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Autore: Degonia    09/12/2014    0 recensioni
[Terra Formars]
Mi fermai a fissarlo sorpresa dalla moltitudine di segni che aveva sulla schiena, pensando al dolore che aveva subito per ognuna di quelle ferite, portai una mano al cuore e la strinsi. Quanta sofferenza avrà dovuto sopportare nella sua vita?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~CLOSE TO ME


 
Se fosse stato un miracolo o solo una grande fortuna, questo non lo saprei dire, quello che sapevo però è che con grande fatica avevo trascinato via dal campo di battaglia il corpo esanime del comandante e avevo trovato una fessura nascosta tra alcune rocce. All’interno vi era una grande grotta, distesi il corpo del comandante e poi crollai al suolo. Le forze mi stavano abbandonando, forse non eravamo così tanto al sicuro, ma come potevano esserlo su un pianeta sperduto abbandonato da dio? La mente si annebbiò e chiusi gli occhi…

Mi svegliai all’improvviso, mi alzai facendo leva sulle braccia e mi sedetti stordita, la testa mi faceva male: “Dove sono?” pensai. Mi guardai intorno confusa e vidi un corpo: -Adolf!- esclamai.
Svelta mi avvicinai a lui e guardandolo mi tornò in mente tutto: l’attacco dei terraformars, il comandante che combatteva da solo, il suo tentativo di eliminare il loro capo, i miei compagni che cercavano di difenderlo e il suo disperato intervento nel creare un’enorme barriera elettrica per proteggerci quando il nemico aveva puntato contro di noi le proprie armi! In quel momento di caos, ero riuscita a portare lontano dal nemico il comandante che anche adesso non accennava ad aprire gli occhi. Cosa ne era stato dei miei compagni non lo sapevo, ma la mia debolezza contro l’avversario, indubbiamente, era una colpa.
Toccai le sue mani, erano fredde come il ghiaccio. Mi avvicinai al suo petto e rimasi in ascolto, lenti battiti si susseguivano a intervalli regolari. Ne fui sollevata, c’era ancora speranza; così mi tolsi la giacca e lo coprii, in quel mentre guardai il suo volto che porgeva la metà destra verso di me: lui l’ha sempre nascosto, seppur fossimo una squadra, seppur fossimo così uniti da sacrificare la nostra vita per l’altro, lui ha sempre cercato di celare quello che, probabilmente, lo faceva sentire diverso. Sorrisi lievemente, che stupido, pensava davvero che questa fosse la cosa peggiore? Mi sdraiai accanto a lui afferrandolo per la manica, speravo solo di non essere trovati, sarei dovuta restare sveglia, ma il mio corpo aveva bisogno di riposo. Il sonno non ci mise molto ad arrivare.
 
Quando mi risvegliai, notai che ero coperta con la mia giacca e guardando accanto a me, vidi che Adolf non c’era! Spaventata e sconcertata mi misi in piedi: “Dov’era? L’avevano portato via? Mi aveva lasciata qui da sola?” impaurita mi guardai per bene intorno, e guardai verso il passaggio dal quale eravamo entrati. Non c’era, ma all’improvviso sentii un’imprecazione alle mie spalle: -Dannazione!- echeggiò da lontano.
Veniva dalla parte opposta all’uscita, mi avvicinai alla parete e qui vidi che vi era un grande passaggio che collegava la grotta in cui ero ad un’altra. Guardandola da lontano non l’avrei mai detto, la roccia dei muri presentava così tante sporgenze da nascondere interamente l’apertura, così ci guardai all’interno e di fronte, ad alcuni metri di distanza, vi era una seconda uscita celata da un muro d’acqua scosciante. Probabilmente ci trovavamo all’interno di un’altura dalla quale scorreva una cascata e quello ne era il flusso.
Con lo sguardo feci una panoramica dell’ambiente e ad un lato della cascata vidi Adolf!
Stavo per chiamarlo quando notai che il suo corpo era interamente ricoperto da elettrodi in metallo e cicatrici. Mi fermai a fissarlo sorpresa dalla moltitudine di segni che aveva sulla schiena, pensando al dolore che aveva subito per ognuna di quelle ferite, portai una mano al cuore e la strinsi. Quanta sofferenza avrà dovuto sopportare nella sua vita?
Fu solo in quel momento che mi accorsi che era nudo! @///@
Mi voltai e coprendo il viso con le mani mi poggiai ad una parete interna facendo un gran rumore, sicuramente se n’era accorto. Scivolai giù avvicinando le ginocchia al petto. Ero così imbarazzata! Come avevo fatto a non accorgermene? Ero davvero così distratta da non notarlo!?
   
 
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