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Autore: Iaiasdream    14/12/2014    1 recensioni
Come ogni normale essere mortale, anche il mio Lys ha i suoi lati storti. Oltre alla dimenticanza, la cosa che detesto è il suo amico del cuore: quell'arrogante, sbruffone, antipatico, play boy, scontroso di Castiel..... In quel momento, ho come un flebile barlume di lucidità. quel movimento, scatena in lui il sudore, che evapora sotto forma di profumo, innalzandosi e invadendo le mie nari, dandomi una sensazione strana, come un giramento di testa, ma non dipende dall’essenza, bensì da chi la indossa, e non è Lysandro.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SUCCESSIVI COMPORTAMENTI
 


Quella mano forte e calda, poggiata sulla mia spalla, dovrebbe darmi fastidio, e invece.
Castiel sta fulminando con i suoi occhi taglienti il biondino, che fino a poco fa ha voluto dirmi qualcosa.
Rimango con il capo chino cercando di allontanare il più possibile dalla mia mente il ricordo di qualche sera fa, ma il forte profumo che emana il corpo dell'idiota me lo impedisce. È lo stesso che penetrò le mie nari quel giorno dove, come una sciocca, mi feci trasportare dal piacere che mi travolse peccando insieme a lui.
Cerco di respingerlo per distaccarmi dalla sua presa ma lui mi blocca triandomi più a sé, artigliandomi così la spalla.
<< Che significa questo? >> chiede Nathaniel accennando qualche passo verso di noi << Che vuol dire che non me la cederai tanto facilmente? >>
<< Non sono in vena di spiegazioni! >> risponde secco Castiel lasciandomi la spalla e afferrandomi per la mano << Andiamo! >> aggiunge voltandosi e trascinandomi con sé.
<< Audrey? >> mi chiama Nathaniel. Mi volto lentamente cercando di esclamare che non centro niente con quello che ha appena espresso il rosso, purtroppo quest'ultimo sembra intuire i miei pensieri, e stringendomi la mano, digrigna senza voltarsi: << Prova a dire una sola parola e te ne faccio pentire >>
Istintivamente a quella minaccia, mi mordo la lingua, maledicendomi da sola, perché avrei dovuto reagire e non comportarmi da sottomessa.
Nathaniel non accenna neanche a volerci seguire e non riesco a capirlo.
Permetto all'idiota di continuare a trascinarmi, senza sapere dove mi stia portando. Quando finalmente si ferma, mi accorgo che siamo entrati negli spogliatoi della palestra. Mi guardo intorno e a quel punto ho uno scatto. Mi libero bruscamente esclamando tutto il mio diniego.
<< Si può sapere che diavolo stai facendo?! >>. Lui non mi risponde, è alquanto serio in volto.
<< Per quale caspita di motivo mi hai portata qui? E perché ti sei intromesso fra me e Nathaniel? >>
Non parla, mi dà le spalle e si accinge ad aprire un'anta dell'armadietto.
<< E poi cos'erano quelle parole? Decido io cosa fare dei miei sentimenti! Se voglio fidanzarmi con qualcun altro, a te non deve importare... >>, le mie ultime parole vengono interrotte dal brusco gesto attuato dall'idiota davanti a me.
Ha preso una busta da dentro l'armadietto e me l'ha scaraventata contro.
Rimango circospetta. Guardo prima l'oggetto poi volgo gli occhi su di lui che senza aggiungere niente, incrocia le braccia al petto fissandomi serio.
<< Che cos'è? >>
<< Dovrei essere io a chiedertelo! >> esclama rivelando quel suo sorrisetto beffardo.
Concentrata interamente su quella busta, mi accingo ad aprirla e quando finalmente scorgo un merletto di pizzo nero, inizio a sudare di imbarazzo mescolato alla rabbia. È il baby doll che comprai ieri alla fiera!
Sento l'idiota sbottare in una risata divertita. Tremo, cercando di mantenere la calma. Ma è più forte di me. Quando sto con Castiel non riesco a controllare i miei impulsi nervosi.
Volontariamente faccio cadere la busta e con voce tremante e i denti ben stretti esclamo: << Smettila di ridere come un'idiota! >>
Lui si ferma dopo un po', si asciuga le lacrime e passandosi una mano fra i capelli infuocati rivela la sua alta fronte nonché la sua dannata bellezza.
<< Perché ti scaldi tanto? >> chiede trattenendo a stento le risate.
<< Ti sembra divertente tutto questo?! >>
<< Non riesco a capire >>
<< Mi hai portata qui per umiliarmi? >>
<< Ma sei scema? >>
<< Hai interrotto il mio discorso con Nathaniel solo per ridere di me? >>
<< Ah! Quanto sei fastidiosa! >> esclama chiudendo l'anta dell'armadietto << Ieri, dopo quella discussione con tua sorella, lasciasti quella busta accanto alla mia moto. Rosalya mi chiese di ridartela, e non sai quanto questo mi abbia dato fastidio >> si ferma per un po', poi rivolgendomi lo sguardo, e spronato da qualche forza misteriosa accanto a sé, continua con un tono di voce totalmente mutato: << da quando di conosco non ho potuto fare a meno di pensare quanto tu sia detestabile >>
Non so perché, ma quelle parole fanno più male di mille chiodi piantati nel petto. Trasalisco sentendo il pianto indurirmi la gola. Non è la prima volta che Castiel mi dice queste parole, sono tre anni che ci detestiamo a vicenda, ma allora cosa sta mutando adesso?
<< Visto che mi detesti così tanto allora perché ti sei intromesso fra me e Nathaniel? >>
<< Solo per sfottere quell'idiota! >> risponde con una sincerità che farebbe invidia alla verità stessa.
Come può dire una cosa del genere? Fino a pochi minuti fa aveva detto che non mi avrebbe lasciata facilmente al biondino e adesso spiega che l'ha fatto solo per sfotterlo?
<< Bene quand'è così... >> riprendo digrignando i denti << ...la prossima volta ti faccio pentire di esistere! >>
Lo vedo sollevare un sopracciglio. Mi volto dandogli le spalle e incrociando le braccia al petto, esclamo: << E non permetterti mai più di intrometterti nella mia vita. Se voglio frequentare Nathaniel, tu devi fregartene altamente! >>
<< Tu non frequenterai nessuno! >>
Quella frase arriva alle mie orecchie in maniera talmente autoritaria che non riesco a credere davvero di averla sentita.
<< C-cosa? >> balbetto incredula tentando di voltarmi per guardarlo, lui però mi precede afferrandomi per un braccio e facendomi ritrovare, con un movimento ben assestato, di spalle contro gli armadietti. Nel mentre ho chiuso gli occhi da reazione allo spavento e adesso che li ho riaperti me lo trovo di fronte che mi lincia con quei suoi occhi cenere.
<< Non pensare neanche per un istante di frequentare quel coglione! >>
<< M-ma... Che stai dicendo? Lasciami, mi stai facendo male! Ma che diavolo ti prende? Perché non dovrei frequentarlo? Forse te l'ha detto il tuo caro amico Lysandro? Beh, se è così, puoi anche dirgli che tra lui e me è finita da quando tu e io abbiano fatto sesso! >> urlo dimenandomi.
Istintivamente Castiel mi lascia il braccio guardandomi dapprima con smarrimento, in seguito con circospezione.
<< Che stai dicendo? >> chiede con voce fievole.
<< Ciò che hai ben inteso! >> rispondo troppo sicura di me stessa.
Guardo le sue labbra che lentamente si allungano in un sorriso strafottente.
<< Vuoi che ti dica cosa ho inteso? >> chiede malizioso. Sto per ribattere, ed è in quel preciso istante che mi accorgo del significato che ho involontariamente dato a quella mia frase.
Scuoto lentamente la testa negando continuamente.
<< No, no, no... Hai... Hai capito male! >> cerco di difendermi.
<< Oh sì invece... >> risponde lui annuendo con il capo << ...sapevo che ti sarebbe piaciuto. Non pensavo che quella scopata ti avrebbe fatto cambiare idea così facilmente >> sorride beffardo.
<< Piantala Castiel, stai andando totalmente fuori rotta! >> replico sentendo il mio volto avvampare << Non mi è assolutamente piaciuto, e ancora oggi ne sto pagando le conseguenze sapendo anche, che quando l'abbiamo fatto tu stavi già con mia sorella. E il pensiero di averla tradita mi attanaglia ogni minuto che passa! >> esclamo non riuscendo a trattenere le lacrime.
Adesso non si tratta più di dispiacermi per Lysandro, in fin dei conti se è stato per primo quest'idiota che mi sta davanti a tradirlo senza alcun ripensamento, figuriamoci se dovrei essere l'unica a farmi divorare dai rimorsi. L'unico rimorso che mi sta possedendo è rivolto esclusivamente a Aisis.
Castiel ha smesso di ridere, e adesso mi guarda serio.
<< Cosa guardi? >> chiedo malamente.
<< Non fare il mio stesso errore >> mormora con voce sommessa prima di recarsi alla porta e lasciarmi sola, impossibilitata a replicare.
Che significano quelle parole? Per quale motivo mi ha detto una cosa del genere? Sbaglio o vuole far passare Lysandro da vittima? Ma se è stato quest'ultimo a farmi soffrire tutto questo tempo! Perché adesso non dovrei ricominciare senza pensare che forse ne soffrirebbe?
<< Ti detesto Castiel >> sibilo digrignando i denti << Ti detesto! >> ripeto scoppiando in lacrime.
Se la sua intenzione era quella di farmi ritornare su quei passi poggiati su una via piena di dolore, ci è riuscito alla perfezione.
Detesto questa situazione, la sento scorrere nelle vene come il mio sangue.
Afflitta mi appoggio all'armadietto scivolando verso il basso, ritrovandomi seduta sul freddo marmo con le mani affondate fra i capelli.
Cercando di calmare il pulsare violento dei nervi nella mia testa, stringo quest'ultima fra i palmi. Piango in silenzio, mordendomi le labbra per evitare ai gemiti di aleggiare nell'aria. Forse sarebbe stato meglio se avessi detto la verità dall'inizio, se tutti avrebbero scoperto ciò che ho fatto con l'idiota, forse non sarei qui a soffrire per i rimorsi. Ma che cosa sto dicendo? Se solo avessi parlato, mi sarei ritrovata nello stesso posto a logorarmi l'anima per il male che avrei di sicuro arrecato a mia sorella. No. Devo tacere. Anche se nascondere la verità fa davvero male, devo resistere.
Dopo aver pensato a lungo mi accorgo che la quarta ora è passata da un pezzo. Passo una mano sulle guance appiccicate dalle lacrime asciutte e mi alzo dal pavimento barcollando per qualche istante. Esco dagli spogliatoi, recandomi con indifferenza verso la mia classe.
<< Ehi Aud! >> mi sento chiamare all'improvviso. Non faccio in tempo a voltarmi che subito vedo Rosalya avvicinarsi con passo svelto. Accenno un sorriso per non farle capire che sto male, ma come ormai da copione, a Rosalya non si può nascondere niente, infatti non fa in tempo ad eliminare gli ultimi passi distanti che la sento chiedere: << Aud ma tu hai pianto? >>
<< N-no >> rispondo senza neanche una goccia di convinzione.
<< Perché che cosa è successo? >> ribatte ancora lei, ignorando la risposta che ho dato.
<< Nulla, Rosa... Non preoccuparti >>
<< Ma come: non preoccuparti? Certo che mi preoccupo! Siamo cognate, dobbiamo capirci entrambe >>
<< Non siamo più cognate, Rosalya >> la interrompo con voce grave accennando una smorfia che dovrebbe equivalere a un sorriso amaro.
<< Scusami >> mormora lei dispiaciuta << non l'ho detto per farti soffrire... È che... Anche io non riesco a credere che fra te e Lysandro sia... >>
<< Ti serve qualcosa? >> intervengo con un tono di voce alto. Lei si ferma, mi guarda e massaggiandosi il braccio destro appiccicato lungo il fianco, volge lo sguardo da un'altra parte e inizia a balbettare.
<< I-io... Ho chiesto a Castiel di darti il baby doll... E solo adesso mi rendo conto di aver fatto una cavolata >>
<< Già, hai detto bene! Hai fatto una cavolata! >> esclamo irritata ripensando a ciò che è successo con Castiel negli spogliatoi.
Senza permettere alla mia amica di replicare, la lascio sola percorrendo il corridoio per recarmi all'uscita. Non ho assolutamente voglia di ascoltare né tantomeno di vedere nessuno. So che facendo così mancherei al club di letteratura ma per me poco importa. Torno a casa senza nemmeno aspettare che esca Aisi.
Arrivata non mi va di prendere l'ascensore, così salgo lentamente a piedi. Quando entro in casa mi accorgo che l'odore della biancheria pulita aleggia ancora nell'aria. Prima di andare a scuola Aisi ha ritirato la roba convinta che si sarebbe messo a piovere. D'altra parte non aveva tutti i torti. Mia sorella ha la capacità di una veggente, quello che non sa è che sta piovendo sì, ma nel mio cuore.
Entro nella mia camera gettandomi di peso sul letto e sprofondando il viso sul cuscino.
<< Mi sento da schifo >> sibilo volgendo lo sguardo verso il comodino. Sul posto prima occupato dalla mia foto con Lysandro, adesso regna sovrana una con la mia migliore amica.
Nell'immagine siamo al mare con la pelle completamente ustionata e con in mano due ghiaccioli quasi consunti da quel sole cocente. Quel sole che fu testimone della nostra giornata felice e indimenticabile.
Lo ricordo come se fosse ieri. C'era anche Lys. Il mio Lys, con la sua candida e perfetta pelle, ricordo ancora che rifiutò di togliersi la camicia per non abbronzarsi. Inutili furono i miei tentativi e quelli di Rosa di convincerlo a mostrare il suo corpo scultoreo decorato alla schiena da quel bellissimo tatuaggio. Quanti ricordi mi legano a quel giorno. Fu allora che mi concessi a lui per la prima volta.
Pioveva, passammo la notte in una villa al mare affittata da noi, tutti andarono a dormire, mentre Lys e io rimanemmo in salotto a coccolarci e a scambiarci qualche bacio innocente. Sapevamo benissimo che quella castità non sarebbe durata a lungo, infatti fu lui il primo a non poter resistere più: si alzò prendendomi in braccio come si fa con le principesse. Io non mi opposi, la verità è che non sapevo affatto quello che stava per succedere, lo ignoravo completamente, in fondo non era la prima volta che ci comportavamo in quel modo. Solo quando mi accorsi di aver varcato la porta della sua camera, capii.
<< L-Lys… >> balbettai iniziando a tremare.
<< Non dirmi di no, ti prego >> mi sussurrò affondando le sue labbra fra i miei capelli. La sua voce fu una melodia colma di sensualità, fu come il suono del piffero incantatore di serpenti. Non riuscii a dirgli di no, non potei farlo, non volli. Fra quelle lenzuola di cotone colorate di estate, ci amammo perdutamente.
Perché? Perché mi sto facendo male? Non dovrei pensare a queste cose. Non dovrei essere qui a soffrire. Se mi amava per davvero, non mi avrebbe mai lasciata.
<< Ho sbagliato >> sibilo tra silenziose lacrime. D’altra parte mi merito tutto questo. L’ho tradito, e con il suo migliore amico. E se all’inizio l’ho fatto inconsciamente, i giorni seguenti mi è bastato solo incrociare l’immagine dell’idiota per ritornare a tradire il mio perduto amore.
Sto sbagliando, e lo sto facendo anche con Rosalya. Perché l’ho trattata in quella maniera? Mentre mi chiedo tutto questo, rivolgo lo sguardo verso la fotografia sul comodino. Decisa a rimediare, per salvare ciò che mi è rimasto: l’amicizia, mi alzo dal letto afferrando il cellulare.
Vado su Wathsapp. Rosalya era online pochi minuti fa. Con fare veloce mi asciugo le lacrime, e mettendo le gambe in posizione indiana sul letto, inizio a scrivere le mie scuse:
“Rosa, scusami ti prego, non volevo trattarti in quella maniera, è che quell’idiota di Castiel mi ha fatto saltare i nervi! Mi perdoni, vero?”.
Lo invio senza pensarci due volte, e intanto punto i miei occhi sulla scritta ultimo accesso, sperando vivamente di leggere la parola online.
Nulla. Passano i secondi e della sua risposta ancora niente. Dopo pochi minuti, torna a casa mia sorella, entra nella stanza guardandomi scettica, reggendo a mezz’aria il borsone.
<< E tu che ci fai qui? >> chiede, lasciando cadere l’oggetto per terra << Non avevi il club di letteratura? >>
<< Non ne avevo voglia, oggi >> rispondo con una smorfia passando il dito sul tasto menu del cellulare.
<< Nathaniel ti stava cercando >> aggiunge recandosi in bagno.
<< Cosa voleva? >> chiedo senza dare troppa importanza.
<< Non lo so… non ha voluto dirmelo >> risponde con un tono di voce dispiaciuto.
Volgo istintivamente lo sguardo verso la porta del bagno, ma subito la mia attenzione viene catturata dal breve trillo del mio cellulare. Rientro in Wathsapp ansiosa di leggere la risposta di Rosalya. Ma le mie aspettative non vengono assentite. Soltanto il mio stato d’animo viene alterato: da ansiosa a stupefatta; da stupefatta a… non so se essere felice o meno.   
   
 
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