Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: piperina    07/11/2008    22 recensioni
Un'anonima notte come tante altre può cambiare la vita di una persona? Liberarsi di un dolore soffocante per sole poche ore potrà davvero far avverare un miracolo tanto atteso?
Dedicata ad Ilaria. Buon Compleanno Twin.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedicata a Ilaria. Buon compleanno ♥

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Only Act*

- Miracle: Make a Wish -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- Sono incinta.-

Harry Potter sgranò gli occhi verdi e sputò quello che stava bevendo sul tappeto ai piedi del divano dove stava tranquillamente seduto.

- Cosa?!- esclamò dopo aver tossito rumorosamente per ritrovare il respiro - Sei incinta?-

- Sì.- confermò lei annuendo con un gesto del capo.

- Com’è possibile?- chiese lui prendendola per le spalle - Avevi detto che non... che tu non...-

- Harry, non lo so, davvero.-

La vide scuotere la testa, confusa e spaventata. Sospirò, cercando di calmarsi dopo quella bomba di notizia, poi la attirò a sé e la abbracciò teneramente.

- Tesoro, com’è possibile?-

Lei scosse di nuovo la testa - Non lo so...- disse reprimendo un singhiozzo - Ho fatto un test di gravidanza e per essere certa sono andata dalla ginecologa.-

- E ti ha detto che sei incinta.- sospirò Harry.

- Al cento per cento.-

La strinse ancora di più a sé, baciandole i capelli, e poco dopo lei si lasciò andare ad un pianto liberatorio. Decisamente ne aveva ragione.

Qualche minuto più tardi si asciugò le lacrime, regolarizzò il respiro e sciolse l’abbraccio con il suo migliore amico. Un altro respiro profondo e fissò gli occhi nei suoi.

- Non dirlo a nessuno.-

Le sopracciglia del ragazzo di alzarono in un’espressione confusa e stupita - Scusa?-

- Harry... non deve saperlo nessuno.- ripeté lei più seria che mai.

- Che stai dicendo?- chiese lui senza capire - Hermione, perché non vuoi che si sappia?-

- Perché è così e basta, Harry. Ti prego...- il suo tono si addolcì, ma sapeva che lui non gliel’avrebbe fatta passare liscia senza sapere nulla.

- Ron?- chiese infatti subito dopo.

- Sei l’unico a saperlo.- rispose prontamente la ragazza.

- Lo so che non vuole figli, ma non potrà mica prenderla così male, no?- ribatté lui guardandola, ancora senza capire dove volesse andare a parare - Anzi, il fatto che tu sia incinta è un miracolo, visto quello che mi avevi detto giusto due mesi fa. E poi...-

Il moro smise subito di parlare, vedendo che l’amica si torturava il labbro inferiore con i denti. Qualcosa non andava, e ancora non riusciva a capire cosa.

Hermione desiderava da tempo diventare madre nonostante Ron fosse contrario. Dopo aver fatto quelle visite specialistiche, poi, lei era caduta in uno stato di shock, e il fatto che fosse incinta... insomma, avrebbe dovuto essere felice!

- Hermione,- richiamò la sua attenzione prendendola delicatamente per le spalle - qual è il problema?-

Cercò i suoi occhi e li trovò di nuovo lucidi di lacrime.

- L’hai desiderato tanto questo bambino, e ora che il miracolo è avvenuto perché reagisci in questo modo? Se il problema è Ron non ti devi preoccupare. Parlo io con lui.-

- Non è Ron.- rispose lei.

- Allora qual è il problema?-

- No, Harry, non hai capito.- scosse appena la testa, prese un altro profondo respiro e parlò - Il padre. Non è Ron il padre del bambino.-

Se la mascella di Harry Potter non cadde al suolo a quella notizia fu solo per l’impossibilità fisica della cosa. Il suo cervello andò in tilt per due minuti, ci furono delle esplosioni all’interno della sua calotta cranica e poi le rotelle ripresero a girare.

- Hai tradito Ron?!- esclamò sbalordito, a scoppio ritardato ovviamente.

- Non l’ho fatto apposta...- si giustificò lei - E’ successo. Non ero uscita di casa con l’intenzione di mettermi un altro uomo nel letto.-

- Ma l’hai fatto! Hermione, che diavolo! Sapevo che c’era qualche problema per la questione dei figli, ma non credevo che tu...-

- Ti ho detto che non l’ho fatto apposta!- ribatté con forza lei, alzandosi e iniziando a camminare per la stanza - Ero sconvolta!-

- Da cosa?-

- Avevo appena avuto il referto medico dell’ultima visita. Quando ho letto quello che diceva, dopo averne letti altri cinquanta identici, si è rotto qualcosa dentro di me.- si fermò davanti all’amico, visibilmente più calma - Ci avevo rinunciato, Harry. Avevo capito che il mio desiderio non si sarebbe mai avverato, e avevo... perso la voglia di combattere per realizzarlo.-

Vedendola così debole Potter si alzò in piedi e le strinse le mani nelle sue - Ti hanno fatto del male?-

- No, no. Ero del tutto consenziente.-

- Ma è stata una cosa di una notte sola, o hai iniziato una relazione con... l’altro?-

- Nessuna relazione.-

- Non sarai stata a letto col primo sconosciuto che hai trovato per strada!- le disse, sconvolto per quell’immagine tremenda che gli era affiorata alla mente.

- Harry, calmati. Sei più agitato di me.- rispose lei, nervosa. Sapeva che la domanda sarebbe arrivata subito dopo.

- Chi è?-

Appunto.

- Lo conoscevi? Io lo conosco?-

- Sì, Harry.- disse lei distogliendo lo sguardo - Lo conosciamo bene tutti.-

Si allontanò da lui a si appoggiò stancamente al muro vicino al caminetto scoppiettante che scaldava l’ambiente. E aspettava che l’amico le chiedesse di nuovo l’identità di quell’uomo.

Come fece pochi secondi dopo.

- Se te lo dico ti arrabbi.- rispose lei, innaturalmente calma.

- Se non me lo dici mi arrabbio di più.-

Hermione rise - Oh, credimi. Ti arrabbierai moltissimo.-

- Deve essere una persona che odio per farmi arrabbiare moltissimo.- dedusse il ragazzo avvicinandosi a lei - Dimmi chi è.-

La riccia sospirò e prese a mordersi il labbro inferiore. Se gliel’avesse detto di sicuro Harry l’avrebbe cercato per ucciderlo, dopo averla messa in croce. Se non gliel’avesse detto... probabilmente l’avrebbe fatta impazzire, continuando a chiederle quel nome in eterno.

- Ti arrabbierai.- affermò la ragazza, alzando gli occhi su quelli verdi dell’amico - Tanto.-

- Forse. Ma ora dimmi il suo nome.-

Serio e deciso, non avrebbe lasciato tornare a casa Hermione quella sera senza aver saputo chi era il padre del bambino che portava in grembo.

- Draco Malfoy.-

Hermione aveva pronunciato quel nome senza guardare in faccia l’amico, ma pochi istanti dopo si azzardò a muovere gli occhi sul suo viso.

Harry era diventato bianco come un lenzuolo, poi man mano le sue guance si erano colorate di rosso e i suoi occhi sembravano mandare fulmini e saette al suo indirizzo.

- MA SEI IMPAZZITA?!- gridò - Malfoy! Sei andata a letto con Malfoy!-

Lei si fece piccola piccola contro il muro, non osando rispondere.

- Ti rendi conto di quello che hai fatto?!-

Fece qualche passo indietro e si passò le mani tra i capelli, girando per la stanza come un’anima in pena. Respirò a fondo e, qualche metro lontano da lei, la fulminò con lo sguardo.

- Ron ti ucciderà.-

- Lo so.-

Hermione sospirò, visibilmente sotto stress, ma Harry riconobbe una luce familiare nel suo sguardo e, intimamente, ne ebbe paura.

- Non ti farà tenere il figlio di Malfoy.- buttò lì il mago.

- Non mi importa chi sia il padre.- rispose lei decisa - E’ mio figlio, e non permetterò a nessuno di interferire con la mia decisione.-

- Quindi vuoi tenerlo.-

- Mi sembra ovvio!- replicò infervorandosi - Harry, io ho smesso di prendere precauzioni da due anni, e ho avuto solo un paio di falsi allarmi.- fissò gli occhi dorati in quelli verdi dell’amico - Ho desiderato questo bambino con tutta l’anima, e anche se il padre non è mio marito, io lo farò nascere. Lo crescerò da sola se sarà il caso. Ma è mio figlio.-

Potter non sapeva bene cosa dire. Sbuffò, passandosi stancamente una mano tra i capelli, sconfitto dalla determinazione di Hermione. Sapeva che non avrebbe abortito per nessun motivo al mondo. E la capiva benissimo.

- Malfoy lo sa?-

- No. Sei l’unico a saperlo.-

Perfetto, una bella responsabilità, pensò il moro.

- Senti...- prese un bel respiro - ... Ron torna fra due mesi, a febbraio, la gravidanza sarà al... quarto mese, giusto?-

- Circa.-

- Quindi si vedrà la pancia.-

- Un po’.- istintivamente sorrise all’idea.

Aveva rinunciato all’immagine di se stessa con una mano sul pancione gonfio. Ora, invece, avrebbe davvero potuto realizzare quel sogno.

- Quando è stato?- chiese sospirando stancamente.

- Il 7 Novembre.-

- Mh. Ron non potrà credere che sia figlio suo.- rifletté facendo un rapido calcolo mentale.

- Non ho intenzione di ingannarlo. Questo bambino non somiglierà per niente a lui, e nella migliore delle ipotesi avrà almeno qualcosa di Draco.-

- Non c’è proprio niente da fare.- scosse la testa lui, poi la raggiunse e la strinse tra le braccia - Sarà un inferno vivere dopo che gli avrai detto la verità, lo sai vero?-

- Sì.- annuì con le lacrime agli occhi - Harry, ho bisogno di te... non lasciarmi sola... ti prego...-

Lui la strinse più forte e le posò teneri baci sul capo - Che stai dicendo? Non potrei mai farlo.-

- Ma sono incinta di Malfoy...- singhiozzò lei aggrappandosi con forza al suo maglione.

- E’ dura da ingoiare, ma non ho intenzione di lasciarti sola, né ora né mai. Ti starò accanto, prenderò io il posto di Ron per tutto ciò di cui avrai bisogno, ok?-

- Grazie...-

- E di che?- sorrise, dandole un bacio sulla guancia - Siamo amici. È in questi casi che bisogna dimostrare l’affetto che ci lega, no?-

Prese il suo viso tra le mani, le asciugò le lacrime e sorrise finché non vide sorridere anche lei.

- Ora che ne dici di dirmi cosa dovrò fare in questi mesi?-

La riccia sorrise e annuì, poi tornarono a sedersi sul divano. Poco dopo si sdraiarono, abbracciati, e lui le accarezzava i capelli mentre lei gli spiegava delle visite, i controlli, gli accessori per il bambino... e in quel momento non poteva essere più orgoglioso di lei.

Perché nonostante stesse andando addosso ad un tornado di sua volontà, Hermione era ancora in piedi e lottava per tenersi stretto ciò che avrebbe fatto di lei una donna felice.

E di lui uno zio altrettanto felice.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Erano le otto e mezza di sera ed Hermione Granger sembrava l’ombra di se stessa, mentre camminava per le vie di un quartiere a lei sconosciuto di Londra.

Quel pomeriggio era andata a ritirare i referti dell’ennesima visita medica, e il risultato non era stato diverso dai precedenti.

Tutti i medici consultati negli ultimi dodici mesi avevano detto la stessa cosa e ormai, dopo un anno di lotte ed esami, si era stancata.

Leggendo per l’ennesima volta che non poteva avere figli, qualcosa dentro di lei si era rotto.

Aveva perso la speranza di poter, un giorno, diventare madre.

Così, la sera di quel 7 novembre Hermione non era tornata a casa. L’avrebbe comunque trovata vuota: Ron era in ritiro con la squadra da due mesi ormai e lei era rimasta sola con Grattastinchi.

Non aveva toccato acqua né cibo, sentiva di avere lo stomaco chiuso. La testa era pesante e colma di pensieri che la facevano stare ancora peggio.

Stanca di camminare ma con il desiderio di non tornare ancora a casa, Hermione raggiunse un parchetto nelle vicinanze e si sedette su una panchina.

Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani, singhiozzando e tremando per il dolore soffocante che provava.

Il suo più grande desiderio era quello di diventare madre.

Si era realizzata come donna in carriera e aveva sposato il suo fidanzato storico, ma mancava la gioia di un bambino nella sua vita.

Non prendeva precauzioni da due anni ormai, senza dirlo a Ronald ovviamente, ma non era mai rimasta incinta. Aveva avuto un paio di ritardi, che si erano rivelati essere solo dei falsi allarmi.

Desiderava così tanto avere un figlio, dare un nipotino ai suoi genitori, dato che lei era figlia unica. Ma né le cure ormonali babbane né i rimedi magici aveva potuto fare qualcosa per lei.

“Ci vorrebbe un miracolo.”, aveva detto qualche medico.

E lei lo desiderava così tanto...

- Granger...?-

Sentì una voce indecisa dietro di lei. Alzò lentamente la testa e si guardò intorno.

Un uomo alto, biondo, bello come il sole e vestito di nero e grigio stava in piedi accanto a lei.

- Sei proprio tu!- esclamò sicuro.

- Malfoy... ciao.-

Hermione si alzò e salutò il mago con due classici baci sulle guance.

- Cosa ci fai qui?- gli chiese sedendosi di nuovo e invitandolo a fare altrettanto.

- Abito in zona.- rispose lui - In fondo a quella via.- aggiunse con un gesto del braccio.

- Credevo abitassi da un’altra parte...- fece lei pensierosa.

- Infatti. Mi sono trasferito qui un anno fa circa.- rispose - E tu che ci fai da queste parti?-

Hermione alzò le spalle - Passeggiavo.-

- Da sola?-

- Ron è in ritiro con la squadra.-

- Mh. È un bel problema.-

- Perché?- chiese fissandolo.

- Beh, perché stai sempre sola.- disse lui in tono ovvio.

Hermione rimase a guardarlo per qualche istante, poi annuì e sorrise - Già.-

Il ragazzo infilò una mano nella tasca del cappotto aperto che indossava e ne estrasse un pacchetto di sigarette - Fumi?- chiese porgendoglielo.

- No.- rispose lei con un cenno del capo - Fa male alla salute. Ed è inutile. Non capisco che gusto ci sia.-

Draco ridacchiò e si portò una sigaretta alle labbra - Perfetta salutista.-

Hermione non rispose e colse in quel breve silenzio l’occasione per studiare meglio il suo ex compagno di scuola.

Malfoy era diventato più alto indubbiamente. Non lo vedeva da... tre, quattro anni. Forse dal giorno del suo matrimonio.

I capelli erano più lunghi e gli coprivano appena gli occhi; gli stavano bene. Ed erano sempre di quel colore innaturalmente biondo che contraddistingueva tutti i Malfoy.

Aveva le fattezze di un uomo, ma il viso conservava ancora quell’espressione di strafottenza che aveva sempre avuto a scuola.

E, ovviamente, il ghigno di Lucius.

- Ti trovo cambiato.- disse dopo averlo esaminato.

- E’ normale.- rispose lui aspirando - Non ci vediamo da qualche anno.-

- Dal giorno del mio matrimonio, giusto?-

- Credo di sì.- alzò le spalle con indifferenza - Ho viaggiato molto per più di tre anni, poi sono tornato e ho sistemato un po’ di cose.-

La sigaretta era quasi finita. Hermione notò che le mani del ragazzo erano eleganti e curatissime. Le piaceva quel particolare.

- Ti riferisci alla storia con Pansy?- chiese incerta.

Nonostante fossero rimasti in buoni rapporti con Draco dopo la guerra, grazie alla sua collaborazione con l’Ordine al sesto anno, Hermione sapeva che lui non amava parlare della sua vita privata.

Lo vide rispondere con un cenno del capo.

- Mi dispiace che sia finita. Siete stati insieme per tanto tempo.-

- Era una storia che non stava più in piedi.- sentenziò Draco con l’ultimo tiro prima di spegnere la sigaretta - C’era troppa abitudine tra di noi. Eravamo stanchi di vedere sempre e solo le nostre facce.- continuò con un risolino leggero.

- Un po’ come me e Ron.-

- Tu Lenticchia te lo sei sposato.- ribatté il biondo - E anche Potter sta ancora con Weasley Femmina.-

Hermione sospirò, roteando gli occhi.

- Dopo tutti questi anni ancora non hai imparato a chiamarla per nome?-

- Weasley Femmina mi piace di più.-

Poco dopo Draco si alzò e guardò Hermione, ancora seduta.

- Hai cenato?-

- Non ancora.-

- Ti va una pizza?- chiese con le mani infilate nelle tasche del cappotto aperto.

Lei ci pensò su qualche istante, poi sorrise e si alzò a sua volta - Va bene.-

Insieme scelsero una pizzeria lì vicino ed entrarono. Una volta seduti, fecero le loro ordinazioni e continuarono a chiacchierare.

Hermione era contenta di quell’incontro. Negli occhi di Draco non leggeva il dispiacere e la pietà di chi la guardava sapendo del suo problema.

- Sei molto pallida.- constatò il biondo.

- E’ stata una brutta giornata.- rispose lei sorseggiando un po’ di birra leggera - Anzi, è un brutto periodo.-

- Problemi con Lenticchia?- ghignò - A letto non è come in campo?-

- Malfoy!- lo riprese lei imbarazzata - Nessun problema a letto, spiacente.-

A dire il vero di problemi di avevano eccome: Ron stava fuori di casa per almeno sei mesi all’anno e i restanti sei li divideva tra lei, gli amici e la famiglia. La passione dovuta alla lontananza dalla moglie si esauriva in una settimana scarsa.

Il luccichio malizioso nello sguardo del biondino la fece arrossire.

- Hai fatto crescere i capelli.- constatò lui guardando i ricci castani che arrivavano a metà schiena della strega - Ti stanno bene.-

- Grazie.- sorrise Hermione.

Era un caso più unico che raro ricevere un complimento sincero da Draco Malfoy.

Poco dopo furono servite le loro pizze.

- Vado un attimo in bagno.-

- Proprio adesso?-

- Mi lego i capelli e torno.-

La riccia si alzò dalla sedia e sparì oltre la porta della toilette.

 

Draco la aspettò per iniziare a mangiare, ma Hermione non tornava.

- Quindici minuti per farsi una coda sono troppi.- si disse alzandosi a sua volta e dirigendosi verso il bagno.

Proprio in quel momento si sentì un “Oddio!” provenire dalla porta femminile della toilette e una donna visibilmente agitata ne uscì chiedendo aiuto.

- C’è una ragazza svenuta!- esclamò - Chiamate un medico!-

Draco impallidì nel vedere di chi si trattava e corse verso di lei.

- Hermione!- sì inginocchiò accanto alla ragazza - E’ con me.- disse alle persone che iniziavano a raccogliersi intorno a loro due.

Hermione era ancora priva di sensi. Rimase tale per qualche minuto, poi lentamente aprì gli occhi.

- Si sta svegliando!-

- Oh, meno male!-

- Come sta?-

- Si sente bene signorina?-

- Fatela respirare.- disse Draco tenendola tra le braccia - Ehi... come ti senti?-

- Mh... debole...- rispose la riccia stringendosi contro di lui.

- Granger stai bene?- chiese, preoccupato - Hai qualche disturbo, devi prendere dei medicinali per caso?-

- No, no... sono solo stanca... e stressata.-

Man mano riprese totale conoscenza, ma era ancora stretta tra le braccia di Draco. Aveva un buon profumo.

- Vieni, ti porto a casa.-

- Non voglio tornare a casa.- protestò come una bambina.

- Infatti ti porto a casa mia.-

Ringraziando i presenti dell’aiuto e scusandosi per il disturbo, il biondo uscì dal locale con Hermione e poco dopo erano a casa sua.

Era un bell’appartamento, grande per una persona sola, piccolo per un Malfoy. Ben arredato, curato e pulito.

Draco la fece stendere a forza sul letto e le portò qualcosa di caldo da bere.

- Ti ho messo una pozione ricostituente dentro.- le disse dopo che ebbe finito di bere - Sei troppo pallida e debole.-

- Da quando sei il mio medico di fiducia?- gli disse lei con un’occhiata obliqua.

- Non fare la stupida.- rispose Draco - Questa almeno ti darà un po’ di energie.-

Hermione non rispose. Rimase per qualche istante con la schiena appoggiata a morbidi cuscini del letto di Draco. Notò solo in quel momento che era troppo grande per una persona sola.

- La tua fidanzata non vorrà un’altra donna nel tuo letto.-

- Non sono fidanzato.-

Lo guardò un po’ confusa.

- Accidenti.-

- Cosa?-

- Tu sei single e io sono già sposata da cinque anni.- constatò incredula - E abbiamo la stessa età.-

- Io mi godo la vita, Granger.- ghignò lui guardandola - Al contrario di te.-

Hermione non poté che dargli ragione. A ventisette anni la sua vita era realizzata solo dal punto di vista lavorativo.

Si era sposata giovane, non aveva figli e suo marito passava più tempo fuori casa che insieme a lei.

Poco dopo Malfoy fece il giro del letto e si mise accanto a lei. Le faceva uno strano effetto avere qualcuno accanto, era così abituata a stare da sola...

- Stai meglio?- chiese lui voltando il capo per guadarla.

- Sì.- rispose - Grazie.- aggiunse.

Draco sogghignò - Questa me la devo scrivere. Anni fa non mi avresti mai ringraziato.-

- Anni fa non mi avresti mai portata nel tuo letto.-

Solo osservando il cambiamento nel volto del mago Hermione si rese conto di quello che aveva detto.

Arrossì, ma non riuscì a dire una parola.

- Più che altro, non ti sarei mai stato tanto vicino...-

Gli bastò allungare il collo di qualche centimetro per sfiorare le labbra di Hermione con le proprie.

Si allontanò un poco e vide stupore e confusione nei suoi occhi. Effettivamente anche lui era sorpreso di quell’azione.

- Il giorno che ti ho vista sposare Lenticchia ho pensato che avevi fatto lo sbaglio più grande della tua vita.-

Questa volta il bacio fu voluto. Draco si era spinto verso di lei e aveva premuto nuovamente le labbra sulle sue dopo aver pronunciato quelle parole con voce bassa e sensuale.

Per evitare che si ritraesse portò una mano dietro la testa della ragazza, in quella massa di ricci scuri e la stese sul letto, facendola scivolare sotto di sé.

Quando sentì il corpo muscoloso sul suo, Hermione interruppe il bacio e cercò gli occhi di Draco.

- Cosa stai facendo?- chiese smarrita.

- Cosa stiamo facendo.- la corresse lui - Ci stiamo baciando sul mio invitante letto a tre piazze, Granger. Cosa pensi che stia per succedere?-

Hermione era confusa, sì, ma non spaventata. Si sentiva stranamente tranquilla, e le parole del mago non potevano essere più chiare.

Il matrimonio con Ron non andava per il meglio, ma non era neanche tanto disastroso. Lui non era un grande amatore né conversatore. Parlava solo di Quidditch ed era sempre via con la squadra, ma le voleva bene.

Un pensiero però la colpì in pieno petto come una lama affilata: Ron non voleva figli.

La sua famiglia era molto numerosa e i suoi fratelli maggiori avevano già provveduto a portare in casa un gregge di bambini urlanti.

Lui voleva una vita tranquilla da dedicare al Quidditch: i figli potevano aspettare.

Fu quell’ultimo, tagliente pensiero a farle prendere la decisione che, ancora non lo sapeva, le avrebbe cambiato la vita.

- Non voglio tornare a casa stanotte.-

Gli occhi di Draco brillarono di malizia e le sue labbra si curvarono in un ghigno prima di scendere a baciarla di nuovo. Questa volta Hermione rispose ben volentieri al bacio.

Non era una donna incline al tradimento, ma Ron non lo avrebbe mai saputo. Era sicura che si sarebbe arrabbiato non tanto per il tradimento in sé quanto più per il fatto che era stata con Draco Malfoy.

E allora, perché non godersi un’anonima notte di follie e del buon sesso?

 

 

 

 

 

Hermione era seduta sul bordo del letto. Aveva indossato gli slip e la sottoveste, ma non riusciva ad allontanarsi da lì. Da quel letto dove era stato consumato un tradimento.

Il suo amante dormiva placidamente dietro di lei, che fissava la fede nunziale in uno stato di trance.

Era stata a letto con un altro uomo, e non aveva neanche avuto la decenza di togliersi quell’anello.

Tuttavia, il suo malessere era molto più leggero di quanto avesse immaginato di provare. Aveva sbagliato, lo sapeva, ed era anche andata contro le leggi e contro il vincolo del matrimonio. Ma non riusciva a pentirsene del tutto.

Perché?, si chiese.

Forse perché Ron voleva negarle la cosa per lei più importante, e per uno scherzo del destino il suo corpo sembrava essere d’accordo con lui.

Draco non aveva usato precauzioni. Forse non era abituato, o forse gli era passato di mente. Lei non gli aveva detto nulla. Né della contraccezione né della sua sterilità.

Non voleva che la sua pietà si aggiungesse a quella che già tutti i suoi conoscenti provavano per lei.

Si mosse per cercare gli altri indumenti che due ore prima erano stati lasciati in giro per la camera quando sentì qualcosa stringerle il polso.

Si voltò e vide che Draco era sveglio. Probabilmente l’aveva cercata al suo fianco senza trovarla?

- Che ore sono?- chiese il biondo guardandola.

- E’ notte fonda.- rispose lei tornando alla ricerca dei suoi abiti - Dormi.-

- Scherzi?- rise lui - Chi potrebbe dormire con Hermione Granger nel proprio letto?-

- Ron.-

La risposta le era uscita dalle labbra senza passare per il cervello. Hermione si portò una mano alle labbra, sorpresa di quanto lei stessa avesse appena detto.

Non che fosse una bugia... Ron forse non la desiderava più. Non come ai primi tempi di matrimonio almeno.

Draco finse di non aver sentito, ma per un attimo rafforzò la presa - seppur leggera - sul polso di lei.

- Dove vai?-

- A casa.- disse senza voltarsi.

- Non credo proprio.-

Draco si mise a sedere e fece pressione sulle spalle della riccia per farla girare verso di sé - La notte è lunga Granger. Non vorrai mica sprecarla dormendo?- pronunciò l’ultima parola come se fosse una bestemmia - Da sola, per di più.-

Quell’ultima affermazione sembrò colpire molto la ragazza.

Sola... da tanto tempo era sola.

Draco sembrava desiderarla molto, o forse voleva farle credere che fosse così, ma non le importava, non in quel momento.

Avrebbe vissuto fino in fondo quella notte.

Per questo si voltò completamente verso di lui e gli allacciò le braccia al collo, baciandolo con rinnovata passione.

Quella notte era solo sua.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Ronald tornò a casa due mesi dopo l’incontro con Harry, a marzo. Natale e Capodanno erano passati da un pezzo, e loro non erano stati insieme neanche un giorno.

Hermione non voleva mentirgli, sarebbe stato inutile e controproducente.

In quel tempo aveva fatto molte visite ginecologiche e accertamenti sulla salute del bambino. Era incinta di quattro mesi pieni, il periodo di rischio era passato, ma lei aveva comunque molta paura che potesse succedere qualcosa.

Stava seduta sul divano ad aspettare che il marito tornasse dal giro di saluti a parenti ed amici. Era rimasto a casa con lei il tempo di posare le borse, fare una doccia, mangiare qualcosa e dormire un po’.

La pancia iniziava a vedersi, non molto in verità, ma in quel periodo cominciava a crescere un poco.

Era appena passata l’ora di pranzo quando il rosso fece ritorno a casa, dove l’aveva lasciata sola ad attenderlo.

- Ron.- lo chiamò lei - Devo parlarti.-

Lui non sembrò accorgersi della gravità nella voce della moglie. Annuì e la raggiunse, sistemandosi sulla poltrona davanti al divano dove era seduta lei.

- Dimmi tutto.-

Hermione prese un bel respiro profondo prima di parlare e contò fino a dieci.

- Sono incinta.-

Fissò gli occhi nei suoi per monitorare la sua reazione. Inizialmente non cambiò nulla nell’espressione dell’uomo. Poi i lineamenti del suo viso si indurirono.

- Sei... cosa?- balbettò guardandola.

- Incinta, Ron.- ripeté lei calma - Aspetto un bambino.-

Gli occhi azzurri di lui corsero velocemente verso l’addome della moglie, in cerca del noto gonfiore appena visibile.

- Non si vede molto.- mugugnò tornando a guardarla negli occhi.

- La pancia ha iniziato a crescere da poco.-

Qualcosa gli sfrecciò in mente, perché un lampo illuminò i suoi occhi. La sua voce risuonò forte e grave.

- Di quanto sei?-

- Quattro mesi.-

- Non ero a casa quattro mesi fa.- affermò con troppa calma per i gusti di Hermione. sicuramente sarebbe scoppiato entro breve. E comunque aveva ragione: era stato via sette mesi, da settembre a marzo inoltrato.

- Lo so.- annuì lei - Non sei tu il padre.-

Quelle parole lo colpirono in pieno petto, ma si sforzò di non esplodere nonostante il suo viso stesse assumendo i toni del rosso e del viola.

- Mi hai tradito.-

- Sì.- Hermione era innaturalmente calma - Ma è stata solo una notte. Non ho un amante.-

- Chi è il padre?-

La riccia lo conosceva. Ron si stava sforzando moltissimo. Appena saputo il nome dell’uomo che gli aveva regalato un bel paio di corna, però, non si sarebbe più trattenuto.

- Draco Malfoy.-

Come previsto, il rosso esplose.

- CHE COSA?!- tuonò scattando in piedi, il volto bordeaux e i pugni stretti.

- Te l’ho detto, è stata solo una notte. Ci siamo incontrati per caso e...-

- E sempre per caso siete finiti a letto insieme?!-

La rabbia di Ron pareva implacabile. Guardava Hermione con occhi fiammeggianti, sembrava volesse incenerirla solo con lo sguardo.

Iniziò a camminare nervosamente per tutta la stanza.

- Draco Malfoy!- esclamò indignato - Tra tutti gli uomini che ci sono al mondo sei andata a sceglierti il peggiore!-

- Guarda che neanche tu sei uno stinco di santo!- ribatté lei alzandosi in piedi a sua volta.

- E lui lo è?- replicò acido - E ti ha pure messa incinta! Meno male che eri sterile!-

Quelle parole ferirono moltissimo Hermione. Lo schiaffo era arrivato sulla guancia di Ron senza che lei se ne fosse resa conto. Ma di certo non ne era dispiaciuta.

- Sai bene quanto ho desiderato un figlio.- disse lei con gli occhi lucidi - I dottori avevano detto che ci voleva un miracolo... e così è stato. Questo bambino è un miracolo.-

- Questo bambino è un bastardo!-

Hermione ebbe l’impulso di estrarre la bacchetta e cruciarlo fino alla polverizzazione totale di tutte le ossa del corpo di quello che, purtroppo, era suo marito.

- Non ho intenzione di abortire.- disse risoluta - Sarebbe comunque troppo tardi.-

- E io non ho intenzione di crescere il figlio di Malfoy.-

Lei annuì, conscia di quello che stava per accadere.

- Voglio il divorzio.-

Detto questo Ronald le voltò le spalle ed uscì di casa sbattendo la porta.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Il divorzio fu rapido e indolore. Hermione non chiese nulla, e neanche Ron. Le loro strade erano inconciliabili e nel momento in cui il giudice batté il martelletto segnando la fine del loro matrimonio, entrambi sapevano che anche la loro amicizia sarebbe finita insieme ad esso.

Nella migliore delle ipotesi non si sarebbero più parlati.

La famiglia Weasley non voleva più avere contatti con lei. Era stata bandita dalla Tana.

Le era rimasto accanto solo Harry. Lui l’aveva aiutata a trovare casa e quel giorno il trasloco era ufficialmente finito.

- Sicura di star bene?-

Erano nella sala della graziosa villetta a due piani che la ragazza aveva comprato, seduti sul morbido divano.

- Sì Harry. Sto bene.- sorrise lei.

- Non mi piace l’idea di lasciarti sola.-

- So cavarmela.- bevve un sorso di tisana calda.

- E il lavoro?- continuò lui preoccupato - Ti sei licenziata, come farai a...-

- Ho un conto in banca pieno.- rispose posando la tazza sul tavolino - E con la liquidazione che mi hanno dato sono a posto. Non ho problemi di soldi. Tornerò a lavorare quando potrò.-

Nel dirlo una mano aveva accarezzato la pancia un po’ gonfia. Iniziava ad essere visibile la sua gravidanza.

- Di quanto sei?- chiese l’amico leggermente più calmo.

- Quattro mesi e mezzo, quasi cinque.-

- Quando saprai se è maschio o femmina?-

- Fra un po’. Non c’è fretta.- sorrise - L’importante è che stia bene.-

- Sicuro.- annuì - E... quando hai la prossima visita?-

- Settimana prossima.-

- Vuoi che ti accompagni?-

La ragazza sorrise. Harry era dolce e premuroso, si comportava come se la sua compagna fosse lei, e non voleva farle mancare nulla.

- Alla Tana non saranno contenti.-

Il viso del moro si rabbuiò.

- No, effettivamente no.- si illuminò di nuovo subito dopo - Allora posso accompagnarti?-

- Sì Harry.-

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Da quel giorno passò un mese. Il trasloco era stato sostanzialmente rapido, un po’ come il divorzio. La casa di Hermione era ora perfettamente arredata e ben sistemata. La camera del bambino era già pronta e colma di giochi e pupazzi di ogni tipo, sia magici che babbani.

La gravidanza era al quinto mese pieno ed effettivamente le possibilità motorie di Hermione erano diminuite, per non parlare dell’arrivo delle voglie, che però avevano preso il posto delle ben più fastidiose nausee.

I suoi genitori andavano a trovarla non appena ne avevano l’occasione e spesso la costringevano a fermarsi da loro per il week-end. Non accettavano la scelta della figlia di vivere da sola, volevano che restasse con loro almeno fino a un paio di mesi dopo il parto, ma lei era stata irremovibile su questo punto, e in fondo sapevano che era una ragazza responsabile.

Il divorzio era rimasto magicamente privato e ben protetto dalle noiose attenzioni dei media. Tra l’altro Ron era partito pochi giorni dopo e tutto sembrava normale. Hermione era più che soddisfatta di quella privacy.

Quella mattina si era svegliata presto e aveva deciso di fare un giro in libreria per cercare qualche libro interessante da leggere, magari qualcosa sulla gravidanza. Anche se ovviamente si era già informata a dovere sull’argomento.

Camminava tra gli scaffali con il suo pantalone nero e una maglia lunga e larga con stampa floreale, sorrideva quando qualcuno guardava con tenerezza la sua pancia ormai visibile e si intratteneva volentieri, quando poteva, a parlare con chi si fermava per farle le congratulazioni.

Non era facile fisicamente, doveva ammetterlo, ma era felice di essere incinta. Niente avrebbe potuto distruggere quel paradiso, quel piccolo miracolo che cresceva dentro di lei.

Vide un libro interessante e si fermò, allungò il braccio per afferrarlo ma il ripiano su cui si trovava era troppo alto per lei. Per fortuna proprio in quel momento passò un commesso che si offrì di prenderlo al posto suo.

- Grazie.- sorrise guardandolo.

- Di niente.- rispose al sorriso, poi guardò il pancione - E auguri!-

Detto questo si allontanò, ma il sorriso che Hermione aveva sulle labbra morì in pochi istanti.

Davanti a lei si trovava, piuttosto sorpreso ed anche incredulo, Draco Malfoy.

- Granger...- soffiò con poca voce, guardandola.

I suoi occhi si fermarono a lungo sul ventre gonfio della ragazza, come se stentasse a capire perché avesse tutta quella pancia. Eppure lo sapeva benissimo. La Granger era incinta.

Riportò gli occhi sui suoi e riassunse un’espressione altera e strafottente, avvicinandosi a lei.

- Ma guarda un po’ chi si rivede.-

Lei ingoiò a vuoto ricambiando il suo sguardo.

Dopo quella notte di follie Draco le aveva mandato un gufo invitandola a bere un caffé insieme un giorno o l’altro. Lei aveva capito subito che cosa sarebbe successo se avesse accettato quell’invito.

Così aveva rifiutato, aggiungendo che non sarebbe stata disponibile né quella volta né altre. Lui aveva inteso le sue parole e non l’aveva più contattata.

Era la prima volta che si vedevano da quella notte passata insieme.

- Ciao...- bofonchiò la riccia, dandosi della stupida subito dopo.

- Ciao.- le fece l’eco lui.

Non gli sarebbe dispiaciuto avere qualche altro incontro intimo con la Granger dopo quel primo ed unico nella loro storia, ma lei l’aveva liquidato con un misero biglietto e questo l’aveva un po’ infastidito.

Non ci aveva pensato più di tanto, anche se aveva dovuto ammettere a se stesso che andare a letto con Hermione Granger, che tra l’altro era la moglie di Lenticchia, di certo non era una di quelle cose che si potevano dimenticare facilmente.

Era ben più di un altro nome aggiunto nella lista.

- A quanto pare c’è una novità nella tua vita, Granger.- disse fermandosi a pochi passi da lei e occhieggiando maliziosamente alla sua pancia - Ci siamo dati da fare, nel frattempo.-

Questo era decisamente un incubo.

Hermione non aveva messo in programma un futuro incontro con Malfoy che, dannazione, era il padre di suo figlio. Era sicura che lui non avrebbe voluto un figlio da lei, che era una donna sposata per di più e con la quale aveva trascorso una sola notte.

Non sapeva che cosa dire, come comportarsi. Ma l’espressione di lui la innervosiva.

- Di quanti mesi sei?-

- Cinque.- rispose senza distogliere lo sguardo dal suo. Una mano si posò istintivamente sul pancione in un gesto prettamente materno.

- Cinque...- ripeté pensieroso lui.

Facendosi due calcoli tornò a Novembre. Il periodo in cui si erano incontrati e avevano fatto sesso per una notte intera fino a non avere più la forza neanche per scendere dal letto o girarsi dall’altro lato.

- Ma dai...- rise senza reale divertimento.

- Cosa?- chiese lei confusa da quell’atteggiamento.

- Sei stata a letto con me e Lenticchia negli stessi giorni?- la guardò con reale cattiveria nello sguardo e nel ghigno - Non ti credevo così affamata.-

Gli occhi di Hermione divennero liquidi per la rabbia che provava in quel momento. Se solo quel deficiente di Malfoy avesse saputo...

- Che coraggio, tradire tuo marito e farci un figlio nello stesso periodo.- continuò lui acido - Sono sicuro che non gli hai mai detto della notte passata con me, vero?-

- Taci.- replicò aspra - Non sai niente, Malfoy. Faresti meglio ad andartene.-

Lui non la considerò nemmeno. Fece un altro passo avanti e indicò la pancia con l’indice - Lenticchia è contento del marmocchio in arrivo?-

- Ne dubito.- fece acida lei, indietreggiando di un passo.

Draco fece una strana espressione.

- Ron non amerà i suoi capelli biondi e gli occhi grigi.-

Aveva sputato quella frase con tutto il dolore che provava da cinque mesi a quella parte. Ron non aveva voluto saperne né di lei né del bambino, aveva voluto un divorzio rapido e l’aveva fatta uscire di casa il prima possibile.

Si era trasferita e se la cavava da sola. Solo Harry e i suoi genitori la aiutavano. Aveva sofferto da morire, ma aveva versato pochissime lacrime, e tutte in solitudine.

Avrebbe affrontato il mondo per quella piccola creatura.

- Che stai dicendo?- chiese lui visibilmente confuso - Granger, che stai farneticando?-

- Non è Ron il padre del bambino.- disse lei, decisa - Sei tu.-

In quel momento Draco sentì il peso del mondo gravargli sulle spalle e sprofondarlo fin negli abissi dell’universo.

- E’ uno scherzo.-

- Nessuno scherzo.- rispose lei - Io e Ron abbiamo divorziato. Vivo da sola, ora, e fra quattro mesi darò alla luce mio figlio.-

Lui la guardò ancora incredulo. Cercava di capire perché il mondo avesse iniziato a girare al contrario per lui.

- E’ davvero mio figlio?-

- Sì.-

- Credevo avessimo usato delle precauzioni.- fece pensieroso.

- Nessuna precauzione.-

Decise di evitare le domande successive spiegando la sua situazione in poche parole.

- Sono sterile. Beh, ero sterile. Desideravo un figlio, Ron non voleva.- iniziò pratica e veloce - Ho smesso di prendere contraccettivi da più di due anni ma non sono mai rimasta incinta. I medici dicevano che mi sarebbe servito un miracolo.-

Portò entrambe le mani al ventre e lo guardò con serietà - Questo bambino è il mio miracolo, Draco.- gli disse guardandolo dritto negli occhi - Non so cosa sia successo quella notte, ma qualunque cosa sia stata ha fatto sì che io potessi realizzare il mio sogno.- alzò una mano per interromperlo, dato che stava per dire qualcosa - Ron non vuole figli nostri, tanto meno di un altro, peggio ancora se tuoi. Non lo vedo dal giorno del divorzio e ho lasciato il lavoro, ma non ho bisogno di altro. Non pensavo neanche che ti avrei rivisto.-

- E non hai pensato che qualcuno si sarebbe insospettito vedendoti con un bambino biondo in braccio?- chiese a metà tra lo stupore e l’alterazione.

- Te l’ho detto, mi sono trasferita, e in una zona dove nessuno mi conosce. Il divorzio è rimasto protetto dagli scandali dei media, così come la mia gravidanza.- il suo sguardo si addolcì leggermente al pensiero della vita che stava per nascere - Non ho mai avuto intenzione di chiederti nulla. Il bambino porterà il mio cognome. Lo crescerò da sola e provvederò io a tutto.-

Draco non sapeva cosa dire. Fece qualche passo davanti a lei e si passò le mani tra i capelli, prendendo un respiro profondo.

La guardò, ma non riuscì a dire niente, neanche una parola. Lei capì e accennò un sorriso.

- Addio Draco.- gli disse - E grazie. Hai fatto di me la donna più felice del mondo.-

Si allontanò da lui con il libro in mano, lasciando nel corridoio tra due scaffali un Draco Malfoy decisamente stupito delle sorprese che la vita può riservare.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

Un mese circa era passato dall’incontro in libreria. La gravidanza proseguiva senza problemi, il bambino stava bene e cresceva forte e sano nella pancia della madre.

Harry l’aveva accompagnata a fare un’ecografia molto importante. Quel giorno Hermione aveva deciso di chiedere al medico il sesso del bambino.

L’uomo guardò Hermione con un largo sorriso in viso.

- E’ un bel maschietto. Complimenti signora. È forte e godrà di ottima salute.-

A lei non interessava il sesso in sé, le bastava sapere che non c’erano problemi di salute. Sorrise e strinse forte la mano di Harry, in piedi al suo fianco, emozionato quanto e forse più di lei, e un paio di lacrime sfuggirono dai suoi occhi dorati.

Il medimago le disse che poteva rivestirsi. Harry la aiutò e poco dopo salutarono l’uomo e uscirono dal suo studio medico.

- E bravo Malfoy...- ironizzò Potter - Un maschio. Dovrebbe essere contento, il nome della sua famiglia non morirà con lui.-

- Il bambino porterà il mio nome.- rispose Hermione camminandogli accanto.

- Non vi siete più sentiti dopo quella volta in libreria?-

Lei negò col capo - Non mi interessa. Capisco il suo punto di vista. Nessuno dei due se l’aspettava, ma ero io quella che desiderava un figlio. Non ce l’ho con lui, è comprensibile che non voglia né possa assumersi una tale responsabilità.-

- Da uno come Malfoy non mi aspettavo certo chissà cosa.-

- Eddai, Harry,- sorrise guardandolo - in fin dei conti i vostri rapporti sono migliorati negli ultimi anni.-

- Sì. Da incivile a quasi civile.- rise il moro, poi tornò serio - Vuoi che ti accompagni a casa?-

- No, vado a piedi.-

- Sicura? Guarda che non ci mettiamo niente...-

- Farò due passi, tranquillo.- sorrise vedendo la sua espressione ansiosa - Non parlerò con gli sconosciuti né accetterò caramelle da loro. Camminerò a testa bassa e andrò subito a casa.-

- Sciocchina.- le scompigliò i capelli con una mano, beccandosi un pizzicotto in cambio, poi la abbracciò, nei limiti del possibile, e le diede un affettuoso bacio sulla guancia.

- Ci vediamo fra un paio di giorni.-

- Va bene.-

Si salutarono e ognuno prese la sua strada.

 

 

 

Hermione arrivò a casa circa un’ora dopo, e quello che vide davanti alla porta della sua graziosa villetta la lasciò letteralmente di stucco.

- Che ci fai qui?- chiese all’uomo che si ritrovò di fronte - E quello cos’è?- indicò una borsa ai suoi piedi.

- E’ una borsa, mi sembra ovvio.- rispose sprezzante, guardandola però con occhi diversi dal solito - Ho pensato molto a quello che ci siamo detti un mese fa.-

Lei fece per ribattere ma lui la fermò con un gesto della mano.

- Fammi finire... per favore.-

Wow, Draco Malfoy che diceva “per favore”? Non se la sarebbe persa per nulla al mondo.

- Va bene.- annuì col capo mostrandosi disponibile ad ascoltare quello che aveva da dirle.

Lo vide guardarsi intorno, come per cercare un appoggio, poi portò gli occhi sui suoi.

Un brivido le percorse la schiena. C’era una luce strana in quello sguardo, una determinazione mai vista.

- Voglio crescere questo bambino.- disse tutto d’un fiato - Insieme a te.-

Hermione lo guardò con gli occhi a palla e la bocca spalancata per lo stupore. Che cosa aveva appena detto? No, non poteva essere. Doveva trattarsi di uno scherzo, per forza.

- Che stai dicendo?- chiese incredula.

- Sto dicendo,- sbuffò lui - che voglio essere un padre presente nella vita di... nostro figlio. O figlia.-

- Figlio.- rispose lei confermando il sesso del bambino - E’ un maschio.-

Una luce di puro orgoglio illuminò gli occhi di Draco, che si concesse anche un quarto di sorriso.

- Sta bene?-

- Perché non entriamo?- propose lei avvicinandosi alla porta di casa.

Fece accomodare il biondo sul divano e gli portò qualcosa da bere.

- Sta bene.- annuì rispondendo alla sua precedente domanda - E’ sano e la gravidanza procede senza problemi.-

Si sedette accanto a lui, con un bicchiere di succo di frutta tra le mani, e lo guardò seriamente.

- Essere genitori non è un gioco, Draco.- gli disse fissandolo dritto negli occhi - Io ho desiderato a lungo un figlio, sapevo a cosa stavo andando incontro. Tu no.-

- Io...-

- Non voglio che tu ti senta obbligato a fare qualcosa, o legato a me, o al bambino.- continuò come se lui non avesse parlato - Non credevo che sarei rimasta incinta, quella notte. Teoricamente non sarebbe dovuto succedere mai.- disse con una nota di tristezza nella voce - Non volevo neanche dirti che il bambino era tuo, non era giusto. Tu non avevi programmato niente del genere, di certo non con me.-

- Senti,- intervenne lui - capisco le tue ragioni, e ti ringrazio per esserti preoccupata per me, ma ci ho pensato molto.-

Si fissarono a lungo negli occhi. Quello che li univa non era solo una notte di sesso. Era una vita che stava per nascere.

- Sei sterile quasi al cento per cento, eppure guardati: hai una pancia enorme.- le disse, più serio che mai - Non so cosa sia successo quella notte, quale miracolo ti abbia permesso di realizzare il tuo sogno di maternità, ma ci ho riflettuto a lungo, e anche se tra noi non c’è un rapporto di amore, io... io non voglio perdermi neanche un attimo della vita di questo bambino.-

Allungò una mano e ne prese una delle sue, stringendola - Non sarà facile Granger, questo è sicuro. Ma possiamo provarci. Non voglio che tu ti faccia carico di tutto questo da sola, e non voglio che mio figlio cresca senza una figura paterna accanto.-

Hermione capì le motivazioni della scelta di Draco. Lucius era stato un pessimo padre. L’affetto, se mai ne aveva provato, per suo figlio l’aveva dimostrato nel peggiore dei modi, e non l’aveva cresciuto come un bambino normale, ma come un futuro Mangiamorte.

Capì che Draco non voleva ripetere l’esperienza. In qualche modo voleva rimediare agli errori di Lucius facendo ciò che non aveva fatto con lui, e ciò essendo un buon padre per suo figlio.

- Non te ne pentirai? Sei sicuro di questa scelta?- chiese con un velo di lacrime a coprirle gli occhi dorati.

Lui ricambiò il suo sguardo, poi sorrise appena e annuì.

Portò una mano sul grembo della ragazza - Hai già pensato al nome?-

Hermione sorrise e lasciò che qualche lacrima le rigasse il viso. Tutto aveva immaginato, tranne che un giorno sarebbe andata a vivere con Draco Malfoy, con un figlio suo dentro di sé.

La notte trascorsa con lui era stata fantastica, e l’unica in cui aveva potuto liberarsi del peso che da quasi due anni la perseguitava come una taglia sulla sua testa.

Forse era stato proprio quello il motivo scatenante, forse quella notte si era liberata una strana magia, o forse era semplicemente avvenuto un miracolo che portava il nome di Draco Malfoy.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 22 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: piperina