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Autore: nuvole_e_popcorn    10/12/2014    1 recensioni
Forse, a dirla tutta, c'era un po' di invidia nella competitività sul Quiddich... c'era un po' di simpatia nascosta dietro frasi mordaci e frecciatine acide... c'era una connesione coperta con disgusto e odio... c'era un po' di attrazione dietro a battibecchi e detenzioni... forse c'era una ragione dietro alle farfalle che vomitavo con tutta la mia acidità in sua presenza.
A dire il vero forse non è che lo odiassi... in realtà lo amavo.
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Da un capitolo imprecisato (XD):
«Perché non hai mangiato per così tanto tempo, hmm, Kylie?» mi sentivo scrutata sotto il suo sguardo. Sospirai, se dovevo rovinarmi tanto valeva farlo in stile.
«Per la pancia» sembrò non capire.
«Da quel giorno mi hai sempre preso in giro per la mia pancetta... so che non è tanta, ma volevo togliermi la soddisfazione di dimostrarti che non potevi più prendermi in giro a riguardo» ammisi. Lui sospirò.
«A volte mi domando se nei Serpeverde smistino persone stupide. Prendevo in giro la tua pancia per nascondere il fatto che la trovo dannatamente sensuale, mentre ti muovi, solo col reggiseno sportivo addosso senza curarti del mondo attorno a te...Stupida!»
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Truth be told

Forse, a dirla tutta, c'era un po' di invidia nella competitività sul Quiddich... c'era un po' di simpatia nascosta dietro frasi mordaci e frecciatine acide... c'era una connesione coperta con disgusto e odio... c'era un po' di attrazione dietro a battibecchi e detenzioni... forse c'era una ragione dietro alle farfalle che vomitavo con tutta la mia acidità in sua presenza.

A dire il vero forse non è che lo odiassi... in realtà lo amavo.

 

 

 

Parte prima

Denial

Il primo passo per ammettere di amare qualcuno è la negazione.

 

Settembre

«Cosa?» esclamò la mia migliore amica, Cora, quando, rientrata nei Sotterranei le raccontai del perché la McGrannit mi aveva convocata.

«Esattamente. La McGrannit vuole che io e Potter -sputai il nome come una condanna a morte – siamo i Capitani di uno Squadra Intra-Case che rappresenti Hogwarts, per facilitare l'unione fra Case.»

«E tu?»

«E io cosa? Non è che mi ha dato scelta! -esclamai alzando le braccia in segno di frustazione -o lo faccio o posso dire addio al Quiddich e alla Coppa delle Case!»

«Cioè nel frattempo si manterranno anche le Squadre normali?» domandò ancora Cora, inarcando un sopracciglio biondo.

«Esatto» risposi sbuffando e lasciandomi cadere con un sonoro thumpf sul materasso. Sentii il peso di Cora affianco a me, ancora prima che la sua testa bionda si appoggiasse accanto alla mia mentre i miei boccoli corvini si mischiavano ai suoi ciuffi biondi lisci.

«Quella vecchia Megera ha perso qualche rotella» mi disse, scuotendo la testa, la maggiorparte delle volte, da come si comportava, pensavo che sarebbe stata bene nei Tassorosso per la sua bontà, ma era in momenti come questi che capivo perché il Cappello Parlante l'aveva smistata a Serpeverde.

«Per di più me e Potter cocapitani... capisci che caos che sarà?» domandai retorica. Che fra me e Potter non corresse buon sangue era risaputo... come se non bastassero a dimostrarlo scherzi, anche pesanti, battutacce acide e detenzioni rovinate... intere aree del Castello ‘distrutte’ dalle nostre discussioni, avevo anche ricevuto il fiocco di sfida da lui e dalla sua combricola di Presuntuosi Grifondoro. La mia amica si limitò a carezzarmi la testa maternamente e ad annuire e a subire mentre le mie lacrime calde scendevano lungo le guance lasciando scie di mascara.

«Kylei -mi disse ad un tratto - ricorda che Potter ha un anno in più di noi, eppure la McGrannit ti ha voluta come suo co-capitano significa che sei bravissima e che quel deficiente non potrà nulla contro di te...»

«No, Kor... -dissi – significa che io e quel deficiente siamo alla pari».

Non so esattamente quando ebbe inizio alla nostra guerra personale... i primi tre anni erano passati abbastanza bene, senza che dovessimo litigare, discutere, fare amicizia... no, ci eravamo semplicemente ignorati, poi erano cominciati gli scherzi, ma Potter non si era trovato di fronte a una rammollita, avevo risposto per le rime e da allora continuavamo a battibeccare come cane e gatto.

 

Il giorno dopo la notizia aveva fatto il giro della scuola, quindi tutti aspettavano in trepidazione che avvenisse qualcosa. Sussurravano a destra e a sinistra... continuavano a fissare, mangiavo, ma sembrava che fosse diventato un affare di stato, cosa che non sopportavo. Ora, non è che non fossi abituata all'attenzione, sono la figlia del Ministro della Magia, per Merlino! Ma così, o beh tanto non avrebbero smesso. Mi alzai di scatto, aggiustandomi i capelli su una spalla.

«Che fai?» mi urlò-sussurrò Kora, guardandosi intorno, lanciai un'occhiata di sfida a quei pochi che avevano avuto il coraggio di continuare a fissarmi apertamente: «Dò loro qualcosa di cui parlare» risposi e mi diressi verso il Tavolo dei Grifondoro, intanto meditando un omicidio. Funziona sempre, meditare un omicidio, dico, agli occhi degli altri sembri bellissima e superiore e l'omicidio che avevo in mente era quello di un certo Grifondoro intento a limonare con una bionda finta con due tette che sembrava le esplodessero. I suoi amici mi fissarono a metà fra il divertito e il sorpreso. Mi schiarii la gola, ma niente, così afferrai dalle mani dell'effemminato Mike Finnegan un bicchiere di succo di zucca, di un bell'arancione vivo e lo rovesciai addosso alla coppietta. Il povero disgraziato a cui avevo appena rubato la colazione sembrava sconvolto e pietrificato; la bionda finta urlò o meglio squittì con la sua voce da topino mentre si guardava le mani ora arancioni e appiccicose, il malcapitato che la teneva in braccio era per metà bagnato e per metà asciutto e mi scoccò un'occhiataccia che, se fossi stata chiunque altro, mi avrebbe pietrificata sul posto, invece io ghignai saccente, bell'inizio di giornata.

«Tu... tu... piccola...» cominciò la bionda tinta, dalle tette esplosive.

«Taci, oca -dissi alzando una mano davanti a me – la tua voce mi distruba i timpani e comunque non sono venuta qui per conversare con te – stavo usando il mio tono da Lady, imparato in Francia – quindi perché non corri a studiare un incantesimo di pulizia che faccia un lavoro esplosivo come l'incantesimo che usi per incrementare il tuo seno? Sciò, sciò, evapora» dissi sedendomi di fronte a loro, la ragazza sembrava contraddetta così, fatto un suono di frustazione, si alzò e se ne andò. Cominciai a magiare pancake senza proferire parola mentre Potter si ripuliva.

«Allora, Kylei – disse – a cosa devo questa infausta visita?»

«Devo sapere come intendi procedere per la Squadra» dissi in un business-tone che avrebbe rivaleggiato con quello di mia madre (e lei è il fottuto Ministro della Magia!).

«Solo questo?» domandò Potter sporgendosi verso di me, alzai lo sguardo incrociandolo col suo e tenendolo incatenato per qualche secondo, senza spostarmi neanche di un centimentro.

«Dovrei avere qualche altra ragione per godere della tua piacevole compagnia?» domandai, inarcando un sopracciglio.

«Hai cambiato acconciatura – disse di punto in bianco, lo guardai sbigottita – sembri Medusa» aggiunse ridacchiando.

«Sempre meglio di quel nido di piccioni che ti ritrovi in testa Potter» risposi, sinceramente offesa: adoravo i miei ricci corvini.

«Sotto questo nido di piccioni c'è un cervello niente male, in caso tu non lo sapessi»

«Oh non ne dubito, ecco perché, credo tu sappia, saggiamente, Cervellone, che prima finisce questa tortura e meglio è» sembrò pienseroso. Greengrass 1 – Potter 0.

«Bene. - annunciò – pensavo che ci conveniva ricostruire bene le squadre singole e tra i giocatori delle stesse fare i tryouts e formare la Squadra e da lì in poi» annuì, poi mi alzai e me ne andai senza salutare.

«Che culo, Greengrass!» mi chiamò dietro Potter, alzai il dito medio in risposta.

«Signorina Greengrass! Dieci punti in meno a Serpeverde!» gracchiò la McGrannit. Greengrass 1 – Potter 1.

 

Ottobre

«Oi Kylei!» alzai lo sguardo dal libro che Cora mi stava porgendo mentre camminavamo per farmi vedere una cosa che non capiva bene, era tutto sudato dagli allenamenti con i Grifondoro e veniva dritto verso di noi, alzai glo occhi al cielo e li puntai su di lui.

«Che vuoi Potter?» domandai acida. Ormai ci aveva raggiunte. «Le mie erano le ultime vero? Adesso potremo organizzare i tryouts generali!»

«E hai fatto tutta questa strada, sudato e indecente per dirmi questo? Non potevi farlo dopo esserti lavato?» domandai schifata. Lui ghignò e con un unico fluido gesto mi caricò in spalla come se pesassi un kilo e non cinquantuno.

«Potter! Mettimi giu!»

In tutta risposta lui prese la mia borsa, portagli da una sbigottita Cora (traditrice!) e sorridendo smagliante cominciò a camminare nella direzione opposta a quella che stavo andando.

Dopo qualche minuti avevo rinunciato a farmi venire il mal di gola.

«Dove staresti portandomi?» domandai sconfitta.

A quel punto lo sentii dire ad alta voce: «Nargilli dispettosi!» e quando entrammo in una Sala Comune rossa e oro capii che mi aveva portato alla Torre Grifondoro. In the Lion's den! Abort, abort!

«Ei, James! - urlò qualcuno, mentre altri fischiavano – alla fine sei riuscito a rimorchiarla... ha un bel culo effettivamente – arrossii, ma tutti ce l'avevano col mio fondoschiena? - la porti già in camera»

«La porto in camera sì, ma tu dì un'altra volta un cosa del genere e non esiterò a separarti dalle tue ossa, sono stato chiaro?» sentii il povero deglutire rumorosamente e feci, nella mia testa una happydance, contenta che Potter lo avesse rimesso apposto.

«Stai tranquillo amico – disse qualcun'altro – si sa che James è protettivo delle sue conquiste»

«NON SONO UNA SUA CONQUISTA!» strillai ormai quando la porta del dormitorio si chiudeva alle mie spalle. Mi ritrovai seduta su un letto.

«Vado a farmi una doccia – mi disse, togliendosi la maglia – tu dai pure un'occhiata in giro, non ti infastidiranno» ed entrò in bagno.

Solo quando sentii l'acqua scorrere capii ciò che era successo: James Sirius Potter mi aveva rapita! 

  
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