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Autore: Camicia    12/12/2014    4 recensioni
È il night Club di cui parlava Santa.
Entro. Non so nemmeno perché.
Lavorare in un night club? Io?
- è un modo veloce per fare soldi, per svagarti e per liberare la mente dolcezza.
Liberare la mente?
Potrebbe aiutarmi a dimenticare Kanata.
Sarebbe come una via di fuga.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Hakanomachi, Kanata Saiyonji, Miyu Kouzuki, Nanami Tenchi, Santa Kuros
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Vi chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto molti impegni e ci sono stati alcuni problemini con la scuola. Sapete non tutti i professori sono sempre simpatici. Questo capitolo è molto diverso rispetto agli altri anche perché i nostri protagonisti hanno…udite udite…la coda di pesce!
Però comunque si riallaccia alla storia e anche al cartone animato dato che c’era stata una puntata in cui Kanata e Miyu erano diventati i protagonisti della favola di cenerentola la differenza è che qui sono infondo al mar.
Spero vi piaccia e cercherò di aggiornare il prossimo capitolo al più presto :*
 
L’acqua azzurra fa spazio ai raggi del sole che danno al mare un effetto meraviglioso.
I pesci colorati nuotano in fila descrivendo onde ora piccole e ora grandi.
Il corallo regala al fondale quel colore rosso simile alle luci di natale che si mettono sull’albero.
Almeno la mia mamma le mette rosse le lucette.
Alzo lo sguardo e vede sopra di me un cavalluccio marino.
Che carino, mi fissa con i suoi occhioni neri e poi scappa via.
- ehi aspetta… - dico vedendolo correre – nhaaa – mi lamento abbassando la mano e poggiandola sulla roccia dove sono seduta.
Un momento!
Ma sono sul fondale marino!!
Mi guardo e noto che ho qualcosa che non avevo quando sono andata a dormire.
Ho la coda da pesce!
Sono una sirena!
Io!
Ma che succede? Io ero sul divano a vedere quel film con la mamma e poi…credo di essermi addormentata.
Muovo la coda per vedere se funziona…ma certo che funziona!
Sono le mie gambe quelle lì dentro.
Su e giù, su e giù mi ritrovo in mezzo al mare.
- che meraviglia!! Sto nuotando e per di più posso parlare!! – dico euforica.
Faccio un giro su me stessa e mi ammiro.
Quando mi capiterà di nuovo un’occasione del genere?
- ehi tu! – mi chiama una voce ed io mi giro.
- cosa? – vedo un ragazzo che mi viene in contro – che… - riconosco Kanata.
- che ci fai nel mio sogno! – diciamo contemporaneamente.
- io? – dico – no tu! – continua lui.
Mi tappa la bocca – questo è strano – commenta.
Mi libero – già, io cerco di allontanarmi da te ma invece mi compari perfino nei sogni!!
- non è mia la colpa! – ribatte.
Incrocio le braccia – me ne vado stupido!
- bene! – risponde irritato.
- bene! – ripeto nervosa.
Mi allontano ma poi o sento urlare e mi giro.
Lo vedo incatenato in una rete e dietro di lui delle…murene con la testa d’uomo.
- ehi lasciatelo! – urlo facendomi largo.
Ridono maligni e mi lanciano una scossa.
È forte e cado a terra.
- Miyu! – mi chiama ma io socchiudo gli occhi e mi lascio andare.
…Kanata ti salverò…anche se è un sogno io non voglio perderti…
Apro gli occhi ed è notte.
- Kanata! – scatto urlando.
Tutto tace.
Devo trovarlo.
Corro per non so dove ma poi mi scontro con un pesce giallo.
- ahia che botta! – mi massaggio la testa.
- stai un po’ più attenta! – dice sgridandomi.
Riconosco la voce e guardo il pesce.
- Nanami sei tu? – la fisso – ma sei un pesce.
- non prendermi in giro – ora che ci faccio caso le somiglia forse lo sguardo oppure il ciuffo che le cade sulla fronte.
- ho da fare devo andare a salvare mia sorella.
- hai una sorella? – chiedo.
Abbassa lo sguardo – sì ed è stata rapita da due murene nere.
Non è che si sta riferendo alle murene che hanno catturato anche Kanata? – una ha gli occhi gialli?
- sì.
Batto il pugno sulla mano – anche mio… - mi fermo, dovrei dire che è mio fratello? – il mio amico.
- allora andiamo – mi incita e ci dirigiamo verso una grotta oscura con delle lunghe alghe nere ai bordi.
Entriamo e troviamo le murene che sghignazzano fiere delle loro vittime.
Ci sono varie reti contenenti pesci e sirene.
Vedo quella che rinchiude Kanata.
Lui sembra non essersi accorto di me.
- diversivo, io li distraggo e tu li liberi – parte alla carica e si butta sopra una delle murene.
- ehi tu!! – cerca di levarsela di dosso ma non ci riesce.
Nanami prende una specie di sfera e scappa.
Le murene partono all’inseguimento.
È il mio momento.
Prendo una pietra affilata perfetta per tagliare le reti.
- aiutami – mi dicono disperati le povere vittime poi Kanata si gira e spalanca gli occhi.
Inizio a liberare tutti che scappano via, poi arrivo a lui.
- eccomi – inizio a tagliare la rete.
- ti cacci sempre nei guai eh? – mi dice – se tornano metteranno in rete anche te.
- chissenefrega – la rete si rompe e lui esce fuori.
È un bel sirenetto.
- andiamo veloce – usciamo dalla grotta mano nella mano.
Finalmente lontani tiriamo un sospiro di sollievo.
- come facciamo ad uscire da qui? – dice mettendosi una mano tra i capelli.
- non lo so.
- mi ricordo che stavamo vedendo un film alla tv e poi sono andato a dormire.
Alzo un sopracciglio – stavi vedendo anche tu quel film?
Fa sì con la testa.
- idea! Proviamo ad addormentarci magari ci svegliamo nel nostro lettino!
Mi guarda come fossi pazza – potrebbe essere un’idea.
Nuotiamo alla ricerca di un posto sicuro.
Lo troviamo e ci corichiamo.
- speriamo che non spuntino strani pesci carnivori.
- non preoccuparti ci penso io a te.
Arrossisco e tanto anche.
- buona notte!! – dico ad alta voce e mi giro.
Dopo alcuni minuti di silenzio inizia a parlare – lo vedi è per questo che non volevo che succedesse niente tra noi…perché sapevo che saremo finiti col soffrire.
Rimango in silenzio.
È sempre la stessa tiritera.
- sì ma la colpa è anche tua – ribatto dopo alcuni minuti.
Sospira – sì è vero.
Mi rigiro verso di lui – Kanata io voglio ritornare a come eravamo prima…a essere amici a ridere, scherzare. Ci starò male quando ti vedrò con Akira ma me ne farò una ragione io…voglio stare al tuo fianco ma capisco che l’unico modo per farlo è rimanere amici…
Mi fissa con i suoi occhi marroni e concorda con la testa – sì però vedi, il problema è che certe volte perdo la testa quando sono solo con te.
- allora cercherò di evitare certe situazioni.
Se l’unico modo per averlo vicino è veramente questo allora preferisco averlo come amico che come estraneo, mi farebbe soffrire ancora di più averlo lontano.
E poi credo che con il mio lavoretto part-time potrei riuscire a dimenticarlo come fin ora ho anche fatto (ma con scarsi risultati).
- se per te va bene allora è okay – farfuglia confuso – però voglio prima fare un’ultima cosa – si avvicina a me e mi lascia un leggero bacio.
Tenero, dolce e morbido.
- questa sarà l’ultima volta che ci baceremo vero? – chiedo sapendo già la risposta.
Nel bacio ho avvertito una nota di amarezza e nostalgia.
Già, proverò molta nostalgia.
Piano piano i nostri occhi si chiudono come affaticati e in un lampo ci addormentiamo.
…acqua..?
Sento il rumore dell’acqua farsi più nitido e poi scompare.
Riapro gli occhi e vedo davanti a me uno schermo piatto con due pesci che nuotano.
- i pesce palla sono una razza… - non bado molto a quello che dice il documentario mi concentro sul mio corpo.
È come prima, niente coda.
La mamma è al mio fianco che dorme o meglio russa.
- mamma a letto – la strattono e lei apre gli occhi, sbadiglia  e poi si alza.
- mmm …. – mugola e si trascina su per le scale.
Mi alzo anch’io e vado verso la mia camera.
Passo prima davanti a quella di Kanata e nello stesso momento lui esce.
Ci fissiamo negli occhi.
- ben tornata – mi sussurra.
- anche a te – rispondo sorridendo.
Ritorno in camera mia e mi corico.
È stato tutto molto strano ma la cosa più importante è che tutto si sia aggiustato per il meglio.
  
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