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Autore: Elly Priest    12/12/2014    1 recensioni
"Guardò il proprio riflesso sulla porta blindata che portava al motore a curvatura. Quasi non si riconosceva nell' azione che stava per compiere.
Le radiazioni l' avrebbero uccisa, ne era consapevole, ma lei aveva scelto. Scelto di fare qualcosa di buono, scelto di salvare i suoi amici.
Aprì con forza la porta ed entrò in uno stretto tunnel cilindrico, la porta si richiuse dietro di sé.
Si guardò dietro, Scotty la guardava con gli occhi spalancati, gridava.
-No, Juno! Non farlo, no!
Lei sorrise, era il peggiore che le fosse venuto, il più triste che Scotty avesse mai visto."
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk, Khan Noonien Singh, Nuovo Personaggio, Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era una situazione disperata. La Enterprise stava precipitando, perchè il motore a curvatura aveva avuto un drastico calo di energia. Il capitano Kirk cercava di mantenere la nave, ma tutto era inutile: senza un miracolo la nave si sarebbe distrutta sulla Terra. Chekov continuava a gridare con marcato accento russo.
-Enterprise a 700 chilometri dalla superficie! 650!
Bisognava trovare una soluzione alla svelta, non potevano darla vinta a Khan cosí facilmente.
Juno, mentre si appendeva saldamente ad un corrimano in plancia, ebbe un' idea.
-James, Capitano! Ho un piano.
-Non ora, Juno!
Una forte scossa fece cadere quasi mezzo equipaggio, tutto era un' accendersi e spegnersi di luci d' allarme, una sirena di pericolo suonava insistente.
-Fidati! Se riusciamo a mantenere la nave in equilibrio per qualche minuto, so come dare potenza alla na..
Un' enorme esplosione fece trasalire addirittura Spock, con la sua consueta calma vulcaniana: l' atmosfera stava creando microfratture in tutta la nave, quindi stava implodendo poco alla volta. Gli scudi si stavano abbassando sempre di piú.
Kirk guardó Juno e decise.
-Sulu, trasferisci tutta l' energia ai reattori secondari!
-Sí capitano!
Kirk strinse il corrimano davanti a sè.
-Juno, hai due minuti, non di piú, vai!
Non se lo fece ripetere due volte che stava già correndo attraverso i bianchi corridoi della nave, riusciva a rimanere in piedi per miracolo, a causa degli scossoni esterni. A tratti doveva correre quasi sulle pareti quanto la nave ai inclinava.
Dopo corridoi e ponti che sembravano infiniti arrivó alla sala macchine, scorse Scotty che correva a destra e sinistra per riparare i molteplici danni. Da una moltitudine di tubi uscivano sbuffate di vapore.
Il suo piano era un suicidio, ne era consapevole. Si era promessa di non usare mai piú tutti i suoi poteri, ma quella volta avrebbe dovuto fare uno strappo alla regola.
Scotty era davanti ad uno schermo dov' erano raffigurati valori impazziti.
-No... No, no, no!
-Che succede, Scotty?
Indicó un disegno sullo schermo che mostrava il motore a curvatura, tutti i valori e le percentuali erano pari a zero.
-Il motore si è spento completamente, non abbiamo piú energia!
Juno annuí decisa, guardó una porta. Sopra c' era il simbolo di morte, radiazioni. Stava per aprirla che Scotty la prese bruscamente per le spalle.
-Non fare idiozie, non puoi entrare là dentro!
Juno abbassó sguardo, Scotty respirava velocemente.
-Se entri là, non ci esci viva, morirai!
Juno sospiró.
-Non m' importa...
Si liberó dalla stretta, ma Scotty le strattonó una spalla. Gli tiró un pugno secco in faccia e cadde su una sedia, stordito per qualche secondo. Juno gli allacció le cinture molto strette e ruppe il controllo per sganciarle.
Guardò il proprio riflesso sulla porta blindata che portava al motore a curvatura. Quasi non si riconosceva nell' azione che stava per compiere.
Le radiazioni l' avrebbero uccisa, ne era consapevole, ma lei aveva scelto, scelto di fare qualcosa di buono, scelto di salvare i suoi amici.
Aprí con forza la porta ed entró in uno stretto tunnel cilindrico, la porta si richiuse dietro di sè. Si guardó dietro, Scotty la guardava con gli occhi spalancati, gridava.
-No, Juno! Non farlo, no!
Lei sorrise, era il peggiore che le fosse venuto, il piú triste che Scotty avesse mai visto.
Juno si giró e procedette nel tunnel di metallo, l' oscurità era illuminata da luci rosse e soffuse.
Aveva il tempo contato, gli altri stavano facendo uno sforzo disumano per sostenere inconsapevolmente il suo folle piano.
Inciampava nei cavi che uscivano dal suolo, finchè non si trovó nella sala dove vide la tecnologia piú geniale che avesse mai visto: il cuore dell' Enterprise, il motore a curvatura.
Da spento sembrava quasi un ammasso di ferraglia, enormi cavi cilindrici lo attraversavano, uscivano scintille azzurrognole.
Il caldo era insopportabile, sentiva la pelle bruciare a causa delle radiazioni. Le lacrimavano gli occhi per lo sforzo, ma comunque si arrampicó tra i tralicci e gli appigli che riusciva a trovare.
Si tolse la giacca di pelle, rimanendo in canottiera, ormai grigia per il sudore e lo sporco.
Finalmente raggiunse la cima del motore, da entrambi i lati si allungavano due grandi agglomerati di cavi. Tiró un sospiro ed appoggió le mani sui cavi

-Capitano, 400 chilometri dalla superficie!
Kirk toccó il ricevitore sul petto.
-Scotty, come siamo messi con il motore?
Sudava freddo per la risposta che avrebbe ricevuto.
-Jim, Juno è dentro!
-Cosa!?
La voce del meccanico era carica d' ansia.
-Juno è entrata nella sala di contenimento del motore!
Kirk si alzó dalla sedia di comando.
-Spock, a lei il comando!
Si mise a correre, doveva salvarla prima che fosse troppo tardi, correva piú veloce che poteva. Juno era sotto la sua responsabilità, qualunque cosa le sarebbe successo, sarebbe stata colpa sua.

Juno chiuse gli occhi, sentiva l' energia scorrerle per il corpo, come liquido bollente nelle vene. Le mani si fecero azzurre di potere.

Kirk aveva raggiunto la sala macchine, vide Scotty legato bene ad una poltrona, non riusciva a liberarsi per salvare la ragazza.
La porta ormai era chiusa ermeticamente ed era impossibile aprirla.
450 chilometri, 400.
Batteva sul vetro inutilmente, come se lei lo potesse sentire, non poteva, non riusciva e non aveva in mente nient' altro da fare.
400 chilometri, 350, 300.
Juno sentí il culmine del potere nelle mani, ci voleva concentrazione perfetta per trasferire tutta l' energia alla nave.
250, 200, 150 chilometri.
Aprí gli occhi.

-Comandante Spock, valori in aumento!
-Potenza scudi in aumento!
-Energia dei motori al 200%!
Spock stringeva i braccioli della sedia di comando.
100 chilometri, 90, 80.
-Tutta l' energia ai motori!
I valori sui computer si alzarono all' istante e Sulu riuscí a far rialzare l' Enterprise giusto prima di buttare giú un gratacielo.
La nave si alzava nel cielo a velocità crescente: erano tutti salvi. Salvi grazie a lei.
Grazie a Juno.
La nave atterró pesantemente in una grande piazza cittadina, sfrecciando accanto a quella nera di Khan.
Appena l' Enterprise toccó terra seguí un boato di gioia. Spock si riprese dalla situazione, uscí di corsa dalla plancia.
La sala macchine era affollata dal personale medico, Hura gridava e piangeva, tenuta da un' infermiera.
Scorse Scotty, che si giró guardandolo. La sua teste fece un cenno: Juno non ce l' aveva fatta.
-Dov'è?
McCoy gli si avvicinó mostrandogli un olo-book.
-Non abbiamo trovato il corpo, le radiazioni erano troppo forti...
Fece una breve pausa e sospiró.
-È stata vaporizzata, c' era solo questo...
Gli porse una giacca di pelle. Quella di Juno.
La strinse con forza. Lei non c' era piú, non avevano potuto far nulla per salvarla.
Scotty, piú di tutti, si sentiva in colpa: era lí quando era entrata nella sala di contenimento.
Spock cadde in ginocchio, era colpa di Khan se Juno era morta, era colpa sua se lei aveva dovuto prendere una decisione cosí drastica.
Respirava con forza, per una volta sentí una valanga di emozioni che gli opprimevano il petto. Prese un lungo respiro.
-KHAN!!!
il suo urlo prolungato si sentí nella nave. Spock era deciso di vendicarsi.
E sta volta era arrabbiato, molto arrabbiato.
   
 
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