Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: hikachu    11/12/2014    1 recensioni
Nazioni miserabili e genti miserabili insomma, e Diego si chiede, distrattamente, da quale miserabile angolo delle due provenga Hot Pants. Breve storia di un incidente accaduto durante l'inseguimento di Funny Valentine.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inseguimento, a questo punto, non è affatto animato come suggerirebbe il nome; non quando la loro preda è diventata poco più di un'immagine sbiadita, nascosta da qualche parte dietro l'orizzonte che certi giorni pare farsi sempre più lontano.

Cavalcano dall'alba al tramonto e anche un po' più tardi quando la strada glielo permette. Se possibile, il ritmo è ancora più serrato di quando competevano nella gara, o forse è soltanto lo stress, l'eccitazione che sopraggiunge quando si è coscienti che troppe cose, le cose più importanti, sono finalmente – si spera – a portata di mano.

Talvolta, mentre cavalcano, Diego smonta dalla sella in un balzo, per alleviare del proprio peso la schiena di Silver Bullet o per bruciare l'adrenalina che gli scorre nelle vene, o tutte e due le cose, e corre a rompicollo tra alberi e massi, più animale e mostro che uomo.

Ha visto il paesaggio cambiare e ripetersi infinite volte in questi mesi: valli che cambiano in montagne in fiumi in villaggi in città da uno stato all'altro, punto e accapo. Non ha una particolare opinione degli americani, se non che non sono poi molto diversi dagli inglesi, che si sentono in diritto di metter su arie e trattare i primi come zotici cenciosi solo perché il loro paese ha schiacciato deboli e stranieri sotto il proprio tacco più a lungo. Nazioni miserabili e genti miserabili insomma, e Diego si chiede, distrattamente, da quale miserabile angolo delle due provenga Hot Pants. A volte, a pranzo o a cena o in qualsiasi altro momento di silenzio impacciato tra loro, i suoi occhi cadono sul profilo di lei, austero e costantemente pronto all'attacco come una serpe ripiegata su se stessa, e cerca allora di indovinare se Hot Pants stia tentando di lasciarsi alle spalle quella miseria, o se si trovi già dove dovrebbe essere. A Diego non riesce mai di trovare una risposta, neppure un forse che abbia il vago sentore della verità, e non importa, non c'è ragione per cui dovrebbe importare.

Per un po', le cose vanno avanti così.

L'incidente accade un mattino che non si distingue poi tanto dalla breve serie di quelli che hanno già visto giungere e passare insieme, tranne che per il tempo, che è leggermente più sereno.

Stanno preparando il caffè come il giorno prima, e quello prima ancora, quando succede qualcosa di insolito e il pentolino ammaccato cade rumorosamente in terra e l'acqua bollente schizza sulle dita e i palmi di Hot Pants, sui suoi polsi. Inoltre, macchie più scure si schiudono anche sulle ginocchia dei suoi pantaloni neri.

Lei boccheggia. Non ci sono urla, semplicemente apre e chiude la bocca con un suono strozzato. Il labbro inferiore è bianco e rosa scolorito sotto la pressa dei denti mentre lei trattiene il fiato.

Qualcosa scivola lungo la fronte di Diego, lungo la sua schiena e i suoi palmi e gli ci vuole un lungo istante per capire che si tratta di sudore.

Ha freddo, sta congelando, è immobile come una statua di ghiaccio e incapace di muoversi eppure percepisce bene la sensazione del maglione che gli si appiccica alle spalle. Ha un groppo in gola e ci sono parole che sente di dover dire, sebbene si tratti di parole che non conosce. Diego tenta di ingoiare ma ha la lingua come carta vetrata, troppo spessa, inoltre, per permetterglielo. Di questo passo si strozzerà con la sua stessa lingua. Sulle parole che non riesce a dire.

Non è in grado di distogliere lo sguardo.

Tutto questo è davvero stupido, pensa, fissando le bolle che sbocciano sulle mani Hot Pants. Tutto questo è davvero stupido e non ha nulla a che fare con me. Devo avere qualcosa che non va.

Tuttavia, dopo aver sibilato, acqua, prendi l'acqua, Hot Pants deve impedirgli di versare tutta l'acqua che resta loro prima della prossima fonte sulle sue mani.

“Hai un aspetto orribile,” gli dice. Ha le lacrime negli occhi.

Diego è certo che non le verserà. Ha già visto quello sguardo; sa cosa significa. Si sente nauseato.

Lo sguardo di Hot Pants si sofferma un po' troppo a lungo sulla sua faccia – deve sapere, o sospettare qualcosa – prima di annunciare che ha deciso di alzarsi con un sospiro. La silenziosa richiesta di attenzioni e forse di una zolletta di Gets Up è ignorata, mentre Hot Pants fruga in una delle bisacce attaccate alla sella, pizzicando gli oggetti tra le punte delle dita come se fossero velenosi.

Una parola, forse un'imprecazione, rotola fuori dalle sue labbra, articolata a metà e inintelligibile, quando un rotolo di bende scivola dalla bisaccia. Diego riesce a prenderlo prima che segua il pentolino del caffè nel miscuglio di terra e sassi con un colpo di pura fortuna: il suo corpo è troppo instabile per muoversi come dovrebbe.

“Siediti,” dice con una voce stanca. “Non riuscirai mai ad avvolgerle intorno alle mani da sola.”

Volute di polvere e foglie morte si sollevano nell'aria. Il vento ulula, facendo ruggire il sangue nelle orecchie di entrambi con più prepotenza. I loro occhi bruciano.

Non è la prima volta che lo faccio resta sottinteso tra loro.

Hot Pants si siede in silenzio. Solleva le mani in un gesto che in un altro luogo, in un altro momento, parrebbe innocente e carico di fiducia.

Diego ne prende una tra le proprie. La pelle arrossata che va via via staccandosi gli mette voglia di vomitare, eppure resta fermo, non si muove di un centimetro e non dice nulla. Non è sicuro che ci riuscirebbe, anche se lo volesse; non quando è preso dall'orrore del fatto che, dopo tanti anni, quest'operazione gli riesca ancora tanto facilmente. I palmi di Hot Pants sono più larghi di quelli nei suoi ricordi, le sue unghie piatte e quadrate, da ragazzino: mani che appartengono a quel che resta di una bambina che si arrampicava sugli alberi e faceva a botte e correva nei campi con le ginocchia sbucciate. Sono mani che non ha mai conosciuto prima d'ora. Diego pensa di nuovo, devo avere qualcosa che non va.

“Di',” la voce di Hot Pants è bassa eppure ferma, eppure distante. Sembra vuota. Più giovane. Deve essersi perduta a sua volta in un qualche posto lontano, in un luogo e in un tempo che non esistono più, con i propri fantasmi. “Di',” raspa. “Avresti fatto qualsiasi cosa per tua madre?”

La stretta intorno al suo palmo si stringe. Le fa male.

Passa dopo un momento però, e allora le spalle di Diego sembrano più strette, come se si stesse facendo più piccolo sotto il peso di luoghi e volti e parole sbiaditi; misteri che Hot Pants può solo lontanamente immaginare.

“Che razza di domande fai?”

Questa volta, Diego assapora la terra sulla lingua: il vento è ancora forte e lui vorrebbe che fosse almeno in grado di sovrastare le loro voci. Non ha via di scampo; non può negare, negare, negare, perché lei sa già tutto, tutte quelle cose che nessuno tranne lui dovrebbe sapere.

“Se fosse stato per salvarti la vita—L'avresti abbandonata, in quel caso?”

Ah. Ah, dunque la questione è questa. Sta cercando una qualche salvezza provvisoria, per diminuire il peso della croce che porta, qualunque essa sia; per scacciare il fantasma che le sta divorando il cuore, un fantasma di cui Diego non conosce, di cui non ha interesse di conoscere, il nome o il volto. È certo che neppure Hot Pants lo desidererebbe: è troppo orgogliosa per volerlo, ma non abbastanza da rifiutare la rassicurazione da quattro soldi che esige adesso. Diego non ha alcuna intenzione di fornirgliela, nessuna ragione per dargliela.

“Ehi, che senso ha la vendetta?” la domanda non nasconde nessuna arrogante lezione morale, Hot Pants sta semplicemente andando in pezzi come era successo a lui appena un minuto fa. Diego avverte lo stesso composito di fastidio, paura e disgusto che – senza che lui se ne accorgesse – aveva pervaso Hot Pants in quel frangente: entrambi temono di guardare l'altro e vedere le proprie debolezze nei suoi occhi, lo temono così tanto da non essere neppure in grado di ammetterlo a se stessi.

“Se desideri così tanto di essere perdonata dai morti, perché non vai a pregare il tuo Dio per un altro po'?” Diego balza in piedi senza attendere una risposta. Non ce n'è una. Hot Pants deve aver compreso che stava correndo il rischio – il pericolo – di esporsi. È necessario, e tuttavia affatto benefico per loro che stiano insieme—non se vogliono continuare a vivere come hanno fatto fino ad ora, se vogliono restare le persone che sono riusciti a diventare con grossa fatica, sebbene tali persone non siano altro che i resti di due esseri umani interi, frammenti di rabbia e tristezza che a stento sono in grado di sopravvivere per puro dispetto.

Raccolgono le loro cose in silenzio, ciascuno fingendo forse di essere solo. Dopodiché, montano a cavallo e riprendono l'inseguimento, correndo, linee parallele che non si toccano mai, costantemente volti al passato anche mentre si dirigono verso l'orizzonte, verso la loro fine e il futuro che non hanno mai vissuto e non vivranno mai.








 


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