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Autore: Vale29_86    14/12/2014    2 recensioni
"...E ad un tratto, c’è di nuovo “quella cosa” nel suo sguardo; qualcosa, che non riesco ancora a capire, ma che ho iniziato a notare da un po’ di tempo ormai. Da prima della Mietitura…
Non aveva mai avuto “questo” sguardo prima, almeno non con me. Non è solo dolcezza, è qualcosa di più. Qualcosa che non so spiegare… Mi guarda così per un momento, poi allunga la mano e la passa tra una ciocca dei miei capelli: - Sarà meglio andare a finire di prepararci… - afferma - saranno le dieci a momenti!... - io annuisco, Lui prende la porta, ma prima di entrare, si volta un momento e mi strizza l’occhio con un sorriso: - A dopo!... - dice. Ed è di nuovo il solito Aris..."
PREMESSA:
Tentativo di PREQUEL della saga di Hunger Games!
Una storia di pura invenzione che parte dal “Mondo“ di Hunger Games.
E' la storia di una grande amicizia (che forse è qualcosa di più), sullo scenario dei Giochi, vissuti proprio dai giovani protagonisti...
I personaggi citati, a parte Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, e il Presidente Snow, ​
sono tutti inventati da me. Ho anche ridisegnato il Distretto (10) in questione a mio gusto... Spero che la storia vi piaccia.
Buona Lettura! :)
Vale
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Claudius Templesmith, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The District'
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------------------------------------------------ Capitolo 3 ---------------------------------------------


   

Un breve viaggio in automobile, ci porta dal Palazzo di Giustizia alla Stazione, brulicante di giornalisti e di telecamere. Io e Aris cerchiamo di sembrare calmi e di nascondere al meglio possibile le nostre vere emozioni. Ma quando, finalmente, ci è concesso di salire sul treno e di ottenere un po’ di meritata privacy, ci tuffiamo l’una nelle braccia dell’altro, affogando con le lacrime le nostre paure e i nostri dolori. Piangiamo come bambini, perché, infondo, siamo dei bambini. Dei bambini confusi e spaventati; pedine involontarie, in un gioco troppo grande e crudele. 

Quando abbiamo pianto tutte le nostre lacrime ci sciogliamo dall’abbraccio, ma continuiamo a tenerci per mano. In questo momento, siamo tutto ciò che abbiamo. Tra pochi giorni, non avremmo più nemmeno questo. Ci guardiamo intorno, spaventati, ma anche incuriositi dal lusso esagerato che ci circonda. A casa, al Distretto Dieci, la maggior parte della gente, non ha nemmeno di che sopravvivere. Qui, usano posate d’oro e d’argento e portasapone di cristallo, come fossero qualcosa di banale e normale per tutti… 
Menodora Dellis, ci dice di “goderci” un po’ del lusso che Capitol City ci ha messo a disposizione. E che abbiamo un’ora di libertà, in cui possiamo fare quel che vogliamo, a patto di essere puntuali per la cena. Ci accompagna nei nostri appartamenti. Ognuno di noi ha il suo. Uno per me, uno per Aris, uno per Rosewood e uno per la Dellis. Quando entro nel mio, rimango sbalordita di quanto sia enorme. Ho uno spogliatoio, una camera da letto e un bagno gigantesco, solo per me. Armadi pieni di vestiti nuovi e bellissimi, che posso usare a mio piacimento. Non ho mai visto tante cose belle, tutte insieme, in vita mia. Faccio come mi ha detto Menodora Dellis. Me la godo un po’. Mi concedo una lunga doccia calda e provo alcuni dei balsami e dei saponi profumatissimi che ho a disposizione. A casa non abbiamo la doccia e se vogliamo l’acqua calda, dobbiamo farla bollire. E’ incredibile quanto sia piacevole la sensazione dell’acqua calda che scivola sulla pelle quando si fa la doccia. Questo è, decisamente, un punto a favore di Capitol City. Finita la doccia, mi dirigo al guardaroba. Sono, quasi, emozionata. Fin’ora, ho sempre e solo indossato gli abiti vecchi di mio fratello. E, ovviamente, niente di lontanamente femminile. Frugo nel guardaroba come un’avventuriero in cerca di un tesoro. Gli occhi, e subito anche le mani, corrono verso gonne e pizzi, dai tessuti e dalle tinte più femminili e incantevoli. Ne provo anche qualcuno, ma, con mia grande delusione, scopro che non mi donano affatto. Sono abbastanza alta, non un gigante, certo, sono nella media; ma a parte questo, il mio corpo, malnutrito e ancora acerbo, non ha forme e curve sufficienti a riempire quei vestiti così vistosi. Sembro la grottesca imitazione di una ragazza di Capitol City. Così metto da parte gonne, pizzi e merletti e trovo un pantalone e una casacca, dal taglio semplice e leggero, molto carini e femminili. Il pantalone è lungo e attillato sulla gamba e sui fianchi, ma sorprendentemente comodo. Le tasche sono sagomate in modo da non rovinare la linea del modello. Il colore parte dal nero della vita e va a sfumare, lungo la gamba, in una bella gradazione di grigio tendente al viola. La blusa, che è a righe orizzontali, abbastanza larghe, di cui alcune sono di un colore viola lavanda, ma leggermente più scuro, si intona bene al pantalone. Le maniche sono lunghe e il collo è alto e svasato, con dei piccoli bottoni laterali che si chiudono verso la spalla.​ Sul busto scende morbida e leggera, facendo sembrare il mio corpo più femminile e sinuoso di quanto non sia. Al mio outfit, abbino una cinta nera, molto semplice, dalla fibbia rettangolare, che passo intorno alla vita dei pantaloni, e infine, un paio di stivali scamosciati senza tacco e comodissimi. Sempre neri; fasciano morbidamente il polpaccio e formano piccole pieghe nella pelle. Qualche cinghia decorativa, gira intorno alla caviglia. Vado verso lo specchio e mi pettino. I miei capelli non sono lunghissimi, quindi non posso sbizzarrirmi in chissà quale elaborata acconciatura. Li spazzolo, cercando di domare un po’ del loro mosso naturale e li lascio sciolti a ricadere sulle spalle. Menodora Dellis mi chiama per la cena. Esco dalla mia stanza e la raggiungo fuori dalla porta, lasciandomi scortare verso la sala da pranzo. 
Aris è già lì. Anche lui, evidentemente, “si è goduto” un po’ del lusso di Capitol City. Ora indossa un bel pantalone nero dal taglio classico, che gli scende morbido addosso, cinta abbinata, rigorosamente nera. Scarpe nere. Una maglia morbida a collo alto, di un bel colore blu scuro con qualche sfumatura di grigio e una giacca nera che tiene aperta. I capelli sono puliti e pettinati indietro. Sono stati, sicuramente, lavati con i saponi di Capitol City, si vede ad occhio. Tutto quello che viene da lì, sembra dieci volte più pulito e più morbido di quello che abbiamo nel Distretto. 

Mi siedo a tavola unendomi agli altri, che hanno già preso posto. Siedo vicino ad Aris. 
Menodora Dellis non la sopporto, con quelle sue frivole e stupide banalità. E quei suoi strani occhi dorati con le pupille a fessura, come quelle dei gatti, mi danno i brividi. Sono la sua novità di quest’anno. Dev’essersi fatta fare un altro ritocco chirurgico; evidentemente la pelle verde pallido che si è fatta fare l’anno scorso è passata di moda, così ha dovuto inventarsi qualcos’altro per stupire (o disgustare) il prossimo. La moda di Capitol City è veramente strana. La chirurgia estetica è all’ordine del giorno, ma più che migliorare i difetti, sembra trasformare la gente in strani e grotteschi umanoidi dai tratti animali e stranissimi. Mi domando come facciano a considerare “attraenti” tali deturpazioni dei propri corpi. 
Di Ethan Rosewood, sono un po’ in soggezione invece. Non che sia un uomo malvagio. In realtà non ne ho idea… Ma non parla mai e non alza mai lo sguardo. Ha un’aria così cupa, che mi turba un po’ stargli accanto. E poi, ho bisogno di stare vicino ad Aris, adesso. In un posto del genere, in una situazione del genere, ho bisogno della sua fermezza più che mai. E credo, che anche lui abbia bisogno di me. 

Ci viene servita la cena. Le portate sono così tante e i piatti così abbondanti, che potrebbero sfamare tutte e due le nostre intere famiglie. Non ho mai visto tanto cibo in vita mia. E sembra tutto delizioso. Per iniziare ci servono una cremosa zuppa di zucca, densa e saporita. Poi insalata mista. Costine di maiale glassate, con una salsa scura lucida e deliziosa. Patate arrosto e speziate, e ancora formaggio e frutta freschissima ed esotica. Quando ci portano il Dessert, una soffice e squisita Torta di Fragole e Panna, io e Aris stiamo quasi per scoppiare, ma non ne rifiutiamo, comunque, un fetta. Sembra strano ma, né le inutili e frivole chiacchiere di Menodora Dellis, sull’educazione da tenere a tavola e sulle nuove mode di Capito City, né la consapevolezza che potremmo morire tra pochi giorni, sono riusciti a rovinarci questa cena. Sarà perché non abbiamo mai visto, nemmeno da lontano, tante cose buone in vita nostra, sarà perché potremmo non vederle più… 

A cena finita, andiamo in un altro scompartimento per vedere, in TV, la Sintesi delle Mietiture di tutto il Paese. 
Il resoconto illustrato del famoso presentatore Caesar Flickerman e dell’annunciatore Claudius Templesmith, fanno da sottofondo per tutta la durata del programma. 
Alcuni dei loro commenti, vorrei poterli non sentire… 
Una dopo l’altra, assistiamo alle “chiamate”. 

Come sempre, i ragazzi dei Distretti Uno, Due e Quattro, si offrono “Volontari”: 
i loro Distretti, che sono i più ricchi tra i dodici ancora esistenti, ricevono un Trattamento di Riguardo da parte di Capitol City. 
Non hanno problemi di alimentazione e sono sempre ben nutriti, hanno buone condizioni di vita, ricevono cure mediche, tutti i beni primari per vivere e, anche se per la legge di Panem è illegale, Capitol City, permette loro di addestrarsi per anni, proprio per poter partecipare agli Hunger Games. Per loro, “I Giochi”, non sono una punizione, come per, tutti, gli abitanti degli altri Distretti, ma un’occasione per guadagnarsi Fama e Ricchezza. 
I Tributi dell’Uno, del Due e del Quattro, infatti, sono detti “Favoriti”, perché, in fondo, sono 
i “Prediletti” di Capitol City.​

Dalla Mietitura del Distretto Uno, si fanno avanti una ragazza alta e atletica, dai lunghi capelli rossi e l’espressione spietata, e il suo compagno, un ragazzo molto alto e robusto, dai capelli castani e dallo sguardo truce. Entrambi, credo, sui diciotto anni. 
Quelli del Due, sono, anche loro, dei “giganti” dai muscoli scolpiti e lo sguardo folle, entrambi biondi e, forse diciassettenni. 
Il Distretto Tre, estrae una ragazza ed un ragazzo dai capelli scuri, molto più gracili dei Tributi dei primi due Distretti, ma dall’espressione vivace e intelligente. Dimostrano dai quattordici ai sedici anni e tutti e due portano occhiali da vista. 
Il Distretto Quattro, presenta altri due “Volontari”, dall’aspetto sano e abbronzato; alti (non come quelli dell’ Uno e del Due, ma, comunque, abbastanza), dai fisici scolpiti e i capelli biondo scuro. Credo siano anche loro sui diciotto. 
Il Distretto Cinque mi fa stare male. Sono entrambi dodicenni alla loro “Prima Mietitura”. Piccoli, gracili e spaventati. I capelli scuri e i grandi occhi pieni di lacrime. 
Il Distretto Sei: una ragazza mora, sui quindici o sedici anni, non troppo alta e mingherlina ed un ragazzo castano, sui diciassette, di altezza e corporatura media. 
Il Sette, altri due “bambini”. Avranno tredici anni. Entrambi dai capelli e occhi scuri, ma la somiglianza finisce lì. 
Il Distretto Otto. Bionda, quattordici anni lei. Moro, sedici anni, pelle scura, lui. 
Distretto Nove. Castani. Quindicenni. Gracili e non troppo alti. 
Distretto Dieci: Io ed Aris. Che veniamo estratti. Che ci guardiamo, sotto shock. Che piangiamo. Che ci abbracciamo… 
Distretto Undici: una ragazzina di dodici anni, molto piccola per la sua età, e un ragazzo di quattordici che non ha ancora iniziato a crescere. Pelle scura e occhi che implorano di essere salvati. 
E infine il Dodici. Sedici anni, bionda, magra e pallida, lei. Diciotto anni, pelle olivastra, moro e alto, lui. 
Fine della trasmissione. 
Menodora Dellis spegne il televisore e con voce squillante come sempre, propone a Ethan Rosewood di cominciare a lavorare su di noi. 
Quest’anno, dice, vorrebbe avere un Vincitore da esibire a Capitol City, per una volta… 
Probabile, che abbia solo bisogno di un aumento di stipendio, che il salto di classe nel poter esibire un “Vincitore” le porterebbe. Con tutto quello che spende in chirurgia estetica… 
Poi si congeda, dando la Buona Notte: 
- «Un buon sonno è l’alleato principale per avere una pelle fresca e riposata…!!​» - dice. 
Mi domando, se valga, davvero, anche per le “streghe”… 

Rosewood, prende la parola. 
E’ la prima volta che lo sento parlare. Cominciavo a pensare che fosse muto. 
Comincia subito con le domande. Niente convenevoli, niente presentazioni. 
Parla competentemente, ma sembra assente; sul suo volto non c’è traccia di sentimenti o emozioni. Sembra quasi non stia parlando con due persone, che deve aiutare a salvarsi la vita, ma a due “cose” già, praticamente, morte. Senza speranza. E questo mi fa infuriare! 
Batto il pugno sul tavolo e mi alzo in piedi di scatto, per attirare la sua attenzione: 
- «Sembra che tu ci dia già per spacciati, ma noi siamo ancora vivi, fino a prova contraria! Guardaci in faccia, quando ci parli e pensa a come aiutarci, davvero, a tirarci fuori da quella dannata Arena!!>​> - sbotto. 
Ce l’ho fatta. Ho attirato la sua attenzione. Ethan Rosewood, mi guarda sorpreso, ma anche indispettito, dal mio tono e dal mio atteggiamento. Anche Aris è meravigliato dalla scena a cui ha appena assistito. E’ la prima volta che mi vede perdere le staffe a questo modo, e non so perché, ma la cosa mi imbarazza. Avrei preferito non mi vedesse così. 
Lo sguardo di Rosewood, intanto si è fatto furioso; sento che sta per darmi addosso. 
Adesso, un po’, mi pento di aver alzato così la voce, ma sostengo il suo sguardo con fermezza. 
Non voglio che capisca che mi ha intimorita. 

Rosewood parla. Il tono calmo, ma nella sua voce sento una nota di collera, che lui cerca di nascondere:

- «Sei brava a parole, Ragazzina! Hai “Grinta”! Ma essere insolente, non ti aiuterà nell’Arena, anzi, ti creerà solo ulteriori problemi!!...​» - dice. 
L’imbarazzo e il nervosismo mi offuscano la mente. 
Non riesco a trovare le parole per rispondere, e questo mi fa irritare. 
E’ la voce di Aris, a salvarmi dall’impaccio. Con un tono calmo e diplomatico, che solitamente non gli appartiene, si scusa con Ethan, per la mia irriverenza, cercando di ottenere la sua simpatia e di convincerlo a prenderci sul serio:

- «Ethan, ti chiedo scusa per Lei! Solitamente, non è così maleducata. Devono essere la tensione e la paura a farle questo effetto, altrimenti, non le sarebbe mai venuto in mente di risponderti in maniera così arrogante…! Però su una cosa, devi ammettere che ha ragione; Tu ci consideri una causa persa in partenza!...​» - gli fa.
Rosewood, un po’ sorpreso dal tono confidenziale, un po’ dal messaggio in se, resta silenzioso e in ascolto, aspettando che Aris prosegua…: - «…Dacci una possibilità! Potresti rimanere sorpreso…» - conclude. 

Rosewood si accarezza la barba, trasandata, con fare meditabondo. Ci sta pensando davvero! Aris non si è smentito nemmeno stavolta, Lui conquista sempre tutti… Poi, a sorpresa, parla di nuovo:

- «…e …Mina vorrebbe dirti qualcosa…! Non è vero, Mina?!» - dice, rivolto a me. 
Lo sguardo eloquente quanto il suo tono. Ormai lo conosco troppo bene per fingere di non capirlo. Ogni sfumatura della sua voce. Ogni sua espressione. 
Mi sta dicendo: - “Chiedi scusa, Mina! Metti da parte l’orgoglio e giocatela bene!” - 
Ma non voglio, assolutamente, cedere! Non sono io ad essere nel torto, ma quel vecchio, odioso, arrogante, stupido Mentore. Non ho nessuna intenzione di chiedere scusa! 
Scuoto impercettibilmente la testa, per fargli capire che non sono d’accordo, mentre Lui continua a guardarmi fisso, con quel suo sguardo chiarissimo che significa: 
- “Non discutere! Fallo, Punto e Basta!!” - e, io, so bene quanto sa essere insistente. 
Non cederà, finché non farò come vuole… E va bene, Aris, hai vinto! A volte non ti sopporto proprio! - «Scusami Ethan. Sono stata scortese, mi dispiace!​» - faccio. 
Aris, sorride soddisfatto. 
Ethan Rosewood, non è, proprio, convinto delle mie scuse, ma le accetta comunque:

- «uhm… Non sei stata molto convincente, Ragazzina... ma, per ora credo sia il meglio che tu riesca a fare…!​» - mi dice. Poi continua: - «Va bene. Diciamo che ci penserò, ok?! Ne riparliamo domani mattina. E adesso, sparite dalla mia vista e andate a dormire prima che ci ripensi, Mocciosi…!​» - conclude.

Aris, dà, educatamente, la Buonanotte a Rosewood, e cogliendo al volo la mia espressione, mi prende per mano e mi trascina via prima che possa dire qualunque cosa. 
Mi accompagna davanti alla porta del mio alloggio e mi fa una lavata di testa di dieci minuti buoni, sul fatto di non buttare alle ortiche ogni mia speranza di restare viva. So bene che ha ragione. Me ne rendo conto anche da sola. Ma la totale assenza di considerazione da parte di quello che dovrebbe essere il nostro Mentore, mi ha dato davvero fastidio. E’ stato come sentirsi dire, chiaramente: - “Non ci aspettiamo che voi sopravviviate e sinceramente non ci interessa! Quindi beccatevi un Mentore incompetente che, non vi sarà di alcun aiuto durante i Giochi. E, per piacere; se ci riuscite, vedete di morire i qualche maniera spettacolare! Grazie…” - 
La rabbia che provo mi fa venire da piangere, ma mi trattengo. Da questo momento, non voglio più farlo! 

Aris mi guarda. Lo sguardo addolcito, il tono calmo: - «Forse sono stato un po’ brusco; ma lo dico per te…>​> - mi fa. Mi accarezza la testa, come si fa coi bambini, e un po’ mi infastidisce, sembra che creda, anche Lui, io sia, solo, una “Ragazzina scema”. Ma so che non lo pensa, quindi accetto il gesto come un segno di affetto. Ci diamo la Buonanotte ed entriamo nelle rispettive stanze. 

Nel Guardaroba, messo a disposizione da Capitol City, trovo un pigiama, morbido e comodo. 
Mi spoglio, gettando i vestiti alla rinfusa per il pavimento della stanza, e mi infilo a letto. Ma, tra la rabbia per la recente discussione con Rosewood e le facce dei Tributi che ancora mi ronzano per la mente, i miei sogni sono inquieti. 
Sembrerà strano, ma non sono le facce dei Favoriti a togliermi il sonno. 
I volti che tormentano il mio dormiveglia, sono quelli in lacrime e spaventati dei ragazzini del Cinque, del Sette e dell’Undici… 




----------------------------------------------- Capitolo 4 ---------------------------------------------




Dopo una notte agitata, passata dormendo poco e male, l’ultima cosa di cui avevo bisogno, era la voce insopportabilmente squillante di Menodora Dellis, che mi dà la sveglia e mi esorta ad alzarmi e presentarmi a colazione; ma non hanno proprio alcuna pietà, quelli di Capitol City?! Voglio dire, non gli basta avermi condannato a morte certa?! Perché devo anche svegliarmi all’alba?! E, soprattutto, perché deve essere “Lei” a svegliarmi?! 

Mi alzo faticosamente dal letto. La quasi totale assenza di sonno, alternata ai brevi e intensi incubi, mi ha lasciato senza forze. Spero che, almeno, la colazione, mi faccia passare un po’ di vertigini… 
Faccio una doccia, lavo i denti e frugo nell’Armadio in cerca di qualcosa di nuovo da indossare. Sono intenzionata a dar da fare, più lavoro che posso alla gente di Capitol City! Che lavino, stirino e puliscano tutto quello che sporco! E’ la mia piccola vendetta personale… 

Trovo un pantalone nero, morbido e alla moda, che sembra molto pratico e confortevole, ha delle cinghie decorative intorno ai fianchi e in alcuni punti delle gambe, che ricordano quelle degli stivali, comodissimi, che ho indossato ieri. E’ molto carino. Ci abbino una casacca di un bel colore blu tendente al verde; è morbida, un po’ lunga sui fianchi, le maniche lunghe, e il collo, un po’ svasato, termina con un cappuccio retrostante. ​ 
Agli stivali di ieri non rinuncio, sono così comodi…! 
Mi spazzolo velocemente i capelli e mi dirigo in sala da pranzo, dove tutti hanno già preso posto.

Aris parla animatamente con Rosewood, facendogli domande di ogni tipo: sull’Arena, su come sopravvivere, su cosa fare e cosa evitare… 
Ammetto che ci sono rimasta male, speravo mi aspettasse per una cosa così importante. Ma in fondo posso capirlo. Dopotutto ora siamo rivali, anche se io non credo che riuscirò mai a vederlo come tale…

Prendo posto anche io. Siedo vicino ad Aris, che mi ha lasciato un posto libero, e, dopo aver dato il buongiorno ai miei commensali, cerco di unirmi alla conversazione e recepire più informazioni che posso da Rosewood. Sarà pure odioso, ma, devo ammettere che sà il fatto suo…! 
Alcuni dei suoi consigli sono ovvi: Trovare l’Acqua, cancellare le proprie tracce, non accendere il fuoco vicino al proprio rifugio; perché, segnalerebbe agli altri la tua presenza, e non saresti più al sicuro… ma forse, è comunque bene ribadirli; a volte, la tensione, fa dimenticare anche le cose più scontate. 
Altri suggerimenti, invece, sono preziosi. 
Chi avrebbe mai detto, che, l’Argilla può essere usata come Disinfettante, o che l’Artiglio del Diavolo ha proprietà Antinfiammatorie?! 

Dopo un’ abbondante colazione, a base di ogni ben di Dio, Menodora Dellis, si allontana, per ultimare i preparativi per la nostra presentazione, in previsione dell’arrivo alla stazione di Capitol City; mentre Rosewood, chiede a me ed Aris, di seguirlo nel Vagone TV, dove ci chiede, senza troppi convenevoli, quali sono i nostri punti di forza e cosa sappiamo fare. 

Aris mi guada dubbioso e io ricambio lo sguardo; come avremmo mai potuto imparare, a fare qualcosa che sia utile nell’Arena?! Le uniche cose che possiamo fare al Distretto Dieci, a parte la scuola e il lavoro nella fonderia, sono correre e arrampicarci su qualche palazzo o maceria. 

Ed è, esattamente, quello che diciamo al nostro Mentore, ma la risposta, non sembra andargli a genio; insiste, cominciando ad elencare idee, come ad esempio, se sappiamo nasconderci, o lottare; e, a quel punto, a me viene subito in mente Aris, che dietro la scuola, dopo le lezioni, spesso e volentieri, si ritrovava a litigare con qualche compagno più grande e più grosso di lui; finivano col risolverla sempre a pugni, e sorprendentemente, era sempre Lui ad avere la meglio. 
Così, senza pensarci troppo, lo dico a Rosewood:

- «Aris, sa fare la lotta! A scuola, faceva sempre a pugni coi ragazzi più grandi, e aveva sempre la meglio!​» - affermo. 

Aris, inizialmente imbarazzato, per essere stato tirato in mezzo, ora sembra contrariato; prova a minimalizzare il mio suggerimento, dicendo che “erano solo botte tra ragazzini”, e che in un “vero” corpo a corpo, “questa cosa”, non gli avrebbe portato nessun vantaggio. 
Ma Rosewood, non è d’accordo. E gli dice, che una buona dose di forza bruta, resistenza ed energia fisica, non è da sottovalutare nell’Arena, perché, spesso, a vincere, è proprio chi ha queste caratteristiche. Gli suggerisce quindi, di allenarsi nel corpo a corpo, durante i tre giorni di addestramento che passeremo a Capitol City. Aris, non è del tutto convinto, ma accetta, comunque, il suggerimento. Quando Rosewood chiede a me, di cosa sono capace, ed io candidamente, gli rispondo:
- «Io non so fare niente!...​» - quasi si incavola. Ma, che posso farci; io non so, davvero, fare niente.

La voce calma di Aris, sovrastando le urla di Rosewood, e le mie, che gli sbraito insulti in risposta alle offese, placa un po’ i toni del dibattito: - «In realtà, Mina è agile! E corre molto veloce!​​» - dice, e, questa volta, sono io a fargli notare, che in caso di attacco, “questo”, non mi avrebbe portato alcun vantaggio. Rosewood, per una volta, è d’accordo con me, confermando, che, in effetti, quella è la “Caratteristica Minima” per sopravvivere agli Hunger Games:

- «Vorrà dire, che dovremo scoprirlo in questi tre giorni, “Principessa”…!​» - sbuffa Rosewood, esaurito, chiudendo momentaneamente il discorso: - «Intanto ti consiglio, di tirare fuori il tuo miglior sorriso per le telecamere, e cercare di ammaliare più pubblico possibile alla Parata di stasera; e più tardi, nei prossimi giorni, esercitarti con l’addestramento di base e provare a vedere se riesci a maneggiare, decentemente, qualche tipo di arma…!​» - fa una breve pausa, per valutare quanto ha appena detto, poi guarda me ed Aris, con un misto di noia e scetticismo: - «…in realtà, credo che questo, valga per tutti e due…! Ed ora, levatevi dai piedi, almeno, fino a domani!».

Giuro che, se non fosse per Aris, che ogni volta mi trascina via, avrei già picchiato da un pezzo, questo vecchio stronzo. Ma come fa Lui, a rimanere così calmo, sapendo che la nostra vita è affidata a Rosewood, a cui, per inciso, non interessa minimamente se viviamo o moriamo…?! 
Io, dalla Mietitura, rischio di impazzire in ogni momento.

Dai finestrini del corridoio del treno, che conduce ai nostri appartamenti, vedo scorrere immagini e colori, nuovi e mai visti, fin’ora nei Distretti; la magnificenza degli edifici scintillanti, in un’arcobaleno di tinte che torreggia nell’aria, le auto sfavillanti, che corrono lungo strade lastricate; io ed Aris, non possiamo evitarlo, e corriamo al finestrino, ad ammirare lo spettacolo di luci e colori. 
Il treno inizia a rallentare, mentre entriamo in stazione; davanti ai nostri occhi, si delineano una miriade di persone avvolte nei loro abiti stravaganti. Le capigliature bizzarre, i volti dipinti… Menodora Dellis, appare, all’improvviso alle nostre spalle: 

- «Dovreste salutare!​» - dice, strizzando l’occhio - «…a loro piace. Li fa sentire parte dello show…!».

E, prima che possa ribattere, o fare qualsiasi cosa, Aris, mi afferra la mano, la porta sulle nostre teste in segno di trionfo e, sorridendo, saluta la folla, incitandomi a fare altrettanto. 
Io, non ne avrei per niente voglia; questa gente e la loro eccitazione per quello che ci aspetta a breve… per la morte certa, a cui stiamo andando incontro, mi disgusta, e vorrei solo allontanarmi dal finestrino. Ma Aris ha ragione. Ci conviene “farci Amico” il pubblico, come ci hanno suggerito Rosewood e la Dellis. 
Così, alla fine cedo e saluto anche io. 

Su una cosa, la Dellis, ha sicuramente ragione, dopotutto: 
questa gente, impazzisce, davvero, per questo genere di cose… 
Poi mi torna in mente Rosewood: “… e cerca di ammaliare più pubblico possibile, alla Parata, questa sera…!”; Facile a dirsi, ma come si fa, ad affascinare qualcuno, vestita da “Fabbro”?!

(CONTINUA nella PARTE 3...)​ 



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Note dell'Autore:
Buona sera, Popolo di Panem... ehm, no... di EFP! :D

La PRIMA PARTE della Storia, per ora, non ha riscosso molto successo...
spero qualcuno si ricreda e inizi a leggerla e magari ad apprezzarla, prima o poi...
Se poi, riuscisse anche ad appassionarvi, allora, ne sarei davvero contenta! ^_^

La Storia si evolverà parecchio (ovviamente) nel corso del tempo... ci saranno momenti Romantici (Awwww... *-*), 
momenti Divertenti (Grasse Risate! :D), scene di Azione (la parte "Rambo/MacGyver", che è in me, ha preso il sopravvento...), 
e momenti Tanto Tristi (Sigh...!);  quindi, in pratica, Tutto! ;)

Che altro dire: Sperando, che questo SPOILER, vi abbia un pò incuriosito...
Vi saluto e vi auguro buona lettura.

Vale
 
   
 
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