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Autore: joan_saraa_lock    14/12/2014    0 recensioni
L'unica cosa che voglio al mondo ora sei tu, nient'altro
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joan Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un altro caso arrivò al New York City Police Department. Una donna venne ritrovata morta nel suo appartamento, probabilmente un suicidio se non fosse stato stato per il ritrovamento del l'impronta digitale di suo marito trovata sul calcio della pistola che la donna impugnava. Il caso venne affidato a Sherlock e a Joan. Ultimamente non andavano molto d'accordo; forse per l'arrivo delle feste natalizie, che Joan adorava mente Sherlock odiava, oppure per il ritorno di Mycroft in città. I giorni passarono e non riuscivano a trovare il movente per incastrare il marito che aveva un alibi di ferro. Ciò causò l'irritabilità di Sherlock che prontamente si scarica su Joan. Dopo una litigata furiosa Joan decise di andarsene per qualche tempo, non sapeva dove andare ma sapeva che non voleva più passare neanche cinque secondi con quell'essere. Prima che riuscisse a varcare la soglia Joan venne fermata da un impetuoso Sherlock, "non andartene" esclamò affermandole il polso sinistro, "ho bisogno di te.." "A si? Adesso hai bisogno di me? Arrivi sempre al momento sbagliato, sempre dopo. Non capisci che allontanando tutti finirai per ritrovarti ancora solo e ancora una volta toccherai il fondo ma io non sarò lì per aiutarti, devi imparare come ci si comporta con le persone prima. Con me sei rinato anche se non lo vuoi ammettere, e tu cosa fai? Mi fai la predica perché per una volta mi sono divertita e sono stata con Mycroft. Dato che tu analizza tutto e tutti perché non hai capito che lo facevo solo per lasciarti libero e per fare in modo che la mia testa non pensasse esclusivamente a te.." le parole uscirono come proiettili dalla bocca di Joan e Sherlock ne rimase colpito in pieno petto. Non sapeva cosa risponderle era esterrefatto, la sua presa al polso si allentò e Joan finì la sua frase "si, io penso costantemente a te e non perché viviamo assieme o perché siamo colleghi ma perché TI AMO, davvero ho sperato a lungo che tu arrivassi a capirlo ma non l'hai fatto, mi spiace Sherlock ma non posso più restare qui" Joan prese il suo cappotto, aprì la porta e in un momento se ne andò. Sherlock rimase a fissare la porta per qualche istante poi preso di un raptus prese tutto ciò che aveva a tiro e lo scaraventò al muro con tutta la forza che aveva in corpo. Anche lui era innamorato di lei e non riusciva a spiegarsi il perché lui non fosse riuscito a capirla. Era ormai notte inoltrata era stanco ma non riusciva a prendere sonno, il suo unico pensiero era Watson. Appena fu alba iniziò le ricerche di Watson, voleva trovarla ma soprattutto voleva lei. Con un paio di telefonate minatorie a Mycroft scoprì che aveva passato la notte nel suo appartamento. Si incamminò per raggiungerla e nel tragitto la chiamò per sette volte ma tutte le sette volte Joan rifiutò la chiamata. Dopo il settimo rifiuto Joan, che ormai era in casa sola, senti bussare la porta, aprì e trovò davanti a sé uno Sherlock zuppa d'acqua, grondava dalla testa ai piedi Joan non gli fece nemmeno aprire bocca e sbottò con un "cosa vuoi? ", tutta la sua rabbia rimbombava in queste parole. "Sono qui e voglio te, nient'altro, solo te. Voglio la donna che ho amato dal primo momento che l'ho vista. Joan Watson io ti amo." Non l'aveva mai chiamata per nome, Joan sapeva che Sherlock era serio, non era uno dei suoi giochetti. L'amava davvero.
   
 
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