porta e a guardarla negli occhi , quegli occhi che adesso odiavo.

“Adesso ti preoccupi per me?” le sbottai contro.

Fu quasi intimidita dal mio tono di voce e non si accorse del mio polso sanguinante.

“Tommi ti prego..” e sentii la sua mano posarsi sulla mia guancia. A quel gesto ribollii ancora di più.

Nonostante sentivo le forze affievolirsi , le afferrai bruscamente il polso tanto da farla gemere di dolore “Non chiamarmi Tommi , mio fratello mi chiama così!”

“Ma io sono tua..” prima ancora che potesse pronunciare quella parola sentii un dolore al petto ancora più forte di quello che provavo al polso.

“Non dirlo cazzo! Non dirlo!”

“Ragiona.. non è colpa mia..”

Non ci vidi più dalla rabbia. Le presi anche l’altro polso e , con un gesto rapido , la sbattei con violenza contro la parete della mia stanza.

“Tom..” la sua voce era piena di paura ma anche di tristezza,

“Ti faccio pena Kimberly? ” calcai il nome che tanto odiava sapendo così di farla star male.

Non rispose , le lacrime iniziarono a rigare anche il suo viso.

“Piangi?” dissi e la sbattei ancora con forza sempre nello stesso punto “Fa male? Rispondi!”

“Tom smettila..” singhiozzò

“Rispondi!” la testa iniziò a girare , respirare iniziava a diventare difficile. Eppure trovai la forza di ribatterla per la terza volta contro la parete.

“Rispondi!” ripetei ma la mia voce perse carattere. Chinai la testa e le posai le mani sugli omeri come a volermi reggere a lei. Iniziai a respirare piano e con difficoltà.

E poi tutto diventò confuso. Chiusi gli occhi e mi aggrappai con tutto il peso al corpo esile della ragazza , della mia ragazza.

L’ultima cosa che sentii , oltre alla voce spaventata di Kim che mi chiamava , fu il rumore della porcellana che si frantumava a terra.

Poi , tutto , divenne finalmente buio.






Mi raccomando recensite in tante ! *Kiss*
  
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