Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Astrea9993    11/12/2014    1 recensioni
"Tu vivi a cavallo tra i due mondi, sei perfetta per questo incarico"
Per un momento rimasi a meditare in silenzio. Probabilmente sarebbe stato rischioso ma, per la prima volta, mi veniva offerta in concreto la possibilità di rendermi davvero utile, mi veniva assegnato per la prima volta un incarico, un incarico che potevo portare a termine solo io.
Sono ormai passati tre anni e, i nostri eroi, hanno ormai concluso il loro ciclo di studi ad Hogwarts. Quelle mura sicure e ricche di ricordi sono ormai lontane ed ora James, Sirius, Remus, Lily, Marlene e Nelly sono immersi in una guerra che imperversa sempre più e che li trascinerà in una spirale di intrighi magici e Babbani.
Questa fanfiction è il seguito della mia long "Persona Priva di Poteri Magici" quindi vi consiglio di leggerla prima di procedere alla lettura di questa storia.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Marlene McKinnon, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
 
Tre anni dopo
 

Velocemente mi abbassai nascondendomi dietro a quella labile barriera fornitami dalla scrivania rovesciata a terra, i lampi di luce rossa che esplodevano in ogni direzione.  
"Dannazione!" si lamentò Adam Thompson mentre ricadeva pesantemente accanto a me, la pistola stretta saldamente in pugno "sono troppo veloci!"
"Se non ci muoviamo a reagire ci circonderanno" intervenne Emily Williams
Senza alcun dubbio le operazioni sul campo non erano il suo forte e, in quella situazione, nonostante la sua intelligenza e l'abilità strategica era più un intralcio che altro
"dobbiamo portarlo via di qua!" sentenziò Thompson "dobbiamo proteggere il pacchetto, la missione prima di tutto"
"dobbiamo essere vivi per proteggere il pacchetto!" intervenne Catherine Walker scocciata
"correre cercando di evitare tutti quegli incantesimi non mi sembra una buona idea" rincarò la dose Emily
"mi pare ovvio che qui il capo sia io pertanto..." continuò Thompson
"ma davvero" sbottò Caty ridendo con aria sprezzante "io credo solo che tu sia il re degli idioti"
"non ricominciare, Walker"
"no, tu sei quello che ha iniziato, io intendo finire"
"che ne direste di smetterla di litigare e di fare il culo a loro?!" intervenni mentre facevo un cenno in direzione dei nostri avversari
"ehi, Nelly, mi dispiace ma credo che questa volta sarò costretto a farti male!" tuonò una voce proveniente dall'altra parte della stanza
"io vado" sentenziò Thompson mentre si preparava ad uscire allo scoperto, la pistola stretta nella mano destra e il pacchetto nella sinistra
"non così in fretta!" lo bloccò Walker "se vuoi morire fai pure ma non farai fallire la missione"
"al diavolo!" sbottò Thompson mentre, dopo aver lasciato andare il pacchetto si preparava allo scontro
"un attimo!" lo bloccai io afferrandolo per un braccio "se vuoi andare ricordati di fare attenzione al..."
"so fare il mio lavoro, ragazzina" mi interruppe lui prima di lanciarsi all'attacco.
Fu a quel punto che intervenni, mentre Adam Thompson ricadeva ai miei piedi a causa dell'impatto con potente incantesimo, mi alzai rapidamente e colpii l'avversario con un proiettile esattamente al centro della fronte, immediatamente Walker, seguendo il mio esempio, uscì allo scoperto mettendo fuori gioco un altro avversario.
Ora eravamo in vantaggio: tre a due.
Avevo appena terminato di formulare questo pensiero quando un lampo di luce si diresse verso Walker, subito Catherine si abbassò e l'incantesimo finì per colpire in pieno Emily proiettandola a diversi metri di distanza.
Approfittando di quel momento di distrazione feci nuovamente fuoco per poi tornare al coperto.
Scambiai uno sguardo di intesa con Walker, mancava solo un avversario da abbattere...
 
"stop!" tuonò in quell'istante Alastor Moody ponendo fine all'esercitazione, subito mi affrettai ad uscire allo scoperto per andare ad accertarmi delle condizioni di Emily
"tutto bene?" domandai piuttosto stupidamente
"essere schiantata fa schifo" mormorò lei mentre, dopo aver afferrato la mano che le tendevo si rialzava da terra.
"ehi, potete lasciarlo pietrificato ancora per un po' ?!" domandò invece Walker mentre scrutava Thompson divertita
"sei stata molto cattiva" mormorò Sirius al mio orecchio mentre mi cingeva le spalle
"te lo sei meritato" replicai mentre mi giravo ritrovandomi così a pochi millimetri dalle sue labbra "se tu provassi a non provocarmi io non ti colpirei in fronte..." soggiunsi mentre usavo la manica della maglia per ripulirlo
"Black, allontanati subito da White, o sarò costretto ad usare le maniere forti" lo minacciò Malocchio Moody, l'ultima volta che Moody aveva usato le maniere forti il mio ragazzo aveva passato almeno un ora a dimenarsi in preda all'incantesimo tarantallegra.
Memore dell'esperienza passata, Sirius si affrettò ad allontanarsi di qualche passo da me.
"in piedi!" tuonò poi Moody dopo aver sciolto dall'incantesimo Thompson.
"siete stati pessimi, tutti voi!" continuò poi Moody "Thompson, Walker, Williams e White! Litigare come un branco di scolaretti durante un' esercitazione! E tu, Thompson, impara ad ascoltare i tuoi compagni di squadra, è questo che fa un Leader! Williams, abbiamo capito che le missioni sul campo non sono il tuo forte ma, per lo meno, durante gli scontri, cerca di restare al coperto e di non essere un intralcio!" disse mentre ci rivolgeva occhiate di fuoco "e voi!" continuò mentre lo sguardo lampeggiava da Sirius a James passando di tanto in tanto per Remus e Lily "avete perso troppo tempo convinti di vincere facilmente. Se la Strong Squad avesse perso meno tempo a discutere ed avesse elaborato un piano sareste stati spacciati. Avreste dovuto circondarli approfittando della loro distrazione o distruggere la loro barriera usando un bombarda, se foste stato un vero scontro sareste morti. Vi direi che siete delle femminucce ma quelle che se la sono cavata meglio sono le ragazze!" concluse il nostro istruttore
"ehi!" Protestai io "già loro utilizzano incantesimi veri mentre noi ci accontentiamo di usare proiettili di vernice, se possono usare incantesimi quali il bombarda io voglio dei proiettili veri!"
"ehi, Belle Gambe, se vuoi lasciarmi basta dirlo, non è necessario impiantarmi un proiettile nel cervello" mi canzonò Sirius per poi zittirsi nell'intercettare l'occhiataccia che Moody gli aveva appena rivolto
"schivare i proiettili non è facile come schivare gli incantesimi" si lamentò James
"vigilanza costanza, Potter, non lasciare possibili aperture al tuo nemico" replicò Moody
"la lezione è finita, fuori dai piedi!" soggiunse poi mentre noi ci affrettavamo a guadagnare la porta. "ah, e un ultima cosa, cercate di trattare meglio il pacchetto! Vi ricordo che dovreste proteggerlo!" concluse mentre ci indicava il manichino che giaceva a terra  malconcio...
 
"vi fermate a pranzo?" domandò James mentre, giunti allo spogliatoio, iniziavamo a recuperare i nostri effetti personali dagli armadietti.
"mi dispiace, pivello, ma noi abbiamo un lavoro" rispose duramente Thompson
"disse quello che si era fatto pietrificare" lo canzonò Walker mentre riponeva la pistola da paintball nell'armadietto ed inseriva quella di ordinanza nella fondina
"tu, Emily, ti unisci a noi?" domandai mentre indossavo a mia volta la fondina ascellare e riponevo al suo interno una calibro trentotto
"mi dispiace ma, tra venti minuti, ho il corso di informatica" concluse mentre, dopo averci salutati, si affrettava a seguire Walker e Thompson.
"quindi siamo solo noi" concluse Lily mentre scioglieva i capelli
"be' per qualche ora eviteremo le incessanti discussioni tra Catherine ed Adam" soggiunse Remus
"be' come darle torto, quel Thompson è insopportabile" sbottò Sirius
"Adam Thompson è un mio collega ed un ottimo agente..." iniziai io
"e ti tocca sopportarlo..." Mi interruppe Sirius mentre ci dirigevamo verso la mensa.
 
Erano passati tre anni da quando ero giunta per la prima volta ad Hogwarts, tutti noi avevamo terminato il nostro corso di studi ed ora ci trovavamo al corso d'addestramento Auror.
Molte cose, nell'arco di quegli anni, erano cambiate ed altre erano rimaste sempre le stesse.
I Malandrini erano sempre gli stessi, io e Sirius eravamo sempre gli stessi ma, allo stesso tempo, tutti noi eravamo più grandi, più maturi e più forti.
Era da quando avevo scoperto l'esistenza della magia ed avevo messo piede ad Hogwarts per la prima volta che avevo deciso di combattere, di unirmi all'Ordine della Fenice e di battermi per ciò in cui credevo e per le persone che amavo ed ora, finalmente, ero riuscita ad unirmi all'Ordine. Tutti noi ci eravamo uniti all'Ordine.
La guerra ormai infuriava mentre il Ministero e La Gazzetta del Profeta faceva di tutto per insabbiare le notizie riguardanti l'imminente ascesa di Voldemort. La paura dilagava mentre il numero delle vittime, sia tra i Babbani che tra i Maghi, cresceva ogni giorno di più. Tutti avevano paura, anche noi, ma, allo stesso tempo, sapevamo di non poterci tirare indietro perché, nonostante la paura, credevamo che ci fosse ancora qualcosa per cui valesse la pena lottare. Avevamo ancora speranza in un mondo migliore.
E poi ora avevo trovato un modo per rendermi davvero utile in questa guerra.
Tutto era iniziato il giorno stesso in cui avevo terminato i M.A.G.O, quel giorno infatti Silente mi aveva convocata nel suo ufficio.
 
"so che hai deciso di diventare una guaritrice" disse tranquillamente il preside mentre mi invitava cordialmente a sedermi e a prendere qualche gelatina.
"è sempre stato questo il mio desiderio" dissi semplicemente mentre rifiutavo le caramelle e mi perdevo a studiare a mia volta lo sguardo penetrante ed indagatore di Silente. Sapevo ormai da molto tempo che, nonostante l'atteggiamento informale e i modi gentili, quel vecchio balordo non faceva mai niente per niente.
"oppure, signorina White, potresti fare qualcosa di più" soggiunse infatti il preside
"che cosa intende dire?"
"ho parlato con Nobby Leach della tua situazione"
"cosa?!" esclamai stupita e nel contempo preoccupata, dopo essere stata torturata da un aspirante Mangiamorte ero stata curata in clandestinità perché, dal punto di vista di Silente, sarebbe stato rischioso uscire allo scoperto ed ora andava a spifferare tutto al ministro della magia in persona!
"le circostanze sono cambiate, Antonella" spiegò Silente "il primo ministro Babbano ha bisogno di protezione, fino ad ora di questo si sono occupati gli Auror ma adesso io e Leanch abbiamo pensato di addestrare e costituire una squadra che sia in grado di occuparsi della protezione del primo ministro in modo più adeguato e vorremmo che tu ne facessi parte. Tu vivi a cavallo tra i due mondi, sei perfetta per questo incarico" 
Per un momento rimasi a meditare in silenzio. Probabilmente sarebbe stato rischioso ma, per la prima volta, mi veniva offerta in concreto la possibilità di rendermi davvero utile, mi veniva assegnato per la prima volta un incarico, un incarico che potevo portare a termine solo io.
"va bene" avevo asserito con decisione
 
Era così che tutto era iniziato ed era così che avevo iniziato a far parte dello S.T.R.O.N.G (Soggetti Titolari di Riservate e Occulte Nozioni Governative) program.
Al momento i membri del programma eravamo unicamente io, Catherine Walker, Adam Thompson ed Emily Williams e la nostra era la prima squadra composta unicamente da soggetti privi di poteri magici a trovarsi a collaborare con il ministero della magia anche se forse era più esatto dire che ci trovavamo a collaborare con l'Ordine della Fenice dato che, all'intero del ministero, erano davvero in pochi ad essere a conoscenza dell'esistenza della squadra.
Tra i membri del programma io ed Emily eravamo le uniche a conoscere a pieno il mondo magico infatti se io, per cause di forza maggiore, avevo trascorso gli ultimi anni ad Hogwarts diplomandomi con ben sette M.A.G.O, lei era una Maganò e quindi era cresciuta circondata dalla magia. Inoltre Emily, che era una delle persone più intelligenti con cui avessi avuto a che fare, era dotata di una memoria eidetica che le permetteva di conoscere più incantesimi della maggior parte degli Auror.
Poi c'erano Catherine Walker e Adam Thompson. Se io ed Emily eravamo state raccomandate per l'incarico dal ministro della magia, loro due erano stati selezionati dal primo ministro Babbano e, se io ed Emily eravamo molto giovani, loro due erano degli adulti che avevano alle spalle una brillante carriera in polizia che li aveva portati ad entrare a far parte dei servizi segreti.
Era proprio in virtù della differenza d'età che Adam tendeva a sottovalutare me ed Emily trascurando il fatto che, quando si trattava di avere a che fare con quelle che lui definiva "diavolerie magiche" noi eravamo indubbiamente più esperte.
Era evidente che tra noi vi fossero ancora dei contrasti ma, seppur lentamente, la squadra stava crescendo e, oltre all'addestramento a cui Alastor Moody ci stava sottoponendo, io ed Emily stavamo seguendo i corsi di addestramento delle forze dell'ordini inglesi mentre Adam e Caty stavano lentamente entrando in contatto col nuovo mondo che avevano appena scoperto. Infine, altrettanto lentamente, si stavano delineando i nostri ruoli all'interno della squadra.
Io, avevo iniziato a frequentare dei corsi da guaritrice, era ormai chiaro che, in caso di necessità sarebbe toccato a me occuparmi dei feriti, mentre Emily stava seguendo dei corsi avanzati di informatica, era ormai chiaro che le operazioni sul campo non fossero il suo forte e lei stava cercando di sopperire il più possibile a questa mancanza con le sue abilità strategiche.
 
"Nelly, oggi pomeriggio sei libera?" domandò Lily richiamandomi alla realtà
"sono al San Mungo" risposi io
"avevo bisogno di un aiuto con la scelta del menù" ammise lei in un sospiro
"posso darti una mano questa sera" mi offrii io
"sei la mia salvatrice: James è pressoché inutile, Emmeline non si sbilancia mentre Alice e Marlene sono solo riuscite a farmi ancora più confusione"
"ehi, mi pare di essere stato accomodante!" si lamentò James
"evitare di decidere e proporre un pranzo da cinquantasette portate non è una soluzione" sbottò Lily
"ma nonostante tutto sei innamorata di me"
"che vuoi che ti dica, tu e Sirius avete senza alcun dubbio l'abilità di conquistare ragazze molto più in gamba di voi... Ma manca ancora del tempo al matrimonio, potrei sempre rinsavire..." replicò Lily
 
Era quasi incredibile che James e Lily si stessero davvero per sposare.
Dopo quanto accaduto alla fine del quinto anno sembrava quasi impossibile che tra loro potesse nascere qualcosa e invece, alla fine, James Potter era riuscito a fare breccia anche nel cuore di Lily Evans.
Di certo non era stato facile ma James aveva messo la testa a posto e, lasciate da parte l'arroganza e le idiozie, era finalmente riuscito a penetrare nel cuore di Lily così, finalmente, al settimo anno, era riuscito in ciò in cui aveva fallito per ben sei anni. Probabilmente, giunto all'ultimo anno, James aveva compreso che quella era l'ultima occasione: se avesse fallito ora lui e Lily avrebbero lasciato Hogwarts e non sarebbe più rimasto nulla ad unirli. A quel punto James aveva fatto ciò che avrebbe dovuto fare fin dal primo anno ovvero si era deciso a seguire i consigli di Lunastorta, in fin dei conti c'era un motivo se tra loro quello intelligente era lui e, soprattutto, non era un caso che Remus e Lily fossero amici. Messo da parte l'orgoglio James aveva deciso di lasciare a Lily i suoi spazi e di concentrarsi nel dimostrarle con le azioni il proprio valore. James aveva deciso di essere migliore, per Lily e per se stesso. Si era concentrato anima e corpo nel suo incarico da caposcuola, era stato accanto a Mary e agli studenti più piccoli perché quello era l'unico modo che aveva per essere certo che non accadesse più a nessuno quello che era successo a Mary e a me. James si era battuto per creare unità e solidarietà tra i Grifondoro perché restare uniti era l'unico modo che avevano per sopravvivere.
Così, alla fine, neanche Lily Evans era più riuscita a resistere al fascino di James Potter.
Non potei fare a meno di sorridere nel ripensare a quando,  finalmente,  James era riuscito ad ottenere il primo "sì" da parte di Lily...
 
Io, Lily, Alice, Marlene ed Emmeline eravamo intente a studiare pozioni in biblioteca quando era apparso James.
"Lily, potrei parlarti per un attimo?"
"Certo" aveva risposto lei alzando gli occhi dal libro
"Mi piacerebbe parlarti in privato..."
"Andiamo, James! Sto studiando!" Aveva detto Lily invitandolo a parlare
"Lily Evans, verresti ad Hogsmeade con me?" Aveva chiesto James dando prova del suo coraggio Grifondoro e, per la prima volta, Lily aveva detto di si.
"Andiamo, Evans! È solo un appuntamento!" Continuò imperterrito James ignorando il fatto che la ragazza avesse già accettato il suo invito, sembrava andasse in automatico...
"Solo un occasione!"
"James" cercai di bloccarlo io
"Se ti annoi puoi sempre schiantarmi..."
"Potter..." era intervenuta inutilmente Alice mentre Marlene non poteva fare a meno di ridere, persino Emmeline aveva esalato un inutile "James" nel tentativo di farlo tornare in se ma sembrava tutto inutile.
"James Potter!" Aveva esclamato Lily a quel punto alzandosi e prendendo il volto di James tra le mani "ho detto che uscirò con te, quindi cerca di non farmi cambiare idea" concluse mentre un lieve rossore le imporporava il viso.
 
A quell'appuntamento ne erano seguiti molti altri ed ora, la coppia più improbabile di tutte si stava per sposare e, mentre la fatidica data si faceva sempre più vicina, i due futuri sposi si facevano sempre più raggianti eppure, di tanto in tanto, sul volto di Lily si scorgeva un ombra di tristezza e, tutto noi, comprendevamo che stava pensando a Petunia, la sorella che si era persino rifiutata di presenziare al suo matrimonio.
Tutti noi vedevamo il dolore di Lily e, tutto ciò che potevamo fare, era starle vicino. Anche io e Sirius, seppur per ragioni differenti, avevamo perso la nostra famiglia ma ne avevamo ritrovato una nuova nei Potter e l'uno nell'altra. Tutti noi eravamo una famiglia e Lily sapeva di poter contare su di noi.
 
"Che fine hanno fatto Frank ed Alice?" Domandai mentre finivo di addentare il mio cheesburger
"Credo stiano scocciando Malocchio Moody" spiegò Sirius provocando un ondata di ilarità.
Pochi giorni prima, infatti, Moody aveva imposto ad Alice e Frank di addestrarsi separatamente dato che avevano la tendenza a distrarsi a vicenda e, da allora, Alice stava urlando all'ingiustizia dato che io e Lily continuavamo ad allenarci rispettivamente con Sirius e James. Naturalmente Alice ignorava volutamente il piccolo particolare che, nonostante Moody avesse dovuto ribadire a James e Sirius per un paio di volte di odiare i ragazzini con gli ormoni in subbuglio che dimenticavano di dover vigilare costantemente, io non avevo problemi a sparare al mio ragazzo mentre Lily aveva dato prova per ben sei anni di non avere problemi a schiantare James e, alla fine, anche i ragazzi, dopo l'iniziale incertezza, avevano finito col duellare seriamente anche contro di noi; al contrario, Alice e Frank, pur comprendendo che questo era necessario per migliorare e divenire dei validi Auror, non riuscivano a levare la bacchetta l'uno contro l'altra.
"E Marlene? Non doveva raggiungerci per pranzo?" Domandai a Remus
"Questi erano i piani ma poi è si è dovuta trattenere a discutere con Xenophilius Lovegood a proposito di un articolo del Cavillo" spiegò Remus
Per quanto apparisse sorprendente, dopo Hogwarts, Marlene McKinnon aveva finito col creare una rivista tutta sua e, per di più, collaborando con quell'eccentrico di Lovegood. Anzi, ripensandoci, era proprio nello stile di una come Marlene fare una cosa del genere, la mia amica, infatti, non aveva mai dato peso alle chiacchiere della gente e, quando si era unita a Lovegood rinunciando al suo posto alla Gazzetta del Profeta, lo aveva fatto in nome della verità, per poter raccontare ciò che davvero accadeva la fuori, per poter parlare delle stragi compiute da Voldemort e dai suoi Mangiamorte senza essere censurata dal ministero.
Ad essere sinceri, era piuttosto strano trovare accanto agli articoli di cronaca di Marlene così crudi e pungenti, nonché velati di una certa dose di humour noir, le bizzarre disquisizioni di Lovegood sulla presunta esistenza di strane creature ma, a giudicare dall'aumento delle vendite del Cavillo, Marlene aveva ragione: la verità, alla fine, pagava sempre.
"peccato! Speravo proprio di riuscire a vederla!" mi lamentai "io ora devo andare" soggiunsi poi "ci vediamo a casa" conclusi mentre, prima di avviarmi alla porta mi chinavo a posare un lieve bacio sulle labbra di Sirius.
 
Era da quel lontano giorno quando mi ero risvegliata a casa Potter dopo essere stata torturata che io e Sirius alloggiavamo dai Potter che erano ormai divenuti la nostra nuova famiglia poi, all'incirca un anno dopo quel fatidico avvenimento, era deceduto Alphard Black.
Alphard era stato lo zio preferito di Sirius e, anche dopo la morte, in un ultimo gesto di affetto nei confronti del nipote, aveva deciso di donargli dell'oro sufficiente a permettergli di comprarsi una casa tutta sua.
Ricordavo bene quel giorno, quando Sirius era tornato dopo essersi recato all'apertura del testamento.
 
Per un momento era stato fermo nel cortile di casa Potter seduto sulla veranda ed io avevo letto nei suoi occhi la stanchezza.
Quel giorno mi ero offerta di accompagnarlo ma Sirius era giunto alla conclusione che sarebbe stato per me più sicuro restare a casa e così Sirius era da solo quando, dopo un anno, aveva rivisto sua madre e suo padre.
Mi bastava scorgere il suo volto per capire quanto per lui tutto questo fosse stato doloroso perché, nonostante tutto, quelli erano i suoi genitori.
Delicatamente mi ero seduta accanto a lui cingendogli le spalle in un abbraccio.
Lentamente Sirius, senza fiatare, aveva preso la mia mano nella sua.
"come immaginavo ti calza a pennello" commentò Sirius mentre rimirava la mia mano al cui anulare aveva appena inserito un anello su cui splendeva uno smeraldo.
Per un momento rimasi in silenzio senza sapere bene che dire.
"mio zio mi ha lasciato dell'ora" disse Sirius ed io rimasi in silenzio aspettando che continuasse.
"potrei comprarmi un casa e andare a vivere da solo, non ora naturalmente, ma quando avremmo concluso Hogwarts... Verrai con me?"
"e quest'anello?"
"l'ho portato con me quando sono fuggito da Grimmauld Place, appartiene alle donne della famiglia Black da generazioni e credevo fosse arrivato il momento di dartelo"
"non credevo fossi attaccato alle tradizioni"
"infatti non lo sono, ma credevo che mia madre se la sarebbe presa se avesse saputo che avevo preso il suo prezioso anello e che per di più lo avevo donato a te"
"sei un idiota" mormorai senza riuscire a fare a meno di ridere
"allora, verrai? Chiese Sirius"
"anche in capo al mondo"
 
Avevamo concluso i nostri studi ad Hogwarts eppure non sembrava fosse ancora giunto il momento di andarcene.
Un anno prima infatti, poco dopo la morte di Alphard Black, anche Charlus Potter era deceduto.
Al contrario di quanto ci si potesse aspettare Charlus non era perito in battaglia combattendo contro dei Mangiamorte, certo, nei giorni prima era stato coinvolto in degli scontri ed era rimasto ferito ma, alla fine, quello che aveva ceduto era stato il suo cuore.
Un attimo prima stavamo ridendo e scherzando, poi Charlus si era accasciato a terra.
Subito gli avevo prestato le misure di primo soccorso ma si era rivelato tutto inutile e, come avevo scoperto, di fronte alla morte anche la magia era inutile.
 
Da quel giorno Dorea non era più stata la stessa.
Certo, era ancora quella donna premurosa che mi aveva accolta in casa sua ma, in fondo al suo sguardo, c'era il dolore inestinguibile di chi ha perso il suo unico amore.
James, Sirius ed io eravamo tutto ciò che le restava e così io e Sirius avevamo rimandato la nostra partenza perché, ora che James si stava per sposare e per lasciare quella casa, Dorea Potter aveva bisogno di noi più che mai.
Ora era il nostro turno di fare qualcosa per quella famiglia.
 
 
 
 
*****
 
 
 
 
Avrei dovuto capire subito che qualcosa non andava.
Appena arrivata al San Mungo avevo infatti trovato ad attendermi un' Arlene Matthews piuttosto preoccupata.
Arlene Matthews era la guaritrice a cui ero stata affidata, normalmente, per diventare guaritori, si doveva affrontare un percorso di studi molto più lungo ma, dato che il mio era solo un corso integrativo e, dato che avevo già qualche nozione di primo soccorso sia Babbano che, grazie a madama Chips, magico, la direzione del San Mungo, dopo aver ricevuto le raccomandazioni di Silente, di Lumacorno, di Madama Chips e del Ministro della magia in persona, aveva deciso di permettermi di apprendere direttamente sul campo assistendo una delle loro migliori guaritrici.
Arlene Matthews, una donna dai capelli corti e scuri e dal volto sempre finemente truccato, inizialmente non era stata molto felice della mi venuta. Arlene era una donna di polso ed abile nel proprio lavoro che, nel vedere tutte quelle illustri raccomandazioni, aveva pensato che fossi solo una buona a nulla abituata a campare sfruttando il duro lavoro e il prestigio altrui. Inutile dire che, al nostro primo incontro, Arlene si era dimostrata mal disposta nei miei confronti ma poi, proprio attraverso il duro lavoro che lei tanto apprezzava ero riuscita a farla ricredere.
Certo, non potendo utilizzare la magia molti incarichi mi erano preclusi ma potevo comunque servire i pasti ai pazienti, somministrargli le pozioni e spalmare gli unguenti oltre a stare ovviamente accanto ai pazienti per rincuorarli e alleviare le loro sofferenze.
Col tempo, la fiducia di quella donna d'acciaio che sembrava riuscire a mantenere la calma anche di fronte alle ferite più gravi e fantasiose, era cresciuta e così Arlene mi aveva permesso di dimostrarle la mia bravura come pozionista e, nello scoprire questo mio talento, la donna aveva finito col permettermi preparare filtri, infusi, pozioni e impacchi, da sola riuscendo così ad alleggerire il lavoro di entrambe. Ed ora, dopo mesi di lavoro a stretto contatto, quella donna che ammiravo e che consideravo ormai come mia mentore, aveva finito col chiedermi di elaborare da sola la terapia a cui sottoporre i pazienti più stabili.
Arlene era una donna forte, coraggiosa, per questo, nello scorgere quell'inquietudine non potevo fare a meno di chiedermi cosa fosse a turbarla tanto.
"È successo qualcosa?" Domandai preoccupata, era da quando ero giunta al San Mungo che il quarto piano, dedicato alla cura di Lesioni da incantesimi, fatture ineliminabili e maledizioni mi spaventava. Raramente entravo in quel reparto forse perché temevo di poter scorgervi al suo interno qualcuno che amavo e che conoscevo. Quel reparto diveniva ogni giorno più affollato.
"Quinto piano" mormorò confusamente Arlene
"Quinto piano?! La sala da te?!"
"Il ministro della magia ti aspetta"
"Potevi dirlo prima!" Esclamò traendo un profondo sospiro di sollievo mentre andavo incontro a Nobby Leach.
Non appena ebbi varcato la soglia della sobria caffetteria, il cui calore contrastava con la sterilità delle altre aree, scorsi il ministro. Era seduto su di una comoda sedia ad un tavolo situato in un angolo più appartato della stanza, gli abiti eleganti e quei modi affettati che mi erano rimasti impressi fin dal nostro primo incontro. Non amavo molto quel politico che, in un momento di crisi, pensava più a compiacere le persone e a salvare la faccia che ad affrontare l'opinione pubblica armato della spada della verità e a fare ciò che andava davvero fatto.
"Signorina White!" Esclamò mentre, dopo essersi alzato in piedi, mi stringeva calorosamente la mano
"Si sieda" mi invitò poi cordialmente "mi permetta di offrirle qualcosa".
Trovavo fastidioso quel modo di temporeggiare, quel tentativo di ben dispormi nei suoi confronti.
Certo, anche Silente nell'affrontare una conversazione aveva l'abitudine di offrire tè o dolci ma i modi del preside apparivano genuini mentre quelli del ministro mi sembravano così viscidi...
Sapevo che Nobby Leach era un brav'uomo, Silente si fidava di lui ed io mi fidatevi di Silente eppure non potevo fare a meno di scrutare il ministro con sospetto.
"Doveva parlarmi di qualcosa di importante, signor Leach?"
Domandai decisa ad andare dritta al punto.
"Piros Clarke" disse il ministro in un sospiro "ha chiesto di vederla"
Restai immobile incapace di dire qualsiasi cosa mentre quei ricordi si facevano strada nella mia mente, quelli erano senza alcun dubbio i ricordi del periodo più brutto della mia vita, erano i ricordi di quando ero tornata ad Hogwarts ancora avvinta dalla paura di cosa si potesse celare negli angoli bui, quello era stato il periodo in cui avevo perso la fiducia ed era stato il periodo in cui mi ero sentita più sola e lui ne aveva approfittato.
Sapevo che probabilmente avrei commesso un errore, che trattandosi di Clarke di sicuro si  sarebbe trattato di una trappola ma era ormai altrettanto certo che mi sarei recata ad Azkaban perché,  a prescindere da tutto questo, avevo bisogno di sapere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Eccomi qui tornata col seguito di "Persona Priva di Poteri Magici" molto prima di quanto pensassi.
Che dire, spero che il capitolo vi piaccia!
P.S Ringrazio Lux_Klara perché, se non fosse stato per lei, non avrei iniziato a scrivere questa storia molto presto!
Astrea  
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Astrea9993