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Autore: helhime    12/12/2014    1 recensioni
Nel corso di una discussione con Draco, Piton prende una decisione che avrà terribili conseguenze...
Fanfic scritta insieme a Red Wind per un Contest indetto dalle pagine facebook https://www.facebook.com/pages/Down-Hannas-Ally/416620558477417 e https://www.facebook.com/IlMondoSegretoDeiBambini.
Spero che vi divertiate a leggerla come noi a scriverla! :D
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L'ufficio di Piton era immerso nella luce delle candele: il loro fioco bagliore, a malapena sufficiente a impedire di inciampare in qualche mobile, tingeva l'ampia sala di un grigio uniforme. Colore che si intonava perfettamente all'umore di almeno uno dei soli due occupanti della stanza.

"Ho finito di lavare il pavimento, professore." Annunciò Malfoy, con stizza, raddrizzandosi.
E non ho altro tempo da perdere, aggiunse mentalmente, trattenendosi a stento dal dirlo ad alta voce.
In altre circostanze avrebbe protestato con più fermezza contro l'ingiustizia di quella punizione, ma in quel momento il desiderio di uscire di lì era persino superiore alla sua arroganza: non poteva permettersi di rischiare ulteriori turni di lavoro extra solo perché non riusciva a tenere la bocca chiusa.

Con tutta calma Piton alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo con aria di sufficienza, squadrando il ragazzo e il pavimento lucido della stanza.
"Vedo che i lavori manuali ti riescono molto bene, Draco, dovresti applicarti più spesso a queste attività" disse, chiudendo sonoramente lo spesso tomo.

Per tutta risposta, il ragazzo mise a posto scopa e secchio, chiudendo il piccolo ripostiglio in cui erano contenuti con un po' più forza del necessario: quelle faccende da sguattero erano chiaramente al di sotto di lui, ma ancora una volta riuscì a trattenersi dal dirlo ad alta voce.
"Posso andare ora, professore? Abbiamo finito?" Chiese, chiaramente ansioso di farla finita con quella situazione.
Si sentì molto fiero in quel momento per il tono calmo della sua voce, per come stesse mantenendo il controllo nonostante si sentisse ribollire di rabbia.

Piton si alzò con calma, avviandosi verso la porta. Poi, una volta arrivato davanti al ragazzo, si fermò, guardandolo con disprezzo. Lo aveva trattenuto con la scusa della punizione per assicurare un po' di riposo da possibili agguati a Silente. Non era stato difficile, viste l'arroganza e la maleducazione di Draco, trovare un motivo valido per una punizione, ma era altrettanto vero che non avrebbe potuto tenerlo occupato per sempre. Stava prendendo tempo, o meglio perdendo tempo. "Cos'è tutta questa fretta?" Sibilò infine, cercando di prolungare la conversazione.

"Ho molte cose da fare, professore." Replicò Draco, lanciandogli uno sguardo di sfida. "Sono un adulto ormai: ho delle responsabilità."
Lui ha scelto me! Voldemort ha scelto me e non te per questa missione! Questo avrebbe voluto urlargli, solo per il gusto di vedere il suo volto contorcersi per la rabbia e l'invidia – perché era sicuro che Piton lo avrebbe invidiato per quell'incredibile privilegio. Perché si trattava di un incredibile privilegio.
E allora perché doveva continuare a ripeterselo quasi ogni giorno?!
"Ho delle... questioni... da sbrigare." Continuò, in tono più incerto questa volta.
Era combattuto tra il desiderio di concludere quella faccenda il prima possibile e lo strano senso di nausea che gli provocava il solo pensiero di ciò che avrebbe dovuto fare per riuscirci.

Severus lo guardò con superiorità e disgusto per qualche secondo. Era incredibile come quel ragazzino si credesse importante, forse per continuare la tradizionale arroganza familiare oppure per il compito che gli era stato affidato. Eppure era sempre stato un debole. Pur essendo dalla parte di Voldemort, non era adatto per cose di quel tipo: quell'esitazione nella sua voce, mentre parlava del suo obiettivo, lo dimostrava.
In quel momento, Piton lo capì con estrema chiarezza, quasi fosse stato anche lui in possesso di doti profetiche come quelle della professoressa Cooman: Draco non sarebbe mai riuscito a uccidere Silente.
"Quali importanti attività dovrebbero occupare uno studente come lei?" Chiese cercando di apparire provocante e disinteressato insieme.

"Non sono più un semplice studente!" Esplose Draco, senza più riuscire a trattenere la rabbia nel vedersi trattato con tanta superiorità. "Ormai sono..."
Si zittì, incapace di terminare la frase: per qualche motivo, non era in grado di vantarsi con Piton come faceva con i suoi compagni Serpeverde. Gli sguardi che i suoi compagni gli lanciavano quando sentivano la parola “Mangiamorte” gli permettevano quasi di dimenticare gli occhi lucidi di sua madre quando lo aveva salutato prima che prendesse il treno. "Ho una missione, come probabilmente le avranno già detto, professore." Sussurrò. "Mi è stata data da... Voldemort... in persona." Con sua grande vergogna, gli risultava ancora difficile pronunciare il nome dell'oscuro signore. "Quindi la smetta di trattarmi come un bambino... professore." Aggiunse, con un lampo di – rabbia? Odio? Paura? - nello sguardo. Una parte di lui desiderava ardentemente che non gli fosse mai stato dato quel maledetto incarico – ma era una parte di sé stesso di cui faticava persino ad ammettere l'esistenza, men che meno a parlarne con qualcun altro.

"Dovresti essere uno studente qualunque, visto che la tua missione è segreta e, peraltro, incompiuta."
Il professore lo guardò avvampare di rabbia a quelle insinuazioni. Piton non si scompose minimamente, come era suo solito. Girò sui tacchi, lasciando che il mantello vorticasse alle sue spalle.
"Buona fortuna, Draco." Concluse con distacco, ma con un tono così ambiguo da non permettere di capire se l'affermazione fosse o meno sarcastica.
In quel momento prese la sua decisione: non poteva più perdere tempo, rischiando che quel piano venisse portato a termine con successo. C'era solo una soluzione, e in fondo lo aveva sempre saputo, per quanto essa fosse quanto di più spiacevole potesse prospettarsi a Severus. Era semplicemente necessario ed egli non si sarebbe tirato indietro.
  
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