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Autore: Apple90    07/11/2008    3 recensioni
Che cosa accadrebbe se gli esseri umani si accorgessero dell'esistenza dei vampiri? Dalla fredda cittadina di Forks alle cupe atmosfere di Londra, la storia si sta per ripetere: la caccia è finalmente aperta.
Genere: Romantico, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Carissimi amici, mi dispiace molto non aver potuto aggiornare in tempo la Fan Fiction. La scuola è davvero pesante in questo periodo e non riesco a essere molto presente su internet.

Valy88, sono contentissima di risentirti! E' un piacere sapere che leggi anche questra FF, come vedi penso che entrambi siamo appassionate della saga di Twilight, al momento sto leggendo Breaking Dawn... un'ottimo spunto per proseguire questa storia.

Grazie mille a Princess of Vegeta6, Argentlam, Marco, la mitica Stizy e tutti coloro che mi hanno aiutato. Anche se, ed è davvero strano dirlo, non c'è nessun Beta in questa storia: solo grandi amici che hanno scelto di sopportarmi ancora. =)

[ps: scusate per gli eventuali errori di battitura]

Buona lettura

Capitolo 4

Inseguimento nel bosco

 

Un colpo. Poi un altro. Poi un altro ancora.

Bella si svegliò di soprassalto, nel cuore della notte, il viso illuminato dai flebili raggi lunari che filtravano attraverso i grossi vetri della finestra. Tastò immediatamente il materasso. Edward non c’era. Aveva trascorso gran parte della serata con lei, cullandola finché non si era addormentata. Dov’era andato?

Un altro colpo secco alla finestra la fece trasalire. I vetri vibrarono forte, producendo un sordo eco che si diradò in tutta la camera.

Bella scivolò fuori dalle coperte e scoprì di essersi addormentata vestita. Non riuscì a trovare il tempo per realizzare ciò che stava succedendo. Si sistemò i jeans nel tragitto, affrettandosi a raggiungere la finestra, incespicando nelle All Star slacciate.

L’ennesimo scoppio le vibrò nelle orecchie come lo sparo di un fucile. Intravide un minuscolo sasso sbeccato che rimbalzava sul lastricato del terrazzo.

L’aria, sul terrazzo, era gelida e tagliente. Si sporse con gli occhi resi ciechi dal sonno e non intravide altro che una fitta e lugubre vegetazione.

<< Bella!>>

Una voce. Roca, affannata. Ansiosa di rivederla.

<< Bella!>> Jacob balzò fuori da un cespuglio. La sua sagoma robusta si stanziò nell’oscurità, più alta e massiccia del solito. Per farsi notare, agitò entrambe le mani nella sua direzione. Indossava solo un logoro paio di jeans e il suo petto muscoloso era segnato da profonde cicatrici. I suoi capelli, rasati quasi completamente, luccicavano di sudore.

<< Che cosa diavolo ci fai qui?>> Bella si sforzò di parlare piano, ma intuì che Edward già sapesse che cosa stava succedendo. Non c’era alcun bisogno di moderare la voce, con un vampiro in grado di leggere nel pensiero nelle vicinanze. << Mi hai fatto prendere un colpo, Jake!>>

<< Non c’è tempo per discutere. Devi allontanarti subito da casa Cullen. Ti accompagnerò al sicuro!>>

Bella strinse con più foga la ringhiera del piccolo terrazzo. << Che cosa ti salta per la testa, eh? E’ da matti venire qui in piena notte per…>>

<< Non c’è tempo, maledizione!>> la esortò Jacob. E in quello sguardo allarmato scoprì che non stava affatto scherzando. << Salta giù dal terrazzo. Ti prendo io.>>

L’idea che Jacob fosse piombato nel cuore della notte per portarla chissà dove, senza una giustificazione logica, la rese nervosa. Inghiottì a stento e diede un’altra occhiata alla manciata di metri che la separavano dal suolo. Strinse con più foga la ringhiera metallica. << Non muovo un passo finché non avrò scoperto perché sei qui.>>

<< Ti racconterò tutto strada facendo. Adesso salta!>>

<< Non ci pensare nemmeno.>> ringhiò Bella.

<< Avanti, non eri tu quella che insisteva per gettarsi giù dagli scogli?>> Jacob emise un latrato cupo, che poteva vagamente assomigliare a uno sbuffo scocciato. << Non dovrebbe essere un problema per te saltare da un terrazzo, dopo esserti quasi ammazzata un anno fa.>>

<< Che cosa vuoi da me, Jacob Black?>>

<< Voglio solo portarti al sicuro. Hai la mia parola. Ti dirò ogni cosa non appena saremo lontani da casa Cullen. Ma ti prego, non costringermi a usare la forza. Non con te, Bells.>>

Bella strinse gli occhi in due fessure. In un breve attimo capì di non avere alcuna scelta. Se un licantropo aveva varcato il confine senza invito, significava che c’era un buon motivo per farlo. Tornò a scrutare il volto corrugato di Jacob e si sporse leggermente in avanti, avvertendo la sgradevole sensazione di vuoto allo stomaco quando scavalcò la ringhiera con una gamba. Vi rimase cavalcioni, immobile e tremante, senza sapere come riuscisse incondizionatamente a dargli retta. E se non fosse riuscito ad afferrarla in tempo? Si sarebbe sfracellata sulla Volvo. O ancor peggio.

<< Coraggio, Bells. Lasciati andare.>> Jacob, sotto di lei, divaricò le gambe e si preparò ad afferrarla. Era abbastanza forte da prenderla al volo con una mano sola, senza sforzo. << Conterò fino a tre. Poi verrò a prenderti io. E’ l’ultimo avvertimento.>> Un altro latrato teso. << Uno…>>

<< Al diavolo!>> Bella inspirò profondamente e si lasciò andare. Le All Star si staccarono dalla terraferma, librandosi nel vuoto per qualche lungo istante. La caduta durò un istante. Non ebbe il tempo di riflettere. Il suo urlo stridulo terminò fra le braccia forti di Jacob. Fu come atterrare su un grosso materasso rigido e avvolgente. Jacob la strinse a sé e non accennò a farla scendere. Un sorriso sollevato si aprì sul suo viso, non appena gli occhi di Bella incrociarono i suoi.

<< Sei tutta intera?>>

<< Più o meno.>>

<< Ti è piaciuto il tuffo?>>

<< Non vedevo l’ora di gettarmi da un terrazzo alle tre e mezzo del mattino.>>

<< Non essere così tragica.>> Jacob sollevò un sopracciglio. << Ti fidi di me, Bella?>>

<< Ho un po’ paura a rispondere.>>

<< Promettimi che non aprirai bocca finché non saremo arrivati.>>

<< Arrivati dove?>> domandò lei, sconcertata.

<< Adesso voltati, per favore.>> Jacob lasciò delicatamente la presa sui suoi fianchi e lasciò che si rimettesse in piedi, barcollante, con la schiena pervasa dall’adrenalina della caduta libera e i capelli arruffati.

Bella si portò entrambe le mani alle tempie e si sforzò di mantenere la calma. << Va bene.>> Gli diede la schiena e avvertì il rumore della zip che si abbassava. Un attimo dopo i jeans di Jacob erano abbandonati sull’erba umida vicino al selciato. Ne seguì un sospiro più profondo, accompagnato dal sibilo del vento che scosse qualcosa di ben più grande del corpo di un essere umano. Adesso, nonostante non potesse vederlo, poteva avvertire l’enorme mole spostarsi sulle quattro zampe pelose. Il suo ringhio rintanato nella gola possente. Gli artigli che si conficcavano nel terreno ad ogni passo.

Si voltò lentamente. Molto lentamente. Facendo attenzione a dove metteva i piedi per non rovinargli addosso.

<< Sei più grosso e peloso del solito, Jake.>>

Il lupo la guardò con i suoi occhi giallastri. Non sembrò particolarmente risentito dalla sua affermazione. Piegò il muso in avanti, flettendo le zampe anteriori in un chiaro cenno d’invito: voleva che salisse sulla sua groppa, per portarla chissà dove. Edward l’avrebbe ucciso. Lo sentiva. L’avrebbe ucciso e spolpato fino all’ultimo osso. Ma qualcosa le disse che quella era la cosa giusta da fare. Altrimenti perché comparire d’improvviso a quell’ora per rapirla?

Dopo un attimo di esitazione, Bella si fece avanti e balzò a fatica sul suo dorso peloso, annaspando alla ricerca di una presa salda attorno al suo collo. Si artigliò al suo manto fulvo e Jake grugnì soddisfatto, facendole capire che non provava alcun dolore.

Si riassestò sulle quattro zampe e, con uno scossone, scattò rapido verso il bosco. Le sue anche si muovevano  ritmiche e veloci, sballottandola da una parte e dall’altra della sua schiena, al tal punto che Bella fu costretta a puntare i piedi contro i suoi fianchi possenti per evitare di essere sbalzata via.

<< Fai attenzione, o finirò spalmata contro un albero!>> ululò Bella.

Jake emise un ringhio che le risuonò alle orecchie come una risata. Aumentò la marcia, superando con ampie falcate il sentiero puntellato di pozzanghere. Il miscuglio di fango e muschio lungo la strada produceva un calpestio umido sotto le sue zampe. Bella si strinse con più foga al suo pelo rossiccio. Alcuni schizzi di fango la raggiunsero al volto, macchiandole la maglia ed i risvolti dei pantaloni.

Non seppe quanto rimase avvinghiata a Jake, né tantomeno quante miglia percorse sul dorso di un licantropo. Quando riaprì gli occhi – e fu come se fossero trascorse ore – si trovavano in una piccola radura nel cuore della foresta. Erano nei dintorni di La Push. Poteva avvertire gli scrosci delle onde del mare contro gli scogli, in lontananza, e il ritmico gracchiare dei grilli nascosti nell’erba alta.

Jake si accucciò per permetterle di scendere, poi guizzò rapido dietro alcuni grossi cespugli.

<< Non vedo l’ora di ascoltare la tua storia, Jake.>> borbottò Bella. Era sollevata di poter finalmente calpestare il terreno con i suoi piedi. << Muoio dalla voglia di scoprire cosa ci faccio in questo posto!>>

Jake ricomparve pochi istanti dopo nelle sue sembianze umane. I jeans scoloriti che aveva stretto fra i denti durante la corsa nella foresta recavano alcuni grossi tagli all’altezza delle cosce e delle ginocchia. Bella poté azzardare che fossero di moda, ridotti in quello stato. Ma sapeva che Jake non aveva mai badato a quell’aspetto del proprio guardaroba.

<< Sei in pericolo, Bells.>> disse.

<< Perché non ne sono sorpresa?>> sbottò Bella. << C’entrano i Cullen, vero?>>

<< Non sono loro i succhiasangue a cui mi sto riferendo.>>

<< E chi, allora?>>

Jacob prese un respiro profondo. << Un succhiasangue è stato a La Push, Bella. Ma non era dei Cullen. Ha perquisito il mio garage ed è scomparso prima che ce ne accorgessimo. Come se si fosse volatilizzato.>>

<< Che cosa?>>

<< Hai sentito bene. Ce ne siamo accorti troppo tardi. Pare impossibile che il nostro fiuto ci abbia traditi, ma è così. Non abbiamo avuto tempo per raggiungere il mio garage e incastrarlo. E’ lo stesso che ti ha seguita fino al confine a bordo della Audi. Lo stesso che ti ha spiata a casa Cullen quando il tuo… ragazzo ti credeva al sicuro.>> Jacob strinse i pugni lungo i fianchi e non riuscì a trattenere un sospiro più profondo ed allarmato del solito. << E’ anziano e potente. Io, Embry e Sam abbiamo pattugliato il bosco per tutta la notte. Ci siamo accorti solo un’ora fa che le scie erano due.>> Allargò le braccia, in un ampio cenno che indicava la foresta attorno a loro. << In questo momento si stanno dirigendo a casa Cullen per cercarti, Bella. Ti sono stati alle costole per un giorno intero, senza mai perdere le tue tracce. Hanno abbandonato la Audi per evitare che li trovassimo, e si sono nascosti chissà dove in attesa che tu uscissi allo scoperto.>>

Bella pensò ai Volturi. Nessun altro era in grado di riservarle una sorpresa del genere. Iniziò a tremare da capo a piedi, senza controllo, ripensando agli avvenimenti delle ore precedenti come il vecchio remake di un film in bianco e nero. << Vogliono me.>> disse. Ed era una certezza ormai consolidata.

<< Ti ho portata via prima che fosse troppo tardi. Il tuo succhiasangue dovrà ringraziarmi.>>

<< Edward avrebbe dovuto accorgersene da un pezzo.>>

<< Lui e i suoi fratelli sono usciti di casa poco dopo mezzanotte. Ti hanno lasciata solo con le due femmine. Anche loro avevano fiutato le tracce di due intrusi.>>

Un nodo doloroso le strinse lo stomaco. << Dove si trovano ora?>>

Jacob annusò l’aria. << Da qualche parte, a Ovest.>> mormorò. << Ma non è di loro che devi preoccuparti in questo momento. I freddi li hanno incastrati. Uno di loro si è spinto fino a Port Angeles, attirando su di sé i Cullen, mentre il compagno avanzava indisturbato verso la villa. Ha camuffato il suo odore.>>

<< Stai dicendo che in questo momento un vampiro sta per attaccare i Cullen?>>

<< Non lo so. Non conosco le sue intenzioni. Ma so per certo che vuole te. Non gli interessa fare la guerra con i Cullen. Vuole solo te.>>

<< E per quale motivo sarebbe così interessato a me?>> fece eco Bella, acida.

Jacob scrollò le spalle. << Non lo so. Dimmelo tu.>>

<< Che cosa ti dovrei dire, che sono una naturale calamita per guai e vampiri assetati di sangue?>>
<< Forse.>> Jacob le strizzò l’occhio. << Devi stare tranquilla, finché sei con me. Questo è il territorio dei Quileute. Nessuno ti farà del male.>> Le posò istintivamente una mano sulla schiena, aiutandola ad avanzare lungo il sentiero che conduceva nella fitta vegetazione alle spalle della radura. Raggiunsero un tronco spezzato, abbandonato orizzontalmente sul terreno, e Bella pensò immediatamente al loro rifugio felice di La Push in riva al mare. Ma in quella notte senza stelle, nulla al di fuori di quel ceppo le ricordava l’innata serenità della spiaggia. Si sentiva esausta, eppure non era stata lei ad attraversare di corsa il bosco: si era limitata a stringersi al pelo arruffato di un lupo mannaro, in compenso. Ma non era la stessa cosa.

Jacob si sedette sul dorso del tronco di legno e attese che Bella lo imitasse, prima di schiarirsi la voce e iniziare a parlare. << Hai paura, non è così?>>

<< Non ho paura.>> sbottò Bella, come una bambina stanata a rubare le caramelle.

<< Io dico di sì.>> Jacob le fece scorrere un braccio attorno alle spalle. << Lo sento.>>

<< Lo senti?>>

<< Il mio olfatto è molto sviluppato rispetto a quello dei comuni esseri umani, Bells. Dovresti saperlo.>>

Bella annuì. << Come potrei dimenticarmene?>>

<< Ti ho detto di stare tranquilla, Bells. Nessuno ti farà del male, fino a quando ci sarò io.>>

Ne seguì un breve istante di silenzio. Jake iniziò a giocherellare con un ramoscello che recuperò dall’erba umida, come se si stesse sforzando di non dirle altro. Era un comportamento strano: in certi casi si dimostrava eccessivamente premuroso e protettivo con Bella. In altri, mosso da una forza invisibile, si comportava con maggiore distacco. Poi, ad un tratto, gli occhi di Jake guizzarono sui suoi. Si osservarono in silenzio per qualche interminabile istante.

<< Ho una cosa da dirti, Bells.>>

<< Lo so.>> mormorò Bella, che si strinse nelle spalle. L’aveva intuito per l’ennesima volta. Dimostrazione di quanto conoscesse il suo carattere, nelle sfaccettature più profonde.

<< Hai intenzione di rimanere in mezzo alla foresta finché i vampiri non se ne saranno andati?>>

<< Adoro quando cambi discorso per non ammettere la verità.>>

<< Io non ho paura, Jake. Sono solo… preoccupata.>> Bella afferrò il braccio di Jacob attorno alle sue spalle e lo allontanò bruscamente. << Per la miseria, mi hai rapito in piena notte dicendomi di essere in pericolo! Non riesco a sopportare quando vi comportate così. Certamente non muoio dalla voglia di essere aggredita da qualche…>>

<< Sssht.>> Jacob la attirò nuovamente a sé con uno strattone. Le cinse i fianchi mentre si gettava bruscamente a terra, ai piedi del tronco d’albero rovesciato, e Bella avvertì uno strappo nei pressi dell’ombelico mentre precipitava sul terriccio umido e rotolava insieme a lui, stretta nella sua morsa bollente. La sua pelle era come metallo incandescente. Cercò di divincolarsi, in vano, senza riflettere, sentendosi come un roditore chiuso in trappola.

Jacob le posò una mano sulle labbra, regalandole uno sguardo allarmato e severo. << Non ti muovere.>> sussurrò. << Rimani qui.>>

<< Che cosa…>>

<< Rimani qui.>> ripeté lui, con più foga, che non smise di stringerla convulsamente a terra, senza concederle la possibilità di muovere alcuna giuntura del corpo. << C’è qualcuno.>>

<< In che senso c’è qualcuno?>> squittì Bella. E in quell’istante si poté intravedere nei suoi occhi color nocciola il terrore più cieco.

Jake la liberò dalla sua presa. Si rialzò lentamente, attento a non compiere movimenti bruschi. Le si accucciò accanto facendole cenno di non imitarlo. Voleva osservare cosa stava succedendo attorno a loro. Forse aveva fiutato qualcosa. I suoi occhi si muovevano a destra e a sinistra, simili a quelli di un randagio rabbioso. Poi s’immobilizzò. Scrutò il buio attraverso le fronde degli alberi, emettendo un ringhio rauco.

<< Jake, ti prego, dimmi cos’hai fiutato.>>

Lui si chinò un’ultima volta per osservarla negli occhi. << Promettimi che non ti muoverai di un solo passo finché non sarò di ritorno.>>

<< Chi c’è là fuori, maledizione?>>

<< Promettimelo.>>

Bella sbuffò. << Siete ossessivi. Magari è solo una lepre. O un animale notturno. O un qualcosa del genere. Non fate altro che trattarmi come una bambola di porcellana.>>

<< La mia non era una domanda, Bella.>>

<< Perché stai facendo tutto questo per me?>> Quelle parole le uscirono spontanee, improvvise, così fulminee che le pronunciò prima di trovare il tempo materiale per pentirsene. Lei lo sapeva. Sapeva perché Jacob si comportava così possessivamente nei suoi confronti, e non negava un certo conforto nel sapere di averlo sempre accanto nelle situazioni più difficili.

Un attimo dopo le labbra di Jacob erano sulle sue. Un bacio veloce. Fugace. Inaspettato.

Bella non reagì. Non ne ebbe le forze. Le mani di Jacob intrappolavano i suoi polsi e le impedirono di schiaffeggiarlo. Seppe che, anche se avesse tentato di colpirlo, lui non avrebbe provato alcun dolore.

<< Ti basta come risposta, Bells?>>

No. Non le sarebbe mai bastato. Così come altrettanto non voleva limitarsi a guardarlo: se solo avesse potuto scatenare l’ira profonda che la stava lentamente infiammando, se solo avesse avuto le capacità di Edward o di Jasper per poterlo sistemare come meritava...

Maledetto. Come si era permesso?

<< L’amore è un sentimento difficile da controllare, Bella Swan.>>

Quando Bella riaprì gli occhi, confusa e spaesata, scoprì che Jacob era sparito. Al suo posto, come se si fosse materializzato dal nulla, in un fruscio di vento, c’era una figura alta e snella, stanziata nella penombra argentea proiettata dalla luna. Le sue labbra bruciavano ancora dell’intenso calore di Jacob, mentre la figura si muoveva lentamente verso di lei, leggera, sottile, quasi fosse composta d’aria. Era un ragazzo. O forse un uomo? Indossava un soprabito nero di velluto lungo fino alle ginocchia, dei jeans di bella fattura, una camicia nera che faceva contrasto con la sua pelle pallida e diafana.

Bella osservò senza fiatare la sua chioma di capelli corvini, corti e spettinati, che gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, sopra gli occhi di un accecante blu intenso. Il suo fascino rifletteva l’ombra misteriosa dalla quale era comparso, senza alcun preavviso né rumore. E la sua voce, più profonda e calata di quella di Edward, sembrava divertita.

<< A volte è spietato: può annullare l’anima di una persona, a discapito di un’altra.>>

L’individuo si scostò di lato, quel tanto che bastava da lasciar intravedere il corpo immobile alle sue spalle.

Jacob scrutava il vuoto, in una posizione goffa e alquanto innaturale, come se stesse allungando le braccia nella sua direzione, le labbra semichiuse, gli occhi spalancati che osservavano un punto indeterminato del bosco. Il vento aveva smesso di sibilare, attorno a loro, così come le foglie erano immobili a mezz’aria, gli insetti fermi come punti neri nello sfondo di un quadro pittoresco.

Bella inspirò profondamente una boccata d’aria. Non riusciva a ragionare. Una forza ignota si era impossessata del suo cervello, a tal punto da non farle provare paura. Voleva semplicemente aprire gli occhi e scoprire che si era trattato di un incubo.

<< Non è magia, se è questo che ti stai chiedendo. La magia è solo un’illusione. Un po’ come l’amore, Bella Swan.>> L’individuo si voltò verso di lei, mentre faceva scorrere le dita lunghe e affusolate lungo il profilo pietrificato di Jake. << Ognuno di noi sfrutta al meglio le nostri doti. E’ un po’ come leggere nel pensiero, predire il futuro o arrecare del dolore fisico alle persone.>>

<< Tu sei un vampiro.>> concluse Bella, e un brivido le corse gelido lungo la schiena.

<< Preferisco essere chiamato con il mio nome.>> Un sorriso sghembo si aprì sul suo volto affilato. << Se non ti dispiace.>>

<< Libera Jake.>> ringhiò Bella.

<< Liberarlo? Quel cane non è vincolato da nessun incantesimo, nulla può impedirgli di muoversi e attaccarmi. E, magari, ridurmi in un sol boccone come il più deplorevole dei mannari della sua specie. E’ il tempo a impedirglielo. Non certo io.>>

<< Tu… sei in grado di fermare il tempo?>>

<< Cristian Rowles. Il mio nome è Cristian Rowles.>>

Per un attimo il suo cuore rallentò, e Bella rasentò un attacco di panico. Rowles. Aveva sentito nominare quel nome da Edward, a casa Cullen. Erano la famiglia di vampiri più antica e potente di Londra, e il prestigio che godevano perfino a Volterra ne era un chiaro segnale. Era di fronte a un ventenne millenario, un essere privo di scrupoli, ma apparentemente innocuo.

<< Se ti stai chiedendo il motivo della mia comparsa, Bella, la risposta è molto semplice. Ho bisogno di scambiare due chiacchiere con te. Il perché potrai dedurlo da sola.>> Un altro sorriso, ma questa volta nulla di buono parve trasparire nel suo sguardo.

Era in trappola, come un topo che si era rinchiuso nella gabbia con le sue stesse forze, lontana da chiunque fosse in grado di salvarla.

Cristian schioccò le dita, e d’improvviso fu come se qualcuno avesse premuto il tasto “play” sullo stereo: tutti i rumori della foresta tornarono a vibrare attorno a lei, racchiudendola nel guscio naturale della notte, stretto fra le fronde degli alberi. Il paradiso muto in cui aveva vissuto era stato orribile. E perfino Jake, che cadde a terra annaspando, si accorse che qualcosa di grave era appena accaduto. Lo osservò rimettersi in piedi barcollando, ed immediatamente digrignare i denti in direzione del vampiro.

Ma Cristian Rowles aveva levato una mano in alto, nella sua direzione. << Non ti conviene attaccarmi, lupacchiotto. Moriresti prima di comprenderne l’errore.>> Ridacchiò. << Che c’è, cane? Ti sorprende il fatto che io riesca a impedirti di muoverti, non è vero?>>

<< Eri tu.>> ringhiò Jake, con una smorfia contratta. << L’hai seguita fino al confine.>>

<< Non è mia intenzione infrangere il patto.>>

<< Come fai ad esserne a conoscenza?>>

<< Io so molte cose.>> rispose il vampiro. << Molte più di quante tu possa immaginare.>>

Bella si sentì un essere insignificante, al loro cospetto. La forza dei loro sguardi era lampante, così come l’aria densa di rabbia e di ira repressa, annidata ferocemente nei loro arti pronti a scattare al più flebile soffio di vento. I due si squadrarono da capo a piedi, iniziando a camminare lateralmente. Jake ringhiava. Il vampiro, invece, sembrava sorprendentemente calmo, per nulla intimorito dalla presenza di un licantropo nella foresta.

<< Morirai per ciò che hai detto.>> lo minacciò Jacob.

<< Sto già morendo. Per la paura.>>

Jake emise un latrato feroce. Le sue mani iniziarono a tremare. << Perché siete qui, succhiasangue? Che cosa volete da Bella?>>

<< Che eroe.>> lo sbeffeggiò il vampiro. << Puzzi meno di quanto tu sia patetico.>>

Jacob si acquattò in una tipica posizione da battaglia. Fece leva sulle gambe e compì un balzo animalesco nella sua direzione. Ma, mentre il suo corpo librava violento in aria, il suo attacco andò repentinamente a vuoto: era nuovamente immobile. Fermo come una statua di gesso, i denti in bella mostra e gli occhi iniettati di rabbia.

Il vampiro si concedette il divertimento di rimirare quell’immagine, a suo modo divertente, per poi schioccare le dita. Era un gesto teatrale. A Bella parve che Rowles fosse in grado di fermare il tempo per brevi intervalli quando e come volesse.

Jacob precipitò al suolo ed emise un rantolo di vendetta. L’affronto gli scottava ardente sulla pelle, e già si stava preparando al contrattacco.

<< E’ inutile, Jake!>> ululò Bella, in preda alla disperazione. << Smettila, ti prego!>>

<< Ti ucciderà.>> soffiò Jacob.

<< Ucciderà anche te, se è per questo, finché tenterai di sfidarlo!>>

Il volto pragmatico di Cristian Rowles si piegò in un sorriso soddisfatto. << L’umana ha ragione, cucciolo. Che ti prende? Vuoi per caso una rivincita?>>

<< Voglio solo cancellare quel sorriso idiota dalla tua faccia, prima di lacerarla a morsi!>> latrò Jacob in risposta.

<<  A quanto pare, le leggende sull’innata stupidità dei cani erano fondate.>> Il vampiro si mosse con passo leggero verso Bella, e Jacob – che sembrava essersi arreso all’idea di combattere – seguì ogni suo movimento con gli occhi vigili di un falco. Era come un gioco, per lui: aizzare un lupo e godersi le conseguenze; giocare con una bambola di pezza, sotto il suo stretto controllo. << Che cosa farai?>> lo punzecchiò Rowles, all’ennesimo ringhio feroce di Jake. << Avviserai i tuoi fratelli per farmi sbranare? Oppure ti batterai da solo per la salvezza della tua amata?>>

<< Non farà né l’uno e né l’altro, Cris. A meno che tu non voglia infrangere il patto che lega da secoli l’armistizio fra licantropi e vampiri.>>

Carlisle comparve nella fitta vegetazione, impeccabilmente avvolto in una giacca a doppio petto color mogano. La sua voce ferma e altera bastò per cancellare il sorriso spavaldo dal volto di Rowles, che immediatamente rizzò la schiena e compì qualche passo indietro, distanziandosi prontamente da Bella e Jacob.

<< Se solo avessi avuto il buon senso di farmi visita – evitando così di mettere a repentaglio inutilmente la vita di Bella e dei Quileute di La Push – te ne sarei stato a dir poco grato.>>

<< Io non ho niente da dirti, dottore.>> La voce di Rowles era piatta e dosata. Indicò poi Bella con un cenno veloce del capo. << E’ lei che sto cercando.>>

<< Bene.>> disse Carlisle, impassibile.

Ne seguì un breve istante di silenzio. Rowles era paralizzato. Si sforzava di dosare ogni parola, visibilmente teso per la presenza del dottor Cullen. Bella, osservandolo con più attenzione, scoprì ben presto che la sua non era semplice ansia, bensì il terrore più puro.

<< Non giungono buone notizie dall’Europa, Cris.>> proseguì Carlisle. << In Italia i Volturi non si stanno dando pace, e deduco che la tua famiglia a Londra abbia avuto parecchi problemi dopo la morte di Susan.>>

<< Non sono affari che ti riguardano, dottore.>>

<< Ma riguardano mio figlio e, in un certo senso, quella che presto diventerà una neonata. Nonché la sua compagna.>> E regalò a Bella uno sguardo protettivo, paterno e accondiscendente, che la fece sentire al sicuro. << Se è tua intenzione parlare con Bella, dopo aver attraversato l’oceano per rivolgerle la parola, non ho alcun problema a negartene l’opportunità. Ma...>> soggiunse, calcando sulle ultime sillabe. <<… lo farai in nostra presenza. A casa Cullen.>>

<< Io là non ci metterò mai piede.>> sbottò Rowles.

<< Bene.>> disse Carlisle, che posò istintivamente una mano fredda sulla spalla di Bella. << In tal caso, buon ritorno in Inghilterra.>>

<< Aspetta.>> ruggì Rowles, e Bella seppe quanto si fosse sforzato per aprire bocca. << Non sono qui per farle del male, dottore. Non mi mandano i Volturi. E’ stato Lance a insistere per trovarvi.>> Chinò leggermente il capo. << Mio fratello, da quando Susan è morta, non si sta più dando pace.>>

Carlisle sorrise, soddisfatto di aver trovato un compromesso. Allungò una mano nella sua direzione, e fu come se gli stesse gettando addosso dall’acqua santa.

<< Io non metterò piede a casa vostra, dottore.>> ribadì Rowles. << Verrà mio fratello, che sta pattugliando i boschi.>>

<< Rapire Bella e portarla in Inghilterra senza il nostro consenso non è certo una mossa saggia. Anche perché, come ben saprai, non siamo molto distanti da mio figlio. E lui sa sempre ciò che stai pensando, Cristian. Sempre.>>

Rowles ammutolì. Nei suoi occhi, un altro barlume di paura. << Quando, dottore?>>

<< Domani. Non prima del tramonto.>> rispose Carlisle. << Quando sarò tornato dall’ospedale e tutta la famiglia potrà essere presente al vostro arrivo.>>

<< C’è poco tempo.>>

<< Avete a disposizione l’eternità.>> s’intromise Bella, con coraggio. << Quanta differenza possono fare ventiquattrore?>>

Rowles si voltò e la osservò per qualche lungo istante, che parve non finire mai. << Nessuna, per me.>> disse. << Ma molta per coloro che ci vogliono morti.>>

Lo sguardo fra Carlisle e il membro dei Rowles siglò il loro accordo. Dopo aver regalato un’occhiata sprezzante a Jacob,e salutato Bella con un mezzo inchino svolazzante, Cristian Rowles s’avvolse nel lungo soprabito e sparì nella notte. Nel nulla dov’era apparso.

<< Maledetto.>> grugnì Jacob, che si stava massaggiando i fianchi. Probabilmente nella caduta si era rotto qualche vertebra. Un problema secondario, per un licantropo dalla crescita ossea così rapida.

<< Perché volevano portarmi via?>> domandò d’istinto Bella, troppo debole e troppo spaventata per riuscire a sostenere altri episodi del genere. Si sentiva svuotata, le ossa cave e leggere, la schiena ricurva come un punto interrogativo. S’aggrappò al braccio di Carlisle e riuscì a mantenere il suo equilibrio già fin troppo precario, mentre lui emetteva un sospiro profondo.

<< Grazie per averla difesa, Jacob.>>

Jake sollevò lo sguardo su Carlisle. I suoi occhi erano esterrefatti. << Non sei arrabbiato con me, dottore?>> Si passò una mano nei capelli, come ogni volta in cui si trovava a disagio. << Voglio dire, sono stato uno stupido. L’ho portata via da casa vostra perché pensavo non fosse un luogo sicuro. E invece…>>

<< Hai fatto ciò che farebbe un amico. Non è da tutti scagliarsi a capofitto contro un vampiro, Jacob. Ma sei riuscito a tenere Cristian Rowles abbastanza occupato da permettere il mio arrivo. E di questo te ne sono grato.>>

<< Dovere, dottore.>>

<< Adesso seguitemi. Vi racconterò ogni cosa strada facendo.>> Guardò Jacob. << Hai bisogno di essere medicato, prima di tornare a La Push.>>

<< Okay.>> acconsentì lui, nonostante avrebbe preferito trovarsi in qualsiasi posto eccetto casa Cullen. << Ehi, dottore, nessuno mi aveva mai detto che riuscivate a fermare il tempo.>> soggiunse poi, con una smorfia. << Lo sapevate tutti, vero?>>

La Mercedes di Carlisle era parcheggiata nel cuore del bosco, e Bella si chiese come avesse fatto a raggiungere in auto un luogo così impervio.

<< Cristian non ferma il tempo.>> disse Carlisle, mentre salirono a bordo. << Il tempo è oggettivo, Jacob. Noi vampiri lo vediamo scorrere più lentamente di voi umani, e possiamo sopravvivere anche senza di esso. Cris si limita a sfruttare alcuni… buchi temporali… come strappi in un grande lenzuolo. E’ un dono. Solo gli esseri viventi ne cadono vittime. Non a caso Bella, che ne è incredibilmente immune, non ha avuto alcun danno dal potere di Cristian.>>

<< Oh.>> biascicò Jacob. Si sporse dal sedile posteriore, scrutando l’oscurità che scorreva fuori dal finestrino. << E’ un bel casino.>>

<< Non si ripeterà più, Jacob.>>

<< I vampiri non smettono mai di sorprendermi.>> commentò Bella, che regalò un sorriso a Carlisle.

Lui ricambiò con una strizzata d’occhio. << Anche gli esseri umani, a volte.>>

 

*°*°*°*

 

   
 
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