PRIMO
NUMERO DELLA STORIA: MEIN HERR
"Qualcuno
mi porti subito il mio vestito!" ordinò a gran voce la donna
bionda allo specchio.
"Eccolo, signorina Tsunade" accorse immediatamente la sarta con in mano quello che era più semplicemente un pezzo di stoffa nera, tanto era corto.
"Presto, mettimelo! Tra poco devo andare in scena!"
"Sì, signorina Tsunade" obbedì Shizune, rassegnata come sempre ai capricci della stella del locale.
"Tutta questa fretta? Eppure persino la marea ti aspetterebbe."
La donna si voltò di scatto verso il padrone de Le Chat Noir, lanciandogli un'occhiata velenosa.
"E' inutile continuare con questi stupidi complimenti, Jiraya. La risposta è sempre no."
Pronta, la bionda si diresse con passo deciso verso il palco, non degnando di uno sguardo l'uomo.
Quest'ultimo sogghignò soddisfatto a testa bassa.
"Ma, alla fine, è sempre sì."
§Il vento entrava prepotentemente nella stanza, muovendo le disordinate lenzuola.
Due bocche ansimavano di fatica, ricordando i precedenti, maliziosi gemiti.
All'improvviso la donna diede lo spalle al compagno di piacere, coprendosi alla meno peggio.
"E' proprio una cosa che non sopporti, vero?"
Jiraya la vide voltarsi appena, con uno sguardo che non aveva compreso.
"L'aver bisogno di me" concluse lui, al che Tsunade sbuffò, facendo ricadere pesantemente il capo sul cuscino lacero.
"Io non ho bisogno di niente e di nessuno" sbottò dopo una pausa di silenzio.
"Mi rincresce dirtelo" l'uomo si stiracchiò, per poi incrociare le braccia dietro la testa "ma ti adoro quando ti dimostri cosi ostinata."§
Una ragazzina che si credeva troppo cresciuta scappò dal palcoscenico, saltando addosso ad un gentiluomo benvestito con un sigaro in mano.
"Ti è piaciuto lo spettacolo, Shika?" squittì con voce stridula.
"Sì, certo, Ino" rispose quello con indifferenza, lasciandosi stringere dalla volubile ballerina, sebbene non si confacesse alla sua posizione, essendo il capo del giornale de Le Chat Noir.
La biondina sfoderò un sorriso infantile, per poi augurare buon lavoro a Tsunade, la quale si stava preparando per il suo numero.
Appena cominciò la musica, entrò in scena con la sua ormai famosa camminata, posizionandosi sulla sedia nera sotto la luce.
E cominciò.
TSUNADE:
"You have to understand the way I am,
Mein Herr.
A tiger is a tiger, not a lamb.
Mein Herr.
You'll never turn the vinegar to jam,
Mein Herr.
So I do...
What I do...
When I'm through...
Then I'm through...
And I'm through...
Toodle-oo!
Bye-Bye, Mein Lieber Herr.
Farewell, mein Lieber Herr.
It was a fine affair,
But now it's over.
And though I used to care,
I need the open air.
You're better off without me,
Mein Herr.
Don't dab your eye, mein Herr,
Or wonder why, Mein Herr.
I've always told you I was a rover.
You mustn't knit your brow,
You should have known by now
You'd every cause to doubt me,
Mein, Herr.
The continent of Europe is so wide,
Mein Herr.
Not only up and down, but side to side,
Mein Herr.
I couldn't ever cross it if I tried,
Mein Herr.
So I do..
What I can...
Inch by inch...
Step by step...
Mile by mile...
Man by man.
Bye-Bye, Mein Lieber Herr.
Farewell, mein Lieber Herr.
It was a fine affair,
But now it's over.
And though I used to care,
I need the open air.
You're better off without me,
Mein Herr.
Don't dab your eye, mein Herr,
Or wonder why, Mein Herr.
I've always told you I was a rover.
You mustn't knit your brow,
You should have known by now
You'd every cause to doubt me,
Mein, Herr.
Bye-bye, mein Lieber Herr,
Auf wiedersehen, mein Herr.
Es war sehr gut, mein Herr
Und vorbei.
Du kennst mich wohl, mein Herr,
Ach, lebe wohl, mein Herr.
Du sollst mich nicht mehr sehen,
Mein Herr..."
L'intero pubblico si alzò, applaudendo freneticamente, mentre la stella de Le Chat Noir si lasciava andare per il gran finale.
Perché lì Tsunade dava tutta sé stessa, senza rimorsi, né rimpianti.
Post Scriptum: dopo il prologo, il primo capitolo.
hachi92: non è questa la long di cui parlavo, ma un'altra in fase di elaborazione... quando mi sentirò in grado di portarla avanti, pubblicherà anche quella.
Questa è una long che ha partecipato a un concorso. Comunque sono contenta che ti piaccia.
Baci, V@le
"Eccolo, signorina Tsunade" accorse immediatamente la sarta con in mano quello che era più semplicemente un pezzo di stoffa nera, tanto era corto.
"Presto, mettimelo! Tra poco devo andare in scena!"
"Sì, signorina Tsunade" obbedì Shizune, rassegnata come sempre ai capricci della stella del locale.
"Tutta questa fretta? Eppure persino la marea ti aspetterebbe."
La donna si voltò di scatto verso il padrone de Le Chat Noir, lanciandogli un'occhiata velenosa.
"E' inutile continuare con questi stupidi complimenti, Jiraya. La risposta è sempre no."
Pronta, la bionda si diresse con passo deciso verso il palco, non degnando di uno sguardo l'uomo.
Quest'ultimo sogghignò soddisfatto a testa bassa.
"Ma, alla fine, è sempre sì."
§Il vento entrava prepotentemente nella stanza, muovendo le disordinate lenzuola.
Due bocche ansimavano di fatica, ricordando i precedenti, maliziosi gemiti.
All'improvviso la donna diede lo spalle al compagno di piacere, coprendosi alla meno peggio.
"E' proprio una cosa che non sopporti, vero?"
Jiraya la vide voltarsi appena, con uno sguardo che non aveva compreso.
"L'aver bisogno di me" concluse lui, al che Tsunade sbuffò, facendo ricadere pesantemente il capo sul cuscino lacero.
"Io non ho bisogno di niente e di nessuno" sbottò dopo una pausa di silenzio.
"Mi rincresce dirtelo" l'uomo si stiracchiò, per poi incrociare le braccia dietro la testa "ma ti adoro quando ti dimostri cosi ostinata."§
Una ragazzina che si credeva troppo cresciuta scappò dal palcoscenico, saltando addosso ad un gentiluomo benvestito con un sigaro in mano.
"Ti è piaciuto lo spettacolo, Shika?" squittì con voce stridula.
"Sì, certo, Ino" rispose quello con indifferenza, lasciandosi stringere dalla volubile ballerina, sebbene non si confacesse alla sua posizione, essendo il capo del giornale de Le Chat Noir.
La biondina sfoderò un sorriso infantile, per poi augurare buon lavoro a Tsunade, la quale si stava preparando per il suo numero.
Appena cominciò la musica, entrò in scena con la sua ormai famosa camminata, posizionandosi sulla sedia nera sotto la luce.
E cominciò.
TSUNADE:
"You have to understand the way I am,
Mein Herr.
A tiger is a tiger, not a lamb.
Mein Herr.
You'll never turn the vinegar to jam,
Mein Herr.
So I do...
What I do...
When I'm through...
Then I'm through...
And I'm through...
Toodle-oo!
Bye-Bye, Mein Lieber Herr.
Farewell, mein Lieber Herr.
It was a fine affair,
But now it's over.
And though I used to care,
I need the open air.
You're better off without me,
Mein Herr.
Don't dab your eye, mein Herr,
Or wonder why, Mein Herr.
I've always told you I was a rover.
You mustn't knit your brow,
You should have known by now
You'd every cause to doubt me,
Mein, Herr.
The continent of Europe is so wide,
Mein Herr.
Not only up and down, but side to side,
Mein Herr.
I couldn't ever cross it if I tried,
Mein Herr.
So I do..
What I can...
Inch by inch...
Step by step...
Mile by mile...
Man by man.
Bye-Bye, Mein Lieber Herr.
Farewell, mein Lieber Herr.
It was a fine affair,
But now it's over.
And though I used to care,
I need the open air.
You're better off without me,
Mein Herr.
Don't dab your eye, mein Herr,
Or wonder why, Mein Herr.
I've always told you I was a rover.
You mustn't knit your brow,
You should have known by now
You'd every cause to doubt me,
Mein, Herr.
Bye-bye, mein Lieber Herr,
Auf wiedersehen, mein Herr.
Es war sehr gut, mein Herr
Und vorbei.
Du kennst mich wohl, mein Herr,
Ach, lebe wohl, mein Herr.
Du sollst mich nicht mehr sehen,
Mein Herr..."
L'intero pubblico si alzò, applaudendo freneticamente, mentre la stella de Le Chat Noir si lasciava andare per il gran finale.
Perché lì Tsunade dava tutta sé stessa, senza rimorsi, né rimpianti.
Post Scriptum: dopo il prologo, il primo capitolo.
hachi92: non è questa la long di cui parlavo, ma un'altra in fase di elaborazione... quando mi sentirò in grado di portarla avanti, pubblicherà anche quella.
Questa è una long che ha partecipato a un concorso. Comunque sono contenta che ti piaccia.
Baci, V@le