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Autore: kymyit    10/12/2014    3 recensioni
Dopo uno dei suoi allenamenti con Mihawk, Zoro parte alla ricerca dei servizi e chiede la strada al suo maestro (leggi rivale/obbiettivo da annientare). E Mihawk gliela indica, ma qualcosa va storto.
Per entrambi.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Drakul Mihawk, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Vecchia storia veramente pirla, perdonatemi XD 



Indicazioni sbagliate





Con uno scatto veloce del braccio, la spada nera di Dracul Mihawk sbalzò tutte le spade del Cacciatore di Pirati. Roronoa Zoro cadde seduto a terra, spossato, deluso, desideroso di fare meglio la volta successiva. Ansimò alzando lo sguardo verso l’uomo che a sua volta lo fissava con quegli occhi penetranti come aghi che  lo trafiggevano e al tempo stesso parevano inghiottirlo in una spirale dorata.
Una sensazione terrificante, il soprannome Occhi di Falco era strameritato, stramotivato, stramaledettamente calzante per quell'uomo.
-Per oggi basta così.- gli disse quello, facendogli cenno di alzarsi e il Cacciatore di Pirati obbedì in silenzio.
-Lasci sempre il lato destro scoperto.- gli disse -Non so come ti sia venuta quest’idea, ma ti assicuro, che se fossi stato un tuo nemico, saresti morto non so quante volte oggi!-
Zoro deglutì.
-La potenza dell’attacco è notevole, ma a che serve attaccare se non si riesce anche a parare i colpi? Se ti uccidono poi non venire a lamentarti da me che non ti avevo avvertito.-
Ciò detto si ritirò, irritato. Lui.
Zoro non era irritato, no...
Scagliò a terra la bandana che sollevò una debole nuvoletta di polvere. Era lui a doversi sentire frustrato. Era rimasto lì per diventare il migliore, ma aveva migliorato solo i tempi di ramanzina del suo, ormai, maestro. Ben due minuti, c'era da esserne fieri, normalmente Mihawk non era tipo da sprecarsi troppo.
Zoro rimase a prendere fiato prima di decidere che fosse il caso di darsi una rinfrescata e di ascoltare il richiamo della natura.
E non era proprio il caso di ascoltarla nel cortile.
Vagò per il castello senza meta e passò per caso nel salotto. Come si aspettava, quei due erano lì a discutere.
Perona serviva del tè al padrone di casa lamentandosi di non essere la sua cameriera e poi chiedeva di Moria. Mihawk rispondeva che si erano perse le tracce, ma che di sicuro stava bene e che non si faceva vedere in giro visto come il Governo Mondiale l’aveva liquidato.
Era una scena che si ripeteva tutti i giorni, così come le sconfitte che Zoro subiva dal suo rivale e maestro. Gli aveva chiesto lui di allenarlo, supplicandolo in ginocchio e forse l'altro aveva accettato sul serio solo perché si annoiava.
Gli aveva detto chiaro e tondo, pochi giorni prima, che se non fosse migliorato, l’avrebbe cacciato via dal castello con la forza e l’aveva persino intimato a non dire a nessuno che l’aveva allenato lui.
-Non voglio essere considerato il maestro di un perdente.-
Tagliente e duro.
Così schifosamente arrogante.
Più lo conosceva, più Zoro pensava a come dipingergli sul volto l’amara espressione della sconfitta.
-Ci sono novità?- chiese il Cacciatore di Pirati.
Perona scosse la testa.
Nessuno della ciurma aveva fatto delle bravate, meglio così, ma non gli sarebbe dispiaciuto sentire parlare ancora di quei pazzi scatenati. Ma, finché erano divisi, era molto meglio starsene buoni.
Lo spadaccino superò i due ed imboccò il corridoio, poi però si fermò.
-Dove diavolo era il bagno?- si domandò confuso.
-L’ultima porta in fondo al corridoio a destra.- gli disse Mihawk, anticipando Perona sul tempo e continuando a fissare il giornale come se nulla fosse.
“Destra mia o sua?” pensò Zoro.
Accidenti a quel castello enorme.
“Sarà la sua destra.” Pensò convinto “Perciò, da questa parte.”

Tre ore dopo cercava ancora il bagno e fu tentato di farla di nuovo fuori, ma il problema era che doveva trovare l’uscita, perciò optò per saltare dalla finestra risparmiandosi tempo e fatica. A mali estremi, a quel punto...
Mentre fu lì lì per saltare, qualcosa però attirò la sua attenzione.
Zoro imboccò il corridoio sospetto e si aggirò per un’ala del castello che non aveva mai visitato nonostante i suoi tour da fantasista.

Le porte erano tutte chiuse a chiave, eccetto l’ultima che lasciava intravvedere il tanto bramato bagno.
Lo spadaccino, al limite, vi si precipitò, per poi fermarsi giustappunto un istante prima di varcare la soglia.
Era una stanza da letto con annesso bagno, il tanto agognato bagno... Ma non era quello il punto!
Era strano che solo quella fosse aperta.  Che si trattasse di una trappola per studiare i suoi riflessi?
“Non sarebbe una cosa da quell’uomo…” si disse fra sé e sé, convincendosi ad entrare.
Effettivamente non era da Mihawk compiere agguati, perciò quando  Zoro se lo trovò nudo sul letto e profondamente addormentato, non seppe bene cosa pensare, se non che ce n'era di gente strana al mondo.
La realtà era che Mihawk aveva ben pensato di creare la situazione adatta per convincere l'allievo a duellare con ben altre spade, peccato che c'era una cosa in cui Zoro era il migliore del mondo.
Perdersi.
Occhi di Falco aveva valutato a lungo i vari tragitti, era sicuro al cento per cento che prima o poi Zoro sarebbe entrato in quella stanza. Ma dopo tre ore di lunga attesa, persino lui aveva ceduto al sonno.
Se solo Zoro avesse fatto queste considerazioni, chissà se sarebbe stato fiero di aver sconfitto a quel modo  il temuto Dracul Mihawk, detto Occhi di Falco.




   
 
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