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Autore: Adeia Di Elferas    14/12/2014    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Oscar_(film)]
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Oscar_(film)][http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Oscar_(film)][http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Oscar_(film)]Se non conoscete il film di Lady Oscar del 1979 diretto da Jacques Demy , vi prego, cercatelo subito su Youtube (lo trovate pure doppiato in italiano e se volete vi passo pure il link in pm). Solo dopo averlo visto – o aver visto anche solo la parte riguardante il capitolo – o anche mentre si guarda il film, vi consiglio di provare a leggere questa mia parafrasi delle scene. La dedico a mio cugino, che ha coniato alcuni dei soprannomi e ha espresso alcune delle considerazioni che ho aggiunto, doverosamente, in determinate scene. E ora... che cominci lo spettacolo e che si accendano i titoli d'apertura scritti con i neon (nemmeno fossimo in un locale equivoco anni '70)!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '...ma in un attimo il silenzio c'è'
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~~ [Piccola legenda: ricordiamo a tutti i soprannomi di Rosalie (sorella buona), di sua madre (la vecchia) ed introduciamo un nuovo soprannome, per il nobile che sfida Oscar a duello, ovvero il Vecchiaccio]

 Nella solita stradina di Parigi, forse l'unica strada di Parigi o magari solo la più trafficata, André sta conducendo il calessino di Oscar cercando di non investire nessuno, conscio del fatto che Kant non paga né il bollo né l'assicurazione ormai da anni, in segno di protesta per il rifiuto ottenuto alla richiesta di sovvenzioni statali per pubblicare La Critica della Ragion Pratica.
 Tra l'altro il povero giovane deve anche stare attento a non picchiare capocciate contro i lampioni palsticati sospesi nel nulla che risultano proprio alla sua altezza.
 “Ancora non mi hai risposto.” dice improvvisamente André ad Oscar che assume la stessa espressione di chi ha appena preso un purgante e si è accorto che il bagno più vicino dista tre chilometri e mezzo in salita.
 “O forse hai deciso che è meglio non dare confidenza ai servi?” incalza André, mentre Oscar si sta rassegnando alla lontananza del bagno. Chiusa nel suo mutismo, ha un ultimo scatto di orgoglio, lanciando un'occhiataccia ad André, che però non può vedere il suo volto appesantito dal trucco perché deve guardare la strada.
 “Non ti sopporto, quando non rispondi...” sussurra lui, forse convinto di non essere sentito.
 Di punto in bianco una povera defic... emh, Rosalie, compare dal nulla a braccia alzate, vestita di bianco che più bianco non si può (molto credibile per una morta di fame della Parigi di quell'epoca) e grida, shakespearianamente: “Ferma! Ferma!” Abbozza una corsetta e raggiunge Oscar, forse capendo da un rapido sguardo ad André che non con lui non tira aria: “Abbiate pietà! Pietà diuna povera orfana cresciuta nella casa dei Valois!” E qui qualche dubbio a tutti noi viene... Era una mania di famiglia tirare in ballo la storia di essere orfani cresciuti con i Valois?
 “Pietà, signore, ve ne prego!” implora, rivolgendosi ad Oscar e dimostrando a tutti noi che in tutto il regno per ora solo lei e Fersen non hanno capito che sotto ai due chili di rossetto e mascara c'è una donna.
 “Cosa? Che cosa vuoi?” domanda lapalissiana Oscar, che non ha ancora fatto il controllo dell'amplifon, questo mese.
 “Oh, signore, sembrate gentile...” butta lì la sorella buona Rosalie: “E forse sarete paziente con una ragazza molto giovane che manca di esperienza. Sarò vostra, se mi darete i soldi per l'affitto.”
 Non avendo capito un caro accidenti di quello che Rosalie sottintendeva, Oscar sorride stolidamente e decide di dare una risposta generica, buttando all'aria quello che dovrebbe essere – correggetemi se sbaglio – il suo grande segreto agli occhi del mondo: “Anche se fossi uomo, e uomo non sono, non accetterei mai di pagare l'amore.”
 André, stufo della sua vita monacale, guarda cupidamente Rosalie: “Quanto vuoi?” domanda. Rosalie, terrorizzata, lo guarda attonita, ma Oscar interviene: “André!” lo richiama all'ordine, come fosse l'ultimo dei suoi cani da caccia: “Come ti permetti!”
 “Ah... Finalmente mi rivolgi la parola...” fa André, scendendo lascivamente dalla carrozza. Assume la sua posa classica, la posa plastica con appoggio sul gomito e declama: “eh, sì, credo sia arrivato il momento di abbandonare le mie abitudini infantili e assaggiare finalmente il dolce vino dell'amore...”
 Di colpo presa dal più profondo panico, Rosalie si ritrae: “Ho poco da darvi signore... Non ho neanche una crosta di pane!” E a questo punto un nuovo dubbio (quanti dubbi solleva questa storia!) ci prende: ma Rosalie di cosa sta parlando? Non voleva offrirsi a Oscar in cambio di denaro? Perché ora dice che da offrire non ha nemmeno una crosta di pane? Mistero. C'entrarenno i templari? Rosalie sarà il Santo Graal? Saranno coinvolti gli alieni? Paura, eh?
 “Mia madre sta male ed è affamata.” conclude Rosalie. Oscar, con un sorriso che va da un orecchio all'altro, dice la frase per cui noi tutti l'amiamo: “Cosa dici? La gente non è affamata a Parigi...!”
 Scuotendo il capo, capendo finalmente di essere tra due pazzi – non che lei con quella cuffia bianca che ha in testa sia nella posizione di giudicare – Rosalie esclama: “Muore di fame, qui a Parigi.”
 Oscar scopre il pentimento e molla una moneta di plastica, presa dal costume del carnevale scorso, un bellissimo costume da pirata, nelle mani della povera sventurata biancovestita.
 Lei si accorge della truffa e cerca aiuto in André che però è troppo impegnato nella sua posa plastica, per cui scappa.
 A scoppio ritardato, André tenta mollemente di insegire Rosalie: “Ehi! Ehi! Aspetta dove vai?”
 Ma Rosalie non lo sente nemmeno. Mostrando il doblone di plastica, si mette a gridare, rivolta alla finestra della sua stamberga: “Mamma! Mamma! Mamma...!”
 Con una certa soddisfazione, nello stile 'tè beccati questa', Oscar si sporge paraliticamente dalla carrozza e dice: “Troppo tardi, André. Credo che dovrai assaggiare quel vino un'altra volta.” E rientra in carrozza con un rapido e goffo movimento da spalla comica. Ci mancano solo le risate del pubblico in sottofondo.
 Abbattuto, André torna al suo posto, mentre Oscar lo investe con la più classica delle accuse: “Perché non mi hai detto che la gente ha fame? Non lo sapevo...” André, ancora nervoso per il due di picche, rimbrotta: “E tu perché non hai guardato? Eppure si vede. Sei passata per queste strade migliaia di volte e la fame non si nasconde.”
 André risale sul cocchio e fa partire i cavalli, lasciando Oscar sola con la sua profonda mortificazione.
 “André. Mi sento molto stupida.” dice Oscar, dando voce a tutti noi. “Anch'io, per non essere andato con quella ragazza.” soggiunge André, ormai fisso con Rosalie.
 “Torna indietro! Ritrovala! Io posso tornare a casa da sola!” fa oscar, voltando il capo in un abbozzo di piroetta Fraccesca, pensando però in realtà che la sua vita è finita, perché non è affatto in grado di tornare a casa da sola.
 André scarta un cocchio, quando un urlo lacerante tuona nell'aria. Incidente dalle dinamiche poco chiare: un cocchio passa in strada, la Vecchia, teletrasportatasi dal ventordicesimo piano fino in strada per saggiare la bontà del doblone di plastica, si accascia in terra senza essere stata nemmeno sfiorata dal mezzo e una figura arcigna si sporge dal finestrino dell'autoveicolo coinvolto gridando a pieni polmoni.
 Tutti i testimoni possono udire la nobile ululare: “Non fermarti, non fermarti, avanti, stupido!” mentre Rosalie piange: “Ferma!” che è la sua parola preferita.
 “Non posso davvero permettermi questo scandalo!” sottolinea la nobile, mentre Rosalie, impedita, arranca a fatica dietro alla carrozza che va più piano di un invalido di guerra.
 Rosalie crolla in terra, lasciando andare la carrozza incriminata e dicendo ancora una volta la sua battuta principe: “Ferma!”
 Si rialza con la rapidità di un centometrista e corre alla madre, che, boh, mistero medico, sta morendo, come capiamo dall'espressione truce e dalla testa che tremola incessantemente.
 Rosalie l'afferra, sotto gli occhi di un discreto gruppetto di curiosi che, invece di chiamare soccorsi, restano lì ad ascoltare le ultime parole della giovane alla madre: “Mamma...! Ti prego, non tremare così... Ci sono io qui con te, non ti abbandono. Ritroverò quella donna. Gliela farò pagare, te lo giuro mamma.”
 Colpo di scena! Non si sa bene da dove, ma arriva Oscar! Si china plasticamente (la vicinanza di André l'ha contagiata) appoggiandosi di peso alla morente: “Non muoverla.” consiglia astutamente: “Chiamo un dottore.” Rosalie la guarda male per un momento, ma poi torna ad abbracciare la madre, mentre un losco figuro pettinato con una leccata di cavallo prende il posto di Oscar: “Presto.” dice, non si sa a chi.
 André, che prende in mano la situazione, visto che nessuno sembra in grado di fare qualcosa di utile, interpella uno che sta sul cocchio dietro al suo: “Abbiamo bisogno di un dottore, signore. Abbiate pazienza.”
 Con estrema affabilità, il Vecchiaccio risponde: “Togliti subito dalla strada, ragazzo, presto. Ho fatto tardi e devo passare assolutamente.”
 Ed ecco che ricompare la nanetta, completamente dimentica del medico da trovare: “Signore, credo che non abbiate capito. Una persona sta morendo.” dice, con tatto. Il Vecchiaccio, giustamente, ribatte: “È una cosa che non mi riguarda.”
 Scocciatissimo, il nobile scende dalla carrozza con un sospiro. È più basso di Oscar.
 “Questi miserabili si accoppiano come conigli senza nessuna dignità!” sentenzia: “La cosa non riguarda né voi né me! Inoltre, meno ne rimangono in giro e meglio è!” conclude, facendo come per risalire sul suo mezzo.
 Ma la furia diOscar è incontenibile. Con una certa fatica, ammettiamolo, afferra il Vecchiaccio per un braccio e lui, altrentanto debolmente, le molla uno schiaffo in pieno viso. Colta da un raptus violento, Oscar osa strattonarlo per la giacca. André accorre subito in difesa della sua bella... emh... di Oscar, afferrandola per le braccia.
 “Io pretendo soddisfazione!” esclama il Vecchiaccio. “Accetto con piacere la vostra sfida, signore!” risponde Oscar, liberandosi dalla morsa inutile di André.
 “Che cosa preferite?” domanda il vecchiaccio. Ovviamente Oscar, abile (o almeno, presunta tale) spadaccina, risponde: “Le pistole.” “E chi vi assisterà?” “Lo farà il mio amico.” “E dove?” “Chantilly.” “Quando?” “All'alba.” “Il pensiero di questo incontro mi rende molto, molto impaziente, signore.” conclude il Vecchiaccio. “La stessa cosa vale per me.” concorda Oscar.
 I due si lanciano un ultimo sguardo rabbioso e poi le loro strade si dividono. Oscar, affetta, lo apprendiamo ora, da ginocchio varo, incede con passo di marcia diretta al suo cocchio, completamente dimentica di Rosalie, della Vecchia eccetera eccetera...
 André, che fino a un minuto prima aveva fatto un pensiero sulla sorella buona, nemmeno la guarda di striscio, quando ripartono.
 Ma dobbiamo ricordare che Oscar era cresciuta in un atmosfera serena e felice, a parte la presenza di Kant, ed era convinta che tutti al mondo vivessero come lei e fossero costretti al massimo a leggere un capitolo al giorno della Critica della Ragion Pura. Fino a quel giorno non si era resa conto che il popolo francese, dopo inutili speranze, stava arrivando alla disperazione e alla ribellione, come ci ricorda Rosalie, che rientra in casa a capo e spalle curve, abbattuta e disperata.

   
 
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