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Autore: Florelle    06/11/2008    1 recensioni
"Ora so chi sei. Ti chiami Paura" Primo racconto della serie "Decalogo dei suicidi"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Decalogo dei suicidi'
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La divinizzazione di Claudia.

 

Piume d'argento. Questo rimaneva nella sua mano solo sottili piume d'argento che parevano disfarsi.

Si dice che gli angeli abbiano questa consistenza evanescente: ci passano accanto e non ce ne accorgiamo.

Claudia si guarda le mani incredula e non capisce, gli occhi di bimba inumiditi contemplano il vuoto che non si vede.

 

Il Vuoto è dentro te. Devi solo stare attento a non farti prendere. Non guarda in faccia nessuno, non sa se sei buon o cattivo. il Vuoto-sì con la lettera maiuscola- non ha moralità. Non conosce il bianco nè il nero.

Il Vuoto è sete e fame, il vuoto è pienezza maligna. Il Vuoto è l'altra parte della tua essenza. Il Vuoto è quando ti giri e ti rigiri nel letto troppo freddo e non capisci il perchè del mondo.

E stringi al petto un peluche malandato...l'ultima cosa che resta della tua infanzia, forse, insieme a quegli occhi perennemente di bimba.

Claudia si ciondola in avanti, meccanicamente... Il mondo esterno non la tocca.

Claudia è sola, anche se intorno c'è la famiglia ed i suoi amici, anche se nelle orecchie ha una musica leggera che svanisce coi raggi del sole filtrati dalle tende di carta-stoffa celestina.

"Dove sono? E perchè di tanta sofferenza?"

 

Ma al Vuoto non c'è risposta. Il Vuoto non ammette pietà è lento e inesorabile. E se non impari a rispettarlo, lui non rispetterà te. Il Vuoto è. Perchè tu sei tu ed esisti, allora anche lui ha la sua legittimazione.

Claudia si guarda i piedi nudi e forse ha freddo. Ma che importanza ha il freddo..e forse la sua pelle non si pena neppure più di respirare.

C'è qualcosa che le fa male, una spina dentro al petto.

Claudia pensa alla luce confusa dei giorni di maggio, quando tutto era bello e c'era tanto calore. La luce chiara donava al cielo un sorriso che sapeva di poesia e di favole lunari e di giochi.

Quando camminava mano nella mano, passo dopo passo, in sincronia. Un due tre. Quattro gambe per un metronomo. Chissà chi contava la gioia dei tuoi sguardi.

Il Vuoto piano piano si è fatto posto dentro di te. E' entratro dagli occhi e dala lingua. All'inizio un fuoco fatuo, odore di muffa e di cimitero. Qualcosa a cui è meglio non pensare.

Il Vuoto è un poltergeist: se lo ingori ti ignorerà a sua volta.

"Ma se io non ci fossi più, anche il Vuoto sparirebbe. " pensa, sgranando le piume argentate come fossero un rosario artigianale.... ogni lacrima di piuma una piccola perla di una litania solitaria.

Claudia si guarda le mani piccole e paffute, quasi ridicole sul suo corpo violentato dalla magrezza. Claudia guarda il Vuoto, il Vuoto vede lei.

Vorrebbe chiudere gli occhi, ma non si può scappare quando non c'è abbastanza luce per correre. Il Vuoto avanza. Il Vuoto canta parole suadenti su note gotiche. Note nere. Note lente. Note spente.

Il Vuoto avanza all'improvviso e in fondo tu pensi che possa essere un amico fidato quando fuori non c'è più nulla.

Claudia chiude gli occhi e si lascia andare. Claudia forse vuole morire e non lo sa. Claudia torna bambina e dà nomi alle cose. Un incubo non è un incubo se gli dai un nome.

Coma la casa diventò un castello,

come la vasca divenne mare,

come la bambola fu strega

come il cane divenne principe,

come il Tutto divenne Niente.

 

Claudia, Claudia che cade in un sonno profondo e letargico, cullato dal profumo del mare e dal rumore della deriva che fende le increspature.

 

Come la Solitudine divenne Amore

come la carta divenne realtà

come la lampadina s'accese di sola

come ogni lacrima fu fiore.

 

Il Vuoto la guarda e la vorrebbe inghiottire. Il Vuoto che non ha occhi e non ha denti e per questa fa più male. Il Vuoto che non vuole essere scoperto. Che ha mille nomi di robe strane, il Vuoto che non conosci, il Vuoto che è tabù e terrore.

 

Come un sogno divenne Angelo

come i rumori della strada divennero parole:

 

"Claudia non mollare. Claudia, ogni battaglia merita di essere combattuta fino in fondo. Claudia diventa Dea Guerriera e scaglia la lancia. Claudia come Atena, dea della Saggezza che tutto rinomina, dea della Guerra che non è mai persa in partenza. "

 

Claudia apre gli occhi deboli e vede il metallo. Con la mano tasta l'elmo di luna che ha in testa. Ai piedi del letto una piccola lancia d'avorio scintilla. Afferra l'arma con le piccole mani. Claudia bambina assalta il Vuoto con impeto assassino.

 

"Ora so chi sei. Ti chiami Paura".

 

Le mani tornano calde di sangue: Claudia non sei sola.

 

   
 
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