Bon Voyage.

Corse. Corse fino a perdere il fiato, fino a farsi male.
Inciampò un paio di volte, ruzzolò a terra ma fu subito pronto a rialzarsi.
Era sconvolto dalle emozioni.
Rischiò di essere investito ad un paio di incroci, ma non gli importava.
Non poteva perderla, non poteva almeno non provarci.
Finalmente arrivò e la vide.
Camminava leggiadra, veloce, sembrava mischiarsi e scomparire nella folla che circondava la stazione.
Ancheggiava leggermente, mantenedo un passo sempre sicuro e controllato, dato dai numerosi anni di attività sportiva.
Trascinava la pesante valigia senza sforzo, senza incastrarla fra le gambe di tutti gli altri.
Rimase immobile, quasi affascinato da quella figura che scappava da lui.
Alzò la mano, come per fermarla, quando si accorse della loro distanza.
Schiarì la voce, sembrò che il tempo si fermasse.
Due sillabe veloci sfuggirono dalle sue labbra, più forti di quanto lui stesso avrebbe voluto.

- Yumi.

La ragazza si irrigidì.
La vide bloccarsi, chiudere ed aprire la mano libera.
Scosse i lunghi capelli neri, liscissimi.
Non si voltò.
Mosse un passo, incerto.
Ulrich si lanciò avanti, urlando il nome della ragazza.
Urtò molte persone, si scusò con pochi ma continuò ad inseguire la ragazza.
Posò la mano sulla spalla di Yumi, accostandosi al suo orecchio.
Sussurrò piano, ancora una volta, il suo nome.
Attese una risposta, che non arrivò mai.
Fece forza sulla spalla, facendola voltare e trovandola in lacrime.
Le carezzò il volto, la sentì rabbrividire sotto il suo tocco freddo, quasi ritrarre.

- Ma dove stai andando?

Sussurrò ancora il ragazzo, avvicinandosi.

- Lontano.

La voce della ragazza non tremò, uscì tagliente e fredda nonostante le lacrime.
“Almeno si accompagna al tempo gelato” pensò Ulrich e sorrise.
Si avvicinò ancora, facendola finire spalle al muro.

- Scappi da me, Yumi? – La canzonò, prendendole i polsi. – E perchè ora non scappi?

La guardò fissa negli occhi, ghignando appena per la reazione dubbiosa della ragazza.

- Io.. Io devo andare.

Cercava di sfuggire agli occhi verdi del ragazzo.

- Oh, okay. E perchè non vai?

Ulrich le lasciò i polsi di colpo, spostandosi da lei e facendo un passo indietro.

- Perché sto andando ora.

Ritrovò la sua spavalderia, si asciugò le lacrime e spinse via il ragazzo che però rise.

- Ti mancherei.

- Presuntuoso.

- Ti mancherei da morire.

- Piantala.

Ulrich si finse offeso.

- Ho corso per mezza Parigi solo per sentire queste parole?

La scenetta fece sorridere Yumi, che si avvicinò nuovamente e gli prese il mento fra le mani.
Non sapeva se amare od odiare quel ghigno.
Voleva soltanto farlo sparire.
Lo baciò.
Non fu come si aspettava, qualcosa di dolce e delicato.
Fu rabbioso, passionale e quasi violento.
Si ritrovò spalle al muro mentre sentiva la barba di lui sfregarle il volto, gli scompigliò i capelli e gli morse il labbro.
Dopo poco di staccarono, Yumi sentì il fischio del suo treno.
Imprecò, mentre Ulrich rideva apertamente, sembrava divertirsi un mondo.

- Ora già va meglio. Oh, ma quello era il tuo treno? Che peccato. Dai, ci vediamo in giro, piccola Sakura.

Voltò le spalle, prese una sigaretta dalla tasca dei jeans e se ne andò fischiettando e fumando allegro.
Yumi lo guardò allontanarsi e si toccò le labbra, ancora gonfie per il bacio di prima.
Sorrise al ricordo.
Prese la valigia e gli corse dietro, con alle spalle un bellissimo tramonto.