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Autore: Oducchan    10/12/2014    3 recensioni
È un mercoledì mattina, e quando scende dal treno Toudou è già lì ad aspettarlo
È un mercoledì mattina di dicembre, e Makishima capisce che qualcosa è cambiato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jinpachi Toudou, Yuusuke Makishima
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt
Titolo:Once upon a december
Fandom: Yowamushi pedal
Personaggi:Toudou Jinpachi, Makishima Yuusuke
Pairing: pre!slash TouMaki
Genere: introspettivo, romantico, un pochino fluff?
Avvisi: SPOILER! (si accennano a cose del secondo ciclo del manga, dopo il primo inter-high e il diploma dei ragazzi del terzo anno)
Rating: verde
Note:
Mi sono svegliata in modalità TouMaki e non ho avuto pace finché non ho cavato fuori qualcosa, anche se non è il qualcosa che avrei voluto scrivere.

 

Once upon a december



È un mercoledì mattina, e quando scende dal treno Toudou è già lì ad aspettarlo, imbacuccato da capo a piedi in un cappotto fin troppo spesso, con due giri di sciarpa attorno al collo, ma da cui la divisa sintetica per le gare invernali riesce comunque a far capolino, avvolta alle gambe sottili. Makishima si chiede stupidamente cos’è che avesse in mente, quando gli ha spedito quella mail ieri pomeriggio: è dicembre inoltrato, manca poco a Natale (ed è per questo che è di nuovo in Giappone, perché l’Inghilterra sembra fermarsi in prossimità della festa e di restare a casa da solo con suo fratello e suo zio sarebbe stata una tortura. Meglio assecondare quella stretta dello stomaco, che si fa più calda e insopportabile quando ha voglia di casa), e non c’è decisamente il clima ideale per una corsa in bicicletta, men che meno per una scalata sulle pendenze di Hakone ―basta un’occhiata, per vedere la spruzzata di neve che imbianca il monte Fuji.
Eppure... eppure è stato irresistibile, quel bisogno di prendere il telefono e scrivergli, pigiare i tasti e poi aspettare che comparisse la risposta, fin troppi emoticon e fin troppa punteggiatura ad aggredirgli la vista. È stato impossibile impedirsi di farlo, pensare di restare a casa a godersi il calore del kotatsu del salotto, ciondolando tra i libri di scuola e gli arretrati delle sue riviste preferite.
Il dubbio dura per tutto il tempo in cui rimane fermo, lì appena uscito dal binario, con Jinpachi a cinquanta metri che ancora non l’ha notato e che squadra corrucciato il tabellone degli arrivi, gettando occhiate nervose all’orologio. Fissa i suoi nerissimi capelli, un po’ troppo arruffati per gli standard di perfezione di Toudou (ha corso? Per vedere lui?), e gli occhi viola assottigliati, le guance rosse di freddo che pian piano si stanno scaldando e tornano a un colorito normale. Lo guarda, e si dice che il cuore sta battendo così forte solo perché sono passati sei mesi dall’ultima volta che si sono visti di persona, che è solo la tensione dovuta al non sapere cosa dirgli, come parlargli ―perché cosa rimane di un rivale, quando la sfida non c’è più? Cosa resta di un avversario, quando non si ha più di che competere?
Poi Toudou sposta un po’ il capo, con un ciuffo corvino che gli piove sul viso, e mentre la mano corre a scostarlo il suo sguardo scivola lungo tutta la stanza, e finalmente lo vede. Basta il battito di ciglia, il calare rapido delle palpebre e il loro celere risalire, e la sua espressione cambia, muta, si distende, s’illumina. Spalanca la bocca in un ghigno felice e i suoi occhi si accendono di una gioia che Yuusuke aveva, in un certo senso, dimenticato.
Non del tutto.
-Maki-chan!-
Ed è un istante, perché poi Toudou si mette a correre come un bambino per saltargli al collo e stringerlo così forte da fargli temere di ritrovarsi con qualche osso rotto, così forte che pare non volerlo lasciare andare mai più. Ed è in quel momento, proprio prima che le labbra di Jinpachi inizino a muoversi per formulare quel nomignolo, quel secondo in cui Toudou è luce e gioia ed entusiasmo per il solo averlo lì, che Makishima smette di farsi domande e di rimuginare sul freddo, sulla neve, e sul non avere portato la calzamaglia termica. Che la sua mente s’azzittisce, tutti i pensieri muti e silenti, completamente proiettata verso l’altro, su quanto sia bello, su quanto sia scemo.
Ah già” si dice “è perché mi era mancato”.
È un mercoledì mattina, e Makishima Yuusuke comprende di essere oltremodo fottuto, perché si è innamorato. Perciò abbozza un sorriso, ingoiando il cuore che batte all’impazzata, smozzica un –Jinpachi- tra i denti stretti, e lo stringe a sua volta, più stretto che può, col desiderio di non lasciarlo andare mai più.
   
 
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