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Autore: StylesLoveU64    12/12/2014    3 recensioni
*tratto dalla storia*
"Che cazzo hai? Che cazzo avete tutti?
Tutti scappano se ne vanno, se ne vanno, mi abbandonano. Cambiano, mi odiano.
Sono così fottutamente sbagliata? Tutti attorno a me fuggono, fingono di amarmi e poi mi lasciano da sola, con l'amaro in bocca e mille domande.
Io non so più cos'ho. Nessuno mi spiega. Sono solo sbagliata." urlo queste parole ormai in lacrime. Sapevo che non avrei mai dovuto lasciare che si avvicinasse a me. Sapevo che sarei scoppiata dinanzi a lui e non mi importa di apparire debole. Sono stanca.
"Ti sbagli.." cerca di dire, ma lo interrompo.
"No. Mi sbaglio un cazzo. Perché? Voglio solo capire perché prima hai cercato di avvicinarti a me e adesso è come se non esistessi." dico ormai stanca.
"Vuoi sapere perché? Perché ciò che faccio per te o provo quando sto con te non l'ho mai provato prima d'ora e ho paura. Ho una fottuta paura e sai perché? Perché credo di amarti."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tessa’s POV
 
“Cos’è l’autolesionismo?”

Ecco. Questa è una domanda che feci quando ero una bambina. Non avevo idea di cosa significasse quel termine, ma nel pronunciarlo sentivo uno strano senso di vuoto al petto, come ad avvertirmi che fosse effettivamente qualcosa di male.

Avevo sentito quella parole lasciare le labbra di una ragazza più grande di me.
Credo avesse circa sedici anni. Quella ragazza morì qualche mese dopo.
L’autolesionismo è un atto che implica procurare danni, gravi o meno, rivolti alla propria persona.
Non avrei mai neanche lontanamente immagino che qualche anno più in là avrei sofferto anche io di questo disturbo.

Perché sì è una specie di disturbo mentale, come l’anoressia e cose varie.
È un qualcosa che una volta che hai iniziato ti riesce incredibilmente difficile smettere. Inizi a considerare quel piccolo oggetto che è la lametta come la tua unica migliore amica.
Perché ho deciso di distruggermi in questo modo? Beh.. non è una domanda alla quale sono solita rispondere.
Non so né come, né quando, ma so in parte il perché.
È un ragionamento complicato, contorto e non tutti saranno in grado di capirlo, figuriamoci accettarlo e sostenerlo.

Procurarsi un solo, semplice taglio, su qualsiasi lembo di pelle, fa davvero molto male, un male così intenso che per quell’attimo, quell’istante, riesci a dimenticare il dolore che ti porti dentro.
Quel dolore che ti logora il petto. Che ti lacera l’anima.
A volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se quella donna non mi avesse abbandonata in quello squallido orfanotrofio. Non ne ho mai neanche capito il motivo, anche se d'altronde quale motivo reggerebbe l’abbandono di un figlio?

Ho passato i peggiori anni della mia vita lì dentro. Stavo così male che ad un certo punto persi l’uso della parola e non sto scherzando. Non spiccavo una parola, neanche un monosillabo, e quando tutti mi chiedevano come mai io non parlassi pur avendone la possibilità io non rispondevo, guardavo semplicemente avanti a me.
Ignoravo tutti e tutto fino a che un giorno, mentre io ero sul mio lettino che pettinavo la mia unica bambola, quelle porte si aprirono, rivelando loro. Le persone che mi portarono via di lì. La mia attuale famiglia.
Angie: una signora davvero per bene, gentile, dolce, premurosa, simpatica e davvero di cuore.
Lucas: mio fratello adottivo, ad oggi è davvero un bellissimo ragazzo biondo, quando lo conobbi aveva due anni in più di me e giocava sempre insieme a me, e poi c’era lui.

Robert. L’unica persona in grado di capirmi, in grado di tirarmi su il morale. L’unica che nonostante i pregiudizi che avevo di me stessa riuscisse a farmi sentire bella.
Perché ‘c’era’ al passato? Perché lui ora è un angelo. Il mio angelo custode. Morì in un incidente stradale, mentre si dirigeva al suo ufficio.
Ricordo ancora il giorno in cui tornai a casa da scuola piangendo, a causa di alcune mie compagne di classe che mi tormentavano, ridendo di me, del mio aspetto, della mia situazione. Corsi in camera senza dire niente a nessuno. Lui salì e vedendomi in lacrime non disse niente., neanche un parole. Semplicemente mi prese tra le sue braccia.

Grazie a lui e al suo aiuto ricominciai anche a parlare e cazzo mi manca terribilmente.
A volte quando piango mi ritrovo a pensare a come sarebbe se lui aprisse la porta della mia cameretta per venirmi ad abbracciare, ad ascoltarmi piangere senza parlare. Senza fare rumore.
Ora non ho nessuno con cui condivide il mio dolore. Ho Amber ma se devo essere sincera non le parlerei mai di come mi sento realmente. Non voglio accollarle tutte le mie paure, le mie insicurezze. Se ne andrebbe.. le persone si stancano delle ragazze come me. Proprio come Niall. Lui era il mio migliore amico, l’unico dopo Robert ad avere la mia completa fiducia. Mi aveva promesso che sarebbe rimasto e invece? Ora dov’è? Sicuramente sarà con i suoi amichetti snob. I fighi della scuola.

Quelli che non hanno idea di cosa significhi amare qualcun altro al di fuori di se stessi. Avete presente quei film dove i ragazzi quando fanno il loro ingresso, tutte le ragazze sgranano gli occhi e spalancano le bocche? Bene. Sono esattamente loro: Zayn Mlik, Liam Pyne, Niall Horan, Louis Tomlinson e Harry Styles. Quest’ultimo viene anche considerato come il dio del sesso e credo proprio che si sia fatto l’intera fauna femminile della scuola, ad eccezione di me. Dopo tutto quello che ho fatto e quello che ho dovuto soffrire a causa di quell’argomento, col cazzo che vado a letto con lui.
Beh.. adesso finiamola con la mia patetica, noiosa vita, meglio che io mi vesta.

In realtà non impiego neanche troppo tempo dato che non mi interesso a cosa indossare. Uno delle mie solite felpone, ne ho una collezione intera, mi piacciono e mi ci sento a mio agio, coprono i miei tagli e le mie imperfezioni dato che ne ho tante. E poi i miei soliti jeans, per niente attillati o attraenti.
Decido di contornare i miei occhi solamente con una piccola linea di eye-liner, giusto per cambiare. E mi sento così diversa. È incredibile come una semplice lineetta nera sia in grado di modificare, seppur lievemente, alcuni tratti di un volto.

Sospiro, guardandomi allo specchio. Piego leggermente gli angoli della bocca all’in su, mimando un piccolo sorriso e cercando di coinvolgere anche gli occhi.
Nessuno si accorgerà mai se i miei occhi sono spenti o meno, nessuno mi guarda negli occhi da tempo.
Scendo poi le scale, dirigendomi subito in cucina.
“Buongiorno.” Saluto entrando.
Schiocco un sonoro bacio sulla guancia di mia madre, che mi risponde sorridendo e poi mi vado ad accoccolare nelle braccia del mio fratellone.
“Buongiorno sorellina.” Dice depositando un bacio tra i miei capelli. Adoro quando mi abbraccia e mi chiama sorellina, mi fa sentire davvero a casa. Frettolosamente termino la mia colazione ed esco fuori, aspettando Amber.
Nell’attesa decido di fumare una sigaretta.

Caccio il mio amato pacchetto di Malboro dalla piccolo tasca posteriore del mio zaino. Racchiudo la sigaretta tra il mio labbro inferiore e il mio labbro superiore, usando poi l’accendino. Aspiro profondamente la nicotina contenuta all’interno, facendola giungere sino ai miei polmoni, per poi rilasciarla in un piccolo sbuffo.
Non ho mai capito perché tutto ciò che mi fa stare meglio, finisce per uccidermi, ma se devo essere sincera non mi importa più di tanto. Non ho un vero motivo, una ragione valida per vivere, non so nemmeno come mai io non mi sia ancora tolta di mezzo. Forse perché continuo ad aggrapparmi alla speranza che un giorno tuto questo finirà e io mi tirerò fuori da questa merda.

Qualche minuto dopo Amber mi raggiunge e ci incamminiamo verso scuola, che fortunatamente non dista tanto da casa mia. Una vota arrivate ai nostro armadietti prendiamo i nostri libri di letteratura.
“Hai sentito della festa che darà Josh?” chiede la mia amica, mentre porta una mano sul metallo freddo dell’armadietto, richiudendolo.
“Certo. Come potrei non saperlo? Manca poco che lo sappiano anche le piante vicino la presidenza.” Dico scuotendo la testa e ridacchiando, seguita da Amber.

“Hai proprio ragione.” Concorda. “Senti un po’ ieri sera Christian mi ha chiamata dicendomi che gli avrebbe fatto molto piacere se fossi andata ai suoi allenamenti, mi accompagni?” domanda e suona la campanella. Annuisco indifferente, incamminandomi poi verso la classe di letteratura al fianco di Amber.
Prendiamo posto nel nostro solito banco, mentre tutto il resto della classe chiacchiera e si siede sui banchi, e chi potrebbe mai essere l’individuo che produce maggior casino? Styles. Chi altri senno?
Il solito che ride con la sua cerchia di amici, mentre tutte le sue galline affianco schiamazzano.

Harry è davvero un bel ragazzo, devo ammetterlo, ma io non capisco con tutte le ragazze pendano dalle sue labbra e sbavino per anche un suo solo sguardo.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo quando Emily nei suoi soliti comportamenti da gatta morta, intenta a sedurre qualsiasi genere maschile presente nell’aula.
Molte volte penso che il motivo dei suoi comportamenti, dei suoi gesti sia solo perché vuole sentirsi desiderata, ma la cosa triste è che poi viene considerata solo per una notte. Anche io alcune volte, quando esco con Amber, mi concedo a qualche sconosciuto, ma per un periodo è stato il mio lavoro e lo vedo come uno sfogo.
Tutto ciò che viene in mente nel guardarla è che sia patetica e per quanto io non la sopporti, interpreto il suo comportamento come una sorta di richiesta. Se lei vuole essere al centro dell’attenzione sempre, un motivo ci sarà.
E penso alla società di merda in cui ci troviamo, dove fingere e nascondere i propri sentimenti è all’ordine del giorno. Fingiamo di essere persone che non siamo.

Credo che siamo tutti troppo freddi. Se solo parlassimo, dicessimo ciò che sentiamo le cose andrebbero un tantino meglio, ma d’altra parte chi sono io per dire certe cose quando solo la prima che finge tutto il tempo, per paura di mostrarmi debole?
Qualche minuto più tardi, l ‘entrata del professore che si scusa del ritardo, interrompe il flusso dei miei pensieri.
Sistema le proprie cose per poi appoggiarsi sulla parte anteriore della cattedra in modo da avere una completa visuale su tutta la classe.
“Bene ragazzi, oggi parleremo del libro che vi ho assegnato il mese scorso. Il bellissimo romanzo ‘Orgoglio e Pregiudizio’ scritto dalla grande Jane Austen.” Esclama mostrandoci il libro racchiuso nelle sue mani.

Sorrido perché credo di averlo letto più di quattro volte tanto che mi appassionato.
“Allora chi vuole descrivermi il carattere dei personaggi?” chiede, ma nessuno si offre così scorre il dito sul registro fermandosi poi su un nome a caso.
“Stevens. Tessa vuoi esporci il carattere dei personaggi di Elisabeth e Darcy?”
“Okay. Beh.. Mr Darcy sin dalle prime righe dimostra di essere un ragazzo orgoglioso, distante, altezzoso e convito che grazie alla sua estrazione sociale non può ricevere alcun rifiuto, e non si esime neanche dal fare commenti scortesi sulla famiglia Bennet, in particolare su Elisabeth. Quest’ultima infatti prende, sin dall’inizio, il signor Darcy in antipatia.” Espongo in linea generale l’essenziale sui due personaggi caratteristici del romanzo.
“Esatto.” Sorride il professore. “E tu cosa pensi di questo romanzo?”
“Credo che questo romanzo sia meraviglioso, insomma racconta di una storia d’amore piuttosto rara se non unica. Che apre la visuale , che fa riflettere sui propri errori, dato che penso sia un errore che commettiamo tutti quello di vivere tra l’orgoglio e il pregiudizio.” Affermo sostenendo la mia opinione su quanto il genere umano sia un continuo miscuglio di errori su errori.

“Eccellente esposizione, Stevens. E cosa credi abbia spinto Mr Darcy ad innamorarsi di Elisabeth?” domanda, con un’espressione alquanto interessata nel sentire la mia opinione. Devo dire che mi sta piacendo questa lezione. Adoro divagare sui grandi della letteratura.
“Io credo che Darcy si sia innamorato di Elisabeth proprio a causa del carattere di lui: chi si crede migliore fa di tutto per dimostrarlo e ovviamente apprezza chi sia alla sua altezza, una persona con cui dibattere e che sappia tenergli testa, che non lo annoi e questo lo riscontra in Elisabeth.” Dico riflettendo sulla domanda postami dal professore.
Il professore mi sorride compiaciuto e terminiamo il nostro piccolo dibattito per poi continuare l’ora.

Al termine dell’ora il professore ci assegna un nuovo libro da leggere. Uno splendido disastro.
Le altre quattro ore passano tra sbuffi da parte di Amber e risatine dalla mia parte nel vederla annoiata a tal punto di fingere di dormire.
Ovviamente non possono mancare le battutine di Styles e Malik.
Quando poi suona l’ultima campanella io e Amber ci precipitiamo fuori da quel mostruoso edificio, dirigendoci verso casa mia.
Mangiamo velocemente e dopo aver visto un po’ di televisione con Lucas, saliamo al piano di sopra nella mia camera per studiare.
Beh.. studiare con Amber è un po’ difficile dal momento che per lei impegnarsi almeno un minimo è uno sforzo sovraumano.

“Tess mi aiuti con francese? Non ci sto capendo un cazzo.” Chiede sull’orlo dell’esasperazione e non posso fare a meno di ridacchiare nel vederla così.
Cerco di darle una mano e una volta terminati anche i compiti di spagnolo, ci stendiamo sul letto a parlare della festa.
Quando poi Amber controlla l’orario, sussulta alzandosi di scatto.
“Dobbiamo muoverci gli allenamenti iniziano tra un quarto d’ora.” Mi avverte.
“Andiamo allora. Io non devo cambiarmi.” Le dico e subito usciamo da casa.
Dieci minuti dopo ci troviamo sugli spalti freddi della palestra scolastica., osservando Christian e alcuni amici di Amber che giocano a football, e tra questi possiamo anche trovare Niall, Zayn e gli altri. E mi ritrovo a pensare a quanto sia strano che non ci siano le loro ochette in calore a sbavare nel vederli con delle canotte e sudati.
“Però devo ammettere che quei ragazzi, per quanto possano essere antipatici e altezzosi, hanno una bellezza particolare.” Ammette la ragazza bionda al mio fianco, osservando ogni movimento dei giocatori presenti in campo e io non posso fare altro che concordare con la sua affermazione.

 
NOTA AUTRICE

Allora ecco la mia precedente storia ‘I Love You? No. I Think…’ trasformata. La trama è sempre la stessa, ma i capitoli cambieranno leggermente e saranno un po’ più lunghi. Spero che vi siate resi conto della mia evoluzione nello scrivere. Non dico che adeso scrivo benissimo, almeno decentemente.
Ho anche cambiato il titolo, ma non l’introduzione. Spero vivamente che vi piaccia lo stesso.
Alla prossima e voglio sapere le vostre opinioni quindi recensite. Grazie.

  
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