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Autore: Sleepless    06/11/2008    7 recensioni
[...] "Quant'è bastarda la vita.Puoi tirare a campare quanto vuoi: prima o poi va comunque tutto a puttane" [...] "Vale la pena morire solamente per la persona che ami" [...] || Premetto che è una oneshot, lieve accenno shonen ai, a mio parere anche un pò OOC. Ero stata minacciata di morte, se non l'avessi pubblicata. E comunque c'è sempre un piccolo significato nascosto. Un commento (critiche! voglio delle critiche costruttive!) all'illustre sottoscritta non dispiace, qualora voi aveste intenzione di lasciarne. Mi dileguo.
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Quant’è bastarda la vita -

- Quant’è bastarda la vita -

Sospirò annoiato, Matt, sbuffando il fumo della sua cicca, oramai consumata.

- Puoi tirare a campare quanto vuoi: prima o poi va comunque tutto a puttane. -

La cenere della sigaretta cadde sulla sua mano, poggiata sul davanzale della finestra oltre la quale si poteva scorgere una tipica strada Londinese.

Linda piegò appena il busto in avanti e posò il pennello sulla tela posta sul cavalletto, facendolo scorrere per tracciare delle linee ocra.

- Che visione pessimistica, Matt… -

Disse la ragazza, pulendo il pennello.

Scosse il capo, lui, sorridendo.

- Non è pessimismo. E’ realismo – Si voltò verso l’altra – Ma tu non mi credi. Non è vero, Linda? –

Ridacchiò, lei, scuotendo il capo dalla lunga chioma biondo cenere.

Matisse balzò giù dal tavolo in legno posto al centro della stanza: uno studiolo un po’ buio e disordinato, ricolmo di tele da disegno, pennelli, con un piccolo divano posto contro la parete ingiallita.

Il micio nero andò a strusciarsi contro la gamba di Matt. Gli occhi verdi del ragazzo si posarono sul gatto. Sorrise chinandosi per prenderlo tra le braccia ed appoggiandosi al davanzale.

Linda si limitò a fissare il suo ospite ed il suo animaletto domestico che faceva le fusa contro il petto nudo di lui.

Sulla pelle chiara del ragazzo erano chiaramente visibili delle brutte cicatrici, che ne percorrevano la pallida epidermide, in alcuni punti ancora fasciata da candide garze.

- Penso sia comprensibile –

Matt la guardò accigliato.

- Come scusa? -

- Penso sia comprensibile che tu ti senta a terra-

Fece una piccola pausa, abbassando lo sguardo, per poi concludere con voce tremante:- Dopo quello che è successo –

Il ragazzo la guardò interdetto per un attimo. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso amaro. Le sue iridi smeraldo andarono a posarsi nuovamente sul bel micio che se ne stava lì appollaiato sui suoi avambracci con gli occhi gialli chiusi.

Sospirò ancora una volta, lasciando in terra il gatto, delicatamente.

Infilò la mano nella tasca destra dei suoi jeans consumati e ne estrasse un accendino. Gettò giù dalla finestra la cicca, afferrando il pacchetto di Lucky Silver che era sul tavolino, accanto al portacenere stracolmo.

Si accese dunque un'altra sigaretta, inspirando a pieni polmoni il fumo ed espirandolo successivamente nell’aria aldilà del davanzale.

- Certo che le Silver sono proprio merda. -

Commentò prendendo la Lucky tra due dita e guardandola.

- Se posso permettermi, penso che tutto ciò che ti fumi lo sia. Dovresti smetterla di rovinarti così –

Lui non rispose.

Linda bagnò le labbra con la lingua, preparandosi a parlare.

- Matt, hai diciannove anni, sei giovane, intelligente. Puoi ancora rifarti una vita –

Sorrise debolmente, la ragazza, giocherellando nervosamente con le dita sporche di tempera.

- Te l’ho detto, se vuoi puoi restare qui da me e magari…-

- Cosa, Linda? –

La interruppe il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli un tempo ramati ed ora tinti di nero (non voleva più neanche solo rivederla, quella ricrescita di quel colore, che a lui piaceva tanto).

La sua voce era ferma, benché pacata. Il suo sguardo smeraldino perso nel vuoto.

Schiuse la bocca sul quale era ancora stampato quel sorriso colmo d’amarezza, facendo ancora una volta fuoriuscire il fumo.

- Sono un diciannovenne gay, ex-mafioso e senza più nulla per la quale valga davvero la pena vivere. 

Linda annuì, dispiaciuta.

Il giovane si voltò verso di lei.

- Sei una buona amica, Linda. Ma lui… -

- Lo so –

Proferì lei, guardando il suo disegno ancora incompleto. Sulla tela era dipinto il volto di un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi ancora privi di colore.

Si fece forza e tentò nuovamente di incrociare lo sguardo dell’amico.

- Ma tu, Matt, sei stato fortunato, sei sopravvissuto. Forse il destino… –

- Io non ho chiesto a nessuno di sopravvivere. E non credo nel destino, Linda. –

La biondina si azzittì di nuovo e Matt si decise finalmente a fissarla negli occhi.

- Se davvero esistesse questo fantomatico destino di cui tutti parlano, allora la vita sarebbe ancora più ingiusta di quanto già non lo sia. E per quale ragione Mello sarebbe dovuto morire? –

Silenzio. Totale.

Quel nome era rimasto a lungo innominato.

Il giovane chinò il capo, prendendo la sigaretta tra le dita.

- Dio ha creato il mondo e poi se ne è disinteressato. A lui piaceva tanto ripetermelo. Per questo non ho mai capito perché si ostinasse a portare questa al collo. –

Linda fissò l’oggetto che ora Matt portava al posto del suo precedente padrone. Un rosario di perle scarlatte con una croce in argento come ciondolo.

Ricordava, il diciannovenne, quando Mello glielo aveva affidato, prima di saltare in moto ed andarsene via da lui.

Senza poter più tornare indietro.

- Io non…volevo sopravvivere. -

Si tolse la collana, il ragazzo, guardandola attentamente.

Linda sospirò, scostando il capo. Si sforzò di sorridere cercando di pensare ad un nuovo argomento di cui parlare. Afferrò un altro pennello. Si avvicinò alla tavolozza dei colori, guardando prima quest’ultima, poi gli occhi del biondino ritratto sulla tela.

Prese un tubetto turchese.

Matt si voltò verso l’amica. Si staccò dal muro e le si avvicinò.

- No, non questo –

Afferrò il tubetto, posandolo e ne afferrò un altro.

- Il colore dei suoi occhi era questo –.

Le porse il pigmento e lei lo osservò.

- Fiordaliso chiaro… - sussurrò la ragazza leggendo l’etichetta.

Matt annuì.

Si voltò verso la finestra, e vi si diresse, affacciandosi poi per guardare in basso.

-Quanto è alto da quassù, Linda? –

Lei lo fissò, terrorizzata, impietrita. Si voltò tremante verso di lui, ma tentò di non mostrare la sua preoccupazione.

- Saranno circa u-una ventina di metri, perché? –

L’altro si  girò e le sorrise, tristemente. Le andò incontro e le mise al collo il rosario. Linda fissò l’amico, con gli occhi lucidi.

- Matt… -

- Credimi, Linda. E’ meglio così. –

- No, Matt –

Matt spense l’ennesima cicca, gettandola dentro il posacenere. Matisse miagolò.

- Mail. Mi chiamo Mail –

Una lacrima rigò il volto della bionda. Tirò su col naso ed asciugò il viso con il palmo della mano.

- Pensi ne valga davvero la pena? –

Gli chiese, cercando di calmarsi.

- Perché no? – ridacchiò lui.

 

 

-D’altronde io sono già morto-

 

 

 

_OWARI_

Vale la pena morire solamente per la persona che ami.

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°_° Eeeevvai! Ennesima fic inconcludente e pure OOC.

Mi vorticava in testa qualche frase sconnessa da stamattina. E giustamente mi sono sentita in dovere di scriverci un racconto.

Fanculizzati, Slep =.=

fic

 

 

                                                                                     

  
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