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Autore: NightWatcher96    13/12/2014    5 recensioni
Stiamo aspettando qui fuori da un tempo indeterminato, ormai. Tutti condividiamo lo stesso sentimento, la stessa idea: sperare in bene per te, piccolo fratellino.
Buffo quanto mi stia mancando la tua voce allegra e talvolta un po' fastidiosa, capace di riempire una casa intera. Continuo a pensare a te, guardando ogni momento le bianche porte della sala operatoria, sperando che il tuo nuovo cuoricino funzioni.
Avrei voluto darti il mio, ma so che io non sarei più stato al tuo fianco e tu avresti sofferto ancora più atrocemente di settimane... o anni, addietro.
Mi ritornano in mente vividi ricordi, scolpiti indelebili nel mio cuore...
Fluff. TMNT 2012
Genere: Avventura, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La prossima cosa che sappiamo è un liquido verde che ci investe dai piedi: siamo stati intrappolati in una scatola di vetro che ha protetto i nemici dal gas paralizzante e ora ci tiene imprigionati!
Il vetro si divide automaticamente in quattro capsule a parallelepipedo e fili misteriosi si aggrappano sui nostri corpi, cominciando a risucchiarci il sangue.
Lottare è inutile, adesso… la mocciosa ci ha in pugno…
Ma noi… dobbiamo riprendere… i… il… cu… cuore…
 
….
 

Siamo caduti in una trappola abbastanza banale che brucia soprattutto alla mia Leadership assegnata. Dannazione! Era sembrata davvero un’occasione d’oro per riprenderci ciò che è nostro ma per un nulla è sfumato tutto.
L’intero piano, poi.

Siamo in quattro capsule, a mollo in un liquido che mi ricorda molto la prigionia nella Dimensione X. Almeno non siamo separati… per ora. La ragazzina, da quel che vedo, è molto ansiosa di cominciare a giocare con noi e armeggia con il bisturi che ci ha fatto gelare in Spy Mode davanti a me.

Che strano. Ero convinto che fosse Michelangelo il suo obiettivo principale.

-Non preoccuparti, tartaruga in cobalto. Non sei tu il mio preferito- annuncia orgogliosa, rivolgendosi a Michelangelo. -Sei tu, in fondo, il mio cucciolo-.

-Tu non lo toccherai neanche con un dito!- interviene Raph.

L’effetto del fumogeno paralizzante sta svanendo. Riusciamo a percepire meglio il nostro corpo ma ancora non come vorremmo.

-Silenzio- ammonisce in modo smielato, roteando l’arma nella mano. -I cuccioli devono essere buoni, dopotutto-.

Donnie è immobile da quel che vedo, nella terza capsula, dopo Raph, ma le sue mani si aprono e chiudono a ritmo con l’elaborazione di un piano mentale. Questi stolti hanno sottovalutato un particolare: saremo anche stati catturati ma possiamo contare ancora sulle nostre tute.

“LE TUTE!” grido nel pensiero. “Hanno un congegno speciale, in grado di esplodere proteggendoci allo stesso tempo. E’ alta tecnologia!”.

Donatello china leggermente il capo, oscurando il sorrisino compiaciuto sulle labbra e si sporge il più possibile all’indietro, per potermi dare l’ok al mio pensiero e guardarmi nonostante Raph ci divida.

“Ho capito” penso, annuendo in contemporanea.

Guardo il mio guanto sinistro dove un minuscolo cip brilla ad intermittenza, di un chiaro azzurro. Lo poggio sul mio petto, sbattendolo con la giusta forza per innescare il sensore esplosivo collocato giusto sul mio sterno.

No. Non morirò quest’oggi senza aver prima salvato i miei adorati fratelli.

Batto un pugno per farmi imitare dai miei fratelli e improvvisamente una fiammata arde nel cristallo, facendolo esplodere le capsule in un rumore assordante che investe gran parte dell’aula di genetica. Il liquido contenuto in esse fuoriesce come uno tsunami, sommergendo molti degli sfortunati nemici.

Flora non si scompone più di tanto e, anzi, rimane a guardare affascinata la pioggia di cristalli infuocati riversarsi tutt’intorno, appiccando immediatamente principi di incendi.

Inaspettatamente ella inizia a cantare, con un oscuro sorriso e cammina tranquillamente nella nostra direzione, dove noi quattro siamo avvolti ancora dalle fiamme. Ma per poco. Ben presto, privi di qualsiasi ustione, usciamo trionfali dalla nostra stessa esplosione, con sguardi letali.

-Non siamo venuti qui per morire- ripeto, adocchiando le mie katana e le armi dei miei fratelli sulla cattedra. -Non ce ne andremo senza il cuore di nostro fratello-.

Protendo la mano destra e un forte magnete attira il metallo delle mie armi e non aspetto altro che fiondarmi sulla ragazzina che scoppia in una fragorosa risata mentre serpeggia sinuosamente sotto ogni mia danza di lame, schivando i colpi.

-Aspetta, fratello!- interviene Raphael, aiutandomi in questa lotta tra le fiamme.

-Mikey, il nostro compito è prendere la valigetta- ordina Donatello. -E magari anche il mio Bo. Ah! Che sfortuna nera non avere una parte di metallo da sfruttare!-.

Il nostro fratellino non risponde. Fissa con sguardo sbarrato il vuoto, ansimando pericolosamente. La pelle pallida brilla di sudore e le sue mani tremano.

-Mikey?- espira Donnie, guardandolo negli occhi vuoti.

Un attacco in piena regola. Un’insufficienza respiratoria come primo sintomo! Il fumo che si sta sviluppando in questo laboratorio che comincia a cadere a pezzi gli sta diventando fatale.

-Mikey! Respira piano!- farnetica Don, spaventato più che mai. -RAGAZZI! Dobbiamo andar via da qui! Mikey sta avendo una crisi!-.

Lo vorremmo davvero fare, Don. Ma si dia il caso che Lady Flora sia la ragazzina più veloce e forte che abbia mai visto in tutta la mia vita di ninja. Schiva e attacca in maniera precisa, a volte sorprendendoci con innata facilità.

Raph grugnisce a un calcio nel guscio e sfrutta lo sbilanciamento per eseguire una verticale e catapultarsi in un calcio a piedi uniti che sbatte Flora dritta contro un banco.

-Stai bene?- chiedo, vagando alla ricerca di una qualsiasi ferita.

-Sì. Ma Mikey no. Prendiamo il cuore e smammiamo da qui-.

Concordo. Però Flora non si da ancora per vinta e scoperchia l’habitat di Ubra, rovesciandolo in terra. Il cobra enorme osserva tutto con i suoi occhi malvagi e striscia verso noi due, aprendo la bocca dove due mortali canini luccicano del rosso delle fiamme.

-Cristo!- impreca Raphael. -Ci penso io! Aiuta Donnie!-.

Non mi ribello certamente. Non quando il genio è impegnato a combattere una serie di uomini in nero che non sono sfuggiti alle fiamme e ad alcuni scienziati armati di sfollagente.

-Donnie!- richiamo, giungendo dall’alto dopo un salto agile che usufruisco per una sforbiciata con le katana che atterrano alcuni nemici.

Guscio contro guscio, Donnie mi ringrazia con un cenno del capo.

-Pronto?- mi chiede.

-Sempre!-.

Si rovescia sulle mie spalle, lanciandosi velocissimo sulla cattedra per afferrare il Bo che usa come pertica per volteggiare nell’aria e riprendere la valigetta in un salto agilissimo. Recuperati anche i nunchaku di Mikey, solo in mezzo a un cerchio di fiamme, si appresta a raggiungerlo.

-Un piccolo sgorbietto- deride oscuramente Hun, alle spalle di Michelangelo.

Carica immediatamente un pugno per colpirlo sulla testa con immane potenza ma Donatello scaglia brillantemente la kusarigama che va ad avvolgersi contro il suo polso, bloccandolo.

-Non lo toccherai neanche con un dito!- intima, tirando il più possibile.

-Mostro schifoso!-.

Hun oppone una resistenza tale che comincia a trascinarsi perfino Donnie, che non riesce a bloccare saldamente i piedi in terra. La sua preoccupazione grava per Mikey che, con un rantolo strozzato si è accosciato, premendo le mani sul petto, nel dolore puro.

-MIKEY!- grida Leonardo, usando la cattedra come trampolino per proteggere Mikey in qualche modo.

Hun, stufo di quel giochino, spezza la catena dell’arma del nostro Otouto, sbattendo Donnie pesantemente in terra e così facendo, anche la valigetta con il cuore rotola più verso Raphael.

-Mi avete stufato!- ruggisce, con sguardo fiammeggiante.

Posso semplicemente gridare in quel momento così veloce e automaticamente il tempo si blocca e con esso anche suoni, rumori e il tepore stesso delle fiamme svanisce. Vedo Raph evitare Ubra con piroette veloci che lasciano un alone nella mia vista annebbiata ma vincere con il Sai che recide la sua orrenda testa dal corpo tramortito che sbatte per qualche secondo, in una pozza di sangue.

Mio fratello ansima, premendo le mani contro la bocca per quell’immagine schifosa e per la forte nausea indotta dall’odore di carne bruciata di alcuni sfortunati uomini che sono stati bloccati sotto alcune travi piombate giù dal soffitto.

Tutto lascia una scia. Perfino Donnie che si rialza a fatica, guardando sbigottito un fiume di sangue colare lungo la tempia sinistra. Ma non ci bada e grida a Raph qualcosa di ovattato per me.

Però intuisco che riguarda la valigetta perché quel focoso di mio fratello scatta come una molla al disperato grido e gli si unisce per aiutarlo con il nostro miracoloso bottino.

Sorrido compiaciuto e guardo il volto sbiancato e inespressivo di Hun a un centimetro dal mio. Dalla sua bocca fuoriesce sangue copioso che si annida in parte sulla mia gamba piegata e le giunture degli scuti del guscio di Michelangelo, dalla sfumatura cianotica sul viso. La mia katana ha bucato il petto del gorilla, oltrepassandogli un polmone.

So che è morto. Il luccichio di vita è scomparso dai suoi occhi vuoti e questo permette di risvegliarmi da quella sfocatura.

-LEO!- urla Donatello.

-Andiamo!- fa eco Raphael.

Posso nuovamente sentirli e anche un urlo di terrore proveniente dal ricco padre di Flora, alle mie spalle. Sua figlia piange ma ride allo stesso tempo inginocchiata accanto ad Ubra, la cui testa è fra le sua mani. La ragazzina guarda un’ultima volta sua padre prima di imprimere i canini del serpente nella sua gola e riversarsi in terra, uccisa velocemente dal veleno potenziato geneticamente del cobra.

-Figlia mia!- grida nuovamente l’uomo, alzando tremante il corpo inerme di sua figlia. -Tu! Tu con la maschera rossa! Hai ucciso mia figlia!-.

Raphael lo guarda con disprezzo, negando. -No. E’ lei che ha voluto farla finita. E non cercare di attribuirmi la colpa a me-.

Il ricco ruggisce e tira fuori dal suo smoking bruciato una brillante revolver della quale fa scoccare il grilletto.

-Ho perso tutto… la mia Flora non c’è più… la mia Annarita…- soffoca, tremando nel puntare la canna verso Raph che lo osserva con pena. -Non è giusto… non doveva finire così…-.

-Forse sei tu che hai sbagliato con lei. Flora non era una bambina felice- aggiungo, guardando anche il corpo morto di Hun supino in terra, in una pozza di sangue.

-Dopo la morte di sua madre era diventata pazza… e io non ho fatto molto per aiutarla. Era solo una bambina con tanti sogni… e per colpa mia si sono infranti- racconta ancora il ricco mafioso, infilandosi la canna in bocca.
Chiudiamo gli occhi al sordo sparo che segue da quel gesto disperato e non versiamo alcuna parola per il suo corpo disteso accanto alla figlia.

-Andiamo. La missione è compiuta- mormoro, raccogliendo Michelangelo tra le braccia.

-Avrai il tuo cuoricino, piccolo…- aggiunge anche Donnie, strofinandosi una lacrima.

Raphael guarda nuovamente la famigliola e il serpente. Tutto è ormai distrutto e le fiamme continueranno a divorare ancora il tutto, fino a quando non saranno domate o perderanno energia.

-Adesso siete felici- pronuncia a bassa voce, a pugni stretti. -Siete liberi di vivere come un tempo-.

Quattro uomini in nero ben presto compaiono nel laboratorio. Sono dei nostri, stando alla stella argentata con uno scettro trasversale sul petto. Il biondo che ci aveva dato istruzioni sull’elicottero fa un passo avanti e si toglie gli occhiali per osservare meglio la carneficina che ci ha visti come buoni protagonisti.

-Michelangelo?- chiede.

-Dev’essere immediatamente sottoposto a cure mediche- è la ferma risposta di Donnie.

Il biondo parla nell’antica lingua del Nexus nella trasmittente nell’orecchio, mentre altri uomini fanno il loro ingresso, aiutandoci a evadere da quel triste mondo umano…

 
….
 

Presente…
 
Ed è proprio qui che concludo il mio racconto, da quando è iniziata tutta questa storia.
Ma prima…
 

Avevamo recuperato il cuore e non eravamo che orgogliosi di guardare il nero grattacielo divorato alla base dalle fiamme che avevamo appiccato con le nostre tute spettacolari. Tutto ci sembrava differente e un po’ estraneo, perfino vedere Michelangelo essere disteso su una barella e aiutato a respirare in modo che non ci rimettesse le penne fino all’arrivo all’ospedale, che avvenne in poco più che un’ora più cinque minuti di viaggio nello spazio-tempo.

Una volta lì, con il vento violento delle pale dell’elicottero che perdevano sempre più potenza nell’atterraggio, il sensei, April, Casey e perfino Usagi ci accolsero del tutto orgogliosi.

Come non lo erano mai stati.

Soprattutto io, il più muscolo della famiglia, non ero riuscito a frenare delle lacrime improvvise sul mio volto annerito dalla fuliggine di quel laboratorio maledetto.

-E’ finita…- avevo pronunciato nel petto del maestro. -Abbiamo il cuore. Mi… Mikey può operarsi…-.

Il sensei aveva semplicemente annuito, raggiante ma la preoccupazione era scolpita sul suo volto nel vedere il piccolo Mikey condotto verso il Padiglione Medico.

Adesso non si sarebbe potuto tornare mai più indietro.

O la va o la spacca, come soleva dire spesso Donnie, nella verifica del corretto funzionamento dei suoi nuovi esperimenti. E in quel momento frastornato, io speravo con tutte le mie forze che Hamato Michelangelo, il giovane e brillante leader di tutti i tempi, avrebbe vinto questa solitaria battaglia.

La morte non lo avrebbe strappato da noi.

Né quest’oggi né mai.

-Non ci posso ancora credere, sapete?- espirò Leonardo, appoggiato a Usagi. -Ce l’abbiamo fatta-.

-Sì e questo non è da poco!- confermò Donatello.

Mi voltai verso il tramonto alle mie spalle. Probabilmente sulla Terra sarebbe stata ancora notte fonda, ma non qui, dove vi era un fuso orario differente.

-A proposito- intervenne Usagi. -Abbiamo raccolto informazioni sulla banda che ha sabotato il nostro speciale trasporto per il cuore. Si è trattato di una banda italo-americana associata a un districato gruppo di alto pericolo, comandato dall’ex leader Hun-.

-Comunque appartenevano ai Purple Dragon- evidenziai, non smettendo di fissare le soffici nubi sfumate dall’oro del sole prossimo al sonno.

-E sai una cosa, Leo? Penso tu avessi proprio ragione quando hai detto che sicuramente dietro a tutta questa storia ci sarebbe stato un nemico di nostra conoscenza!- ridacchiò Donnie. -Altro che sesto senso!-.

Leo sorrise bonariamente e mi poggiò la mano sulla spalla, puntando il muso alle minute stelle che cominciavano a brillare nella volta più scura del cielo. Sì, era davvero finita.

-E’ bello, non trovi?-.

-Sì. E così sarà d’ora in poi la vita di Mikey. Bella- risposi con un sorriso.

Leonardo mi abbracciò, facendo cenno di unirsi anche a Donnie, che non si rifiutò. Sotto lo sguardo felice di April e Casey, la nostra battaglia era finalmente finita…



Angolo del Furia Buia

Salve, ragazzi! Oggi ho scritto l'ultimo capitolo di questa storia ma sebbene avrete notato, non ho inserito il "The End" perché manca ancora l'Epilogo. Che dire, è stato proprio un bel viaggio da quando ho cominciato quest'idea per un'amica a me cara che ci segue tutti qui ma che non vuole iscriversi perché non adatta al campo della scrittura (secondo lei!). E mi dispiace averla conclusa, ma è giusto così perché una storia incompiuta non è bella. Voglio ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno seguita, dalla mia carissima Onee-San LaraPink777 che non ha saltato un solo capitolo e mi ha da sempre emozionata con le sue fantastiche recensioni.
HellenBach è stata ed è tutt'ora una simpatica e importante lettrice che ha saputo sempre spronarmi con le sue doti poetiche.
AyumiEdogawa che spicca moltissimo quando mi lascia le recensioni!
CartoonKeeper8 che davvero lascia il segno quando entra nel mondo recensioni.
Gru che davvero stuzzica sempre le idee! E un profondo grazie ai miei lettori/recensori che seguono le mie altre avventure!

Grazie a tutti! E... non credo vi libererete di me. Ho tante idee in serbo (quindi preparatevi turtles!) e storie da finire.
Un abbraccio infinito come l'arcobaleno!


 
  
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