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Autore: koopafreak    12/12/2014    3 recensioni
Una serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro e di estensione variabile dedicati ai miei regnanti preferiti. Alcuni di essi saranno frutto della mia fantasia, altri tratti direttamente dalla serie originale e presentati attraverso gli occhi dei protagonisti. Ognuno abbraccerà sfumature diverse e mi limito ad indicare la raccolta come generale perché non mi è possibile conciliarli tutti sotto un unico genere. Forse appena un pizzico, giusto una spolverata di BowserxPeach qua e là.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Peach, Sorpresa
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oltre lo specchio

« Allarme, allarme! Il Principe Peach è stato rapito! »

« Anche oggi? » Una recluta ricacciò indietro uno sbadiglio mentre si accertava che l'impugnatura della sua picca non le avesse scheggiato lo smalto.

« Giuro di non aver mai conosciuto in vita mia un tipino tanto ostinato come quella koopa forastica » osservò col suo accento snob un maggiordomo intento a spolverare delicatamente sopra una mensola.

L'arzilla governante scalpitava per i corridoi reali in un turbinio di sottane, smentendo chiunque avesse avuto da ridire sulla sua rispettabile età, mentre diffondeva a gran voce la tragica notizia ed agitava il bastone che usava puntar contro le soldatesse pizzicate a poltrire o divagarsi in pettegolezzi durante i turni di guardia.

« Avvertite subito le sorelle Mario! » strepitò di nuovo colei che esigeva essere chiamata signorina Toad, in quanto mai maritata e per scelta indissolubilmente devota anima e corpo al benessere della famiglia reale, al momento sull'orlo di un'altra crisi isterica immaginando il suo adorato protetto nelle grinfie di quel mostro rozzo e brutale.


« Luigina, dobbiamo correre a salvare il Principe Peach! »

« Anche oggi? » La più alta delle due sollevò gli occhi dal vaso di narcisi bianchi accanto alla finestra e dei quali aveva cura con zelo quasi materno.

L'eroina del Regno dei Funghi, come di suo solito, era carica di energia alla prospettiva di un'altra sfida con cui mettersi alla prova e soprattutto sfuggire alla monotonia della loro attività di idrauliche. Inoltre sua sorella era un po' sottotono negli ultimi giorni a causa della partenza dell'affezionato Daffodil, costretto dagli improrogabili doveri reali ad aver fatto ritorno al proprio castello nel cuore della sabbiosa Sarasaland, ed era dunque convinta che un diversivo dalla morsa della nostalgia non le avrebbe fatto altro che bene.

« Let's-a go! » intonò allegra Mariuccia col pugno in aria, lanciandosi fuori dalla porta verso l'ebbrezza di una nuova avventura.

Luigina inciampicò all'inseguimento, si bloccò a metà del vialetto di casa e fece dietro front per chiudere a chiave, essendo una sorellina molto scrupolosa. « E aspettami! » richiamò poi l'altra reggendosi il cappello in testa con una mano e sbrigandosi a recuperare terreno.

Le due idrauliche sfrecciarono per la strada maestra puntando spedite in direzione della Terra Oscura dove i tranelli più subdoli e le insidie più pericolose le attendevano, e al sol pensiero Mariuccia non riuscì a trattenere un sorriso avvertendo l’adrenalina scorrere veloce nelle vene. E con la sorella al proprio fianco sapeva già che avrebbe prevalso su qualunque avversità posta ad ostacolarle il percorso.

Un toad impegnato a stendere il bucato al sole si asciugò le mani sul grembiule per rivolgere un cenno di saluto ed augurare loro buona fortuna per l‘ennesima impresa, non meno mortale di tutte le precedenti, quando passarono davanti all’ultima manciata di casette della periferia di Fungopoli prima che la strada sfociasse in erbose piane sterminate oltre le quali la tana del nemico si nascondeva, al centro di un intrico di baratri oscuri, ponti cadenti e colate laviche. « Hanno sempre un gran daffare quelle due » mormorò tra sé il micete casalingo osservandole incamminarsi leste incontro alla prossima battaglia in difesa del Principe Peach e del quieto vivere del regno.

Mariuccia era mingherlina e formosa, sempre pronta a mettersi all’opera nell’attimo in cui sorgeva un problema e col sorriso a fior di labbra che trasmetteva positività a chiunque incontrasse il suo sguardo. Certamente era proprio quell’espressione così paciosa a trarre in inganno, dando a primo acchito l’idea di una personcina adorabile e inoffensiva, ma dietro quegli occhi privi di qualsiasi ombra di malizia si celava un tornado di vitalità capace di contrastare la furia dominatrice della Regina Koopa stessa. La dolce Luigina era invece più slanciata, seppur molto simile alla sorella per altri tratti, e di natura talmente gentile che ogni tanto la si scorgeva saltellare o compiere un passo più lungo onde evitare di schiacciare qualche fiorellino imprudente con gli scarponi della tenuta.

Nessuna delle due badava troppo ad imbellettarsi con cosmetici o gingilli, restando fedeli ad uno stile acqua e sapone e girando per la maggior parte del tempo in salopette e guanti da lavoro. Ogni tanto era la più timida sorprendentemente a rompere la regola, mostrando qualche lieve traccia di trucco quando era possibile udire la risata contagiosa del gaio Daffodil nei paraggi.


« Kameka, da' l'ordine di mettere a bollire l'acqua per il tè. Ho rapito il Principe Peach. »

« Anche oggi? » La fida fattucchiera raddrizzò gli occhiali sul becco affilato assegnando l’incarico ad una martelkoopa (più correttamente una Hammer Sis.) in mezzo alla schiera impettita ad accogliere il rientro della loro sovrana.

Bowser fece il suo ingresso trionfale nella sala del trono con la preda ancora adagiata a mo' di sposa tra i suoi fasci di muscoli e borchie. « Dove si è ficcato quel rintronato di Kamek? Esigo un operato impeccabile stavolta con le fosse dei categnacci e la disposizione dei twomp! » La criniera focosa della draghessa si gonfiò per il nervoso dovuto all’ultimo di una lunga sfilza di errori del magikoopa, oramai in preda alla senilità e non più affidabile come un tempo, mandando la messa in piega di quella mattina a farsi benedire.

« Riferirò, Maestà » rispose Kameka con un leggero inchino, incapace di occultare nella voce l'insofferenza verso il venerando collega per il quale si rendeva grazie alla divina provvidenza se ne combinava una giusta su tre. Probabilmente, se non fosse stato proprio lui ad aver accudito la regina quando era ancora una cucciolotta sdentata appena uscita dall’uovo, questa avrebbe preteso il suo ritiro dalla carica già da un bel pezzo.

Tutta l'attenzione della koopa nerboruta si concentrò infine sull'ospite nolente che non aveva aperto bocca da quando era stato rudemente interrotto durante un colloquio dall'altra parte dello schermo col reggente di Fagiolandia. « Lasciateci » comandò imperiosa sciogliendo un po' malvolentieri quell'abbraccio per restituirgli libertà di movimento.

Le truppe di soldatesse si levarono in fretta di torno con Kameka in testa, accompagnate dai pochi membri della servitù e svuotando così la stanza da ulteriori presenze eccetto quella del principe dignitosamente intento a ricomporsi.

« Bowser, avevo seri impegni nella mia agenda » disse il giovane in tono di rimprovero una volta che le suole dei suoi stivali avevano ritrovato contatto con la stabilità del pavimento.

« Ma, Peachy caro, pensavo che un pomeriggio lontano dallo stress del lavoro potesse farti piacere... » La draghessa si prosciugò all'istante del suo caratteristico mordente e, come gli occhi fiammeggianti di lei calarono su quelli del suo adorato, si fece innaturalmente mansueta come un agnellino. « Potremmo trastullarci fuori coi kart sui percorsi di roccia magmatica, se ti va ovviamente, oppure organizzare un'altra battuta di caccia al goomba giracoda. O una caccia al goomba giracoda coi kart. » Persino la sua voce cavernosa si era intenerita.

Inutile precisare che il bottino della competizione non avrebbe riportato alcun danno alla fine, poiché si usavano soltanto dei banali retini come arnesi di cattura, in rispetto delle premure esagerate per il goomba da parte di Peach che dovette compiere uno sforzo per non lasciar trapelare il suo tentennamento alla proposta allettante. D'altronde aveva così poco tempo da dedicare a se stesso e allo svago personale che la regina sapeva esattamente dove colpire per risvegliare il suo interesse.

« Credo che questa possa essere una buona occasione per discutere sugli attuali rapporti tra i nostri ream... » tentò ancora una volta di intavolare qualche ragionevole trattativa, ma la voce di Bowser lo interruppe come se nemmeno lo avesse sentito.

« Allora con questo tè?! » tuonò la koopa spazientita tornando a manifestare il vigore delle sue corde vocali.

« Eccolo, Vostra Irascibilità. » Una recluta della divisione tipi timidi si affrettò a portare il vassoio con tazza fumante e biscottini dinnanzi al principe che si risistemò la corona sbilenca sul capo, dopo essere trasalito a causa dell'impeto dell'intervento. Dall'aspetto esteriore non vi era modo di intuire l'identità del soldato, ma dal timbro cristallino si evinse che si trattasse di una tipa timida.

« Niente discorsi di politica per oggi, Peachy caro » proferì la draghessa con un morbido rombo gutturale una volta placatasi, sfiorandogli con un artiglio ricurvo lo zaffiro montato sulla fibula del mantello rosa prima di avvicinargli lei stessa le vivande.

Il giovane monarca del Regno dei Funghi indugiò per un momento valutando le parole dell'irruenta padrona di casa di fronte al profumo inebriante del suo tè preferito.

Nonostante la corazza di squame e spuntoni, l'inguaribile tendenza ad infrangere senza modestia sia protocolli che leggi ed i modi assai grezzi, restava pur sempre una creatura col cuore di una donna che nutriva un affetto per lui e che non aveva mai mostrato intenzione alcuna di torcergli un solo capello. E le donne, si sapeva, persino le più intrattabili, non andavano toccate neanche con un fiore. Non che lui avesse mai preso seriamente in considerazione l'idea di provare ad opporsi fisicamente, una volta tanto perlomeno, agli agguati tesi dalla regina. Secondo il costume un principe doveva spostarsi sempre con lo spadino alla cintola, ma per Peach fungeva praticamente da appoggio per la mano che da arma di difesa.

Inoltre le figlie di Bowser avevano trovato in lui quella figura paterna di cui avevano tanto bisogno: Reina, attaccabrighe come poche mai viste e sempre incline allo scontro diretto per prevalere nelle dispute ed affermare la sua superiorità sulle sorelle; l'analitica Morticia, desiderosa di tenerlo al corrente persino dei momenti più noiosi della sua giornata e alla continua ricerca di approvazione e sicurezze; Luise, tanto arguta quanto taciturna, che custodiva gelosamente i suoi componimenti musicali per farglieli ascoltare quando si rivedevano; la piccola e vivace Lara, sempre pronta a chiedergli di inventare qualche nuovo gioco insieme a lei e Bowsy Lou, la più giovane di tutte e già così simile alla madre... E come dimenticare Warley, l'unico koopolotto della fresca stirpe, che aveva individuato in lui un punto di riferimento maschile in mezzo a quella famiglia di femmine scalmanate.

Presunse che le proprie paladine fossero state prontamente informate del sequestro e già in marcia al tempestivo recupero ed immaginò la valorosa Mariuccia affrontare le peripezie più rischiose in suo nome, con quell'incrollabile forza d'animo nella quale il regno intero confidava ciecamente e che non finiva mai di stupirlo. Si sarebbe premurato in seguito di cucinarle una delle sue torte preferite per dimostrarle personalmente la propria riconoscenza per cotanto altruismo. Certo, sarebbe stato altresì magnanimo da parte sua evitare di gravarla ogni volta di tale difficoltosa faccenda ed imporsi definitivamente sulla sua situazione, anche se ciò significava irrimediabilmente lacerare i sentimenti di Bowser...

Alla fine la contemplazione silente di Peach parve averlo condotto ad una decisione per quel dì.

Afferrò col mignolo alzato il manico della tazzina per portarsela alle labbra e soffiarvi delicatamente per poi trarvi un sorso. Preparato esattamente come piaceva a lui: un goccio di latte versato prima dell'infuso ed un pizzico di zucchero candito bianco. « Quanto vantaggio vogliamo concedere al goomba? »


« Bowser ha rapito il Principe Peach. »

« Anche oggi? » Nerello non si scompose di una virgola.

Dall'alto degli astri fulgidi incastonati nella sfera celeste, Florindo, guardiano delle galassie e padre amorevole degli sfavillotti, sbirciava pensieroso dal telescopio del suo osservatorio il solito trantran fra la Terra Oscura ed il Regno dei Funghi. « Dobbiamo chiedere a Peach di organizzare una competizione simile la prossima volta che scendiamo, sembra divertente » considerò con un sorriso scostandosi un poco il ciuffo che gli copriva un lato del pallido volto.


Nota d'autrice:

Domanda: Sarebbe cambiato qualcosina se Peach fosse stata un principe e Bowser una koopa?
Risposta
: Nisba.

Grazie per aver letto la stessa solfa in un universo alternativo :]
E un grazie in particolare all’utente
bulmasanzo, le cui storie sono per me fonte costante di ispirazione e passione per la serie dei Mario Bros., per la sua inventiva nella scelta degli appellativi per i toad e dalla quale mi sono permessa di trarre spunto.


Koopafreak

  
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