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Autore: Lucinda Grey    14/12/2014    1 recensioni
-Allora vedi che parli?-
-Ma tu guarda questo! Sei uno sfacciato insolente! Come ti sei permesso di imbrogliarmi?-
-E tu? Come ti sei permessa di imbrogliare me? Nessuno ti ha mai insegnato che non si puó inbrogliare un imbroglione, Laurelle?-
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ok, ci vediamo domani! E ricordati di restituirmi l'album delle planimetrie! - esclamó una ragazza bruna,
concludendo una chiamata al cellulare. Si accinse ad attraversare la strada quando qualcuno, dal senso di marcia opposto, le venne addosso ed entrambi finirono a terra.
-Scusami, non ti avevo vista! Oh, come mi dispiace!- esclamó una ragazzo, moro e dagli incredibili
occhi grigioverdi, mentre la aiutava ad alzarsi. Lei lo fissò ammutolita, presa in contropiede,
mentre lui si chinava, le raccoglieva la borsa e gliela porgeva. Cosa doveva fare? Come poteva darsi alla fuga in fretta? Ringrazió il ragazzo con un cortese cenno del capo ed un sorriso, poi si allontanò. Era totalmente spiazzata, non le era mai capitato di lasciarsi prendere in contropiede cosí! Lei aveva il terrore dei ragazzi!
Senza ulteriori indugi attraversó di corsa la strada, rallentando solo quando fu sicura di essersi allontanata abbastanza dallo sgradito incontro.
Il ragazzo da parte sua, piantato in asso cosí, rimase un attimo stordito e ci mise un po' a notare un taccuino per terra.
Lo raccolse e lo aprí cautamente; era pieno di bozze di decorazioni a tema, piante in scala ridotta,
mobili. Ma la cosa piú importante era il nome: Laurelle Emmeline Sophie Mackanzie. Che cos'era, uno scioglilingua?!
Il suo sguardó saettó dall'altra parte della strada e immediatemente inizió a correre.
-Hey! Scusami!- gridó, attraversando in fretta e furia la strada ed evitando di lasciare le penne sotto ad uno dei tanti taxi. Quando la raggiunse la toccó sulla spalla e lei sobbalzó in maniera assolutamente comica, guardandolo con gli occhi strabuzzati e la bocca semiaperta in un muto grido di sorpresa.
Lui arrossí e le tese il taccuino.
-Ti era caduto prima quando ci siamo urtati... Scusami ancora, in effetti, ma sono un po' sbadato- disse portandosi un braccio dietro alla testa. Lei continuó a guardarlo in silenzio, muta e con gli occhi sgranati, e lui allora proseguí l'attacco.
-Seriamente, mi dispiace per prima... Spero davvero che i tuoi disegni non si siano rovinati! Che ne penseresti se mi sdebitassi offrendoti un caffé?-
Un caffé. Laurelle sentì un brivido correrle lungo la schiena: che avrebbe dovuto fare? Provò a rifiutare cortesemente ma la voce non volle saperne di uscire. Niente panico, c'era un'ultima opzione: gli sorrise debolmente, poi accennó dei gesti dell'alfabeto muto. Al ragazzo parve strano: salvo allucinazioni, l'aveva sentita terminare una telefonata poco prima dello scontro! Colto da un'improvvisa folgorazione, cercò di mantenere la sua migliore faccia da poker e poi le accennó dei gesti di risposta; non poté più trattenersi dal ridere quando lei esclamó:- Mi ha dato della balena?!-
-Allora? Vedi che parli, se ti va?- rispose lui ridendo - E scusa, ma non sapevo minimamente che ti stavo dando della balena. Dai consolati, sei una balena magra!-
-Ma tu guarda questo! Sei uno sfacciato insolente! Come ti sei permesso di imbrogliarmi?-
-E tu? Come ti sei permessa di imbrogliare me? Nessuno ti ha mai insegnato che non si puó inbrogliare un imbroglione, Laurelle?-
-Aah, hai pure letto il taquino vedo!-
-Ma certo Sophie-




 
-Ti rendi conto che siamo sposati da 40 anni ormai?- chiese lui guardando teneramente la moglie che lavorava all'uncinetto.
- Non mi ci far pensare, sono pure di piú quelli che ti sopporto!-
-Sei sempre la solita serpe, ma é anche per questo che ti amo-
-E tu sei sempre il solito rompicoglioni-
-Ma mi ami?-
-Bah... Forse- 
-Ah, grazie!-
-Prego-
 

 
  
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