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Autore: _Lillian_    10/12/2014    9 recensioni
"Sarà come se non fossi mai esistito".
Aveva detto così prima di scomparire e così sarebbe stato se dentro me non stesse crescendo qualcosa che mi lega ancora più inesorabilmente a lui.
"Quando non si ha più nulla a cui potersi aggrappare anche il pericolo diventa un'ancora di salvezza, e i Volturi per me, per loro... lo sono stati"
Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono un'immortale.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Chapter 5
 

POV  BELLA

Aereo privato Volturi. Ore 05.37 del mattino. Partenza Italia, arrivo Washington DC e già un nervoso pronto a scalare le vette dell’Everest. I ragazzi ancora troppo assonnati per poter parlare se ne stavano placidamente dormienti sulle loro poltrone extralusso di pelle rossa, le ragazze invece, troppo eccitate dalla nuova avventura per potersi contenere, parlavano ad alta voce infastidendo i presenti. Io invece, ero tesa come una corda di violino tirata al massimo e pronta a spezzarsi da un momento all’altro. L’idea di dover tornare nei luoghi che mi avevano vista felice, innamorata, completa e distrutta allo stesso tempo mi mandava in uno stato di totale agitazione che grazie alla mia natura riuscivo a mascherare…forse. Picchiettavo ritmicamente le dita sul bracciolo attenta a non disintegrarlo nonostante sulla superficie si vedessero già alcune conchette riproduzioni perfette del mio indice. Aro non me ne vorrà e se lo farà gli urlerò contro che la colpa era tutta sua, sua e di quel vampirastro che ora mi guardava con un sorrisetto sornione e sfrontato che avrei strappato dal suo viso molto volentieri. Comodamente sedutomi difronte attendeva una mia parola che, caro mio, non sarebbe arrivata presto. Parola di Isabella Marie Swan Volturi.

“Vuoi davvero tenermi il muso per tutto il tempo?” mi chiese Robert a metà tra l’esasperato e il divertito, un duo che fece arrivare la mia ostinazione ancora più in alto. Girai la testa dall’altro lato come una bambina offesa dall’alto dei miei novantotto e passa anni. “E dai Isy, lo sai anche tu che non puoi continuare a fuggire dal tuo passato e sai anche che per i tuoi figli e per tutti gli altri questa è la scelta migliore, non avrebbero potuto andare avanti e indietro tra due Stati tanto lontani rimanendo comunque efficienti e salvando lo stesso numero di vite” sospirò l’uomo più serio di prima. “Lo so” sbuffai tra i denti. Eccome se lo sapevo ma non riuscivo ad evitare un comportamento più simile ad una mocciosa che ad una donna.  Ma in ogni caso lui ora era a spassarsela in chissà quale parte del mondo e sicuramente non l’avrei incontrato a Forks a distanza di decenni e decenni. Anzi molto probabilmente evitava quella piovosa cittadina come la peste per paura di incontrare qualche mia discendente. Robert tornò a guardarmi soddisfatto e divertito. “Se lo sai allora sai anche che è inutile tenermi il broncio. Non permetterò più a nessuno di farti del male e Anthony è del mio stesso avviso quindi non c’è nulla di cui tu debba preoccuparti”. Sorrisi all’uomo che tanto mi era stato vicino insieme a Jake e sporgendomi in avanti senza mai staccare gli occhi dal suo sguardo di ghiaccio, gli accarezzai una mano ringraziandolo implicitamente. “Maaaaammaaaaa! Ma lo sai che nella nuova scuola avremmo degli armadietti tutti per noi? In Italia non avevamo un tale confort. Oh che emozione” disse Lilian con sguardo sognante agitando convulsamente il dépliant del liceo di Forks che accuratamente avevo evitato di guardare. “Certo che lo so tesoro, ricordati che io frequentavo quella scuola” risposi sorridendo al mio angelo che intanto veniva rimesso a sedere da un esasperato Nick pronto a scampare una rivista in piena faccia. Quel ragazzo diventava sempre più bello giorno dopo giorno e al fianco della mia Lily lo era ancora di più. Per lei era una protezione, una guida, un amico, un insegnante e forse un amore. Quando si erano conosciuti per la prima volta erano state scintille sin da subito. Ma non in senso positivo. Letteralmente scintille! Si scannavano un giorno si e l’altro pure fin quando un bel giorno l’astio e la competizione si erano trasformati in ammirazione, rispetto e un gran bene che chissà magari era già amore ma ne erano ancora ignari.  “Wow ma ci pensate? Andremo nella stessa scuola della mamma quando era giovane!” disse Nessie con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro smuovendo malamente il braccio del povero Jake che tentava invano di dormire. “Ehi signorina cosa intendi per ‘quando era giovane’? Io sono ancora giovane impertinente!” sentenziai con divertimento e finta indignazione. Tutti scoppiarono a ridere compresa me allentando almeno per pochi minuti la tensione che attanagliava le mie membra. Dall’oblò si potevano vedere i primi colori dell’alba che quando sorse definitivamente ci offrì uno spettacolo meraviglioso e romantico che fece arrossire e sospirare le neo o comunque future coppiette. Vidi Renesmee rinunciare alla missione ‘svegliare il lupo’ e accoccolarsi al petto del mio migliore amico godendosi lo spettacolo con un sorriso a piegarle gli angoli delle labbra. Spostando lo sguardo osservai Lily praticamente sopra Nicholas sporta in avanti verso l’oblò con occhi meravigliati di bambina. Era tenuta per i fianchi dal ragazzo per evitare che cadesse rovinosamente a terra. “Ehi Grace quella parte di cielo ha lo stesso colore dei tuoi capelli” disse Kein seduto al fianco di Deliah con un occhio ancora chiuso e uno aperto. “Ma se è rosa! Tornatene a dormire gemello numero due che sei ancora con un piede nell’altro mondo” rispose Grace indignata affondando ancora di più la sua piccola figura nella poltrona e prendendosi un buffetto divertito sulla testa da Clara, sua vicina di posto. “Piuttosto qualcuno sa dirmi quando si mangia?” continuò la rossa massaggiandosi lo stomaco e lanciando un occhiataccia ammonitrice all’amica “Si mangia quando saremmo arrivati. Ora perché non provate a dormire un po’ tutti? Le mie orecchie stanno chiedendo pietà e preferirei che le loro preghiere non fossero vane, su fatelo per zio Demetri” disse esasperato il vampiro biondo  seduto al fianco di Renata che volgeva lo sguardo fuori dall’oblò con un sorriso appena accennato sulle labbra. “’Zio Demetri’ prova a dormire tu, magari troverai un po’ di pace” rispose Aria ridendosela alle spalle del vampiro che la minacciò con una estenuante e dolorosa seduta di solletico che ebbe il potere di zittirla all’istante. “Quale sarà la prima cosa che faremo una volta arrivati a Forks?” chiese con tono sostenuto Clara a Robert. “Le villette sono già state sistemate e i vostri oggetti personali spostati nelle camere in modo che le stanze siano già state assegnate evitando urla e litigi nell’intendo di accaparrarsi la camera migliore. E prima di qualsiasi protesta, vi informo che sono tutte uguali quindi è inutile proferire parola al riguardo” disse Robert zittendo e facendo abbassare le prime mani alzate per dire la propria e le prime agguerrite proteste. “Con Bella e Jacob andranno a vivere i quattro gemelli, prenderete il cognome di Jacob e sarete suoi figli effettivi per la gente. Con Me e Nassiri ci saranno Daniel, Daisy, Kein e Aria, saremo la famiglia Steele mentre con Renata e Demetri ovviamente ci saranno Cameron, Clara, Grace e Nicholas. Sarete la famiglia Gordon. I documenti li troverete su ogni rispettiva scrivania ed è molto importante che non vadano persi, ho fatto una faticaccia per avere quei falsi che sembrano più veri di qualsiasi originale. Le villette sono disposte sullo stesso viale l’una al fianco all’altra. È un nuovo quartiere e sono nuove costruzioni, siamo i primi che le abitano ma non per questo i soli per tale ragione è severamente vietato esporre le vostre stranezze se prima non siano state accuratamente chiuse finestre e tende sono stato chiaro?” disse Robert prendendo le sembianze del generale Hitler. “Ho una domanda” rispose Aria richiamando l’attenzione di tutti su di se. Robert fece un cenno d’assenso con il capo “Possiamo respirare senza essere ripresi in alcun modo?” chiese Aria così seria da confondere i presenti. Con una tale espressione era difficile capire se fosse una battuta la sua o una vera e propria perplessità. Robert alzò gli occhi al cielo per poi sbuffare esasperato massaggiandosi il naso con il pollice e l’indice.  “Guardate siamo arrivati! Si vede l’area d’atterraggio!” gridò Daisy. Spostai lo sguardo fuori dal finestrino e ispirai profondamente. Gesto meccanico ma che con me ha sempre sortito un qualche effetto calmante. Ero arrivata alla resa dei conti. Prese tutte le valige una volta atterrati scendemmo l’uno dopo l’altro pronti, o quasi, ad affrontare la nuova vita. Quattro taxi chiamati da Felix erano fermi ad aspettarci fuori dall’aeroporto di Seattle. “Andrà tutto bene mamma”. Mi girai verso mio figlio con un espressione sicuramente persa. Mi abbracciò forte per poi prendere la mia valigia e sorridermi. “Andiamo?”. “Si amore” sorrisi anche io alla dolcezza che Anthony sapeva dare. Aveva un cuore enorme e uno spirito di osservazione acuto che gli permetteva di scoprire ogni più piccola espressione di dolore sul mio viso.  Una volta che il Taxi fu partito vidi scorrere fuori dal finestrino strade già conosciute e posti già visitati tempo addietro. Fu duro il tragitto ma ancor di più lo fu una volta arrivati a Forks. Nonostante di quest’ultima avessi ricordi puramente umani ne ricordavo comunque con nitidezza ogni via, ogni albero ogni angolo ogni casa… nulla era cambiato tutto era rimasto immutato così come i miei ricordi. Arrivati a destinazione finalmente il mio supplizio personale ebbe fine. Quella zona non l’avevo mai vista e questo stava a significare ce nessun ricordo di lui avrebbe mai potuto affiorare prepotentemente nella mia mente. Tirai un sospiro di sollievo per quella piccola tregua concessami e pensai che sicuramente la scelta del luogo in qualche modo fosse stata presa da Robert con senno di poi. Avrei dovuto ringraziare quell’uomo fino allo sfinimento. E credo che in tutto questo ci fosse anche lo zampino di Jake che ora mi fissava con ostinazione pronto ad accorrere in caso di vampira in piena crisi isterica. La mezza età l’avevo già passata non c’erano pericoli per attacchi di quel tipo. Sbuffai giocosamente per fargli capre che non c’era alcun bisogno di preoccuparsi così tanto. Tutto sommato stavo bene. Si certo…
“Questa casa è fighissima!” urlò Nessie correndo su è giù come una matta. “Niente a che vedere con il castello del nonno ovviamente, ma accettabile” rispose Lily guardandosi attorno con occhio critico. “Sono sicura che se anche Nicky fosse stato un tuo ‘fratellone’ la casa ti sarebbe piaciuta molto di più” rise Nessie furbescamente facendo arrossire mia figlia come un pomodoro maturo. “Piantatela di dire stupidaggini voi due e date una mano a mettere al loro posto le cose. Se non avevate voglia di farlo non vi portavate dietro tutto il castello!” sbuffò Anthony sicuramente geloso e indispettito per la piega che il discorso delle sorelle stava prendendo. “Ma Deliah dov’è finita chiesi vedendo che all’appello mancava la mia ultima bambina. “Si è accorta che una sua valigia era stata scambiata con quella di Clara ed è andata a recuperarla”. “Sempre i soliti sbadati. Beh ragazzi finite di sistemare le vostre cose così vi preparo il pranzo. Ho imparato un bel po’ di ricette per inaugurare il primo pranzo nella nuova casa, per me hanno un odore sgradevolissimo ma sono sicura che a voi faranno venire l’acquolina in bocca” dissi sorridendo. Vidi i miei figli guardarsi spaesati spostando lo sguardo da me al frigo per un paio di volte  per poi avanzare verso di me uno alla volta “Vedi mamma… non ho molta fame, credo che andrò a fare un giro di perlustrazione della città” rispose Anthony spostandosi nervosamente lo stesso ciuffo ribelle di capelli all’indietro che puntualmente e ostinatamente tornava al suo posto. “Neanche io ho fame, i viaggi mandano nel caos più totale il mio stomaco mamy” aggiunse Lily sfogliando distrattamente una rivista di moda appoggiata sul tavolo mandandomi di tanto in tanto delle occhiatine. “Non mangio neanche io mammina avevo promesso a Grace che sarei andata al fast food con lei e con noi c’è anche Deliah” concluse Nessie stringendo i suoi lunghi capelli in una treccia laterale. Ma che bravi figli, io studio nuove ricette per preparargli da mangiare e loro mi piantano in asso come se niente fosse. “Io ho una fame da lupi Bells quindi sarò lieto di farti cucinare anche le loro porzioni per me” sorrise sornione Jake prendendosi uno scappellotto da Nessie. “ Diventerai un licantropo obeso e un uomo poco attraente se continui a mangiare così” lo riprese contrariata mia figlia. “Piccola potrei mangiare anche te ma il mio fisico perfetto resterebbe immutato. Dai Bells ho famee quando inizi a smanettare con la cucina?”. Oh santa pazienza quando dicevo di voler una persona al mio fianco non intendevo un ‘marito’ così! Cosa avrò mai fatto di male nelle mie vite precedenti per meritarmi questo?

POV DELIAH

“Mi spiegate perché anche io devo essere trascinato con voi al Fast Food?”. Era ormai da dieci minuti che mio fratello Anthony sbuffava come una locomotiva per essere stato raggirato da Nessie e costretto a venire con noi al MC. “E dai fratellino vuoi davvero lasciare che tre ragazze vaghino da sole per le strade di una nuova città?” rispose teatralmente Nessie alla quale quasi quasi spuntò una lacrimuccia all’angolo dell’occhio sinistro. “Come puoi avere il coraggio di chiamare Forks città? Non potrà mai capitare nulla in un buco tanto piccolo e non far finta che siate ragazzine indifese. Sai meglio di me che se un semplice umano si avvicinasse per farvi del male lo spedireste con un biglietto di sola andata in ospedale” sbuffò ancora più forte Anthony contrariato sempre più. “Oh insomma smettila di lamentarti infondo volevi fare il giro della città, beh inizi da qui!” sentenziò Grace stanca e troppo affamata per poter reggere ancora a lungo il loro battibecco. Sorrisi alla scena per poi guardarmi attorno incuriosita, avevo sempre avuto il desiderio di capire che cosa di questa piccola cittadina affascinasse tanto mia madre. Tutto appariva umido e viscido, una sottile pioggia lenta ci bagnava dalla testa ai piedi fastidiosamente e la gente continuava a guardarci come se fossimo stati degli alieni venuti da chissà quale pianeta per sterminare la loro razza. Essendo vampiri per buona parte eravamo abituati ad essere etichettati come più belli del normale tuttavia se in Italia la gente ci guardava con un velato interesse che svaniva subito dopo averci sorpassato, qui le occhiate erano insistenti e i loro commenti udibili abbastanza alle nostre orecchie da poterci mettere in imbarazzo. E ad avvalorare la mia tesi, mio fratello aveva appena ringhiato ad un gruppo di diciassettenni in calore che aveva appena fatto pensieri del tutto a luci rosse su me, Ness e Gracy. Arrossii fino all’ultima punta dei capelli abbassando la testa. “Non dar retta ai loro commenti Deliah, sono solo degli sciocchi” disse Anthony mentre con entrambe le mani nelle tasche dei jeans camminava impettito a pochi passi da me. “S..si lo so”. “Finalmente si mangiaaaaaa!”. “Grace piantala di urlare così, l’attenzione è già troppo spostata su di noi non diamo motivo per averne altra!” la riprese Ness guardandosi attorno circospetta.  Mangiammo con calma e quando finalmente Grace si ritenne sodisfatta del risultato potemmo uscire da lì. “Mi sento piena come un uovo!”. “E ci credo Gracy hai mangiato quattro e dico quattro maxi panini, a volte mi domando dove tu metta tutte le calorie che assumi” risposi ridendo. “Dely faccio attività fisica ovvio. Non tutte le ragazze corrono da una parte all’altra del mondo per sconfiggere dei ‘cosi’ orribili come è orribile il liquido che fuoriesce dal loro corpo”. “Che schifo ho appena mangiato abbi pietà Grace!” si lamentò Ness mettendosi una mano sulla bocca e l’altra sullo stomaco. “Secondo voi qui a Forks ci sono ancora vampiri?” chiese improvvisamente Anthony sviando l’argomento del discorso. “Non credo ci siano, o meglio per ora non ho avvertito alcun tipo di odore diverso da quello umano” risposi io quando la mia attenzione fu catturata da qualcosa. “Cosa c’è Dely?” mi chiese Nessi tornando indietro e fissando nello stesso punto in cui erano puntati i miei occhi. “Ma quella non è la casa di nonno Charlie? Vi ricordate la foto di mamma dove aveva all’incirca tredici anni ed era con nonno davanti ad una villetta bianca?”. “Si…Hai ragione è proprio lei!” mi rispose Ness iniziando ad agitarsi sul posto. “Però sembra essere abbandonata, se guardate bene tutte le finestre sono serrate, le luci spente e si sente un forte odore di chiuso provenire da li misto ad un flebile odore che sembra avvicinarsi a quello di vostra madre” disse Grace venendo anche lei nel punto dove ci eravamo fermati. “Probabilmente dopo la morte di nonno Charlie nessuno è più venuto ad abitare e a rigor di logica è anche normale dato che i prezzi delle nuove costruzioni, in cui ora anche noi abitiamo, non sono poi così alti” dissi continuando a tenere lo sguardo sulla casa. “Dov è il cimitero di Forks?” chiesi improvvisamente sorprendendo gli altri. “Perché vuoi saperlo?” chiese mio fratello stranito. “Voglio semplicemente portare dei fiori al nonno, infondo  non ci siamo mai venuti…” risposi alzando il viso verso il cielo plumbeo. “Il puzzo di morto e cadaveri in decomposizione viene da quelle parti, andiamo” disse Ness iniziando ad incamminarsi. “Un bell’odorino davvero dopo aver mangiato, non c’è che dire sul serio!” si lamentò Grace smanettando con il cellulare. “Ma cosa stai facendo” le chiese mio fratello guardandola bisticciare con l’iphone di ultima generazione mentre continuavamo a camminare lasciandoci ex casa Swan alle spalle. “Mando un messaggio a tua sorella sicuramente vorrà esserci anche lei”. Nessuno obiettò, conoscendo Lily sicuramente ci avrebbe accusato di non averla avvisata se avesse saputo della visita al nonno. “Sempre che sbadata com’è non si perda per i boschi che circondano Forks”. “Ti ho sentito snaturata di una sorella e mi dispiace deluderti ma sono arrivata sana e salva da voi. Il puzzo del tuo profumo si sente a chilometri di distanza!” sbuffò Lily arrivando alla velocità vampiresca nel punto in cui ci trovavamo accompagnata da un trafelato Nick che evidentemente, conoscendo il soggetto, aveva escluso di lasciarla girovagare da sola. “Io non ho il profumo oggi!” ribattè isterica Ness. “Appunto! Puzzi di te!”. “Sorellina sei simpatica come una spina nel c…”. “Basta così voi due piantatela subito e usate linguaggi meno volgari!” intervenne prontamente nostro fratello esasperato ricevendo una pacca di comprensione sulla spalla da parte di Nick.
‘CIMITERO DI FORKS. CHE I NOSTRI CARI POSSANO RIPOSARE IN PACE PER SEMPRE’
Scritto a caratteri cubitali sulla parte superiore dell’arco di entrata in pietra, ormai usurata dal tempo, compariva questa scritta come inno alla pace da ottenere dopo la morte per le persone scomparse. Non ero mai stata in un cimitero,  di esso avevo letto, sentito parlare, visto illustrazioni ma mai mi era capitato di metterci piede. Quando nonno Charlie venne a mancare purtroppo noi eravamo lontani da Volterra per una missione e nostra madre non poté in alcun modo contattarci. Ricordo che i nemici avevano fatto fare un bel volo nella melma ai nostri cellulari e con loro ci eravamo uniti anche noi. Fu la missione più viscida e disgustosa della storia. Successivamente una volta fatto ritorno a Volterra ci fu spiegato che anche per nostra madre era stato impossibile raggiungere Forks per salutare un ultima volta il nonno. Questo per diversi motivi; il primo era che non poteva in alcun modo farsi vedere a Forks, per tutti la figlia di Charlie Swan era rimasta incinta in giovane età, scappata di casa e poi morta dopo aver dato alla luce il neonato. Il secondo motivo riguardava la famiglia dell’uomo che a conti fatti dovrei chiamare papà. Pare che uno dei componenti della sua famiglia avesse a diposizione un potere che gli avrebbe permesso, in qualunque posto egli si trovasse, di sapere della morte del nonno e quindi sarebbero potuti andare anche loro a dargli un ultimo addio e riconoscere in qualche modo l’odore della mamma. Alla fine con decisione unanime decidemmo di non fare mai tappa al cimitero di Forks cercando di ricordare nostro nonno così come lo avevamo conosciuto. Bello, riservato e soprattutto in vita. decisione che fu presa anche per rispettare il dolore di nostra madre nel vedere che tutti potevano andare dal suo amato papà tanto simile a lei, tratte effettivamente lei che più di tutti ci teneva di più. Vagammo tra le tombe per un bel po’ prima di trovare quella che a noi interessava. La foto del nonno era la stessa che mamma soleva portare nel portafoglio. Impettito nella sua divisa da poliziotto con i suoi immancabili baffi e il suo sorriso imbarazzato appena accennato. Vi erano incise sul marmo le date di nascita e di morte ma ciò che più ci sorprese fu la tomba accanto alla sua.
‘ISABELLA MARIE SWAN’
(13-09-1987  -  22-06-2006 )
‘SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI PICCOLA GRANDE BELLA’
“Ma è la data  in cui noi più meno saremmo dovuti nascere se mamma avesse avuto una gravidanza normale…”sussurrai fissando la lapide. “Certo che hanno pensato davvero a tutto” disse Nick sfiorando il marmo con le dita. “State zitti! Sta arrivando qualcuno!” disse Anthony con un tono di voce che solo noi avremmo potuto sentire. “Beh e qual è il problema?” disse Lily alzando le spalle. “Annusa l’aria”. “Oh…”
 
POV ***

Eravamo tornati a Forks. Dopo decenni in cui il nome di questa cittadina veniva accuratamente evitato, eravamo tornati qui. Ma ora a cosa serviva? Lei non c’era più e di questo ne ero più che sicura…il suo futuro era scomparso dalle mie visioni ottant’anni fa e non vi aveva più fatto ritorno. Fu per me uno strazio e mi sentii dilaniare il cuore quando anche mio fratello ne venne a conoscenza. Per quanto fossi arrabbiata con lui per la decisione che aveva da solo preso per tutti e per lei non dimenticherò mai il suo volto dilaniato dal dolore che chiamare così era solo un mero eufemismo. Non lo avevamo più visto per anni ma finalmente un anno fa il dolore della dolce Esme riuscì a convincere Edward a ritornare a ‘vivere’ con noi. O forse era meglio dire abitare con noi, non si poteva certo parlare di ‘vivere’ quando questa parola veniva accostata a lui. Non era riuscito ad uccidersi, non avrebbe potuto farlo a Esme e Carlisle, non avrebbe potuto fare una cosa del genere a me e almeno di questo sono grata a qualsiasi Dio lo abbia guidato a fare la scelta giusta. Per me lui era troppo importante, avevo già perso una sorella se avessi perso anche lui, non avrei retto. Ora mi trovo a vagare per le lapidi tra le quali sicuramente ci sarebbe stata anche la sua.
   

Angolo Autrice
Dovete perdonarmi non ho parole per dire quanto io sia in difetto con voi ma ho avuto problemi più o meno gravi in famiglia accostati a quelli ordinari e oltre al tempo mi era venuta meno anche l'ispirazione. Ma ora sono qui e ho già scritto un bel po' di capitoli quindi la promessa di postare una volta alla settimana è più che valida e la manterrò. Scusatemi davvero tanto e spero continuiate a seguirmi in tante come avete fatto fin ora ♥ 

 

 
 

   
 
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